Armi biologiche
«Vaccino anti-AIDS come possibile origine del Coronavirus». Parla il Nobel Montagnier

Per Renovatio 21 è una magra consolazione.
Lo abbiamo visto su TG nazionali, e perfino, con accenni timidi-timidi su testate come Il Corriere della Sera. I media e i politici principali iniziano ad ammettere le possibilità che il COVID-19 sia probabilmente originato in un laboratorio di Wuhan e scappatovi accidentalmente, o peggio.
Molti commentatori, dai perdigiorno sui social e ai professionisti del dossieraggio vario, ci hanno riso in faccia e magari pure«segnalato» con una bella delazione elettronica (non lo sapremo mai….). La pagina Facebook di Renovatio 21, che conta circa 10.000 follower, ha visto un calo di traffico verticale.
Il professor Luc Montagnier, vincitore del premio Nobel 2008 per la medicina, afferma che il SARS-CoV-2 è un virus manipolato artificialmente che è stato rilasciato per accidente da un laboratorio a Wuhan
«Seguite gli scienziati, ignoranti» ci dicevano. Era quello che avevamo fatto. Citato studiosi indiani e cinesi, nonché professori americani esperti in armi biologiche, perfino una spia israeliana saltata fuori subito con questa storia.
Abbiamo sempre citato la fonte, spiegato anche gli interessi che potrebbero muoverla. Niente. L’accusa è quella di essere degli ignoranti antiscientifici. Amen.
Tuttavia, per i censori gne-gne e i Torquemada del Ministero della Verità, la cosa si è leggermente complicata questa settimana, quando è entrato in campo un Premio Nobel.
In una scioccante rivelazione, Montagnier dice che il laboratorio cinese avrebbe cercato di utilizzare uno di questi virus come vettore per l’HIV nella ricerca di un vaccino contro l’AIDS
Il Nobel, sapete, quella cosa con cui si celebrano i massimi esponenti planetari della Scienza.
Avremo qualcosa da dire anche sul Nobel, la sua origine e i suoi aspetti meno conosciuti (in ispecie di quello per la letteratura), tuttavia, se c’è qualcosa che è davvero indiscutibile al mondo, è il premio Nobel.
Ecco quindi che che, in barba alla narrazione che viene spinta dal mainstream secondo cui il virus COVID 19 è il risultato di una mutazione naturale trasmesso agli umani dai pipistrelli a ferro di cavallo (che vivono a un migliaio di chilometri da Wuhan) passando per un pit-stop tra i pangolini (il ruolo del simpatico animaletto corazzato come specie intermedia per il contagio è stato già smentito), il dott. Luc Montagnier, l’uomo che scoprì il Il virus dell’HIV nel 1983, dice apertis verbis o che il virus è stato creato dall’uomo.
Il professor Luc Montagnier, vincitore del premio Nobel 2008 per la medicina, afferma che il SARS-CoV-2 è un virus manipolato artificialmente che è stato rilasciato per accidente da un laboratorio a Wuhan.
È risaputo che (ma possono iniziare a negare anche questo) i ricercatori cinesi abbiano usato i coronavirus nel loro lavoro per sviluppare un vaccino contro l’AIDS.
La corsa al vaccino contro l’AIDS del resto pare essere un chiodo perenne delle dittature comuniste: anche il dittatore romeno Nicolae Ceausescu a fine anni Ottanta infettò con l’HIV moltitudini di orfani
La corsa al vaccino contro l’AIDS del resto pare essere un chiodo perenne delle dittature comuniste: anche il dittatore romeno Nicolae Ceausescu a fine anni Ottanta infettò con l’HIV moltitudini di orfani in un grande esperimento su cavie umane (tema ora tornato di moda, anzi accettato per finestra di Overton grazie a virologi mediatici). Chi trova il vaccino dell’AIDS si fa una bella pubblicità, e anche un po’ di soldini.
Non solo: immaginate il potere diplomatico che può avere un Paese che si presenta in Africa, dove vi sono zone dove la popolazione è infettata dall’HIV al 70%, con l’elisir contro il morbo del Continente Nero. Se qualcuno non lo sa ancora, la Cina qualche interesse in Africa lo ha. Da decenni.
