Geopolitica
Russia e USA si incontrano a Monaco. L’aereo di Rubio ha un «problema meccanico»
Il presidente Donald Trump ha annunciato che venerdì i rappresentanti degli Stati Uniti di «alto livello» incontreranno le loro controparti russe alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco per discutere una risoluzione del conflitto in Ucraina.
Il presidente Vladimir Putin e la sua controparte statunitense hanno parlato per quasi 90 minuti al telefono mercoledì, segnando la prima interazione diretta nota tra i capi di stato russo e statunitense dall’escalation del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022. Giovedì, Trump ha affermato che la telefonata aveva aperto la strada a ulteriori contatti diretti tra funzionari americani e russi.
«Si incontreranno a Monaco domani. La Russia sarà lì con la nostra gente», ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca giovedì.
Trump ha aggiunto che «anche l’Ucraina è invitata, a proposito», ma non ha specificato il formato dell’incontro né ha chiarito se si tratterà di un dialogo a tre o di una serie di colloqui bilaterali.
«Non sono sicuro di chi ci sarà esattamente da ogni Paese, ma ci saranno personalità di alto livello dalla Russia, dall’Ucraina e dagli Stati Uniti», ha aggiunto il leader statunitense.
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha detto in precedenza giovedì che il fatto che entrambi i presidenti abbiano espresso la volontà di impegnarsi nel dialogo è stato un «risultato molto importante» che ha «messo in moto un apparato di assistenti, ministeri e così via, che ora inizierà gradualmente il dialogo e preparerà i prossimi contatti».
«Ora che i leader hanno dimostrato volontà politica e hanno fornito ai loro assistenti le istruzioni necessarie per avviare la comunicazione, chiediamo un po’ di pazienza. Queste discussioni hanno bisogno di tempo per prendere slancio», ha detto Peskov.
La Conferenza sulla sicurezza di Monaco si terrà dal 14 al 16 febbraio a Monaco, in Germania. Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance guiderà la delegazione americana e si prevede che incontrerà Volodymyr Zelens’kyj. Il segretario di Stato Marco Rubio ha affermato che la conferenza è un’opportunità per i funzionari americani di «delineare un ampio percorso in avanti» sull’Ucraina.
Nel frattempo, si prevede che l’inviato presidenziale statunitense Keith Kellogg chiarisca che gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare truppe per proteggere l’Ucraina e vogliono che gli alleati europei di Washington nella NATO aumentino la loro spesa per la difesa.
I funzionari russi non partecipano alla Conferenza di Monaco dal 2022 e Mosca non ha ancora confermato la sua partecipazione quest’anno né annunciato la composizione della sua delegazione. La Conferenza monacense è al centro del conflitto sin dall’edizione di tre anni fa, dove Zelens’kyj parlò di riarmo atomico di Kiev e dove Kamala Harris trattò il tema dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO: poco dopo, scattava l’operazione militare speciale di Mosca.
L’incontro è già stato funestato da un «incidente».
Il segretario di Stato americano Marco Rubio era in viaggio verso la Germania giovedì quando il suo aereo è stato costretto a virare verso la Joint Base Andrews, appena fuori Washington.
«L’aereo su cui vola il Segretario Rubio ha avuto un problema meccanico», ha detto la portavoce del dipartimento di Stato Tammy Bruce, come citato dall’AFP.
«L’aereo ha fatto dietrofront e sta tornando alla Joint Base Andrews. Il Segretario intende continuare il suo viaggio in Germania e in Medio Oriente su un aereo separato», ha aggiunto.
L’incidente a bordo di un Boeing C-32, una variante convertita del Boeing 757, si è verificato circa 90 minuti dopo l’inizio del volo e l’aereo è atterrato in sicurezza poco prima delle 22:00 ET. Le autorità devono ancora confermare la causa esatta del malfunzionamento, ma secondo un rapporto dell’AP, il problema era correlato al parabrezza della cabina di pilotaggio.
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Rubio era in viaggio per raggiungere il vicepresidente statunitense JD Vance, che è già in Germania a guidare la delegazione americana. Si prevede che Vance incontrerà l’ucraino Volodymyr Zelens’kyj durante l’evento. Come riportato da Renovatio 21, il rapporto tra i due è teso.
