Armi biologiche
Virus creato nel laboratorio di Wuhan: parla il giornale degli scienziati atomici
L’idea che il Coronavirus abbia un’origine artificiale è stata dapprima derisa, combattuta e censurata dai mainstream media e dai chihuahua delle multinazionali che si fanno chiamati fact-checker.
Ora la questione del ruolo del celeberrimo Istituto di Virologia di Wuhan fa capolino ovunque: come riportato da Renovatio 21, perfino fra i massimi dirigenti della sanità americana. (Ricordiamolo: solo per aver riportato la notizia delle dichiarazioni dell’ex capo della CDC, Renovatio 21 è stata buttata fuori da Facebook).
«L’origine della pandemia rimane incerta: le agende politiche dei governi e degli scienziati hanno generato spesse nubi di offuscamento, che la stampa mainstream sembra incapace di dissipare»
Ora a parlare è il prestigiosissimo Bulletin of Atomic Scientists, una rivista non tecnica che tratta di temi legati alla sicurezza globale e alla politica pubblica, in particolar modo in relazione ai pericoli posti dalle armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa. il Bulletin fu fondato dagli scienziati che costruirono le prime bombe atomiche all’indomani della distruzione di Hiroshima e Nagasaki. Negli anni, il giornale si è distinto per essere stato un valido mezzo per dibattere riguardo le politiche dell’atomo. Il famoso «Orologio dell’Apocalisse», dove siamo sempre ad una manciata di minuti dalla mezzanotte dell’annichilimento termonucleare, è una trovata del Bulletin.
Anche il Bulletin oggi riconosce che «l’origine della pandemia rimane incerta: le agende politiche dei governi e degli scienziati hanno generato spesse nubi di offuscamento, che la stampa mainstream sembra incapace di dissipare».
«Come molte persone sanno, ci sono due teorie principali sulla sua origine. Uno è che è passato naturalmente dalla fauna selvatica alle persone. L’altro è che il virus era in fase di studio in un laboratorio, da cui è scappato. È molto importante che sia il caso se speriamo di prevenire un secondo evento del genere» scrive saggiamente il divulgatore scientifico Nicholas Wade.
Si sono due teorie principali sulla sua origine. Uno è che è passato naturalmente dalla fauna selvatica alle persone. L’altro è che il virus era in fase di studio in un laboratorio, da cui è scappato. È molto importante che sia il caso se speriamo di prevenire un secondo evento del genere»
«Wuhan è sede del Wuhan Institute of Virology, uno dei principali centri mondiali per la ricerca sui coronavirus. Quindi la possibilità che il virus SARS2 fosse sfuggito dal laboratorio non dovrebbe essere esclusa. Sul tavolo ci sarebbero due ragionevoli scenari di origine».
Wade ricorda il gruppo di virologi che ancora prima dei lockdown, già si scagliavano contro i «complottisti»: «Siamo uniti per condannare fermamente le teorie del complotto che suggeriscono che COVID-19 non ha un’origine naturale», scrivevano gli scienziati su Lancet il 19 febbraio 2020, concludendo «in modo schiacciante che questo coronavirus ha avuto origine nella fauna selvatica». Seguiva l’accorato appello a stare vicino agli scienziati cinesi.
«Contrariamente a quanto affermano gli scrittori della lettera – scrive il Bulletin – l’idea che il virus potesse essere sfuggito da un laboratorio ha evocato un incidente, non una cospirazione. Sicuramente doveva essere esplorato, non rifiutato a priori. Un segno distintivo dei bravi scienziati è che si danno molto da fare per distinguere tra ciò che sanno e ciò che non sanno. In base a questo criterio, i firmatari della lettera Lancet si comportavano da poveri scienziati: assicuravano al pubblico fatti che non potevano sapere con certezza fossero veri».
Successivamente si è scoperto che la lettera di Lancet era stata organizzata e redatta da Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance che aveva finanziato – sopresa! – la ricerca sul coronavirus presso l’Istituto di virologia di Wuhan. «Se il virus SARS2 fosse effettivamente sfuggito alla ricerca da lui finanziata, Daszak sarebbe potenzialmente colpevole. Questo acuto conflitto di interessi non è stato dichiarato ai lettori di Lancet. Al contrario, la lettera concludeva: “Non dichiariamo interessi in competizione”».