Il professor Montagnier vinse il premio Nobel per la medicina nel 2008 per la scoperta dell’ HIV come causa dell’epidemia di AIDS insieme a Françoise Barré-Sinoussi. Ma il Montagnier è noto anche per il suo lavoro specifico sui coronavirus.
In una scioccante rivelazione, Montagnier dice che il laboratorio cinese avrebbe cercato di utilizzare uno di questi virus come vettore per l’HIV nella ricerca di un vaccino contro l’AIDS.
Immaginate il potere diplomatico che può avere un Paese che si presenta in Africa, dove vi sono zone dove la popolazione è infettata dall’HIV al 70%, con l’elisir contro il morbo del Continente Nero
«Con il mio collega, il bio-matematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus dell’RNA», spiega Luc Montagnier, intervistato dal dottor Jean-François Lemoine per il podcast quotidiano Pourquoi Docteur, aggiungendo che altri hanno già esplorato questa strada.
«Ricercatori indiani hanno già provato a pubblicare i risultati delle analisi che hanno dimostrato che questo genoma del coronavirus conteneva sequenze di un altro virus (…) il virus HIV , ma sono stati costretti a ritirare le loro scoperte poiché la pressione del mainstream era troppo grande». Un caso di cui Renovatio 21 vi aveva parlato mesi fa. Pagando con la derisione e la censura.
In una domanda stimolante, il dottor Jean-François Lemoine ha dedotto che il coronavirus sotto inchiesta potrebbe provenire da un paziente altrimenti infetto dall’HIV
Il dottor Lemoine quindi pone al Nobel una domanda incalzante: il virus potrebbe essere saltato fuori da una persona già infetta anche dell’HIV.
«Ricercatori indiani hanno già provato a pubblicare i risultati delle analisi che hanno dimostrato che questo genoma del coronavirus conteneva sequenze di un altro virus (…) il virus HIV , ma sono stati costretti a ritirare le loro scoperte poiché la pressione del mainstream era troppo grande»
La risposta di Montagnier è secca: «No, per inserire una sequenza HIV in questo genoma, sono necessari strumenti molecolari, e ciò può essere fatto solo in laboratorio».
Si tratta insomma di un evento ricombinante di ricombinazione genetica.
Il premio Nobel ha quindi dettagliato una spiegazione plausibile, e cioè un incidente di laboratorio in un progetto di ricerca di un vaccino contro l’AIDS.
L’intervista-bomba si conclude con una nota positiva. Per Montagnier questo elemento aberrante verrà distrutto dalla sua stessa diffusione.
«La natura non accetta alcun aggiustamento molecolare, eliminerà questi cambiamenti innaturali e anche se non si fa nulla, le cose andranno meglio, ma purtroppo dopo molte morti».
«I cospiratori sono il campo opposto, sono quelli che nascondono la verità»
Gli si chiede, dunque, se sa di appartenere quindi ora alla schiatta dei «teorici della cospirazione».
«I cospiratori sono il campo opposto, sono quelli che nascondono la verità», risponde lo scienziato.
«In ogni caso, la verità viene sempre fuori, spetta al governo cinese assumersi la responsabilità».
Provate ad immaginare se saltasse fuori che il COVID-19 deriva dalla ricerca di un vaccino per una malattia derivata dalla ricerca di un altro vaccino. Vi gira la testa?
Già. Il Partito Comunista Cinese non sta però dando alcun segno in questo senso, al momento. E in rete è già partito lo show dei fenomeni vaccinisti, quelli per cui Montagnier è solo «uno», la scienza è un’altra etc.
Si è a lungo dibattuta l’origine dell’AIDS a partire da un vaccino. Una teoria riportata anche nel grande libro di divulgazione della storia delle epidemie Spillover, e oggetto di un documentario della TV della Svizzera italiana una quindicina di anni fa.
