Persecuzioni
Una chiesa canadese va a fuoco per la terza volta in una settimana
Un enorme incendio ha ridotto in cenere una chiesa canadese per la terza volta in meno di una settimana.
Notre-Dame-des-Sept-Allégresses, una chiesa cattolica francescana centenaria a Trois-Rivières, Quebec, è stata quasi totalmente distrutta dopo un incendio scoppiato giovedì. Lo riporta LifeSite.
La chiesa, costruita nel 1914, non era in uso. Era stata venduta a degli immobiliaristi, che avevano pianificato di costruire 40 piccoli appartamenti all’interno con unità aggiuntive nella parte posteriore dell’edificio.
A massive fire has destroyed the historic Notre Dame des Sept Allégresses Church in Trois-Rivières, Canada.
Since 2021, over 100 churches in Canada have been burned or vandalized. pic.twitter.com/U7C5qfwbvj
— Harrison Faulkner (@Harry__Faulkner) October 4, 2024
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Tuttavia, l’ incendio della storica chiesa si è propagato rapidamente e i vigili del fuoco non sono riusciti a contenere completamente le fiamme, che hanno causato ingenti danni all’edificio, tra cui il crollo di uno dei suoi campanili.
Nonostante non si trattasse di una chiesa attiva, 11 frati francescani alloggiavano in un edificio collegato al retro della chiesa, ma sono riusciti a uscire in tempo prima che l’incendio diventasse incontrollabile.
Secondo padre Guylain Prince, responsabile della congregazione francescana locale, l’incendio ha costretto i suoi 10 confratelli ad abbandonare la scena.
«È stata l’unica parrocchia attiva (nella zona) per più di 100 anni da parte dei francescani, quindi siamo stati noi a costruirla. Conteneva affreschi di San Francesco, vetrate colorate. È una chiesa superba, una chiesa straordinaria», ha detto Prince, secondo i media locali, che hanno riferito che il proprietario della chiesa è ancora «sotto shock» per quanto accaduto.
«Ci siederemo con le autorità cittadine per vedere cosa possiamo fare. Questo non è un edificio standard, è un edificio molto speciale», ha detto Georges Mouradian, il nuovo proprietario della chiesa.
La causa ufficiale dell’incendio non è del tutto nota. La polizia locale non si pronuncia su una possibile causa.
Nel giro di una settimana, Notre-Dame-des-Sept-Allégresses è la terza chiesa a essere incendiata in Canada. Secondo quanto riferito dal sito prolife canadese LifeSiteNews, anche una chiesa cattolica ed una anglicana sono state distrutte in questi giorni.
Dalla primavera del 2021, in Canada 112 chiese, la maggior parte delle quali cattoliche, sono state rase al suolo, vandalizzate o profanate.
Gli incendi delle chiese sono iniziati nel 2021 dopo che i media tradizionali e il governo federale hanno diffuso affermazioni provocatorie e dubbie secondo cui centinaia di bambini erano stati seppelliti e ignorati da preti e suore cattolici che gestivano alcune delle scuole residenziali ora chiuse.
Il parlamentare del Partito conservatore canadese (CPC) Jamil Jivani ha sollecitato il sostegno dei suoi oppositori politici per un disegno di legge che prevede pene più severe per gli incendiari sorpresi a bruciare chiese, affermando che la recente ondata di distruzione è un «problema molto serio» che rappresenta un «attacco» diretto alle famiglie e alla «libertà religiosa in Canada».
Ad agosto, il governo del primo ministro Giustino Trudeau ha dichiarato che amplierà un fondo multimilionario destinato a documentare le affermazioni secondo cui centinaia di bambini sarebbero morti e sarebbero stati sepolti clandestinamente in scuole residenziali ora chiuse, alcune delle quali gestite dalla Chiesa cattolica.
La scorsa settimana che Leah Gazan, parlamentare del Nuovo Partito Democratico, ha presentato un nuovo disegno di legge che mira a criminalizzare la negazione dell’affermazione non provata secondo cui il sistema delle scuole residenziali un tempo operativo in Canada fosse un «genocidio».
Le scuole residenziali per gli indigeni canadesi, gestite dalla Chiesa cattolica e da altre chiese cristiane, furono istituite dal governo federale e rimasero aperte dalla fine del XIX secolo fino al 1996. La narrazione non provata delle «fosse comuni» ha portato a un diffuso sentimento anticattolico dal 2021.