«Wuhan è sede del Wuhan Institute of Virology, uno dei principali centri mondiali per la ricerca sui coronavirus. Quindi la possibilità che il virus SARS2 fosse sfuggito dal laboratorio non dovrebbe essere esclusa
Non è l’unico conflitto di interessi di Daszak, peraltro visibile su YouTube mentre a fine 2019 racconta entusiasta quanto è facile e bello alterare geneticamente i coronavirus. Daszak è stato infatti nella missione OMS in Cina, quella che si è trattenuta due o tre ore nei laboratori di Wuhan, che Daszak conosceva benissimo, per poi uscire serena ed annunciare al mondo che il virus non è uscito dal laboratorio.
È tutta la casta dei virologi ad essere messa in difficoltà dal disastro del COVID. «I virologi come Daszak avevano molto in gioco nell’assegnazione della colpa per la pandemia. Per 20 anni, per lo più sotto l’attenzione del pubblico, avevano giocato a un gioco pericoloso. Nei loro laboratori creavano abitualmente virus più pericolosi di quelli esistenti in natura. Sostenevano che potevano farlo in sicurezza e che, anticipando la natura, potevano prevedere e prevenire gli “spillover” naturali, il passaggio di virus da un ospite animale alle persone. Se SARS2 fosse davvero sfuggito a un simile esperimento di laboratorio, ci si poteva aspettare un selvaggio contraccolpo e la tempesta di indignazione pubblica avrebbe colpito i virologi ovunque, non solo in Cina»
Perché, dunque, davanti a queste irregolarità – definibili come «dichiarazioni politiche» – la comunità scientifica se ne è stata così zitta? «Nelle università di oggi il discorso può essere molto costoso. Le carriere possono essere distrutte se si esce dalla linea» spiega Wade. «Qualsiasi virologo che metta in discussione il punto di vista dichiarato dalla comunità rischia che la sua prossima domanda di sovvenzione venga rifiutata dal gruppo di colleghi virologi che consiglia l’agenzia di distribuzione delle sovvenzioni governative».
«Qualsiasi virologo che metta in discussione il punto di vista dichiarato dalla comunità rischia che la sua prossima domanda di sovvenzione venga rifiutata dal gruppo di colleghi virologi che consiglia l’agenzia di distribuzione delle sovvenzioni governative»
I ricercatori dell’Istituto di virologia di Wuhan, guidati dal principale esperto cinese di virus dei pipistrelli, Shi Zheng-li, anche detta «Bat Lady», avevano organizzato frequenti spedizioni nelle grotte infestate da pipistrelli dello Yunnan nel sud della Cina e raccolto circa un centinaio di diversi coronavirus di pipistrelli.
La Shi ha poi collaborato con Ralph S. Baric, un eminente ricercatore sul coronavirus presso l’Università del North Carolina. Il loro lavoro si è concentrato sul potenziamento della capacità dei virus dei pipistrelli di attaccare gli esseri umani in modo da «esaminare il potenziale di emergenza (cioè il potenziale di infettare gli esseri umani) dei CoV di pipistrello circolanti».
Per perseguire questo obiettivo, nel novembre 2015 hanno creato un nuovo virus prendendo la spina dorsale del virus SARS1 e sostituendo la sua proteina spike con una da un virus pipistrello (noto come SHC014-CoV). Questo virus prodotto è stato in grado di infettare le cellule delle vie aeree umane, almeno se testato contro una coltura di laboratorio di tali cellule.
Il virus SHC014-CoV / SARS1 è noto come chimera perché il suo genoma contiene materiale genetico di due ceppi di virus. «Se il virus SARS2 fosse stato inventato nel laboratorio di Shi, il suo prototipo diretto sarebbe stato la chimera SHC014-CoV / SARS1, il cui potenziale pericolo ha riguardato molti osservatori e ha suscitato intense discussioni».
Nel novembre 2015 al laboratorio di Wuhan avevano creato un nuovo virus prendendo la spina dorsale del virus SARS1 e sostituendo la sua proteina spike con una da un virus pipistrello (noto come SHC014-CoV). Questo virus prodotto è stato in grado di infettare le cellule delle vie aeree umane, almeno se testato contro una coltura di laboratorio di tali cellule
Si tratta di quei timori, espressi poi su Nature, che diedero origine anche al famoso servizio di TG3 Leonardo che pareva anticipare il virus di Wuhan di 5 anni.