Il Senato degli Stati Uniti ha confermato Rubio come segretario di Stato solo poche ore dopo il giuramento del Presidente Trump il 20 gennaio. Il viaggio in Germania per discutere del conflitto in Ucraina è il suo secondo viaggio all’estero in questa veste. In seguito si recherà in Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per affrontare la guerra di Gaza e l’idea di Trump che gli Stati Uniti prendano il controllo dell’enclave palestinese.
All’inizio di febbraio, il principale diplomatico statunitense ha consegnato l’ultimatum di Trump a Panama nell’ambito del suo viaggio in America Latina, che comprendeva anche visite in Guatemala, El Salvador, Costa Rica e Repubblica Dominicana.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Trump: il Sudafrica è indegno di essere parte membro di «qualsiasi cosa»
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Geopolitica
Mearsheimer: l’Europa occidentale si trova di fronte a un «futuro desolante»
Secondo il politologo statunitense John Mearsheimer, capofila della scuola realista nello studio delle relazioni internazionali, l’Europa occidentale è destinata a un «futuro tetro» a causa del conflitto ucraino, provocato – a suo avviso – dall’Occidente e in particolare dagli Stati Uniti.
In un’intervista concessa al politologo Glenn Diesen e diffusa martedì, Mearsheimer ha spiegato che la guerra ha generato un’insicurezza profonda nel Vecchio Continente e ha creato «enormi difficoltà» nelle relazioni tra Washington e gli alleati europei.
Il professore di scienze politiche all’Università di Chicago ha osservato che la collaborazione su piani politici, militari ed economici si è complicata, citando i recenti negoziati come esempio di come gli europei stiano «litigando con gli USA su come gestire l’Ucraina».
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L’Europa, ha proseguito Mearsheimer, è «in guai seri» per due motivi principali legati al declino dell’impegno americano nel continente, che attribuisce in gran parte alla «presenza storica di una robusta forza militare statunitense in Europa».
Dopo la Guerra Fredda, governi di Washington e Bruxelles hanno esteso la NATO proprio per «collocare l’ombrello di sicurezza americano sulle teste degli europei orientali e occidentali», ha ricordato.
Tuttavia, questo equilibrio è ora minacciato da un «profondo mutamento nella distribuzione del potere» a livello globale. Negli anni Novanta e nei primi 2000 gli USA potevano mantenere massicci contingenti in Europa, ma l’ascesa della multipolarità li ha spinti a «rivolgere l’attenzione all’Asia».
Le sue parole riecheggiano il discorso tenuto da Mearsheimer al Parlamento europeo all’inizio di novembre, dove ha proclamato la fine dell’era unipolare con l’emergere di Cina e Russia come superpotenze. «Gli Stati Uniti non sono più l’unica grande potenza mondiale», ha concluso il professore statunitense a Brusselle.
Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva sostenuto in un’intervista che i governi occidentali continuano a perseguire politiche mirate a indebolire la Russia fino a privarla definitivamente del suo status di grande potenza.
Come riportato da Renovatio 21, il Mearsheimer aveva preconizzato ancora nel 2015 lo sfascio dell’Ucraina, accusando, già all’ora, l’Occidente di portare Kiev verso la sua distruzione invece che verso un’era florida che sarebbe seguita alla neutralità dichiarata dagli ucraini.
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Il politologo appartiene alla schiera delle grandi figure politiche americane che hanno rifiutato la NATO, talvolta prima ancora che nascesse. Uno è George Frost Kennan (1904-2005), ex ambasciatore USA in URSS, lucido, geniale mente capofila della scuola «realista» delle Relazioni Estere (quella oggi portata avanti accademicamente proprio da Mearsheimer) e funzionario di governo considerato «il padre della guerra fredda».
Mearsheimer è noto altresì per il controverso libro La Israel lobby e la politica estera americana, tradotto in Italia da Mondadori. Il libro contiene una disamina dell’influenza di Tel Aviv sulla politica americana, e identifica vari gruppi di pressione tra cui i Cristiani sionisti e soprattutto i neocon.
Il cattedratico statunitense ha anche recentemente toccato la questione israeliana dichiarando che le intenzioni dello Stato Ebraico sarebbero quelle di allargare il più possibile il conflitto nell’area di modo da poter svuotare i territori dai palestinesi: «più grande è la guerra, maggiore è la possibilità di pulizia etnica».
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Immagine di Maarten via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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Gli Stati Uniti avvertono l’Ucraina di una «sconfitta imminente»
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