Bioetica
Vaccino Coronavirus, fanno i test sugli umani senza aver capito se è efficace sugli animali
Lo scrive diffusamente un articolo della testata americana Stat News: si stanno affrettando a testare un vaccino sperimentale contro il Coronavirus senza aspettare di sapere quanto questo sia efficace sugli animali.
Non stanno rispettando, dunque, il protocollo.
La maggior parte degli aspiranti vaccini fallisce i test
Stat, che è un sito di notizie americano orientato alla salute legato al gruppo del quotidiano Boston Globe, ha raccolto dichiarazioni dirette sull’argomento.
«Non penso che provare il vaccino sugli animali sia un punto fondamentale per arrivare a un test clinico sugli umani». A parlare nel virgolettato è Tal Zaks, direttore sanitario di Moderna, industria biotech di Cambridge, Massachusetts, che avrebbe prodotto un vaccino contro il Covid-19 in tempi record.
«Non penso che provare il vaccino sugli animali sia un punto fondamentale per arrivare a un test clinico sugli umani»
Apprendiamo quindi che che gli scienziati del National Institute of Health stanno lavorando, in parallelo, a «ricerche non cliniche». Già dai primi giorni di marzo hanno iniziato a reclutare candidati sani.
I test sui vaccini non seguono questa prassi. Infatti l’apparato regolatorio richiede la dimostrazione della sicurezza del farmaco prima di somministrarlo alle persone e, siccome è stabilito dalla legge americana, i ricercatori verificano sempre che quanto prodotto in laboratorio sia efficace sulle cavie animali prima di sottoporre esseri umani a un rischio potenziale.
Si tratta di qualcosa di – diciamo così – molto insolito, ma con evidenza il dichiarato stato di pandemia permette situazioni inedite.
Vi sono due scuole di pensiero possibili. Per alcuni, la portata dell’epidemia rappresenta un’emergenza tale da giustificare il lavoro simultaneo su fasi che, in condizioni normali, dovrebbero essere testate in sequenza.
«L’iter di approvazione di un vaccino richiede 15-20 anni. Quando sentite dire che in un anno o in un anno e mezzo sarà pronto il vaccino… non è possibile se non si utilizzano nuovi approcci»
«L’iter di approvazione di un vaccino richiede 15-20 anni. Non è accettabile in questa situazione», afferma Mark Feinberg, presidente e CEO dell’International AIDS Vaccine Initiative, il cui operato come direttore scientifico per la salute pubblica presso la Merck Vaccines è stato strumentale allo sviluppo dell’immunizzazione contro l’Ebola.
«Quando sentite dire che in un anno o in un anno e mezzo sarà pronto il vaccino… non è possibile se non si utilizzano nuovi approcci». Secondo Feinberg, data la situazione attuale, è sensato iniziare i test sugli umani prima del termine degli studi sugli animali. «Personalmente ritengo non solo che sia appropriato, ma è l’unica opzione che abbiamo»
La seconda scuola di pensiero crede invece che sovvertire l’ordine delle fasi appare moralmente discutibile, poiché potrebbero emergere danni sconosciuti e non è chiara l’efficacia di una particolare formulazione.
Sovvertire l’ordine delle fasi appare moralmente discutibile, poiché potrebbero emergere danni sconosciuti e non è chiara l’efficacia di una particolare formulazione.
I sostenitori di questa linea non sono convinti che i benefici superino i rischi, e che un’emergenza non sia sufficente ad abolire i principi etici e i diritti delle persone – e non stiamo parlando solo delle cavie umane, ma anche di coloro che poi dovranno, forse per legge, vedersi iniettato un vaccino fatto frettolosamente senza lo scrupolo regolatorio dovuto.
La tecnologia usata da Moderna, la società che dice di essere in pratica arrivata già al vaccino sperimentale, è del tutto innovativa: non inetta una versione indebolita del patogeno o delle sue proteine di superficie.
La nuova tecnologia si basa su una vertiginosa scommessa genetica: induce il corpo a produrre frammenti simili al virus per poi imparare a combatterlo
Si basa invece su una vertiginosa scommessa genetica. induce il corpo a produrre frammenti simili al virus per poi imparare a combatterlo.
Al centro della ricerca, la molecola di RNA messaggero, o mRNA. La sua funzione normale è trasmettere le istruzioni contenute nel DNA alle «fabbriche» che producono le proteine.
