Nucleare
L’Arabia Saudita si doterà di armi atomiche se lo farà l’Iran: parola di MbS
Il principe ereditario Mohammed bin Salman (MbS) ha dichiarato in un’intervista esclusiva a Fox News pubblicata la settimana scorsa che l’Arabia Saudita si doterà di bombe atomiche se il suo rivale regionale numero, l’Iran, uno lo farà per primo.
«Se ne ottengono una, dobbiamo ottenerlo anche noi», ha detto MbS al conduttore di Fox «Special Report» Bret Baier quando gli è stato chiesto cosa farebbe il regno saudita qualora l’Iran costruisse un’arma nucleare.
Si tratta del più chiaro avvertimento di Riyadh fino ad oggi relativo alle presunte aspirazioni nucleari dell’Iran, le cui voci persistono anche se Teheran ha a lungo sostenuto che il suo programma nucleare è esclusivamente per scopi pacifici di energia nucleare.
BREAKING: If Iran gets nuclear weapon, we will get it too, Saudi Arabia's Crown Prince Mohammad Bin Salman says in an interview with Fox News pic.twitter.com/rIpAuBSOWO
— Insider Paper (@TheInsiderPaper) September 20, 2023
Le schiette dichiarazioni sulle intenzioni dell’Arabia Saudita di diventare nucleari se la Repubblica Islamica lo farà si sono contrapposte a una discussione più ampia sul potenziale raggiungimento della piena pace e delle relazioni diplomatiche con Israele sulla base degli Accordi di Abramo.
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«Ogni giorno ci avviciniamo di più», ha detto il principe MbS quando gli è stato chiesto dei recenti legami in espansione con Israele, che hanno recentemente incluso l’apertura dello spazio aereo ai voli israeliani per la prima volta e lo scambio di delegazioni ufficiali.
È importante notare che lo stesso Israele è già l’unica potenza dotata di armi nucleari della regione, ma l’esistenza delle sue testate nucleari (forse 200?) non è mai stata confermata apertamente.
All’interno della creazione di piene relazioni diplomatiche con Israele, è stato ampiamente riferito che Riyadh sta chiedendo a Washington di permettergli di avere un programma di energia nucleare, che vedrebbe i sauditi arricchire l’uranio, proprio come fanno attualmente gli iraniani.
Come riportato da Renovatio 21, Abu Dhabi – emirato retto dal mentore e confidente di MbS, Mohamed bin Zayed (MbZ) – a inizio anno aveva suggellato con Pechino un accordo sullo sviluppo del nucleare civile.
Le dichiarazioni di di MbS sul passaggio al nucleare riflettono l’opinione generale secondo cui Teheran, realizzando un’arma nucleare, scatenerebbe una più ampia corsa agli armamenti nucleari in Medio Oriente.
Da notare inoltre che le dure parole di avvertimento del principe ereditario arrivano dopo l’apparente distensione tra Iran e Arabia Saudita mediata dalla Cina Popolare, salutata all’epoca come un elemento di riconciliazione nella regione piagata nei secolo dallo storico divario religioso tra sciiti e sunniti.
A quanto sembra, ci è voluto poco dal passare alla pace cinese alle minacce di corsa all’atomica.
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Immagine di U.S. Secretary of Defense via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
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