Provate ad immaginare se fosse confermato che anche il Coronavirus deriva dalla ricerca di un vaccino. Anzi: provate ad immaginare se saltasse fuori che il COVID-19 deriva dalla ricerca di un vaccino per una malattia derivata dalla ricerca di un altro vaccino.
Vi gira la testa?
L’importante è che non abbiate la tosse.
Immagine di Prolineserver via Wikipedia, su licenza Creative Commons : Attribution NonCommercial ShareAlike 2.0. Aggiunto filtro bianco e nero.
Armi biologiche
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Lo studio, condotto da 11 esperti scientifici e legali, ha rilevato che le caratteristiche artificiali del virus SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 sono probabilmente il risultato di una controversa ricerca sul gain-of-function. L’articolo è stato pubblicato sul Journal of American Physicians and Surgeons.
Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria suggerisce che il virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 mostra segni di «ingegneria deliberata» e che queste caratteristiche, tra cui la proteina spike presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19, sono responsabili di danni alla salute diffusi a livello globale.
Lo studio, redatto da 11 esperti scientifici e legali, è stato pubblicato nell’edizione autunnale del Journal of American Physicians and Surgeons.
Gli autori sostengono che le caratteristiche artificiali del SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 siano probabilmente il risultato di una controversa ricerca sull’acquisizione di funzione, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche.
La ricerca sul guadagno di funzione, che aumenta la trasmissibilità o la virulenza dei virus, è spesso utilizzata nello sviluppo dei vaccini.
Secondo il documento, la diffusione del COVID-19, seguita dalla distribuzione dei vaccini a mRNA, ha provocato danni alla salute senza precedenti, che vanno da «malattie autoimmuni e catastrofi cardiovascolari a complicazioni della gravidanza e tumori aggressivi».
«Lungi dall’essere benigni, questi vaccini hanno provocato danni profondi, sconvolgendo quasi tutti gli apparati del corpo umano e contribuendo a livelli di morbilità e mortalità senza precedenti», afferma il documento.
Il dottor Andrew Zywiec, primario presso Zywiec & Porter, è l’autore principale dello studio. Ha affermato che lo studio rivela un «modello di danno troppo costante e pervasivo per essere liquidato come casuale».
«La tossicità sistemica scatenata da questi interventi, che si manifesta sotto forma di malattie autoimmuni, devastazioni cardiovascolari, tumori aggressivi e danni riproduttivi catastrofici, rappresenta non solo un fallimento della salute pubblica, ma un profondo tradimento della fiducia» ha aggiunto.
Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che ha intentato una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida, ha affermato che l’articolo è «estremamente significativo» in quanto è «il primo articolo di una rivista peer-reviewed che afferma che sia il COVID che le iniezioni di COVID violano la Convenzione sulle armi biologiche e che sia il COVID-19 che le iniezioni di COVID sono armi biologiche».
Il virus SARS-CoV-2 è «indicativo di manipolazione di laboratorio»
Secondo l’articolo, il virus SARS-CoV-2 «presenta molteplici caratteristiche genomiche indicative di manipolazione di laboratorio», tra cui il sito di scissione della furina, che «aumenta l’infettività» e che è «assente nei virus simili alla SARS presenti in natura».
Diverse altre caratteristiche del virus SARS-CoV-2 «migliorano l’evasione immunologica e la trasmissibilità tramite aerosol», rendendo il virus «insolitamente resistente… e cinque volte più stabile nell’aria» rispetto ad altri virus respiratori.
«Queste caratteristiche combinate, insieme ai modelli di mutazione del virus, sono una forte prova che il SARS-CoV-2 non avrebbe potuto evolversi naturalmente», afferma il documento.
L’articolo cita due articoli di riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria, redatti da scienziati militari, che affermano che il SARS-CoV-2 contiene «prove di manipolazione» che rendono il virus un «patogeno attraente» per le sue caratteristiche, che ricordano quelle di un’arma biologica.
Queste manipolazioni «rappresentano una violazione della Convenzione sulle armi biologiche», sostiene il documento.