Nella ricerca di Moderna, il mRNA è sintetico, programmato per far produrre al nostro corpo proteine simili al Coronavirus – le stesse proteine che il patogeno usa per accedere alle nostre cellule. Una volta che questo finte particelle del virus sono entrate, il nostro corpo imparerà a riconoscerle e a colpire il virus reale.
Il grande vantaggio di questo metodo è la velocità, scrive l’articolo. Il virus dell’epidemia iniziata a Wuhan, Cina, è stato identificato il 7 gennaio. Meno di una settimana dopo, il 13 gennaio, i ricercatori del Moderna e del National Institutes of Health (NIH) avevano una sequenza di mRNA pronta per il vaccino e, come ha scritto la compagnia in documenti ufficiali, «ci siamo mossi per la produzione clinica».
Nella ricerca di Moderna, il mRNA è sintetico, programmato per far produrre al nostro corpo proteine simili al Coronavirus – le stesse proteine che il patogeno usa per accedere alle nostre cellule. Una volta che questo finte particelle del virus sono entrate, il nostro corpo imparerà a riconoscerle e a colpire il virus reale
Il 24 febbraio, le provette erano in viaggio da Norwood, Massachusetts, verso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda, Maryland, per un test clinico programmato per le verifiche sulla sicurezza.
Pur essendo sponsorizzato dal NIAID (l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive), il primo esperimento sugli umani sta avvenendo a Seattle, presso il Kaiser Permanente Washington Health Research Institute. I ricercatori hanno iniziato a reclutare partecipanti sani a inizio marzo. Il piano prevede di ingaggiare 45 persone tra i 18 e i 55 anni, che riceveranno due dosi del vaccino sperimentale del Moderna a un mese di distanza. I partecipanti verranno retribuiti 100 $ per ogni controllo, per un totale di 1,100 $.
Gli esperimenti sui topi stanno continuando, parallelamente a quelli umani, fanno sapere.
Il problema è che i normali topi di laboratorio non sembrano vulnerabili al nuovo virus. Mentre il Covid-19 non ha problemi ad aggregarsi alle cellule umane per entrare e moltiplicarsi, non è capace di agganciarsi a quelle dei topi.
Il primo esperimento sugli umani sta avvenendo a Seattle. I partecipanti verranno retribuiti 100$ per ogni controllo, per un totale di 1,100$
I roditori da laboratorio sono stati prodotti grazie all’ingegneria genetica durante un’altra epidemia di Coronavirus: la SARS all’inizio degli anni 2000. Per fare in modo che fossero facilmente infettabili, gli scienziati hanno arricchito le loro cellule con molecole umane per permettere al coronavirus di entrare.
Ma quando la ricerca sul coronavirus rallentò, gli scienziati non poterono più giustificare il costo dei topi; quindi, mentre sembrano vulnerabili al nuovo virus, non sono un numero sufficiente per la sperimentazione.
Il problema è che i normali topi di laboratorio non sembrano vulnerabili al nuovo virus
I ricercatori non hanno detto apertamente che inizieranno le somministrazioni sugli umani prima di avere i risultati sull’efficacia del vaccino negli animali vulnerabili, scrive Stat.
Non si è capito nemmeno se vi sia stato o meno un modulo per il consenso informato dato ai partecipanti, il documento che dovrebbe descrivere i rischi a cui vanno incontro.
Il beneficio di cui si va alla forsennata ricerca è avere un vaccino per il Covid-19 pronto per la diffusione generale il prima possibile. Questo non avverrà prima di un anno almeno: non abbastanza rapidi da rallentare l’epidemia attuale.
I roditori da laboratorio sono stati prodotti grazie all’ingegneria genetica durante un’altra epidemia di Coronavirus: la SARS all’inizio degli anni 2000. Per fare in modo che fossero facilmente infettabili, gli scienziati hanno arricchito le loro cellule con molecole umane per permettere al coronavirus di entrare
Qualcuno nota anche come studi sui modelli animali animali siano spesso cattivi indicatori di quello che sarà efficace nelle persone. Il fatto che i topi non si ammalini di Coronavirus è già un segno rilevante
Moderna ammette che è difficile e lo sforzo potrebbe non avere successo. «Non abbiamo testato prima la capacità di reazione rapida e potremmo non essere in grado di produrre in tempo un vaccino che attacchi con successo il virus», ha scritto la compagnia in un documento inoltrato alla Securities and Exchange Commission, la famosa SEC, cioè l’ente che regola la borsa di Wall Street, dove, come noto, i titoli delle aziende implicate nei farmaci sono schizzati in alto a suon di miliardi di dollari.
