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Controllo delle nascite

Vaccini e infertilità, una storia reale

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Vaccini creati per sterilizzare le donne – senza alcun consenso.

 

Miriadi di ragazze africane, divenute d’improvviso infertili, dopo un’iniezione di antitetanica promossa dal governo kenyota e dagli enti sanitari globali. Un incubo, un capitolo scioccante del libro della Necrocultura, dove, molto apertamente, i vaccini si dimostrano strumenti di morte.

 

Sapevamo di questa storia. Renovatio 21, varie volte, ne ha parlato. Però vederla raccontata per la prima volta dai protagonisti mette i brividi. Soprattutto, se pensiamo che si tratta solo della punta dell’iceberg: il programma di vaccinazione per il tetano che in verità segretamente sterilizzava le donne è probabilmente stato ripetuto da altre parti.

 

Di più: è inevitabile pensare che il Terzo Mondo sia solo un laboratorio di cavie umane per qualcosa che sarà implementato in tutti i Paesi, sviluppati o meno – se non lo è già stato…

 

Si resta sgomenti a guardare l’ultima fatica audiovisiva di Andrew Wakefield, Infertilità: un’agenda diabolica. Il film, della durata di mezz’ora, è stato realizzato dal dottore noto per lo scandalo farmaceutico del secolo (il saggio che si azzardava a domandarsi si esistesse mai una correlazione tra autismo e vaccino MPR) per la distribuzione di Children’s Health Defense di Robert F. Kennedy jr. Sul sito è disponibile la trascrizione in lingua italiana.

 

 

Il mediometraggio lascia parlare chi la storia dei vaccini sterilizzanti la ha vissuta, in dialoghi strazianti e sconvolgenti.

 

«In qualità di ginecologo, negli ultimi anni abbiamo visto un drammatico aumento del numero di donne che perdono la gravidanza, del numero di donne che vengono qui con minacce di aborto, con emorragie all’inizio della gravidanza. Vediamo anche molte di giovani coppie con problemi di infertilità» dice un medico kenyota.

 

«Ho visto le lacrime. Hanno perso la loro identità. Si muore dentro».

 

«Ho avuto un percorso difficile con molti aborti spontanei. Nel primo avevo portato avanti la gravidanza per circa tre settimane. Poi sono rimasta di nuovo incinta e ho portato avanti quella gravidanza per circa quattro settimane» dice una ragazza.

 

Questa catastrofe ruota attorno ad una molecola, la gonadotropina corionica umana, detta HCG.

 

L’HCG è il primo segnale che indica alla donna che è incinta. L’HCG dice alle ovaie di produrre un secondo ormone, chiamato progesterone, che sostiene la gravidanza.

 

Se si creano anticorpi contro l’HCG, il nuovo bambino si sta formando nell’utero della donna viene distrutto come se fosse un batterio o un virus, in modo che il segnale venga completamente perso, e quindi le ovaie non producono progesterone. Quindi, se si hanno livelli sufficientemente elevati di anticorpi anti HCG, la donna diventa di fatto sterile.

 

«Ma come fa una donna a sviluppare anticorpi contro l’HCG, una malattia autoimmune in cui il corpo attacca se stesso?» si chiede la narratrice del film.

 

«Questa è la domanda che si sono posti e a cui hanno risposto degli sviluppatori di vaccini che hanno provato a creare un vaccino anti-fertilità per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a partire dall’inizio degli anni ’70. Questo programma di ricerca e sviluppo fu intrapreso in risposta alla percezione di sovrappopolazione».

 

Si tratta di storia, storia reale. Dal ’72 al ’92, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha finanziato la ricerca e lo sviluppo di un vaccino sterilizzante.

 

«Si tratta di fatti indiscutibili. L’OMS, attraverso la sua task force sui vaccini per la regolazione della fertilità, ha sostenuto la ricerca su un vaccino sintetico contro la molecola HCG. Per immunizzare una donna dal rimanere incinta o abortire una gravidanza andata a buon fine, gli scienziati hanno scoperto che bastava combinare la subunità beta dell’HCG con il tossoide tetanico utilizzato nel vaccino antitetanico di routine».