La visita apostolica di Bergoglio di quell’anno, dove partecipò tra le altre cose ad un rito negromantico con gli indigeni First Nation in mondovisione, certo non ha aiutato.
Secondo recenti sviluppi, nella scuola residenziale di Kamloops, che fu al centro dello scandalo, non è stato trovato alcun resto umano. Lo scandalo anticlericale in realtà già smontato come bufala da tempo.
Secondo calcoli statistici, sarebbe il Canada a guidare la classifica delle chiese bruciate nel mondo, con oltre 100 casi dalla primavera 2022.
Otto mesi fa era stato filmato un uomo mascherato intento a cospargere di benzina la parrocchia del Santissimo Sacramento a Regina, nella provincia canadese del Saskatchewan.
Another church been burned by some scum.
This is the historic Blessed Sacrament Parish church in Regina, Saskatchewan.
That’s over 80 churches in Canada now. pic.twitter.com/Quw4cVKDpE
— Kirk Lubimov (@KirkLubimov) February 11, 2024
Come riportato da Renovatio 21, anche la Francia sta vivendo un’impennata di chiese bruciate, a partire dalla sua cattedrale principale, Notre Dame a Parigi, dove il mistero continua: l’estate scorsa al mistero dell’incendio di Notre Dame si è aggiunta la storia del capo della ristrutturazione, Jean-Louis Georgelin, trovato morto vicino a un passo di montagna nel Sud-Est della Francia. Il decesso dell’uomo è stato definito come «incidente».
Poche settimane fa è stato il turno della cattedrale gotica di Rouen, andata a fuoco come tanti altri luoghi di culto, talvolta apertamente attaccati, talvolta finiti in fiamme senza che vi sia prova di dolo.
Il calcolo fatto è che la Francia stia perdendo un edificio religioso ogni due settimane.
In India, un altro luogo in cui i roghi delle chiese sono meno misteriosi di quelli francesi, solo negli scorsi mesi sono stati bruciati più di 15 luoghi di culto cristiano. Chiese bruciate sono state registrate anche in Pakistan negli ultimi giorni. In Birmania l’esercito brucia regolarmente le chiese dei villaggi ritenuti ribelli. L’esercito della giunta si è distinto per far divorare dalle fiamme i luoghi del culto cattolico, cosa lamentata anche dagli arcivescovi locali.
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Immagine screenshot da Twitter
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L’Europa registra un’ondata di attacchi violenti e incendi dolosi mentre si intensifica l’odio anticristiano
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Persecuzioni
L’ambasciatore di Trump all’ONU definisce la persecuzione dei cristiani nigeriani un «genocidio»
Meno di tre settimane dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha promesso di «annientare» i terroristi islamici in Nigeria, l’ambasciatore Usa all’Onu ha qualificato il massacro in atto contro i cristiani nel Paese come un «genocidio camuffato dal disordine».
«Questa non è violenza sporadica», ha dichiarato Mike Waltz oggi. «La Nigeria è… un dinamico intreccio di culture e religioni, ma è sotto attacco».
Waltz ha pronunciato queste parole martedì in un incontro ospitato dalla Missione statunitense all’Onu. Si tratta della prima occasione in cui un esponente governativo americano ha impiegato il termine «genocidio» per descrivere la crisi nigeriana, dove circa 93 milioni di cristiani sono esposti a rischi crescenti.
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In precedenza, Trump aveva bollato la situazione come un «massacro su vasta scala», etichettando la Nigeria come «paese di particolare preoccupazione» – una categoria riservata a regimi che tollerano o fomentano «gravi violazioni della libertà religiosa», al pari di Cina, Pakistan e Corea del Nord.
L’iniziativa di martedì è proseguita per oltre un’ora con vari analisti politici; a seguire, la rapper Nicki Minaj è intervenuta per manifestare le sue inquietudini, dopo aver lodato sui social i post di Trump contro gli omicidi. Giovedì 20 novembre, la sottocommissione per l’Africa della Camera dei Rappresentanti Usa terrà le sue prime audizioni sul tema, su input del presidente. «Siamo preparati, desiderosi e in grado di proteggere la nostra vasta comunità cristiana globale!», aveva esclamato in precedenza.