Promulgata nel 1975, la convenzione «proibisce di fatto lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, il trasferimento, lo stoccaggio e l’uso di armi biologiche e tossiche». È stata firmata da quasi 200 Paesi.
Un articolo accusa Fauci di aver deliberatamente nascosto le origini del SARS-CoV-2
Secondo il documento, la ricerca sull’acquisizione di funzione implica «tecniche di manipolazione virale» che possono portare allo sviluppo di agenti patogeni vietati dalla convenzione.
Tuttavia, il governo degli Stati Uniti, in particolare il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato dal dottor Anthony Fauci fino al 2022, è da tempo coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione, «inclusa una collaborazione di lunga data tra istituzioni finanziate dagli Stati Uniti e il Wuhan Institute of Virology» in Cina.
I sostenitori della «teoria della fuga dal laboratorio» sulle origini del SARS-CoV-2 sostengono che la ricerca sul guadagno di funzione nel laboratorio di Wuhan e una successiva fuga di notizie abbiano portato allo scoppio dell’epidemia globale di COVID-19, che è stata insabbiata.
Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIA, l’FBI, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, il Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.
Il documento fa riferimento al Progetto DEFUSE, una proposta presentata dall’EcoHealth Alliance e dagli scienziati di Wuhan alla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti nel 2018. Sebbene la proposta sia stata respinta, descriveva la creazione di coronavirus con caratteristiche che ne aumentavano l’infettività, tra cui il sito di scissione della furina.
EcoHealth Alliance e il suo ex presidente, il dottor Peter Daszak, hanno collaborato con i ricercatori di Wuhan. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha sospeso tutti i finanziamenti per EcoHealth Alliance dopo aver scoperto che l’organizzazione non aveva monitorato adeguatamente gli esperimenti rischiosi sul coronavirus.
Il documento afferma che Fauci e l’intelligence statunitense non hanno mai rivelato l’esistenza della ricerca. Al contrario, «hanno oscurato quella che è, di fatto, la prova dell’intenzione di produrre un virus molto simile a quello che ha causato la pandemia di COVID-19».
L’articolo cita una teleconferenza del 1° febbraio 2020 con Fauci e importanti virologi, tra cui diversi coautori dell’ormai famigerato articolo «The proximal origin of SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020.
Sebbene diversi coautori di «Proximal Origin» abbiano espresso dubbi sul fatto che il SARS-CoV-2 si sia sviluppato naturalmente, Fauci «ha cercato di sopprimere» tali preoccupazioni durante la chiamata del 1° febbraio 2020.
«Proximal Origin» è diventato uno degli articoli più citati del 2020, con oltre 6 milioni di accessi. Nel 2023, The Nation ha riportato che oltre 2.000 testate giornalistiche hanno citato l’articolo.
Successivamente, il governo degli Stati Uniti, la comunità scientifica e i media hanno utilizzato il termine «origine prossimale» per promuovere la teoria «zoonotica» – o dell’origine naturale – dell’origine del SARS-CoV-2 e per screditare i sostenitori della «teoria della fuga di laboratorio».
«L’occultamento deliberato di caratteristiche genomiche critiche ha ritardato la consapevolezza pubblica e gli sforzi di mitigazione della pandemia, consentendo potenzialmente una diffusione più ampia e un maggior numero di decessi», afferma il documento.
A maggio, il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha sospeso la ricerca sul guadagno di funzione negli Stati Uniti per 120 giorni, in attesa dello sviluppo di un nuovo quadro normativo. Ha inoltre interrotto i finanziamenti statunitensi per tale ricerca in alcuni Paesi.
La proteina Spike potrebbe causare danni irreversibili
Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo del SARS-CoV-2 e delle caratteristiche del COVID-19 che presentano proprietà di acquisizione di funzione simili hanno causato danni significativi alla salute pubblica globale.
Il documento fa riferimento alle statistiche del Defense Medical Epidemiology Database che mostrano un aumento significativo dell’incidenza di miocardite (151,4%), embolia polmonare (43,6%), disfunzione ovarica (34,9%), malattia ipertensiva (22,9%), sindrome di Guillain-Barré (14,9%), cancro esofageo (12,5%) e cancro al seno (7%) nel 2021, l’anno in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati distribuiti a livello globale.
