Geopolitica
Violenze tra polizia, NATO e manifestanti serbi: 50 feriti, tra cui militari italiani

Violenze tra manifestanti serbi, polizia locale e truppe NATO nella città a maggioranza serba di Zvecan in Kosovo. Sarebbero state lanciate granate stordenti e gas lacrimogeni e circa 50 persone sono rimaste ferite, scrive la testata russa RT Balkan.
I manifestanti serbi hanno inscenato lunedì mattina un sit-in di protesta davanti agli edifici municipali di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, impedendo ai funzionari di etnia albanese di entrare in carica dopo le elezioni boicottate dalla popolazione serba in quanto illegittime.
Gli agenti di polizia del Kosovo sono arrivati sulla scena a Zvecan, sostenuti da membri della Kosovo Force (KFOR) della NATO. Le truppe della NATO con corazze e scudi antisommossa avrebbero circondato i manifestanti, che si sono rifiutati di disperdersi, secondo quanto riportato da RT che aveva un inviato sulla scena.
#Kosovo #Zvecan #Serbia #NATO #KFOR Video of the start of KFOR attack on Serbs. On unarmed sitting people. KFOR approached and started the clash by pushing and kicking people. Shame on you NATO!!! ☝️ Kosovo is Serbian word and land. Kosovo is Serbian and Kosovo is Serbia. ☝️☝️☝️ pic.twitter.com/easlc2b1KO
— Vjekoslav C (@vjekoslavc) May 30, 2023
NATO KFOR forces attacked citizens who staged a peaceful protest in Zvecan (northern Kosovo) pic.twitter.com/Cs1T3OtBYs
— Spriter (@Spriter99880) May 29, 2023
Secondo il sito russo, sarebbero state lanciate granate assordanti e gas lacrimogeni sulla folla, provocando una rivolta. I manifestanti serbi hanno lanciato pietre, ricevendo in cambio colpi di manganello e proiettili di gomma. Cinquanta persone sono state ricoverate in un ospedale della vicina Mitrovica e due sono state ricoverate al pronto soccorso.
Secondo l’ANSA, 25 soldati della KFOR sono rimasti feriti nella mischia. 11 dei feriti secondo quanto riferito sarebbero italiani e apparterrebbero al nono Reggimento alpini L’Aquila. I militari italiani hanno riportato ferite da trauma e ustioni.
Footage of retreating NATO KFOR fighters in Zvecan (northern Kosovo)
From the very beginning, Western talking heads tried to blame the Serb protesters for starting the escalation, although chronologically, Kosovo's unruliness occupied several cities inhabited by ethnic Serbs. pic.twitter.com/rf0Atkz1jU— Spriter (@Spriter99880) May 29, 2023
I manifestanti si sono sciolti poco dopo gli scontri, giurando di tornare e continuare la loro manifestazione martedì.
Zvecan è uno delle quattro principali municipalità del nord del Kosovo a maggioranza serba ma dove sono stati eletti il 23 aprile scorso sindaci albanesi, poiché i serbi avevano boicottato il voto. Tensioni simili sarebbero segnalate anche a Zubin Potok e Leposavic.
????????????????⚡️ The full video of the beginning of the clashes in Zvecan has appeared. The footage clearly shows that the incident was provoked by the forces of the KFOR contingent and the ROSU special forces.
After the third minute, stun grenades flew at the unarmed Serbs. As a result,… pic.twitter.com/AyPQOQweOz
— hem_day (@hem_day) May 29, 2023
L’ultima fiammata delle tensioni è iniziata quando i sindaci locali di quattro città a maggioranza serba nel nord del Kosovo si sono dimessi lo scorso anno dopo che le autorità di Pristina hanno annunciato l’intenzione di costringere i residenti a cambiare i loro documenti di identità serbi con quelli rilasciati dal Kosovo.
La popolazione serba di queste quattro città ha boicottato le elezioni di aprile in cui quattro sindaci di etnia albanese hanno vinto con un’affluenza inferiore al 4%.
Here's a video, which we made, and which clearly shows that the Serbs were in no way the first to start today's events, nor did they in any way encourage the escalation of the conflict
The people of Zvečan are from today the heroes of this nation. Serbs are not guilty.#KFOR pic.twitter.com/q8Douzhvft— Skender Beg (@TatjanaManojlo2) May 30, 2023
Tuttavia, il governo di Pristina ha considerato legittimi i voti e i sindaci sono stati insediati venerdì tra la feroce opposizione dei serbi, che vedono la debacle come una presa di potere diretta a cacciarli dalla provincia separatista.
Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza nel 2008 con il sostegno degli Stati Uniti e di molti dei suoi alleati della NATO. Il Kosovo è stato storicamente una provincia della Serbia e Belgrado, insieme a molti governi mondiali, non riconosce il Kosovo come stato indipendente.
今天,在科索沃北部的Zvečan与塞尔维亚人发生冲突后,41名北约驻科部队士兵受伤。
— Inty热点新闻 (@__Inty__) May 29, 2023
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e un certo numero di sostenitori occidentali del Kosovo hanno esortato il leader di etnia albanese del Kosovo, Albin Kurti, a contenere la situazione nel nord della provincia, ma ciò non sembra avvenire.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha detto domenica che Kurti «desidera e sogna di essere uno Zelensky».
A causa degli scontri, la Serbia ha posto il suo esercito in massima allerta, spostando alcune unità più vicino al confine della regione. Il ministro della Difesa Milos Vucevic ha affermato che «è chiaro che si sta verificando il terrore contro la comunità serba in Kosovo».
La tensione a questo punto rimbalza anche in Italia. «Gli attacchi ingiustificati alle unità della NATO sono inaccettabili e la KFOR continuerà ad adempiere al suo mandato in modo imparziale» ha dichiarato il comandante della missione KFOR, il generale di divisione Angelo Michele Ristuccia.
Reagisce anche il premier Meloni, alzando il tono. «Esprimo inoltre la più ferma condanna dell’attacco avvenuto a danno della missione KFOR che ha coinvolto anche militari di altre Nazioni. Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile» ha detto il Presidente del Consiglio. «Non tollereremo ulteriori attacchi» ha quindi intimato, senza specificare quali potrebbero essere le ritorsioni.
Un commento è arrivato anche dal tennista numero 1 al mondo, il serbo Novak Djokovic, che appoggia la popolazione serba del Kosovo. «Il Kosovo è il cuore della Serbia. Stop alla violenza!», ha scritto Djokovic su una telecamera dopo la vittoria contro lo statunitense Alexander Kovacevical Roland Garros. Il padre di Djokovic era stato visto ad una partita del figlio in Australia inneggiare al Kosovo serbo assieme a dei tifosi del figlio.
Come riportato da Renovatio 21, truppe serbe si stanno spostando verso il confine in queste ultime ore.
Immagine d’archivio di pubblico dominio CCO via Flickr
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

Israele ha condotto un «attacco di precisione» contro «i vertici di Hamas», hanno annunciato martedì le Forze di difesa israeliane (IDF), poco dopo che numerose esplosioni hanno scosso il quartier generale del gruppo militante palestinese a Doha, in Qatar.
Da parte delle forze dello Stato Ebraico, si tratta di una violazione territoriale inedita, perché – a differenza di casi analoghi in Libano e Iran – condotta in uno Stato «alleato» di Washington e dell’Occidente, cui fornisce capitale e gas. L’attacco pare essere stato diretto ai negoziatori di Hamas, i quali avevano ricevuto dal presidente americano Trump un invito al tavolo della pace poco prima.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto l’operazione in coordinamento con l’agenzia di sicurezza Shin Bet (ISA). Le IDF non hanno indicato il luogo esatto preso di mira dall’attacco.
«L’IDF e l’ISA hanno condotto un attacco mirato contro i vertici dell’organizzazione terroristica Hamas», ha dichiarato l’IDF in una nota. «Prima dell’attacco, sono state adottate misure per mitigare i danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione e di intelligence aggiuntiva».
L’annuncio è arrivato dopo che almeno dieci esplosioni avrebbero scosso il quartier generale di Hamas a Doha. I filmati che circolano online mostrano che l’edificio è stato gravemente danneggiato. Secondo diversi resoconti dei media che citano fonti di Hamas, l’attacco ha preso di mira il team negoziale del gruppo, che stava discutendo l’ultima proposta statunitense sulla cessazione delle ostilità con Israele.
Il Qatar ha condannato il «vile attacco israeliano», descrivendo il luogo interessato dall’attacco come «edifici residenziali che ospitano diversi membri dell’ufficio politico del movimento Hamas».
#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq
— War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha.
An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources.
Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5
— Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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L’attacco israeliano a Doha è stato un «momento cruciale» per l’intera regione, ha affermato il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, condannando l’attacco come «terrorismo di Stato».
L’attacco a sorpresa non sarà «ignorato» e il Qatar «si riserva il diritto di rispondere a questo attacco palese», ha dichiarato il primo ministro in una conferenza stampa. «Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta affinché l’intera regione dia una risposta a una condotta così barbara».
NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region”
— Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Al-Thani ha attaccato duramente il suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di compromettere la stabilità regionale in nome di «deliri narcisistici» e interessi personali. Il Qatar continuerà il suo impegno di mediazione per risolvere le persistenti ostilità con Hamas, ha affermato.
