Geopolitica
Il ministero degli Esteri tedesco istituisce un «gruppo di crisi» in caso di ritorno di Trump

Il ministero degli Esteri tedesco ha creato una «specie di gruppo di crisi informale» per preparare il potenziale ritorno alla Casa Bianca del favorito repubblicano ed ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo riportato il Financial Times.
Secondo il quotidiano britannico, Berlino si sente sempre più isolata, temendo che una presidenza Trump possa mettere a repentaglio la sua economia orientata all’export, oltre a togliere il tappeto da sotto i piedi della NATO.
In un articolo di lunedì, FT ha affermato che «i diplomatici si stanno affrettando a prepararsi per uno scenario… che ispira profondo disagio a Berlino». I funzionari tedeschi sarebbero preoccupati che Trump, se eletto, potrebbe adottare una politica economica ancora più marcatamente protezionistica rispetto al suo primo mandato.
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La minaccia del biondo ex presidente di imporre una tariffa del 10% su tutte le importazioni è particolarmente inquietante per Berlino, suggerisce l’articolo. Questi timori sono diventati ancora più forti quando Trump ha nominato JD Vance come suo potenziale vicepresidente la scorsa settimana, un politico ritenuto ancora più isolazionista dell’ex capo di stato stesso, scrive FT.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa, un’unità del Ministero dell’Economia tedesco starebbe tentando di prevedere l’impatto di un eventuale ritorno di Trump sull’economia del Paese.
Un altro motivo di grande preoccupazione a Berlino, sostiene il FT, è la prospettiva che l’amministrazione Trump riduca i contributi americani alla NATO, nonché il suo sostegno militare all’Ucraina.
L’inarrestabile uomo del Queens ha ripetutamente accusato alcuni membri del blocco militare di non riuscire a fare la loro parte in termini di spesa militare. Trump ha suggerito che, sotto la sua guida, Washington potrebbe riconsiderare l’entità della sicurezza che fornisce a quelle nazioni che sottopagano. Il Trump ha anche chiamato in causa l’amministrazione Biden per i suoi generosi aiuti a Kiev in più occasioni, sostenendo che avrebbe posto fine al conflitto ucraino in 24 ore.
Nel suo articolo di lunedì, FT ha riferito che, dopo mesi di smentite, i funzionari tedeschi, compresi i ministri, hanno iniziato a cercare di stabilire legami con influenti repubblicani, in particolare governatori e senatori, nell’apparente speranza che li avrebbero aiutati a difendere gli interessi commerciali tedeschi negli Stati Uniti, qualora Trump avesse vinto il 5 novembre.
Il rapporto di Trump con la Germania (Paese di origine della famiglia) rimane complesso: è nota la scena nello studio ovale con Angela Merkel quando Donald rifiutò di darle la mano nonostante l’insistenza dei fotografi.
Trump ha più volte ribadito il suo disdegno per il fatto che gli alleati non paghino la loro quota nella NATO.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania ora ha cambiato la Grundgesetz, la Costituzione, per aumentare le spese militari. Tuttavia secondo varie voci Trump potrebbe, una volta eletto, arrivare a dissolvere la NATO, verso la quale nutre uno scetticismo che ha una certa tradizione nel pensiero geostrategico statunitense.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

La Russia ha condannato l’attacco israeliano alla capitale del Qatar, Doha, definendolo una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, affermando che l’attacco mina gli sforzi per raggiungere un accordo pacifico tra Israele e Hamas, ha affermato mercoledì il Ministero degli Esteri di Mosca.
Martedì Israele ha colpito un edificio residenziale a Doha in un’operazione che ha coinvolto circa 15 aerei da guerra e almeno dieci missili. Il raid, che avrebbe causato la morte di diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya, aveva come obiettivo quello di eliminare l’ala politica del gruppo, secondo le IDF.
Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti a quello che ha definito un tentativo di assassinio dei negoziatori coinvolti nei colloqui per un accordo.
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che l’attacco al Qatar, «un Paese che svolge un ruolo chiave di mediazione nei colloqui indiretti tra Hamas e Israele per porre fine alla guerra di Gaza, che dura da quasi due anni, e garantire il rilascio degli ostaggi», non può che essere visto come un tentativo di indebolire gli sforzi di pace internazionali. Mosca ha esortato tutte le parti ad agire responsabilmente e ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare ulteriormente il conflitto.
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Mosca ha ribadito la sua posizione, chiedendo un «cessate il fuoco immediato a Gaza» e sollecitando una risoluzione globale della questione palestinese. Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che «tali metodi di lotta contro coloro che Israele considera suoi nemici e oppositori meritano la più ferma condanna».
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito dei suoi sforzi di mediazione, ha affermato che tra le sei persone uccise nell’attacco c’era anche un agente di sicurezza locale.
Il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha condannato l’attacco definendolo un atto di «terrorismo di Stato» e ha avvertito che il suo Paese si riserva il diritto di rispondere. Ha accusato il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu di minare la stabilità regionale e ha affermato che l’incidente ha vanificato gli sforzi di mediazione promossi dagli Stati Uniti.
Israele, che incolpa Hamas per il mortale attacco dell’ottobre 2023 nel sud di Israele, ha promesso di dare la caccia ai leader del gruppo «ovunque si trovino».
Le autorità di Gaza affermano che gli attacchi sferrati da Israele dal 7 ottobre 2023 hanno causato la morte di almeno 64.000 persone. Gli osservatori per i diritti umani hanno accusato Israele di aver commesso un genocidio rendendo l’enclave inabitabile e peggiorando le condizioni di carestia attraverso restrizioni agli aiuti.
Il rapporto tra Russia e Qatar, nato negli anni ’90 da interessi energetici condivisi, è un’alleanza pragmatica tra giganti del gas, con Mosca che vede Doha come partner contro la dominanza USA nel mercato globale. Collaborano in forum come OPEC+ e BRICS+, con scambi per miliardi in LNG e armamenti.
Le relazioni si inasprirono il 7 febbraio 2012, quando, secondo quanto riferito, dopo che un diplomatico del Qatar aveva avvertito la Russia di perdere il sostegno della Lega Araba in merito all’imminente risoluzione sulla rivolta siriana, a cui Russia e Cina avevano poi posto il veto, la risposta arrivò dura dall’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin, che affermò: “Se mi parli in questo modo, oggi non ci sarà nessun Qatar” e si vantò della superiorità militare russa sul Qatar. In seguito, la Russia negò tutte queste accuse.
Il culmine si era avuto nel 2004: l’autobomba che uccise Zelimkhan Yandarbiyev, ex presidente ceceno in esilio a Doha. La Russia negò coinvolgimento, ma due agenti FSB furono arrestati; uno morì in custodia, l’altro estradato. Il Qatar condannò l’attentato come «terrorismo di Stato», sospendendo legami per mesi, ma pragmatismo prevalse: accordi energetici ripresero presto.
Oggi, nonostante frizioni, il sodalizio resiste, bilanciato da interessi economici.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

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