All’interno dell’Istituto di Virologia di Wuhan Baric aveva sviluppato e insegnato a Shi un metodo generale per ingegnerizzare i coronavirus di pipistrello per attaccare altre specie. Gli obiettivi specifici erano cellule umane coltivate in colture e topi umanizzati. Questi topi da laboratorio, un sostituto economico ed etico per i soggetti umani, sono geneticamente progettati per trasportare la versione umana di una proteina chiamata ACE2 che fissa la superficie delle cellule che rivestono le vie aeree.
Il lavoro di «Bat Lady» è stato finanziato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), l’ente sanitario americano diretto da Fauci. Le proposte di sovvenzione che hanno finanziato il suo lavoro, che sono una questione di dominio pubblico, specificano esattamente cosa intendeva fare con i soldi.
Le sovvenzioni venivano assegnate all’appaltatore principale, l’ubiquo Daszak della EcoHealth Alliance, il quale poi le ha subappaltava alla «Bat Lady» Shi.
All’interno dell’Istituto di Virologia di Wuhan Baric aveva sviluppato e insegnato a Shi un metodo generale per ingegnerizzare i coronavirus di pipistrello per attaccare altre specie. Gli obiettivi specifici erano cellule umane coltivate in colture e topi umanizzati
Nei documenti pubblici americani per i finanziamenti è possibile leggere che gli esperimenti intendevano:
«Testare le previsioni sulla trasmissione inter-specie di CoV. I modelli predittivi della gamma dell’ospite (cioè il potenziale di emergenza) saranno testati sperimentalmente utilizzando genetica inversa, saggi di legame di pseudovirus e recettori ed esperimenti di infezione virale attraverso una gamma di colture cellulari di diverse specie e topi umanizzati».
«Useremo i dati della sequenza della proteina S, la tecnologia dei cloni infettivi, esperimenti di infezione in vitro e in vivo e l’analisi del legame del recettore per testare l’ipotesi che le soglie di divergenza% nelle sequenze della proteina S predicano il potenziale di spillover».
Ciò significa, spiega il Bulletin, che «Bat Lady» aveva deciso di creare nuovi coronavirus con la più alta infettività possibile per le cellule umane.
«È chiaro che l’Istituto di Virologia di Wuhan stava costruendo sistematicamente nuovi coronavirus chimerici e stava valutando la loro capacità di infettare cellule umane e topi che esprimono ACE2»
«Avrebbe inserito questi geni spike uno per uno nella spina dorsale di un certo numero di genomi virali (“genetica inversa” e “tecnologia dei cloni infettivi”), creando una serie di virus chimerici. Questi virus chimerici verrebbero quindi testati per la loro capacità di attaccare colture cellulari umane (“in vitro“) e topi umanizzati (“in vivo“). E queste informazioni aiuterebbero a prevedere la probabilità di “spillover”, il salto di un coronavirus dai pipistrelli alle persone.»
L’approccio potrebbe aver generato virus simili a SARS2, e in effetti potrebbe aver creato il virus SARS2 stesso con la giusta combinazione di spina dorsale del virus e proteina spike.
«È chiaro che l’Istituto di Virologia di Wuhan stava costruendo sistematicamente nuovi coronavirus chimerici e stava valutando la loro capacità di infettare cellule umane e topi che esprimono ACE2», afferma Richard H. Ebright, biologo molecolare presso la Rutgers University e principale esperto di biosicurezza.
«È anche chiaro – ha detto Ebright – che, a seconda dei contesti genomici costanti scelti per l’analisi, questo lavoro potrebbe aver prodotto SARS-CoV-2 o un progenitore prossimale di SARS-CoV-2».
«È anche chiaro – ha detto Ebright – che, a seconda dei contesti genomici costanti scelti per l’analisi, questo lavoro potrebbe aver prodotto SARS-CoV-2 o un progenitore prossimale di SARS-CoV-2».
«Lo scenario di fuga dal laboratorio per l’origine del virus SARS2, come dovrebbe essere ormai evidente, non è un semplice gesto di mano nella direzione dell’Istituto di Virologia di Wuhan. Si tratta di una proposta dettagliata, basata sul progetto specifico finanziato dal NIAID» chiosa il Bulletin. NIAID, lo ricordiamo, significa Tony Fauci.