Ulteriori dati militari statunitensi citati nel documento mostrano «aumenti persistenti» di miocardite, cancro agli organi digestivi, cancro al cervello e altre lesioni tra il 2022 e il 2025.
Anche i danni riproduttivi sono aumentati significativamente in seguito alla distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, sostiene il documento. Cita dati provenienti da fonti quali il Vaccine Adverse Event Reporting System ( VAERS ), gestito dal governo statunitense, il rapporto di sorveglianza post-marketing di Pfizer del 2021 e i dati degli studi clinici di fase 2/3 per il suo vaccino contro il COVID-19, che mostrano un aumento di aborti spontanei, nati morti e decessi neonatali.
Lo studio cita la proteina spike nei vaccini mRNA contro il COVID-19 come uno dei probabili fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tumori e altre patologie negli ultimi anni.
«L’espressione proteica prolungata, esemplificata dal rilevamento della proteina spike S1 oltre 700 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID, sottolinea il potenziale di danni irreversibili», afferma il documento.
Il documento sostiene che la soppressione di «trattamenti comprovati o promettenti» come l’idrossiclorochina a favore dell’obbligo vaccinale universale contro il COVID-19 – e la decisione politica di implementare la vaccinazione di massa durante la pandemia – hanno ulteriormente aggravato la salute pubblica globale e hanno avuto «effetti dannosi sulla fiducia del pubblico».
Il documento è stato pubblicato proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense, all’inizio di questa settimana, ha interrotto l’ampia autorizzazione dei vaccini contro il COVID-19, limitando le iniezioni alle persone ad alto rischio di contrarre la malattia grave.
All’inizio di questo mese, l’HHS ha annunciato di aver cancellato quasi 500 milioni di dollari in contratti e sovvenzioni per lo sviluppo di vaccini a mRNA.
Un numero crescente di scienziati ha chiesto la sospensione o il ritiro dei vaccini a mRNA. Gli autori dello studio hanno affermato che i loro risultati rafforzano queste richieste.
«L’aumento delle malattie autoimmuni, dei tumori aggressivi, delle interruzioni di gravidanza, dei decessi cardiovascolari, della frammentazione sociale e dei rischi incombenti delle piattaforme avanzate di mRNA richiedono un’immediata sospensione dell’uso di vaccini a mRNA e di prodotti biologici, indagini approfondite sui motivi alla base di questa violazione senza precedenti della fiducia pubblica e misure robuste per ripristinare terapie sicure e pratiche etiche di salute pubblica» hanno affermato.
La dottoressa Irene Mavrakakis, una delle coautrici dell’articolo e professoressa associata presso il dipartimento di Chirurgia del Philadelphia College of Osteopathic Medicine, ha affermato che l’articolo sostiene le richieste di «ritiro completo di tutti i vaccini e farmaci biologici contro il COVID-19 e di una moratoria su tutti i farmaci biologici a mRNA».
La Mavrakakis ha anche chiesto che vengano «perseguiti penalmente i decisori che sono stati penalmente negligenti e hanno mancato ai loro doveri». Ha affermato che i produttori di vaccini dovrebbero essere privati dell’immunità di cui godono ai sensi del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 e del Public Readiness and Emergency Preparedness Act ( PREP Act ) del 2005.
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, concorda. Ha affermato che la ricerca sul guadagno di funzione «avrà sempre i suoi sostenitori», ma l’umanità si trova ad affrontare «rischi estremi e inevitabilmente paga un prezzo elevato per tale ricerca».
«I laboratori possono avere perdite, e lo fanno», ha affermato. «Un singolo evento al Wuhan Institute of Virology alla fine del 2019 ha causato innumerevoli sofferenze e morti. Finché non saremo in grado di costruire un laboratorio a prova di perdite, non dovremmo assemblare virus che potrebbero devastare il mondo al suo interno».
