Geopolitica
Zakharova: le ammissioni della Merkel possono essere una vera base per un tribunale dei crimini di guerra
Le recenti dichiarazioni della Merkel potrebbero essere materiale da tribunale per i crimini di guerra. Lo sostiene il portavoce degli Esteri russo Maria Zakharova.
L’ex cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato in un’intervista a Die Zeit pubblicata il 7 dicembre. «L’accordo di Minsk del 2014 è stato un tentativo di dare tempo all’Ucraina. Ha anche usato questo tempo per diventare più forte, come si può vedere oggi. L’Ucraina del 2014-2015 non è l’Ucraina moderna».
Secondo la Merkel, «era chiaro a tutti» che il conflitto nel Donbass era in fase di stallo e che gli accordi di Minsk «concedevano all’Ucraina un tempo prezioso». A quel tempo gli Stati della NATO sarebbero stati in grado di sostenere Kiev nella misura in cui lo fanno ora.
Da notare che i commenti della Merkel hanno fatto eco a quelli di Petro Poroshenko, l’ex presidente dell’Ucraina, salito al potere con elezioni anticipate dopo il colpo di Stato del 2014 diretto dagli anglo-americani.
Riguardo alla sua firma dell’Accordo di Minsk, Poroshenko ha ripetuto in un’intervista a Deutsche Welle lo scorso giugno, la sua precedente ammissione: «il nostro obiettivo era, in primo luogo, fermare la minaccia, o almeno ritardare la guerra, garantire otto anni per ripristinare la crescita economica e creare potenti forze armate».
Mentre queste ammissioni sono state viste come un semplice esempio di faccia tosta da parte di un’élite intoccabile, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova oggi ha fatto capire di prendere la cosa molto seriamente.
In una serie di dichiarazioni incisive durante il suo regolare briefing con i media, come riportato da TASS, la Zakharova ha fatto riferimento alle accuse occidentali contro la Russia: «parlano molto delle valutazioni legali di ciò che sta accadendo in Ucraina, di alcuni tribunali e di tutto il resto. Tuttavia, è l’azione autoammessa della Merkel che “è un motivo specifico per un tribunale”».
I commenti della stessa Merkel, ha detto Zakharova, sono stati a dir poco la testimonianza di una persona che ha ammesso apertamente che tutto ciò che è stato fatto tra il 2014 e il 2015 aveva lo scopo di «distrarre la comunità internazionale dalle questioni reali, guadagnare tempo, rifornire il regime di Kiev con le armi, e intensificare il problema in un conflitto su larga scala»
Quindi, le dichiarazioni della Merkel rivelano «orribilmente» che l’Occidente usa «la contraffazione come metodo di azione» e ricorre a «macchinazioni, manipolazioni e ogni tipo di distorsione immaginabile della verità, della legge e dei diritti».
La portavoce ha affermato che l’Occidente sapeva non più tardi del 2015, nonostante avesse passato ore a negoziare la seconda parte degli accordi di Minsk, che non avrebbe mai nemmeno tentato di adempiere a nessuna parte degli accordi e avrebbe invece pompato armi a Kiev.
Zakharova ha riassunto: «non si sono dispiaciuti per nessuno: donne, bambini, la popolazione civile del Donbass o l’intera Ucraina. Avevano bisogno di un conflitto ed erano pronti per questo già allora, nel 2015».
Come riportato da Renovatio 21, la disobbedienza degli accordi di Minsk era così patente in Ucraina che il capo di Pravij Sektor, gruppo di nazionalisti integralisti ucraina, minacciò in un’intervista all’indomani delle elezioni presidenziali 2019 il presidente neoeletto Zelens’kyj.
«Zelensky ha detto nel suo discorso inaugurale che era pronto a perdere ascolti, popolarità, posizione… No, perderà la vita. Sarà appeso a qualche albero del Khreshchatyk, se tradirà l’Ucraina e quelle persone che sono morte durante la Rivoluzione e la Guerra». Il Khreshchatyk è uno dei principali viali di Kiev, che porta diretto alla fatale piazza Maidan, dove nel 2014 si consumò, tra rivolte e cecchini, il golpe che defenestrò il (moderatamente) filo-russo Yanukovich e installò al potere ogni possibile forza antirussa.
In pratica, alla faccia di Minsk, quello che viene detto è: arretra di un centimetro, riguardo al Donbass o la Crimea, e gli ucronazisti ti linceranno.
Compresa questa dinamica, la lettura di ciò che accade a Kiev, con le intemerate e le sterzate di Zelens’kyj, diviene più comprensibile.
Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che Volodymyr Zelens’kyj deve fare i conti con la realtà del conflitto contro la Russia e con l’urgenza di indire nuove elezioni.
Il mandato presidenziale quinquennale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma il leader ucraino ha sempre escluso il voto per via della legge marziale in vigore. Vladimir Putin ha più volte sostenuto che lo Zelens’kyj non può più essere considerato un interlocutore legittimo e che la sua posizione renderebbe giuridicamente problematico qualsiasi accordo di pace.
Mercoledì Trump ha affrontato la questione Ucraina in una telefonata con i leader di Regno Unito, Francia e Germania. «Ne abbiamo parlato in termini piuttosto netti, ora aspettiamo di vedere le loro risposte», ha riferito ai giornalisti alla Casa Bianca.
«Penso che Zelens’kyj debba essere realista. Mi domando quanto tempo passerà ancora prima che si tengano le elezioni. Dopotutto è una democrazia… Sono anni che non si vota», ha aggiunto Trump, sottolineando che l’Ucraina sta «perdendo moltissima gente».
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Il presidente americano ha poi sostenuto che l’opinione pubblica ucraina sia largamente favorevole a un’intesa con Mosca: «Se guardiamo i sondaggi, l’82 % degli ucraini vuole un accordo – è uscito proprio un sondaggio con questa cifra».
Trump ha insistito sulla necessità di chiudere rapidamente il conflitto: «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Secondo Axios e RBC-Ucraina, Kiev ha trasmesso agli Stati Uniti la sua ultima proposta di pace. Zelens’kyj , che fino a ieri escludeva elezioni in tempo di legge marziale, ha dichiarato mercoledì di essere disposto a indire il voto, a patto però che Stati Uniti e alleati europei forniscano solide garanzie di sicurezza.
Il consenso verso Zelens’kyj è precipitato al 20 % dopo uno scandalo di corruzione nel settore energetico che ha travolto suoi stretti collaboratori e provocato le dimissioni di diversi alti funzionari. Trump ha più volte invitato il leader ucraino a tornare alle urne, ribadendo che la corruzione endemica resta uno dei problemi più gravi del paese.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.
«Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.
Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.
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«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».
Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.
Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.
Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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