Militaria
Vari Stati europei stanno discutendo in segreto lo spiegamento delle truppe in Ucraina
Diversi stati dell’Europa occidentale starebbero valutando l’invio di personale militare in Ucraina una volta terminate le ostilità. Lo riporta l’Associated Press, che cita fonti,
Leader di alto rango, in particolare il presidente francese Emmanuel Macron, avevano lanciato l’idea almeno dallo scorso febbraio.
In un articolo di venerdì, l’AP ha riferito che il Regno Unito e la Francia sono «in prima linea nello sforzo». L’organo di stampa ha citato il primo ministro britannico Keir Starmer che ha affermato giovedì che «se c’è la pace, allora c’è bisogno di una sorta di garanzia di sicurezza per l’Ucraina e il Regno Unito farà la sua parte in questo».
La vittoria del presidente degli Stati Uniti Donald Trump alle elezioni del 5 novembre ha accelerato le discussioni tra i leader europei, secondo quanto affermato dalla pubblicazione, secondo cui un gruppo di leader e ministri provenienti da Regno Unito, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, nonché Ucraina, NATO e UE, si sono incontrati a Bruxelles a dicembre, dove presumibilmente hanno discusso di un potenziale dispiegamento di truppe occidentali.
L’AP ha citato il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur che ha osservato a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco che «siamo in una fase molto iniziale». Il funzionario ha sottolineato che molto dipenderà dalla situazione lungo la linea del fronte lunga circa 1.000 chilometri e dal numero di truppe che Russia e Ucraina manterranno nell’area se e quando una tregua avrà luogo, secondo l’articolo.
Il mese scorso, secondo quanto riportato dalla Reuters, il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj avrebbe insistito nel dire che si aspettava che le nazioni europee inviassero 200.000 soldati nel suo Paese. «È un minimo, altrimenti non è niente», ha osservato, secondo l’agenzia di stampa.
Sempre a gennaio, il Times, citando fonti militari e diplomatiche anonime, ha riferito che la Germania, gli Stati baltici e la Polonia si opponevano a qualsiasi potenziale spiegamento per varie ragioni, mentre il Regno Unito, la Francia e i paesi nordici si erano dichiarati favorevoli.
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All’inizio di questo mese, il New York Times aveva citato un alto funzionario europeo rimasto anonimo, il quale avrebbe affermato che «il continente non ha nemmeno 200.000 soldati da offrire», riferendosi apparentemente alla richiesta avanzata da Zelensky a gennaio.
Parlando alla fine del mese scorso, l’alto diplomatico russo Rodion Miroshnik ha avvertito che «qualsiasi contingente che entri nel territorio dell’Ucraina senza il consenso e il permesso della Russia è un obiettivo militare, con conseguenze del tutto comprensibili».
In un’intervista rilasciata lunedì a RIA Novosti, il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha riecheggiato la dichiarazione del collega, sottolineando che «le forze di peacekeeping non possono operare senza un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Macron ancora insisteva per l’invio di truppe UE in Ucraina, la Germania pure vi accennava, mentre la Polonia negava la possibilità.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Militaria
Macron pronto a reintrodurre il servizio militare volontario
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Militaria
Generale francese: il popolo deve essere pronto a «perdere i propri figli»
Il generale francese Fabien Mandon, capo di stato maggiore nominato a settembre, ha scatenato un’ondata di polemiche dichiarando che la Francia deve prepararsi «ad accettare di perdere i propri figli» in caso di conflitto con la Russia e a sopportare sacrifici economici per dare priorità alla difesa.
Parlando all’annuale incontro dei sindaci a Parigi, Mandon ha esortato i funzionari locali a educare i cittadini «ad accettare la sofferenza per proteggere ciò che siamo». «Se non siamo disposti a perdere i nostri figli e a soffrire economicamente», ha aggiunto, «allora siamo a rischio». Il generale – che in passato aveva previsto una possibile guerra Francia-Russia entro il 2028 – ha sostenuto che Parigi dispone della forza economica e demografica per «scoraggiare» Mosca, ma manca di «forza d’animo».
Le sue parole hanno immediatamente suscitato reazioni trasversali. Il segretario del Partito Comunista Fabien Roussel ha denunciato «un’insopportabile retorica guerrafondaia», mentre Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise) ha scritto su X che «non spetta al generale anticipare i sacrifici derivanti dai nostri fallimenti diplomatici».
Marine Le Pen, principale leader dell’opposizione della destra francese, ha dichiarato che qualora le parole del generale riflettessero il pensiero del presidente Macron, ciò sarebbe «grave».
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Intanto la Francia, nonostante un debito pubblico di 3,35 trilioni di euro (113% del PIL, tra i più alti dell’UE), prevede di portare la spesa per la difesa a 64 miliardi nel 2027 – quasi il doppio del 2017. Diverse forze di sinistra accusano il governo di privilegiare gli armamenti a scapito del welfare.
Affermazioni di grande gravità da parte dei vertici della Difesa di Parigi non sono nuove.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Pierre Schill, disse che la Francia è pronta ad affrontare qualunque sviluppo si svolga a livello internazionale ed è preparata per gli «impegni più duri» per proteggersi. In altre occasioni militari francesi avevano parlato dell’assenza di un vero controllo sull’opinione pubblica.
Un anno fa il ministro per la Difesa francese Sèbastien Lecornu aveva definito la Russia come «la minaccia più grande».
Ancora tre mesi fa Macron insisteva sul fatto che l’esercito ucraino non dovrebbe avere limiti di dimensione.
Parigi e Mosca sono da anni in una relazione fatta da tensioni altissime, che riguardano anche la geopolitica africana, dove Mosca ha di fatto scalzato l’ex colonizzatore francese nella regione del Sahel e oltre, con varie nazioni dell’Africa coloniale francese oramai passate in larga parte sotto la diretta influenza di Mosca – a causa anche dell’antipatia ingeneratasi contro Parigi e le sue missioni militari, accusate di addestrare e manovrare i terroristi islamici che sostenevano di voler combattere.
In settimana anche il capo di stato maggiore polacco Wiesław Kukuła ha avvertito che il Paese potrebbe subire un’aggressione da parte di un «avversario».
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Militaria
Generale polacco invita la popolazione a prepararsi ad un attacco
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