 

Quindi, durante questi programmi di vaccinazione. non solo la donna sviluppava anticorpi contro il tetano, ma anche anticorpi contro l’HCG, compreso quello prodotto dal suo stesso corpo.

 

Apprendiamo che in passato, nonostante l’entusiasmo delle élite del Terzo Mondo, i programmi di questo tipo erano saltati. In molti avevano compreso che come «una campagna di vaccini contro la fertilità potesse essere camuffata come un programma per il vaccino antitetanico».

 

«In particolare, la Lega delle donne cattoliche delle Filippine aveva ottenuto un ordine del tribunale per stoppare il programma dell’UNICEF contro la fertilità che utilizzava il vaccino antitetanico addizionato con HCG».

 

Tuttavia, a metà anni Novanta, ecco che ci riprovano in Kenya:  l’OMS pianifica una campagna di vaccino antitetanico nelle donne keniote in età fertile. Il dottor Karanja, un medico che aveva capito tutto (anche grazie ad un’imbeccata ricevuta ad un convegno a Houston sulla presenza di programmi di sterilizzazione in vari Paesi camuffati da vaccinazioni antitetaniche convince i leader della Chiesa cattolica, un grande fornitore di assistenza sanitaria, a chiedere che i vaccini vengano testati per l’HCG.

 

In risposta, senza fornire spiegazioni, l’OMS  abbandona la campagna.

 

Ma non è finita. D’un tratto, 19 anni dopo, l’OMS riesuma l’operazione. A differenza del caso del 1995, questa volta c’è la benedizione del governo keniota. Nell’ottobre di quell’anno fu avviato un programma contro il tetano neonatale.

 

Ne esce un calendario vaccinale fraudolento fino alla follia.

 

«Il vaccino anticoncezionale può produrre sterilità, ma bisogna fare più iniezioni» dice un esperto sentito da Wakefield. «Ce ne vogliono circa cinque per essere davvero efficaci, distanziate di circa sei mesi. È interessante notare che i vaccini antitetanici possono essere fatti ogni cinque anni, o forse 10 anni. Non è necessaria un’iniezione ogni sei mesi, e di certo non ne servono cinque

 

La Chiesa cattolica, a questo punto, prende in mano la situazione, e ordina dei test su vaccini impiegati nella campagna vaccinale antitetanica 2014..

 

A Nairobi, tre laboratori indipendenti analizzano campioni di fiale del vaccino antitetanico dell’OMS utilizzato nel marzo 2014. VI sono, evidenti, tracce di HCG. A ottobre i medici cattolici analizzano altre sei fiale, in sei diversi laboratori accreditati. La Beta-HCG viene trovata nella metà dei campioni.

 

I vescovi a questo punto chiedono l’immediata sospensione del programma vaccinale. «Chiediamo alla nostra gente di non partecipare, e a non lasciarsi influenzare da ciò che sta accadendo senza una chiara informazione» dice un vescovo in una conferenza pubblica. I prelati kenyoti hanno compreso il gioco satanico dei vaccini, e pure la propaganda infame che li circonda.

 

Il governo del Kenya, imbarazzato dall’eco mondiale della storia, istituisce  un comitato di esperti per testare i vaccini, con tre componenti scelti del governo e tre nominati dai vescovi cattolici. Si decide di testare i nove vaccini già testati. Si decide pure di andare a prendere alcuni campioni dal deposito di vaccini antitetanici del governo.

 

Il governo, a quanto risulta, fa pressioni sui laboratori perché dichiarino i vaccini sicuri. Le fiale che vengono dai magazzini governativi sono immacolate, anche se appartengono magari a lotti dove in precedenza è stata trovata l’HCG. Tutte le fiale già risultate positive, lo sono una seconda volta.

 

«L’OMS era estremamente arrabbiata. Non si va mai, ripeto, non si va mai contro l’OMS qui in Africa» dice un dottore intervistato. La campagna OMS di incoraggiamento delle madri a fare il vaccino per il tetano continua.