Il primo ministro quatarino ha ammesso che lo spazio per la diplomazia è ormai diventato molto ristretto e che l’attacco ha probabilmente fatto deragliare il ciclo di negoziati dedicato all’ultima proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
«Per quanto riguarda i colloqui in corso, non credo che ci sia nulla di valido dopo aver assistito a un attacco del genere», ha affermato.
L’attacco israeliano è avvenuto due giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva lanciato un altro «ultimo avvertimento» ad Hamas, sostenendo che Israele aveva già accettato termini non specificati di un accordo da lui proposto e chiedendo al gruppo di rilasciare gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. Poco dopo, anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dato al gruppo un “ultimo avvertimento”, minacciando Hamas di annientamento e intimando ai militanti di deporre le armi. In seguito alle minacce, Hamas aveva dichiarato di essere pronta a «sedersi immediatamente al tavolo delle trattative» dopo aver ascoltato quelle che ha descritto come «alcune idee da parte americana volte a raggiungere un accordo di cessate il fuoco».
Tuttavia nelle ultime ore è emersa la condanna del presidente statunitense contro l’attacco israeliano. In una dichiarazione pubblicata martedì su Truth Social, Trump ha criticato l’attacco aereo di Israele contro un complesso di Hamas a Doha, sottolineando che la decisione di portare a termine l’operazione all’interno del Qatar è stata presa unilateralmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu e non da Washington.
( @realDonaldTrump – Truth Social Post )
( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW
— Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America».
«Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me».
Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE».
Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio».
La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF
— ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Nell’operazione circa 15 aerei da guerra israeliani hanno sparato almeno dieci munizioni durante l’operazione di martedì, uccidendo diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya. Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti all’attacco, descritto come un tentativo di assassinare i negoziatori impegnati a raggiungere un possibile accordo.
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito sul fatto che l’attacco ad Hamas in Qatar è stato un’azione unilaterale e che nessun altro paese è stato coinvolto nell’operazione.
«L’azione odierna contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione israeliana del tutto indipendente. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele si assume la piena responsabilità», si legge in una nota.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l’attacco israeliano definendolo una «flagrante violazione della sovranità e dell’integrità territoriale del Qatar». «Tutte le parti devono impegnarsi per raggiungere un cessate il fuoco permanente, non per distruggerlo», ha detto ai giornalisti.
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Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

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Geopolitica
Museo dell’Olocausto ritira post perché leggibile come filo-Gaza

Un museo dell’Olocausto di Los Angeles ha cancellato un post sui social media contenente uno slogan da tempo associato all’Olocausto, dopo che alcune persone hanno affermato che alludeva alla guerra di Gaza.
Il messaggio, condiviso con i 24.000 follower su Instagram dell’Holocaust Museum di Los Angeles nel fine settimana, mostrava un’immagine di mani e avambracci di diverse tonalità di pelle – tra cui una con un tatuaggio dell’Olocausto – uniti in un cerchio. La didascalia recitava: «Mai più non può significare solo mai più per gli ebrei».
Speechless. No words for this. pic.twitter.com/pc3GRui6G4
— Ryan Grim (@ryangrim) September 6, 2025
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Sebbene inizialmente alcuni abbiano elogiato il post come un riconoscimento delle sofferenze dei palestinesi, esso ha subito suscitato reazioni negative da parte dei gruppi ebraici, spingendone alla sua rimozione.
In seguito il museo ha affermato che il post faceva parte di una campagna pianificata in precedenza «intesa a promuovere l’inclusività e la comunità», non «una dichiarazione politica che riflette la situazione attuale in Medio Oriente».
Sebbene il post non menzionasse Gaza, alcuni commentatori filo-israeliani hanno esortato i donatori a tagliare i finanziamenti all’istituzione. La rimozione del post, a sua volta, ha portato voci filo-palestinesi ad accusare il museo di fare marcia indietro su un principio universale anti-genocidio.
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Il museo di Los Angeles, fondato nel 1961 dai sopravvissuti all’Olocausto, è attualmente chiuso per ristrutturazione fino a giugno 2026. Si è impegnato a «fare meglio» e a garantire che i post futuri siano «progettati in modo più attento».
Si tratta di un caso di fulminea rieducazione infraebraica non dissimile a quello capitato, alle nostre latitudini, allo storico universitario Ariel Toaff, figlio del notissimo rabbino romano Elio Toaff, il cui libro sul sacrificio rituale ebraico fu ritirato rapidamente dalle librerie per uscire in una versione «potata».
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Immagine di Lamoth via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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