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 29 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Armi biologiche
«Agroterrorismo»: cittadini cinesi sorpresi a introdurre illegalmente un fungo nocivo per il grano americano

Due cittadini della Repubblica Popolare Cinese, sono stati accusati di cospirazione e di aver introdotto illegalmente negli Stati Uniti un fungo classificato come arma biologica. Lo riporta la testata Daily Caller.
La letteratura scientifica identifica il fungo Fusarium graminearum come una potenziale arma di agroterrorismo – cioè terrorismo con obbiettivolo le coltivazioni – perché provoca la «carie della testa» (detta anche anche detta «carie del legno» o «mal dell’esca»), una malattia distruttiva delle piante, secondo un annuncio diffuso martedì dall’ufficio del procuratore degli Stati Uniti (USAO) nel distretto orientale del Michigan.
La dichiarazione aggiunge che la malattia colpisce «grano, orzo, mais e riso, ed è responsabile di miliardi di dollari di perdite economiche in tutto il mondo ogni anno». Inoltre, il fungo nocivo produce tossine che «causano vomito, danni al fegato e difetti riproduttivi negli esseri umani e nel bestiame».
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Secondo l’USAO, l’FBI (Federal Bureau of Investigation) ha arrestato Jian in relazione alle accuse relative alle sue attività di contrabbando e a quelle di Liu.
Le presunte azioni dei due cinesi, tra cui un membro fedele del Partito Comunista Cinese (PCC), rappresentano una delle più gravi preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
«I due cittadini cinesi sono stati accusati di aver introdotto clandestinamente un fungo, descritto come una «potenziale arma agroterroristica», nel cuore degli Stati Uniti, dove apparentemente intendevano utilizzare un laboratorio dell’Università del Michigan per portare avanti il loro piano», ha dichiarato Jerome F. Gorgon, Jr., Procuratore degli Stati Uniti.
Secondo la denuncia, Jian avrebbe ricevuto finanziamenti dal governo cinese per condurre ricerche su questo agente patogeno in Cina, si legge nel comunicato stampa.
Secondo la denuncia ottenuta dall’USAO, i suoi dispositivi elettronici conterrebbero prove della sua affiliazione e lealtà al PCC.
La denuncia sostiene inoltre che il fidanzato della signora del duo sia un ricercatore presso un’università cinese che studia lo stesso patogeno. Nella denuncia si sostiene che inizialmente l’uomo abbia negato e poi ammesso di aver introdotto clandestinamente il fungo negli Stati Uniti attraverso l’aeroporto metropolitano di Detroit per condurre ricerche presso il laboratorio dell’Università del Michigan, dove lavorava Jian, si legge nel comunicato stampa.
«Le accuse penali mosse oggi a Yunqing Jian e Zunyong Liu sono indicative del ruolo cruciale della CBP nel proteggere il popolo americano dalle minacce biologiche che potrebbero devastare la nostra economia agricola e causare danni agli esseri umani; soprattutto quando si tratta di un ricercatore di una grande università che tenta di introdurre clandestinamente materiali biologici potenzialmente dannosi negli Stati Uniti», ha affermato Marty C. Raybon, direttore delle operazioni sul campo per la US Customs and Border Protection (CBP).
«Si è trattato di un’indagine complessa che ha coinvolto gli uffici del CBP di tutto il paese, insieme ai nostri partner federali. Sono grato per il loro instancabile impegno, che ha garantito la sicurezza dei nostri confini da ogni tipo di minaccia, tutelando al contempo gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti», ha aggiunto Raybon.
Secondo l’USAO, Jian comparirà martedì davanti al tribunale federale di Detroit per la sua prima udienza sulla denuncia. Il caso è oggetto di indagine da parte dell’FBI e della CBP.
La vicenda insegna che la guerra biologica del XXI secolo potrebbe seguire vie che non interessano solo i patogeni diretti al corpo umano come il SARS-nCov-2, comunemente noto come COVID, creato in un laboratorio biologico di Wuhano con collegamenti militari, e finanziato da programmi dello Stato profondo statunitense.
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Immagine di International Maize and Wheat Improvement Center via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0
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