Quello che la compagnia non dice – chiosa l’articolo di Stat – è che non ha mai immesso un prodotto sul mercato, nemmeno in periodi di non emergenza.
La maggior parte degli aspiranti vaccini fallisce i test.
Bioetica
Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha lodato il principe Alberto di Monaco che nel principato dove è regnante ha rifiutato di firmare la legge per legalizzare l’aborto.
«Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando» scrive Sua Eccellenza in un post sul social media X. «Nel 1990 fa il Re Baldovino del Belgio abdicò, piuttosto di dare la propria approvazione all’odiosa legge sull’aborto: anch’egli fu un Monarca veramente cattolico».
«Suscita sconcerto il silenzio del Vaticano dinanzi a questa testimonianza di Fede, che dovrebbe essere additata ad esempio: un silenzio che diventa assordante quando tace davanti all’uccisione di milioni di innocenti massacrati nel ventre materno. Un silenzio che è riecheggiato quando Joe Biden finanziava l’industria dell’aborto e lo autorizzava fino al momento del parto» continua monsignore.
«La “chiesa sinodale” presta ascolto al “grido della Terra”, mentre finge di non udire il gemito dei bambini sterminati. Essa è troppo impegnata a propagandare gli “obiettivi sostenibili” dell’Agenda 2030 (tra cui figura anche l’aborto, definito ipocritamente “salute riproduttiva”) per denunciare i sacrifici umani di questa società antiumana e anticristica. Troppo occupata a lucrare sul traffico di clandestini che dovrebbe invece denunciare come strumento di islamizzazione dell’Europa un tempo cristiana» tuona l’arcivescovo già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, in passato il prelato lombardo ha definito l’aborto come «il sacramento di Satana».
«Morte. Solo morte. Morte prima di nascere. Morte durante la vita. Morte prima di morire naturalmente. Significativamente, chi è favorevole alla morte degli innocenti – bambini, malati, anziani – è contrario alla pena di morte. Si può essere trovati indegni di vivere perché poveri, perché vecchi, perché non voluti da chi ci ha concepito; ma se si massacrano persone o si compiono delitti orrendi, la pena capitale è considerata una barbarie» aveva scritto monsignore in un testo di due anni fa.
«Dovremmo iniziare a comprendere che i teorizzatori di questa immane strage che si perpetua da decenni e ci ripiomba nella barbarie del peggior paganesimo non si considerano parte dello sterminio: nessuno di loro è stato abortito; nessuno di loro è stato lasciato morire senza cure; a nessuno di loro è stata imposta la morte per ordine di un tribunale. Siamo noi, siete voi e i vostri figli, i vostri genitori, i vostri nonni che dovete morire, e che vi dovete sentire in colpa perché siete vivi, perché esistete e producete CO2».
«L’aborto è un atto di culto a Satana. È un sacrificio umano offerto ai demoni, e questo lo affermano orgogliosamente gli stessi adepti della «chiesa di Satana», che negli Stati Americani in cui l’aborto è vietato rivendicano di poter usare i feti abortiti nei loro riti infernali. D’altra parte, in nome della laicità si abbattono le Croci e le statue della Madonna e dei Santi, ma al loro posto iniziano a comparire immagini raccapriccianti di Bafometto» ha detto monsignore.
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«L’aborto è un crimine orrendo perché oltre alla vita terrena priva il bambino della visione beatifica, destinandolo al limbo perché sprovvisto della Grazia battesimale. L’aborto è un crimine orrendo perché cerca di strappare a Dio delle anime che Egli ha voluto, ha creato, ha amato e per le quali ha offerto la propria vita sulla Croce. L’aborto è un crimine orrendo perché fa credere alla madre che sia lecito uccidere la creatura che più di tutte, e a costo della sua stessa vita, ella dovrebbe difendere. E con tale crimine quella madre si rende assassina e se non si pente si condanna alla dannazione eterna, vivendo molto spesso anche nella vita quotidiana il rimorso più lancinante. L’aborto è un crimine orrendo perché si accanisce sull’innocente proprio a causa della sua innocenza, rievocando gli omicidi rituali dei bambini commessi nelle sette di ieri e di oggi. Sappiamo bene che la cabala globalista è legata dal pactum sceleris della pedofilia e di altri crimini orrendi, e che a quel patto sono vincolati esponenti del potere, dell’alta finanza, dello spettacolo e dell’informazione».