 

A questo punto, OMS e UNICEF – pazzesco – accusano la Chiesa cattolica di mentire, di «diffondere disinformazione». Di più: il ministro va in TV e accenna alla possibilità che i cattolici abbiano loro contaminato di HCG le fialette risultate positive.

 

Per i medici che avevano sostenuto la causa, parte la persecuzione. Ecco ordini del tribunale che proibiscono ai medici di parlare di vaccini, in quanto le loro parole «sono un pericolo» per il Paese. Ecco la reazione dell’Ordine dei Medici locale. Cose che oggidì conosciamo bene.

 

Uno di questi medici, il dottor Karanja, il 29 aprile 2021 viene ucciso, ufficialmente dal COVID. La sua storia ricorda non poco Il giardiniere tenace di John LeCarré.

 

Il dottor Karanja aveva un messaggio netto per tutti noi:

 

«Quando avranno finito con l’Africa, verranno a prendere voi. Tenete pronti i vostri figli. Verranno per loro e verranno per voi».

 

Il lettore di Renovatio 21 sa a cosa siamo dinanzi: un programma di spopolamento attuato con ferrea volontà e infinita disponibilità di capitale e di influenza.

 

Il lettore di Renovatio 21 sa bene chi è in grado di esprimere questo rarissimo, impossibile mix di danaro e potenza politica globale.

 

Il nome lo fa il film stesso, dopo i titoli di coda, quando si intervista un dottore americano.

 

«Da tempo sono preoccupato per Bill Gates. Il primo contatto che ho avuto con il suo programma è stato ad una sessione della Società Americana di Ginecologia Pediatrica e dell’Adolescenza. L’ospite d’onore era Malcolm Potts, dell’Università di Berkeley in California. Era il capo della International Planned Parenthood Federation. Era un consulente di Bill Gates. Era al corrente di ciò che Bill Gates stava facendo. Immaginate, eravamo seduti a una sessione di discussione, e lui si vantava del successo del loro programma in Africa».

 

«Organizzavano feste a base di Depo-Provera ogni mese, con ogni sorta di pompon, perline e regali alle ragazze di 12 anni, come occasione per iniettare loro il Depo-Provera, che assicura l’infertilità di quelle giovani donne tribali nonché la fine dei loro normali cicli riproduttivi per tutto il tempo in cui erano sotto Depo-Provera, e, nella maggior parte dei casi, ben oltre».

 

«Ho visto moltissimi casi in cui il Depo-Provera ha causato infertilità permanente».

 

«È difficile credere che queste ragazze africane sapessero cosa stesse accadendo loro, perché molte di loro non avevano neanche avuto cicli riproduttivi abbastanza a lungo da sapere cosa sia la normalità».

 

«Naturalmente, le giovani non sono state messe al corrente del fatto che questo le avrebbe private dei loro cicli riproduttivi e della loro fertilità non solo per mesi, ma per anni, e che avrebbe portato a osteoporosi precoce, obesità, depressione e altre gravi conseguenze. In pratica si sta togliendo la salute riproduttiva a una donna».

 

«Il lavoro che stavano facendo in Africa era sotto l’egida della Fondazione Gates. Col senno di poi, mi ha preoccupato allora, e mi preoccupa ancora di più ora che vediamo quello che è successo con il vaccino Gardasil, e potenzialmente con altri vaccini più recenti».

 

Fast forward ai nostri giorni, l’era della siringa mRNA.

 

Questo sito vi ha parlato dal primo momento dei dubbi su vaccino e fertilità femminile, cosa per cui siamo stati immediatamente fact-checkati ed esposti al pubblico ludibrio persino in siti dell’Università. Ora non sono solo conosciute, e ammesse, le alterazioni al ciclo. Da qualche giorno è divenuto chiaro come l’infertilità da vaccino COVID possa colpire gli uomini.

 

Come siamo arrivati fin qui?

 

Questo sito vi ha parlato del programma di Gates, tra cene con ultramiliardari (Soros, gli immancabili Rockefeller) e finanziamenti-monstre a Planned Parenthood, dipanato nei decenni.

