Nucleare
La dottrina nucleare russa deve cambiare: parla l’ex consigliere del Cremlino che sostiene l’uso delle atomiche contro l’Europa
La Russia dovrebbe rivedere la propria dottrina nucleare e abbassare la soglia nucleare per dissuadere l’Occidente dal perseguire politiche sconsiderate, afferma l’ex consigliere per la politica estera del vice capo dell’amministrazione presidenziale russa, Sergej Karaganov.
Il politologo, membro onorario del presidio del Consiglio Russo per la Politica Estera e di Difesa (SVOP), in passato ha più volte sollevato in diversi articoli la questione delle armi nucleari e ha suggerito alla Russia di prendere in considerazione la possibilità di effettuare, prima o poi, attacchi nucleari preventivi contro obiettivi in Europa.
I controversi suggerimenti di Karaganov avevano provocato la reazione dei i membri dello SVOP, che hanno persino pubblicato una lettera congiunta quest’estate «condannando inequivocabilmente» il suo ragionamento e definendo «irresponsabile» presumere che un conflitto nucleare possa essere limitato senza degenerare in una guerra nucleare globale, costando milioni di vite umane.
Tuttavia, in un’intervista con un quotidiano pubblicata martedì, Karaganov ha dichiarato di essere «molto soddisfatto» di aver avviato la discussione sulle armi nucleari, sostenendo che il semplice fatto che la questione di un attacco nucleare russo preventivo sia stata inserita nell’agenda ha già costretto i leader occidentali a «riprendersi la sbornia».
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«Se prima dei miei articoli gli americani avevano scritto che la Russia non avrebbe mai usato le armi nucleari, presto iniziarono a scrivere che potevano ancora usarle. E ora scrivono come evitare l’uso delle armi nucleari da parte della Russia e come, Dio non voglia, non perdere nella Terza Guerra Mondiale», ha detto Karaganov.
Quando gli è stato chiesto di spiegare perché negli anni Novanta non si parlava dell’uso delle armi nucleari, l’esperto politico ha spiegato che la Russia a quel tempo era debole e aveva la falsa sensazione di potersi fondere con l’Occidente. «Abbiamo anche provato ad aderire alla NATO per creare una sicurezza paneuropea unificata», ha ricordato Karagnov, sottolineando che le proposte di Mosca sono state tutte respinte e invece il blocco guidato dagli Stati Uniti ha scelto una via di espansione, minando gli interessi della Russia.
Dopo il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO nel 1999 e l’uscita di Washington dal Trattato sui missili antibalistici nel 2002, Karaganov ha affermato che «tutto è diventato chiaro» a chiunque fosse coinvolto nella politica militare estera, motivo per cui la Russia alla fine ha deciso di iniziare a modernizzare i suoi sistemi di armi strategiche.
Nel frattempo Mosca ha più volte sottolineato di non avere intenzione di attaccare l’Europa; Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato che il paese ricorrerà alle armi nucleari solo di fronte a una minaccia esistenziale.
Secondo la Dottrina Nucleare russa, il Paese si riserva il diritto di utilizzare il proprio arsenale strategico se viene attaccato con armi nucleari o altre armi di distruzione di massa, o se l’esistenza dello Stato nel suo insieme è minacciata con mezzi convenzionali.
Come riportato da Renovatio 21, a settembre la NATO ha pubblicato sul suo sito un articolo di un funzionario della difesa americano in pensione – Gregory Weaver, un consigliere per la difesa nucleare e missilistica dei capi di Stato maggiore congiunti – che invitava il blocco a combattere e vincere una guerra nucleare limitata contro la Russia. Se gli Stati Uniti e la Cina dovessero scontrarsi su Taiwan, l’autore sostiene che probabilmente ne seguirebbe una guerra su vasta scala in Europa.
Come noto, il programma NATO consente il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi sul territorio di altre nazioni NATO non nucleari. L’utilizzo di una simile strategia di condivisione transnazionale delle testate programmata ora dalla Russia con la Bielorussia, tuttavia, suscita le ire del Patto Atlantico, e le richieste allucinanti di Paesi come la Polonia, che sull’argomento in realtà insiste da tempo.
In un articolo del 23 giugno pubblicato dal Bulletin of the Atomic Scientists, Alexander Vershbow, diplomatico americano ed ex vicesegretario generale della NATO, ha anche sollecitato l’espansione del dispiegamento di armi nucleari tattiche in Europa oltre i limitati passaggi richiesti dalla postura nucleare dell’amministrazione Biden.
