Geopolitica
Zelens’kyj rifiuta una telefonata di Orban: «gesto senza precedenti in diplomazia»
La presidenza ucraina ha respinto una richiesta di telefonata del Primo Ministro ungherese Viktor Orban in un modo che era «senza precedenti» nella sua natura, ha rivelato il ministro degli Esteri magiaro Peter Szijjarto. Il rifiuto è seguito ad una conversazione di un’ora tra Orban e il Presidente russo Vladimir Putin.
In un’intervista rilasciata domenica all’emittente pubblica Kossuth Radio, Szijjarto ha dichiarato di essersi rivolto al ministro degli Esteri ucraino Andrey Sibiga e al principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Andrey Yermak, chiedendo l’autorizzazione per una conversazione telefonica tra Orban e il leader ucraino.
«In un gesto che non ha precedenti nella diplomazia», la richiesta è stata respinta in modo «un po’ forzato», ha detto Szijjarto, come riportato dal quotidiano Magyar Nemzet. Il massimo diplomatico ungherese non ha fornito dettagli sulla formulazione esatta usata dalle autorità di Kiev.
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L’Ungheria ha provato «tutto» durante gli ultimi sei mesi della sua presidenza dell’UE per usarlo «per una buona causa, per avviare un cessate il fuoco e negoziati di pace», ha osservato Szijjarto. Budapest ha detenuto la presidenza di turno del Consiglio dell’UE nella seconda metà di quest’anno.
All’inizio di questa settimana Orban ha dichiarato che avrebbe avanzato una proposta per un cessate il fuoco per Natale e un importante scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. «Una parte l’ha accettata, l’altra l’ha respinta», ha detto venerdì il premier ungherese a Kossuth Radio.
Lo Zelens’kyj, a sua volta, ha affermato che il leader ungherese stava solo cercando di «rafforzare la propria immagine personale a scapito dell’unità» nell’UE in termini di sostegno all’Ucraina.
Le autorità di Kiev hanno inviato messaggi contrastanti sulla loro disponibilità a negoziare con la Russia. Mercoledì, il principale consigliere di Zelens’kyj, Mikhail Podolyak, ha affermato che Kiev potrebbe avviare dei colloqui con Mosca se non si baseranno sulle condizioni imposte dalla Russia.
Andryj Yermak ha dichiarato venerdì che l’Ucraina non è pronta ad avviare alcun dialogo con la Russia, in quanto non riceve un sostegno sufficiente dall’Occidente per condurre i negoziati da una posizione di forza.
Mosca ha ripetutamente sottolineato di essere pronta a riprendere i negoziati. Ha esortato Kiev ad accettare le nuove realtà «sul campo», con il presidente Vladimir Putin che ha citato il ritiro completo di tutte le forze ucraine da tutti i territori russi come prerequisito fondamentale per i colloqui di pace.
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Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Balasz Orban, direttore politico nell’ufficio del primo ministro omonimo, ha dicharato che piano di Zelens’kyj è «la via più rapida per una guerra mondiale».
Il primo ministro magiaro Orban, che da mesi chiede un cessate il fuoco e l’avvio di processi di pace venendo respinto dalla UE, ha definito il piano ucraino «più che terrificante». L’Orban ha dichiarato che la UE potrebbe fermare il conflitto ucraino in 24 ore, ma vi è una guerra per procura dell’Occidente alla Russia per impadronirsi delle sue risorse.
Un altro membro della NATO, la Slovacchia, aveva precedentemente giurato di ostacolare la candidatura di Kiev finché il premier slovacco Robert Fico fosse rimasto al potere, ponendo il veto sull’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Bratislava condivide la visione scettica di Budapest sul modo in cui gli Stati Uniti e Bruxelles stanno gestendo la crisi. Fico, la cui posizione era nota anche prima che gli sparassero, ha altresì dichiarato che «l’adesione dell’Ucraina alla NATO significa una Terza Guerra Mondiale garantita».
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Immagine di IAEA Imagebank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
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Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».
In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.
Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».
«Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.
Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.
Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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