Geopolitica
Il segretario NATO Stoltenberg afferma che l’Ucraina può attaccare obiettivi all’interno della Russia
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha affermato che «l’Ucraina ha il diritto di attaccare obiettivi al di fuori dei suoi confini», lasciando intendere che la NATO sta dando al regime di Kiev il via libera per colpire obiettivi in Russia con gli F-16 che alcuni membri della NATO si preparano a inviare in Ucraina.
In un’intervista con Radio Free Europe/Radio Liberty (organo mediatico per la propaganda estera di Washington), Stoltenberg non ha potuto dire quando sarebbero stati consegnati gli F-16. tuttavia ha ribadito che tutti gli alleati dell’Ucraina vogliono che giungano il prima possibile, sostenendo inoltre che l’effetto degli F-16 sarà più forte se i piloti saranno ben addestrati e gli equipaggi di manutenzione e altro personale di supporto saranno ben preparati.
Spetterà a ciascun alleato decidere se consegnare gli F-16 all’Ucraina e gli alleati hanno politiche diverse, ha affermato Stoltenberg. allo stesso tempo la guerra in Ucraina è una guerra di aggressione, ha affermato, e quindi l’Ucraina ha il diritto all’autodifesa, compreso colpire obiettivi militari russi legittimi al di fuori dell’Ucraina.
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«Lo Stoltenberg non si rende conto che se il regime di Kiev attaccasse obiettivi all’interno della Russia con gli F-16 forniti dalla NATO sparando con armi fornite dalla NATO, Mosca potrebbe benissimo vederlo come un attacco diretto alla Russia da parte della stessa NATO?» si chiede EIRN.
Un pensiero che alberga anche a Mosca.
«Quindi, se uno di quegli aerei decollasse da una nazione della NATO, quale sarebbe? Un attacco alla Russia. Non descriverò cosa potrebbe accadere dopo», ha detto Demetrio Medvedev, ex presidente russo e vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, in un’intervista del 22 febbraio.
È curioso constatare come in un’intervista separata con l’emittente norvegese NRK, Stoltenberg abbia avvertito che la guerra potrebbe facilmente intensificarsi fino a coinvolgere l’alleanza.
«È una guerra terribile in Ucraina. È anche una guerra che può diventare una vera e propria guerra che si espande in una grande guerra tra la NATO e la Russia», ha dichiarato il segretario NATO, dicendo, riporta Associated Press, che «stiamo lavorando ogni giorno per evitarlo».
Lo Stoltenberg ha affermato nell’intervista che «non c’è dubbio che una guerra a tutti gli effetti sia una possibilità», aggiungendo che è importante evitare un conflitto «che coinvolga più Paesi in Europa e diventi una guerra a tutti gli effetti in Europa».
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa in interviste multiple lo Stoltenbergo già avvertiva che la guerra della Russia in Ucraina potrebbe espandersi in una guerra più ampia con l’Alleanza atlantica.
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A settembre 2022 il segretario NATO aveva scritto in un editoriale sul Financial Times che «dobbiamo soffrire per la democrazia».
L’anno passato, all’incontro NATO di Madrid che la guerra in Ucraina potrebbe durare anni e annunciò che l’Alleanza Atlantica considera Russia e Cina come minacce alla sua sicurezza e ai suoi valori, per poi dichiarare che «la Russia non può vincere il conflitto nucleare».
Nel frattempo si moltiplicano gli attacchi alla NATO da parte di Donald Trump, che il mese scorso è arrivato ad accusare l’Alleanza di non difendere gli USA in caso di vero conflitto, una posizione che già agli albori della NATO manteneva il grande diplomatico e politologo statunitense George Kennan, il padre della strategia della Guerra Fredda, capofila dei NATO-scettici americani, che non sono pochi e che contano il candidato favorito alla presidenza tra le loro fila.
Secondo varie fonti, infatti Trump pianificherebbe il ritiro degli Stati Uniti dall’Alleanza, e questo a partire già dal 2025.
Come riportato da Renovatio 21, nella sua lunga intervista con Tucker Carlson, il presidente russo Vladimir Putin ha raccontato – ribadendo in realtà quanto già rivelato in passato – che nel 2000, durante una visita al Cremlino di Bill Clinton, Putin, allora appena eletto presidente, chiese l’adesione alla NATO della Federazione Russa.
Essendo che l’Alleanza Atlantica è nata dichiaratamente per tenere a bada i russi, l’arrivo di Mosca avrebbe di fatto sancito la fine del senso della NATO – e dei fiumi di miliardi che la alimentano con il complesso militare industriale.
Clinton, dopo essersi consultato con i suoi consiglieri, oppose a Putin un rifiuto che oggi capiamo è costato centinaia di migliaia di vite umane e l’instabilità globale che porta ovunque conflitti e il grande rischio dell’annientamento termonucleare.
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Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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