Non è la prima volta che un virus fugge da un laboratorio – anzi, la storia è lunga: il virus del vaiolo è fuggito tre volte dai laboratori in Inghilterra negli anni ’60 e ’70, causando 80 casi e 3 morti. Da allora virus pericolosi sono fuoriusciti dai laboratori quasi ogni anno. Venendo a tempi più recenti, il virus SARS1 si è dimostrato un vero artista della fuga, fuoriuscendo dai laboratori di Singapore, Taiwan e non meno di quattro volte dall’Istituto nazionale cinese di virologia di Pechino.
Sarebbe emerso altresì che gli esperimenti genetici di guadagno di funzione sul coronavirus SARS sarebbero stati compiuti nei laboratori BSL-2 di Wuhan – cioè, ad un livello di sicurezza di due tacche sotto quello necessario per malattie per le quali non ci sono vaccini e cure, il BSL-4. Wade ricorda che gli scienziati non amano lavorare in BSL-4, perché devono indossare tute «spaziali
«È chiaro che parte o tutto questo lavoro veniva eseguito utilizzando uno standard di biosicurezza – livello di biosicurezza 2, il livello di biosicurezza di uno studio dentistico statunitense standard – che rappresenterebbe un rischio inaccettabilmente alto di infezione del personale di laboratorio»
«È chiaro che parte o tutto questo lavoro veniva eseguito utilizzando uno standard di biosicurezza – livello di biosicurezza 2, il livello di biosicurezza di uno studio dentistico statunitense standard – che rappresenterebbe un rischio inaccettabilmente alto di infezione del personale di laboratorio al contatto con un virus avendo le proprietà di trasmissione di SARS-CoV-2», afferma il celebre virologo Ebright.
La preoccupazione per le condizioni di sicurezza nel laboratorio di Wuhan erano inoltre emerse in una scheda informativa rilasciata dal Dipartimento di Stato il 21 gennaio 2021: «il governo degli Stati Uniti ha motivo di ritenere che diversi ricercatori all’interno dell’Istituto di Virologia di Wuhan si siano ammalati nell’autunno 2019, prima del primo caso identificato dell’epidemia, con sintomi coerenti con entrambi COVID-19 e malattie stagionali comuni».
Insomma, «le prove disponibili si inclinano più fortemente in una direzione rispetto all’altra. I lettori si formeranno la propria opinione. Ma mi sembra che i sostenitori della fuga dal laboratorio possano spiegare tutti i fatti disponibili sulla SARS2 molto più facilmente di quelli che favoriscono l’emergenza naturale».
«In tutta la Cina, la pandemia è scoppiata alle porte dell’istituto di Wuhan. Il virus era già ben adattato agli esseri umani, come previsto per un virus cresciuto in topi umanizzati»
«È documentato che i ricercatori dell’Istituto di Virologia di Wuhan stavano conducendo esperimenti di guadagno di funzione progettati per fare in modo che i coronavirus infettassero cellule umane e topi umanizzati. Questo è esattamente il tipo di esperimento da cui potrebbe essere emerso un virus simile a SARS2. I ricercatori non sono stati vaccinati contro i virus in studio e stavano lavorando nelle condizioni minime di sicurezza di un laboratorio BSL2. Quindi la fuga di un virus non sarebbe affatto sorprendente».
«In tutta la Cina, la pandemia è scoppiata alle porte dell’istituto di Wuhan. Il virus era già ben adattato agli esseri umani, come previsto per un virus cresciuto in topi umanizzati. Possedeva un insolito miglioramento, un sito di scissione della furina, che non è posseduto da nessun altro beta-coronavirus correlato alla SARS noto, e questo sito includeva un doppio codone di arginina sconosciuto anche tra i beta-coronavirus».
«Il governo degli Stati Uniti condivide uno strano interesse comune con le autorità cinesi: nessuno dei due è interessato a richiamare l’attenzione sul fatto che il lavoro sul coronavirus di Shi è stato finanziato dal National Institutes of Health USA»
Infine, una parola per la spirale del silenzio che avvolge l’origine del virus. L’insabbiamento, si è capito, non conviene solo alla Cina, ma anche agli USA
«Il governo degli Stati Uniti condivide uno strano interesse comune con le autorità cinesi: nessuno dei due è interessato a richiamare l’attenzione sul fatto che il lavoro sul coronavirus di Shi è stato finanziato dal National Institutes of Health USA. Si può immaginare la conversazione dietro le quinte in cui il governo cinese dice: “Se questa ricerca era così pericolosa, perché l’hai finanziata, e anche sul nostro territorio?” A cui gli Stati Uniti potrebbero rispondere: “Sembra che sia stato tu a lasciarlo scappare. Ma abbiamo davvero bisogno di tenere questa discussione in pubblico?”».
