Spirito
«La deep church ha infiltrato ed occupato la Chiesa Cattolica». Mons. Viganò risponde al New York Times

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha riportato su X per intero le risposte fornite ad un giornalista del New York Times in merito alla situazione della Chiesa statunitense. Renovatio 21 ripubblica il commento di Viganò, infine non pubblicato sul New York Times.
Interpellato da una giornalista del New York Times, ho risposto a due domande su temi di attualità, che però non sono state pubblicate. (…)
1. Qual è la situazione della Chiesa americana in questo momento? Qual è stato l’impatto a lungo termine della sua Lettera del 2018 e delle preoccupazioni che ha sollevato sulla leadership di Papa Francesco?
Da decenni la Gerarchia cattolica, come tutti i governi occidentali ostaggio del World Economic Forum, è quasi interamente composta da emissari di una potentissima lobby eversiva.
Abbiamo una deep church che ha infiltrato ed occupato la Chiesa Cattolica, così come un deep state controlla i Governi delle Nazioni. I membri di questa contro-chiesa hanno trasformato la Chiesa Cattolica in un’organizzazione a sostegno della Sinistra globalista woke, dopo aver distrutto la Fede e la Morale e sovvertito i fini che Nostro Signore Gesù Cristo ha dato alla Sua Chiesa.
Il piano va visto nel suo insieme, perché deep state e deep church sono due facce della stessa medaglia e prendono ordini dallo stesso padrone che finanzia entrambi, come abbiamo visto nello scandalo USAID.
Occorre spezzare il legame di dipendenza ideologica e finanziaria della deep church dall’élite globalista, estromettendo cardinali, vescovi e sacerdoti corrotti e ricattabili, e promuovendo quelli che hanno una vita coerente con il Vangelo e che hanno a cuore la salvezza delle anime nella fedeltà alla perenne Tradizione della Chiesa Cattolica.
La Chiesa americana (grazie anche al ruolo preminente dei Gesuiti americani nel sovvertimento della Dottrina cattolica) si trova in una situazione disastrosa, pianificata deliberatamente negli ultimi decenni mediante un’infiltrazione sistematica che possiamo far risalire ad alcuni esponenti di spicco (…) Da questi prelati sono partite varie filiere di sacerdoti e vescovi corrotti, tra cui quella di Theodore McCarrick e dei suoi «nipoti» (…) Sono tutti uomini di Bergoglio, da lui protetti, promossi e forse sotto ricatto.
Non dimentichiamo poi il ruolo decisivo dei Seminari, da dove è partita l’infiltrazione e la corruzione capillare del clero.
Se i fedeli americani taglieranno i finanziamenti che fanno funzionare questa macchina infernale e li destineranno alle Comunità cattoliche tradizionali; se l’Amministrazione Trump indagherà e processerà quanti nella Gerarchia Cattolica hanno commesso delitti o cercato di insabbiarli, la Chiesa americana potrà uscire da questa crisi che la sta distruggendo e rifiorire di nuovo.
2. In che modo coloro che si sono opposti alla direzione presa da papa Francesco stanno lavorando per correggere la rotta? Cosa si sta facendo, se si fa qualcosa, per assicurarsi che il prossimo Pontefice non ripeta quelle che molti considerano le mancanze di Francesco? O è inutile?
Molti pensano di poter chiudere la parentesi bergogliana eleggendo un papa «conservatore», ma che non metta in discussione il Concilio Vaticano II e le sue disastrose riforme, come ad esempio i cardinali Raymond Burke o Robert Sarah. Una missione impossibile, visto che 110 cardinali su 138 cardinali sono stati creati da Bergoglio proprio per «blindare» la rivoluzione bergogliana-sinodale.
Chi entra in Conclave pensando di dover solo tamponare qualche falla, proseguendo però su una rotta che si è dimostrata fallimentare – quella della rivoluzione conciliare, appunto – non otterrà alcun risultato. Ci sono sessant’anni di errori e di orrori da resettare completamente: un’opera titanica, che solo un intervento divino può rendere possibile.
L’usurpazione di Bergoglio – che ho denunciato e che mi è valsa la «scomunica» – inficia la legittimità dei cardinali che egli ha creato in questi dodici anni e la validità dell’elezione del Successore. Ecco perché serve un’operazione di trasparenza e di giustizia prima di procedere alla convocazione del Conclave.
Credere che la morte di Bergoglio possa far dimenticare tutto e consentire di voltare pagina senza far nulla, sarebbe un errore gravissimo e un tradimento del mandato che Nostro Signore ha dato agli Apostoli e ai loro Successori.
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
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Misteri
Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.
In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».
Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.
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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.
Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.
.@charliekirk11: Mary is the SOLUTION to radical feminism in America! pic.twitter.com/75KsdXtS2s
— LifeSiteNews (@LifeSite) July 17, 2025
Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.
La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.
«Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».
«Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.
«Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».
Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.
Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.
Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.
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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.
Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.
Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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