Nucleare
Israele non ha la capacità militare di distruggere il programma nucleare iraniano: analisti militari
Israele non sarebbe in grado di portare un attacco determinante alle strutture atomiche iraniane. Lo riporta il Financial Times, che cita analisti.
FT ha consultato degli esperti che ritengono che Israele, da solo, non abbia la capacità militare per distruggere il programma nucleare iraniano. Pur non dicendolo espressamente, l’articolo implicitamente sostiene perché Israele debba coinvolgere gli Stati Uniti nella sua guerra con l’Iran per ottenere un moderato grado di successo, che è sempre più chiaro essere il piano di Israele e di altri intransigenti.
Il principale handicap per Israele è la distanza. Gli impianti nucleari iraniani si trovano a oltre 1.000 miglia da Israele, rendendo il carburante il problema principale per uno stormo di attacco israeliano. Ogni aereo nello stormo dovrebbe essere rifornito due volte, una volta in partenza e una volta in ritorno. La flotta limitata di aerei per il rifornimento aereo di Israele sarebbe gravemente messa a dura prova nel tentativo di soddisfare tale requisito.
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In secondo luogo, c’è la questione delle armi. Israele ha bombe bunker buster da 2.000 libbre fornite dagli Stati Uniti, che ha usato liberamente a Beirut. Tuttavia queste potrebbero non essere abbastanza potenti da infliggere danni significativi agli impianti di arricchimento di Natanz e Fordow in Iran, entrambi sotterranei. Gli Stati Uniti hanno bombe più grandi, ma non possono essere trasportate da aerei israeliani.
Israele potrebbe ricorrere al sabotaggio, cosa che ha già fatto in passato, ma «tali attacchi non sono riusciti a fermare il suo lavoro indefinitamente», nota il FT.
In definitiva, la portata della forza richiesta per danneggiare seriamente le principali strutture dell’Iran «richiederebbe un ampio supporto degli Stati Uniti, se non un coinvolgimento diretto», hanno scritto Darya Dolzikova e Matthew Savill del think-tank del Royal United Services Institute (RUSI) in un articolo dello scorso aprile, che nota tuttavia che anche questo «non garantirebbe la distruzione totale».
«C’è una capacità che Israele ha che il FT non menziona, la capacità nucleare, ma nessuno sembra volerne parlare» nota EIRN. In realtà, in Iran talvolta menzionano la cosa.
Come riportato da Renovatio 21, sei mesi fa l’Iran aveva avvertito Israele di sapere dove sono nascoste le sue armi atomiche.
Simulazioni di guerra condotte in USA nel 2023 avevano concluso che attacchi nucleari israeliani contro l’Iran sono possibili.
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Immagine di Israel Defense Force via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
Nucleare
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Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Il governo militare del Niger ha accusato l’azienda nucleare francese Orano di «inquinamento radioattivo» e «comportamento predatorio», dopo che i funzionari hanno annunciato di aver rinvenuto centinaia di barili di scorie radioattive abbandonati vicino a un vecchio sito estrattivo di uranio nel Nord del Paese.
Il ministero delle Miniere ha riferito che gli ispettori hanno individuato circa 400 barili contenenti elevati livelli di materiali radioattivi nel nucleo a Madaouela, in prossimità del polo uranifero di Arlit, un tempo gestito da Orano. Le rilevazioni sul posto hanno registrato valori fino a 10 microsievert all’ora, contro una media di 0,5, e le analisi hanno evidenziato sostanze tossiche in grado di provocare problemi respiratori.
Il ministro della Giustizia nigerino, Alio Daouda, ha annunciato martedì ai media che l’azienda sarà chiamata a rispondere in giudizio per «crimini di massa», tra cui lesioni all’ambiente, alla salute collettiva e alla sovranità nazionale.
«Questa discarica abusiva testimonia il disprezzo costante di Orano per il Niger e i suoi abitanti sin dall’avvio dell’estrazione uranifera», ha dichiarato Daouda, assicurando che «il Niger non arretrerà nella tutela della propria sovranità».
Orano, controllata al 90% dallo Stato francese, ha replicato all’agenzia Reuters affermando di «non detenere alcuna licenza operativa per il sito di Madaouela e di non avervi svolto operazioni di sorta».
Le imputazioni si inquadrano in un’escalation del contenzioso tra Niamey e Orano sul dominio delle miniere uranifere in questa nazione dell’Africa occidentale, ottavo produttore globale di yellowcake. In epoca di piena operatività, il Niger riforniva il 15-17% dell’uranio impiegato dalla Francia per la sua produzione energetica nucleare.
La settimana scorsa, il Niger avrebbe disatteso un’ordinanza del tribunale della Banca Mondiale, spostando oltre 1.000 tonnellate di uranio dalla miniera di Somair, controllata da Orano dal 1971 fino alla nazionalizzazione decisa a giugno.
L’azienda ha stigmatizzato l’operazione come una violazione delle decisioni giudiziarie, che vietavano all’ex colonia francese di «vendere, trasferire o anche solo consentire il trasferimento a terzi dell’uranio prodotto da Somair».
I leader militari hanno ribadito di agire nell’esercizio dei diritti sovrani. Oltre ad aver assunto il controllo effettivo di Somair – motivato dal «comportamento irresponsabile, illegale e iniquo» di Orano –, l’anno scorso il governo ha pure revocato all’azienda la concessione per il giacimento di Imouraren.
Come riportato d Renovatio 21, a maggio 2025 le forze di sicurezza nigerine avevano sequestrato attrezzature facendo irruzione nelle filiali di Orano.
Come riportato da Renovatio 21, dopo il golpe di due anni fa la giunta di Niamey ha subito sospeso le vendite di uranio ai francesi, che utilizzano il minerale estratto in Niger per coprire il del fabbisogno per la produzione di energia atomica, che viene peraltro venduta anche all’Italia, che ne è dipendente per il 6%.
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Immagine di Stuart Rankin via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0; immagine tagliata
Nucleare
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