Il Pentagono, che anche lamenta la «rapida espansione» dell’arsenale atomico della Cina, nel frattempo sta sviluppando nuovi tipi di atomiche 24 volte più potenti di quella sganciata su Hiroshima e certificando i bombardieri B-2 per il trasporto della bomba nucleare B61-12.
Vertici politici e militari nordcoreani da mesi danno la guerra termonucleare come imminente.
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Nucleare
La Russia testa con successo un missile da crociera a propulsione nucleare con gittata illimitata
🚨🚨 Unlimited-range Burevestnik joins Russia’s elite missile club — after flying 14K km
A glimpse inside Russia’s top-tier arsenal 🧵👇 https://t.co/IjcrJRWJp5 pic.twitter.com/fABARGFVJs — Sputnik India (@Sputnik_India) October 26, 2025
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Nucleare
Stupende immagini della fusione nucleare
Impressionanti immagini giungo dall’azienda britannica Tokamak Energy, che ha scattato ad alta velocità delle foto a colori di ciò che accade dentro, appunto, un tokamak, acronimo russo per «camera toroidale con spire magnetiche», cioè un reattore nucleare a fusione a forma di ciambella.
Vediamo qui una nube rosa di plasma di idrogeno luminoso che raggiunge temperature superiori a quelle del nucleo del Sole, il tutto imprigionato in un potentissimo campo magnetico. Ciò che vediamo è solo la luce visibile proveniente dal bordo del plasma, perché il nucleo del plasma è così caldo che non emette alcuna luce visibile.
Nell’angolo in alto a destra, si può anche assistere allo spettacolo abbagliante dei granuli di litio iniettati nella camera, scrive Futurism. Inizialmente di un rosso brillante, i granuli di litio cadono più in profondità nel plasma, mentre la ionizzazione lo trasforma in un alone sfocato di un verde brillante.
Plasma is better in colour! Watch one of our latest #plasma pulses in our ST40 tokamak, filmed using our new high-speed colour camera at an incredible 16,000 frames per second.
Each pulse lasts around a fifth of a second. What you’re seeing is mostly visible light from the… pic.twitter.com/jWKmcl0tEx
— Tokamak Energy (@TokamakEnergy) October 15, 2025
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«La telecamera a colori è particolarmente utile per esperimenti come questi», ha affermato Laura Zhang, fisica di Tokamak Energy, in una nota. «Ci aiuta a identificare immediatamente se le impurità gassose che stiamo introducendo irradiano nel punto previsto e se le polveri di litio penetrano nel nucleo del plasma».
La fusione nucleare, il processo che da miliardi di anni alimenta le stelle come il nostro Sole, avviene quando l’enorme gravità stellare fa collidere atomi leggeri, come l’idrogeno, in un plasma rovente, generando calore durante la loro unione. Riprodurre questo fenomeno sulla Terra è complesso, poiché manca la gravità stellare che facilita la collisione degli atomi.
Un tokamak risolve parzialmente il problema, usando potenti campi magnetici generati da superconduttori per confinare il plasma, troppo caldo per essere contenuto da materiali solidi. Tuttavia, il combustibile, come gli isotopi di idrogeno (deuterio e trizio), è problematico: il deuterio è raro e si estrae dall’acqua di mare, mentre il trizio, ancora più scarso, va prodotto irradiando il litio, un metallo difficile da reperire. Rispetto alla fissione nucleare, che usa uranio o plutonio, la fusione è più sicura, con radiazioni a breve emivita.
Attualmente, però, i nostri esperimenti di fusione consumano più energia di quanta ne producano, rendendola ancora impraticabile, anche se i progressi sono promettenti per la ricerca scientifica. Recenti studi sulla superconduttività condotti al politecnico bostoniano MIT sembrano indicare che la fusione è tuttavia pienamente possibile. Altre svolte si sarebbero avute a Princeton, in Corea e in Giappone.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina in particolare sembra aver intrapreso la corsa all’ottenimento della tecnologia a fusione atomica, con il primo reattore a fusione-fissione programmato già per il 2030.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
La cooperazione mondiale per la fusione era un’idea portata avanti dallo scienziato atomico sovietico Igor Kurchatov. Essa potrebbe quindi passare anche per una collaborazione nello spazio, che ad oggi pare assai difficile.
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Immagine screenshot da Twitter
Nucleare
Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina
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