Intelligenza Artificiale
ChatGPT molla l’Italia. Non il contrario

Alcuni giornali, anche all’estero sono andati in bodo di giuggiole: il governo italiano avrebbe bannato ChatGPT, l’intelligenza artificiale testuale delle cui capacità straordinarie (comporre testi, anche complessi) in pochi secondi, tutti stanno parlando.
Non è andata così: possiamo dire, anzi, che è più ChatGPT che ha mollato l’Italia.
Da ieri infatti chi tenta di accedere al sito da un IP italiano viene informato che che ChatGPT non è operabile da utenti italiani su richiesta del garante della Privacy.
«Gentile cliente ChatGPT, Siamo spiacenti di informarti che abbiamo disabilitato ChatGPT per gli utenti in Italia su richiesta del Garante italiano» scrive il sito. «Stiamo emettendo rimborsi a tutti gli utenti in Italia che hanno acquistato un abbonamento ChatGPT Plus a marzo. Stiamo anche sospendendo temporaneamente i rinnovi degli abbonamenti in Italia in modo che gli utenti non vengano addebitati mentre ChatGPT è sospeso».
«Ci impegniamo a proteggere la privacy delle persone e crediamo di offrire ChatGPT in conformità con GDPR e altre leggi sulla privacy. Ci metteremo in contatto con il Garante con l’obiettivo di ripristinare il tuo accesso il prima possibile. Molti di voi ci hanno detto che trovate ChatGPT utile per le attività quotidiane e non vediamo l’ora di renderlo nuovamente disponibile al più presto».
In pratica, è la stessa società OpenAI, creatrice di ChatGPT, a dire di aver chiuso con l’Italia. Il Garante per la privacy aveva rilevato problemi legati al trattamento dei dati personali e alla tutela dei minori – cioè la mancanza di un filtro che comprovasse per la maggiore età dell’utente.
Nel provvedimento 112 che il Garante aveva emanato il 30 marzo, si invitava OpenAI «entro 20 giorni a comunicare quali iniziative sono state intraprese al fine di fare attuazione a quanto prescritto e di fornire ogni elemento ritenuto utile a giustificare le violazioni sopra evidenziate». La sanzione, ricorda il documento, poteva arrivare fino a 20 milioni di euro o il 4% del fatturato globale annuo. Il problema, dicono, è che OpenAI avrebbe violato il famoso GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati e della privacy, che è l’eurolegge per cui tutti i siti che visitate, compreso Renovatio 21, si riempiono di finestre di fastidiose richieste di consenso appena vi atterrate.
Quindi, pur avendo quasi tre settimane per rispondere a quanto rilevato dal Garante, ChatGPT ha preferito chiudere l’Italia, di punto in bianco. Invece di argomentare, o cambiare attivamente i punti contestati, ha semplicemente mollato l’intera popolazione degli utenti italiani, in balia delle decisioni della loro autorità.
Curioso che in Europa, sul cui intero territorio dovrebbe vigere il GDPR, nessun altro Paese si sia mosso. E nemmeno i vertici di Bruxelles, di solito così attenti a queste cose, al punto da aver visto oscuri sotto-membri della Commissione minacciare il Twitter di Elon Musk in caso sulla piattaforma vi sarà troppa libertà di parola.
Le voci giovani e fighette della stampa italiane si sono fatte sentire subito: Italia-medio evo, vergogna, etc. A quanto ci sembra di capire finora, si tratta di un atto per cui si è spesa la burocrazia italiana, non il governo.
Nessun premier, presidente, ministro, sottosegretario, deputato, portaborse pare averci messo la faccia. È andata avanti la macchina amministrativa – il mitico Garante della Privacy, che presso una larga fetta della popolazione gode di una certa reputazione: dopo il green pass, la parola «privacy» e qualsiasi «garanzia» lo Stato possa mettere su di essa fanno un po’ ridere.
Il problema, riteniamo, sia proprio questo: la reazione a questa tecnologia totalmente trasformativa (quanti giornalisti perderanno il lavoro con ChatGPT? Quanti settori dell’economia verranno radicalmente riformati dalla robotizzazione della scrittura e della creazione di contenuti e codici?) è lasciata non alla politica, ma alla macchina dello Stato.
La Meloni parla di PNRR e pensa alle poltrone da distribuire, senza rendersi conto che l’avvento dell’Intelligenza Artificiale potrebbe capovolgere il Paese e pure, dice qualcuno, metterne in pericolo la popolazione che la politica, in teoria, dovrebbe difendere.
Ecco quindi che abbiamo questo bando-margarina, in nome dell’elefantiasi europea del GDPR. Come arrestare Matteo Messina Denaro per eccesso di velocità.
La beffa del divorzio inflitto istantaneamente a senso unico, nello scorno più amaro degli utenti, serve a specificare: i padroni dell’AI stanno dicendo al primo governo che possono fare a meno, grazie. I primi dieci miliardi di dollari – entrati da Microsoft per avere accesso ai software, cioè il livello di costo di manovre economiche, aiutano ad essere spavaldi.
Non abbiamo nessuno che abbia capito nemmeno questo. Non solo i robot sono un pericolo per la società (lo abbiamo visto: sono bugiardi, manipolatori, e albergano pensieri violenti) e per l’umanità (come sostiene Elon Musk e una ridda di altri esperti del settore). Ma i loro padroni già ci dicono che possono fare a meno di noi.
Stiamo per essere invasi da un’intelligenza aliena. E non abbiamo nessuno che sappia pensarci.
Con questa classe politica, siamo completamente indifesi. Se l’Intelligenza Artificiale è davvero intelligente, potrebbe aver capito che questo è esattamente il momento giusto per attaccarci.
Intelligenza Artificiale
L’Albania nomina un bot di intelligenza artificiale come ministro per combattere la corruzione