«Rifiutiamo l’aborto e avremo milioni di anime che potranno amare ed essere amate, compiere grandi cose, diventare sante, combattere al nostro fianco, meritare il Cielo».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
Il presidente della Conferenza episcopale spagnola ha denunciato la «tragedia dei 73 milioni di aborti» praticati ogni anno in tutto il mondo. Lo riporta LifeSite.
Nel suo discorso alla 128ª Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli a Madrid, Luis Javier Argüello García, arcivescovo di Valladolid, ha parlato di come l’aborto venga messo a tacere dalla società secolarizzata e i sostenitori della vita vengano emarginati.
«Chiunque dichiari pubblicamente che l’aborto è oggettivamente immorale perché pone fine alla vita di un essere umano diverso dai genitori rischia una dura condanna personale, sociale e politica: “Mettere in discussione questa conquista? Dubitare di questo diritto? Questo è il culmine del pensiero fascista e autoritario e merita di essere immediatamente etichettato come estremismo di destra”», ha affermato monsignor Argüello.
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«Fornire informazioni alle donne incinte è considerato un abuso, e pregare fuori da una clinica per l’aborto è considerato una minaccia». «Perché questo rifiuto di pensare razionalmente e di lasciare che la scienza – DNA, genomica, ultrasuoni, ecc. – parli, informi e ci permetta di riconoscere la verità?» ha chiesto.
L’arcivescovo ha affermato che l’essere umano è «un organismo vivente della specie Homo Sapiens».
«Secondo questa definizione, il fatto che un feto o un embrione sia un essere umano è semplicemente un fatto biologico», ha osservato. «Basta dare un’occhiata a qualsiasi libro di testo di embriologia medica per vedere che gli scienziati confermano all’unanimità che, dal momento della fecondazione, nel corpo della madre si crea un organismo umano vivente e indipendente, con un proprio patrimonio genetico».
«Per questo non c’è bisogno di consultare la Bibbia, anche se essa ci insegna che la sua dignità è sacra e che è dotata di un’anima immortale», ha aggiunto il presule.
«La società occidentale ha completamente soppresso la questione dell’aborto», ha affermato Argüello. «La tragedia di 73 milioni di aborti in tutto il mondo ogni anno, di cui 100.000 in Spagna, è diventata la normalità. Siamo arrivati a un punto di estrema irrazionalità nella bioetica, che è al servizio della biopolitica».
«Nello stesso ospedale, un gruppo di medici può essere determinato a salvare un feto di cinque mesi e mezzo, mentre un altro gruppo nella stanza accanto uccide deliberatamente un bambino della stessa età», ha affermato, sottolineando l’ipocrisia e l’incoerenza della posizione pro-aborto.
«Questo è del tutto legale. Allo stesso modo, la legge può punire la distruzione di un nido d’aquila con una multa di 15.000 euro e fino a due anni di carcere, ma garantisce il diritto di uccidere un bambino con sindrome di Down fino al termine della gravidanza».
«Tuttavia, una prospettiva cattolica non può limitarsi ad affermare la protezione della vita nascente e a lottare contro l’aborto», ha sottolineato l’arcivescovo. «Deve tenere conto della madre, del padre e delle circostanze ambientali, sociali ed economiche che accompagnano la gravidanza, il parto e i primi anni di vita».
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Monsignor Argüello ha sottolineato l’importanza di sostenere le madri in situazioni difficili prima e dopo il parto, un compito che molte organizzazioni e individui pro-life intraprendono regolarmente.
«Vorrei esprimere la mia solidarietà a tutte le donne incinte e incoraggiarle a non esitare a chiedere aiuto quando si trovano ad affrontare lo stress di una gravidanza potenzialmente indesiderata», ha affermato. «La soluzione a una situazione così spesso difficile da sopportare da soli non dovrebbe essere l’interruzione della vita non ancora nata. Ribadisco l’impegno della Chiesa e di tante donne e uomini ragionevoli di buona volontà ad aiutare in questa situazione».
«La presunta soluzione ai problemi che richiedono politiche a favore della famiglia e della vita è un sintomo dell’indebolimento morale della nostra democrazia», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Arguello ha rilanciato lo scorso anno la causa di beatificazione della monarca spagnuola Isabella di Castiglia detta Isabella la Cattolica (1451-1504), tuttavia il Dicastero per le Cause dei Santi ha appena annunciato che, dato il contesto attuale, è «quasi impossibile» portare a termine il processo.
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Immagine di Iglesia en Valladolid via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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