Fauci è un funzionario pubblico di lunga data che ha servito con integrità sotto il presidente Trump e ha ripreso la leadership nell’amministrazione Biden nella gestione dell’epidemia di COVID-19. Il Congresso USA, senza dubbio comprensibilmente, potrebbe avere scarso desiderio di trascinarlo sulle braci per l’apparente errore di giudizio nel finanziare la ricerca sul guadagno di funzione a Wuhan.
«Le persone in tutto il mondo che sono state praticamente confinate nelle loro case nell’ultimo anno potrebbero desiderare una risposta migliore di quella che stanno dando loro i media»
I media tacciono a causa della loro «migrazione verso la sinistra dello spettro politico» in chiave anti-Trump – l’unico che aveva preso sul serio sin da subito l’ipotesi del virus fuggito dal laboratorio. Ma anche a causa dell’«omertà dei virologi».
«Le persone in tutto il mondo che sono state praticamente confinate nelle loro case nell’ultimo anno potrebbero desiderare una risposta migliore di quella che stanno dando loro i media».
Armi biologiche
La Georgia farà causa alla BBC per affermazioni «assurde» sulle armi chimiche
La Georgia ha reso noto che intenterà una causa contro la BBC «per aver propalato accuse mendaci e infamanti», in seguito a un servizio dell’emittente pubblica britannica che ha sostenuto l’impiego di armi chimiche da parte del governo di Tbilisi contro i manifestanti nel corso del 2024.
Il Caucaso meridionale è stato teatro di imponenti e violente proteste europeiste alla fine dell’anno scorso, innescate dal congelamento provvisorio dei negoziati per l’integrazione UE da parte dell’esecutivo, che ha accusato Bruxelles di manipolare l’aspirazione all’adesione georgiana per fini di ingerenza politica.
In un’inchiesta pubblicata lunedì, la BBC ha imputato alle autorità di Tbilisi l’utilizzo di agenti chimici risalenti alla Grande Guerra durante le dimostrazioni – un addebito che il partito di governo Sogno Georgiano ha bollato come fondato su «dati deliranti e infondati».
L’indagine dell’emittente ha indicato che le forze dell’ordine avrebbero miscelato un composto anti-sommossa antiquato all’acqua erogata dagli idranti per sfoltire la folla.
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Tbilisi ha replicato che la BBC non ha allegato alcuna documentazione a supporto delle sue tesi. Nonostante le sollecitazioni rivolte all’emittente per chiarimenti e le repliche puntuali fornite alle sue interrogazioni, il governo ha ricevuto in cambio «un florilegio di falsità» e «imputazioni gravi», ha denunciato.
«Abbiamo deliberato di adire le vie legali contro i media bugiardi nei fori internazionali. Impiegheremo ogni strumento giuridico disponibile per chiamare in causa i cosiddetti organi di informazione che seminano menzogne, per aver divulgato calunnie e accuse spurie».
Sogno Georgiano ha tacciato la BBC di «mancare di scrupoli etici o professionali nell’eseguire mandati loschi e diffondere menzogne», alludendo agli scandali recenti che ne hanno scalfito la reputazione.
All’avvio di questo mese, alti dirigenti si sono dimessi dopo che è emerso che, nel 2024, la BBC aveva trasmesso un documentario che amalgamava due segmenti del discorso di Donald Trump del 6 gennaio 2021 al Campidoglio in modo tale da suggerire fallacemente «un incitamento esplicito alla violenza», come ammesso dall’emittente.
Trump ha accusato l’emittente di aver interferito nelle elezioni americane con il controverso reportage e ha ventilato un’azione legale «per una somma tra 1 e 5 miliardi di dollari».
Un recente dossier parlamentare britannico ha rilevato che la BBC registra perdite annue superiori a 1 miliardo di sterline (1,3 miliardi di dollari) per disdette di abbonamento e morosità nelle concessioni.
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Immagine di Sebastiandoe5 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Armi biologiche
L’India segnala la minaccia del bioterrorismo
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Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
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