Nucleare
Professore del MIT avverte: nessuno può vincere la guerra atomica
Il professore emerito del MIT Theodore Postol, uno dei massimi esperti mondiali di armi nucleari, ha avvertito ieri che nessuno può vincere una guerra nucleare e che il primo utilizzo di un ordigno nucleare, anche se si tratta di un’arma nucleare tattica a bassissima potenza, si tradurrà in un’escalation che nessuno può controllare.
Il tenente colonnello in pensione Daniel Davis, un veterano di quattro missioni di combattimento in Iraq e Afghanistan, ha aperto l’intervista con il professor Postol, trasmessa in live streaming il 3 settembre, con un riferimento all’articolo del 20 agosto del New York Times che riportava che l’amministrazione Biden aveva approvato lo scorso marzo una nuova guida all’occupazione nel settore nucleare, spostando l’enfasi della «deterrenza» nucleare degli Stati Uniti verso la Cina, ma proponendo una strategia vincente per la guerra nucleare con la Russia e anche con la Corea del Nord.
Postol ha osservato che la nuova dottrina incorpora la vecchia idea di «limitazione del danno», vale a dire che se riusciamo a distruggere abbastanza delle loro forze nucleari in un attacco preventivo, possiamo sopravvivere alla loro ritorsione e «vincere» la guerra.
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Il professore spiega che la «limitazione del danno» è un’idea valida nella guerra convenzionale, ma «quando arrivi alle armi nucleari, non puoi mai fare abbastanza danni al tuo avversario affinché il tuo avversario non abbia la possibilità di (…) causare la morte della tua società anche con una risposta di successo minore. Quindi non è possibile vincere in nessuna delle idee convenzionali che le persone associano alla guerra tradizionale».
Il Postol ha anche rinunciato all’idea che un ordigno nucleare tattico a bassa potenza possa essere utilizzato in combattimento senza degenerare in una guerra nucleare totale, perché «usare un’arma nucleare non è semplicemente una decisione fisica».
L’esperto dichiara o che la resa dell’arma, anche quella estremamente bassa di un kilotone, è indistinguibile dal fatto che è nucleare «e che è un a delle tante testate nucleari che potrebbero essere usate ed è l’inizio di una catena di escalation, e questo è ciò di cui la gente ha più paura (…) se lo usi quando sei in un conflitto militare con tutti coloro che hanno le loro armi nucleari nelle fondine, pronti a usarle nel momento in cui si sentono minacciati con le vostre armi nucleari, questa è una catena di escalation inarrestabile».
In altre parole, anche l’uso di un’arma nucleare a bassissima potenza su un campo di battaglia scatenerà un’escalation verso una guerra nucleare che porrà fine alla civiltà.
Come riportato da Renovatio 21, il Postol aveva lanciato l’allarme anche tre mesi fa, quando droni ucraini avevano colpito la stazione facente parte del sistema di allerta atomica precoce della Russia «Lupi dello Zar» ad Armavir.
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
Nucleare
L’ex vertice dell’esercito ucraino vuole le armi nucleari
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