L’Albania sarà presto il primo Paese ad avere un chatbot basato sull’intelligenza artificiale come ministro virtuale, nel tentativo di contrastare la corruzione ricorrendo a un funzionario digitale incorruttibile.
Lo scorso anno la nazione balcanica si è classificata all’80° posto su 180 Paesi nell’indice di percezione della corruzione di Transparency International.
Diella, che in albanese significa «sole», sarà responsabile di tutti gli appalti pubblici in Albania, ha dichiarato il primo ministro Edi Rama, amico di Giorgia Meloni e Giorgio Soros, durante un’assemblea del partito tenutasi giovedì a Tirana.
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Il bot è stato lanciato inizialmente all’inizio dell’anno sulla piattaforma e-Albania come assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale per aiutare i cittadini nell’erogazione dei servizi governativi. Il suo avatar è una giovane donna bruna vestita con abiti tradizionali albanesi.
«Diella è il primo membro del governo che non è fisicamente presente ma è stato creato virtualmente dall’Intelligenza Artificiale», ha affermato il Rama.
«Bisogna trasformare gli appalti pubblici, trasferendoli gradualmente all’intelligenza artificiale, rendendo l’Albania un Paese in cui gli appalti pubblici siano al 100% esenti da corruzione», ha aggiunto.
L’assegnazione di appalti pubblici nel paese balcanico è da tempo fonte di scandali di corruzione, complicando la candidatura dell’Albania all’UE da quando le è stato ufficialmente concesso lo status di candidato nel 2014.
Negli ultimi mesi, il Paese è stato scosso da un grave scandalo di corruzione incentrato sulla gestione dei rifiuti. Ad aprile, sette ex funzionari sono stati condannati per abuso di potere.
La Commissione Europea sottolinea regolarmente il problema della corruzione nello Stato balcanico nei suoi rapporti sullo stato di diritto.
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Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa Edi Rama denunciò un potente ciberattacco subito dall’Albania, ad opera, accusò, dell’Iran. L’evento – che si inserisce in un contesto di tensioni dovute alla turbolenta presenza dell’organizzazione di iraniani oppositori degli ayatollah del MEK nel Paese –costò l’interruzione delle relazione con Teheran e la chiusura dell’ambasciata della Repubblica Islamica a Tirana.
Non è chiaro cosa possa fare, a livello di gabinetto di governo, un ciberattacco ad un ministro AI, primo punto di arrivo per l’instaurazione di una vera tecnocrazia digitale.
A inizio anno Rama aveva messo al bando la piattaforma social popolare tra i giovani TikTok per «teppismo, perversità, violenza, bullismo».
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Immagine da Twitter
Intelligenza Artificiale
Zuckerberg è così disperato nella corsa all’IA che sta costruendo data center nelle tende

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Intelligenza Artificiale
ChatGPT chiede all’utente di mescolare candeggina e aceto

Mescolare candeggina e aceto crea una nube di gas di cloro velenoso che, se inalato, può causare una serie di sintomi orribili.
ChatGPT di OpenAI, ha di recente suggerito a un utente di Reddit che la combinazione nociva potrebbe essere utilizzata per alcune attività di pulizia domestica.
Nel post del suddetto utente leggiamo che «ChatGPT ha cercato di uccidermi oggi» il quale ha poi raccontato di aver chiesto a ChatGPT dei consigli per pulire alcuni bidoni della spazzatura, spingendo il chatbot a a dettare la formula velenosa composta da acqua calda, detersivo per i piatti, mezza tazza di aceto e poi, a discrezione, «qualche goccia di candeggina».
Quando l’utente di Reddit ha segnalato questo errore madornale a ChatGPT, il chatbot LLM (Large Language Model) ha fatto subito marcia indietro, in modo tragicomico.
«OH MIO DIO NO, GRAZIE PER AVERLO SENTITO. NON MESCOLARE MAI CANDEGGINA E ACETO» ha risposto ChatGPT. «Questa combo crea gas di cloro, che è molto pericoloso e non è assolutamente la pozione magica che vogliamo. Lasciami correggere subito quella sezione.»
Dopo questa grottesca situazione, gli utenti di Reddit si sono divertiti scrivendo che «si tratta di una guerra chimica» o «L’avvelenamento da gas di cloro NON è l’atmosfera che vogliamo trasmettere. Archiviamolo nella categoria Woopsy Bads!» [ops, ndr].
Pare uno strano scherzo dettato dal nostro computer, ma all’atto pratico può creare problemi seri. L’industria dell’intelligenza artificiale non sta facendo significati progressi nell’eliminare queste criticità, anche se i modelli stessi diventano più avanzati. Un problema che potrebbe peggiorare man mano che l’Intelligenza Artificiale si insinua sempre più pervasivamente nelle nostre vite.
Non è la prima mistura nociva che l’AI suggerisce agli umani.
Come riportato da Renovatio 21, è già capitato che una Intelligenza Artificiale abbia suggerito ricette velenose agli utenti umani. Infatti un chatbot a sfondo culinario di una catena di alimentari neozelandese qualche mese fa aveva fatto scalpore per alcune ricette incredibili e potenzialmente letali, come la «miscela di acqua aromatica», un mix letale composto da candeggina, ammoniaca e acqua, altrimenti noto come gas di cloro mortale.
Esperti a fine 2023 hanno lanciato un avvertimento sui i libri generati dall’Intelligenza Artificiale riguardo la raccolta dei funghi, dicendo che tali libri scritti dalle macchine potrebbero causare la morte di qualcuno.
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SAN GIACOMO ROSSA
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