Molti osservatori prevedono che il panel proponga sanzioni e persino azioni militari.
Nel suo intervento, Waltz ha evidenziato la persecuzione sistematica subita dai cristiani in Nigeria. «Formazioni jihadiste come Boko Haram… proseguono con aggressioni deliberate e mirate contro queste comunità cristiane», ha chiarito, rimproverando i vertici nigeriani per l’incapacità di «contenere queste barbarie».
Il rapporto 2025 della Lista Rossa di Global Christian Relief (GCR) conferma la Nigeria come il territorio più letale al mondo per i cristiani. Il dossier illustra come la maggioranza degli assassinii si concentri negli stati settentrionali retti dalla sharia islamica, dove i fedeli «risiedono spesso in villaggi isolati tra terreni semi-desertici, esponendoli a maggiore vulnerabilità agli assalti».
La violenza persistente ha catturato l’attenzione anche del comico TV, noto per il suo fondamentalismo laico progressista, Bill Maher. «Si tratta di un tentativo genocidario ben più grave di quanto accade a Gaza. Stanno tentando di eradicare l’intera popolazione cristiana di una nazione», ha affermato in un’intervista recente con la deputata repubblicana Nancy Mace.
Le angherie contro i cristiani in Nigeria si sono acuite dal 1999, quando 12 stati settentrionali hanno introdotto la sharia. L’emergere di Boko Haram nel 2009 ha innescato un’escalation drammatica, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014 – 87 delle quali rimangono «sconosciute».
Tra il 2009 e il 2022, oltre 50.000 cristiani sono stati eliminati, secondo Open Doors. Un’analisi del 2024 registra più di 8.000 omicidi e migliaia di sequestri di fedeli nigeriani nel 2023, l’annata più cruenta per gli assalti islamici contro i cristiani.
Gli episodi recenti includono sequestri e uccisioni di preti e seminaristi cattolici. In un comunicato di luglio, la diocesi di Auchi (Edo) ha denunciato l’assalto armato al Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, con la morte di una sentinella e il rapimento di tre seminaristi. L’International Society for Civil Liberties & Rule of Law ha documentato nella primavera 2023 oltre 50.000 vittime per motivi di fede cristiana dal 2009.
Sorprendentemente, nel discorso al Vaticano del mese scorso, il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha attenuato il ruolo dell’islam negli attacchi. La violenza «non è un contrasto religioso, bensì sociale, come i conflitti tra pastori e contadini. Va riconosciuto che molti musulmani nigeriani sono pure vittime di questa intolleranza», ha sostenuto.
Parolin ha quindi insistito che «si tratta di frange estremiste che non distinguono nel colpire i loro bersagli. Impiegano la brutalità contro chiunque ritengano ostile».
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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nunzio in Nigeria dal 1992 al 1998, ha contestato aspramente le parole di Parolin.
«Le parole vergognose del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin sul presunto “conflitto sociale” in Nigeria mistificano la realtà di una persecuzione feroce e genocida contro i Cattolici, martirizzati mentre Roma vaneggia di sinodalità e inclusività».
«No, Eminenza: i Cattolici nigeriani sono uccisi in odio alla Fede che essi professano, da parte di mussulmani e in obbedienza al Corano. Quegli stessi mussulmani che stanno trasformando le vostre chiese in moschee, con la vostra vile e cortigiana complicità, e che presto rovesceranno i governi per imporre la sharia agli “infedeli”» continua l’arcivescovo.
I dati della Commissione USAper la libertà religiosa internazionale (USCIRF) evidenziano numerosi assalti statali contro i cristiani. Nel suo report 2025, l’USCIRF ha caldeggiato la classificazione della Nigeria come «paese di particolare preoccupazione». Ha rilevato inoltre che «il governo nigeriano è lento o talora appare restio a reagire a questa violenza, fomentando un’atmosfera di impunità per i perpetratori».
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse.
Come riportato da Renovatio 21, gli ultras della nazionale romena, a quanto pare più cristiani di Parolin, durante una recente partita di qualificazione ai mondiali a Bucarest hanno esposto un grande striscione con la scritta «DIFENDETE I CRISTIANI NIGERIANI».
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Immagine generata artificialmente
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Raddoppiati in un anno gli attacchi incendiari alle chiese europee
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