 

L’uomo che parlava solo di sovrappopolazione (con un padre che serviva nel board della multinazionale dell’aborto) improvvisamente si mette a parlare di vaccini…

 

Ora dovrebbe esservi un po’ più chiaro il disegno infernale dietro a tutto questo.

 

È oscuro, è pazzesco, è – come dice il titolo del film – diabolico.

 

Soprattutto, è un piano che stiamo subendo tutti, in cui siamo dentro fino al collo.

 

Il dottor Karanja presumeva che sarebbero passati dall’Africa all’Europa. Ebbene, lo hanno fatto, devastando il vecchio continente più di quanto non abbiano fatto con le donne africane.

 

Non manca molto alla rivelazione. Sarà mostruoso. E si è svolto tutto sotto i nostri occhi.

 

Lo diciamo nella tristezza e nella speranza: per alcuni di noi, per chi ha capito per tempo, per chi ha saputo ascoltare, riflettere, soffrire, mantenere il sangue puro, non è troppo tardi.

 

Questo, credetici, è già tantissimo. È tutto.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

 

Immagine screenshot dal film

 

 

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Elon Musk: «remigrazione unica via» per affrontare la crisi migratoria britannica. Poi predice: «l’Europa sta morendo»

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Elon Musk ha chiesto una «remigrazione» in risposta alla crisi migratoria in Gran Bretagna, affermando in precedenza che l’Europa «morirà» se i tassi di natalità non aumenteranno.

 

Il 1° settembre, Musk ha scritto: «La reimmigrazione è l’unica via» in risposta a un post X di Steve Laws, un politico del partito di destra britannico Homeland Party.

 

Sebbene Musk si sia già espresso contro l’immigrazione di massa incontrollata nei paesi occidentali, l’uso del termine «remigrazione», ovvero il rimpatrio dei migranti nei loro paesi d’origine, ha un notevole significato politico.

 

 

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La remigrazione è un concetto diffuso da organizzazioni patriottiche in tutta Europa, come il movimento identitario, considerate di «estrema destra» dai media mainstream e spesso sotto sorveglianza dei servizi segreti. Questi gruppi sostengono che le élite globaliste stiano deliberatamente sfruttando la migrazione di massa, in combinazione con i bassi tassi di natalità, per sostituire le popolazioni autoctone europee con stranieri.

 

L’uso del termine da parte di Musk potrebbe contribuire a rendere il concetto accettabile tra i conservatori tradizionali e fasce più ampie dell’opinione pubblica, aumentando potenzialmente le possibilità di deportazioni di massa di immigrati clandestini in Europa.

 

Il post originale di Steve Laws sui social media diceva: «Andate ovunque nel Regno Unito e guardatevi intorno. Vedrete stranieri ovunque. È davvero disgustoso il danno che è stato arrecato alla nostra nazione e al nostro popolo. Dobbiamo fermare l’immigrazione e avviare la reimmigrazione prima ancora di poter iniziare a invertire il danno che è stato fatto».

 

 

L’appello di Musk alla remigrazione giunge nel bel mezzo delle massicce proteste anti-immigrazione che hanno travolto il Regno Unito nelle ultime settimane.

 

Il governo di sinistra guidato dal premier Keir Starmer ha fatto ricorso a un uso eccessivo della forza nel tentativo di mettere a tacere i critici dell’immigrazione di massa. Il caso di Lucy Connolly , una madre che ha trascorso più di un anno in prigione per un tweet, ha fatto notizia a livello internazionale.

 

Come riportato da Renovatio 21, Musk in passato è arrivato a predire una «guerra civile in Europa» causata dall’immigrazione.

 

Due giorni prima, Musk aveva nuovamente lanciato l’allarme sui bassi tassi di natalità e sul declino della popolazione autoctona in Europa.

 

«Se il tasso di natalità non torna almeno al tasso di sostituzione, l’Europa scomparirà», ha affermato usando l’espressione «die out» traducibile come «morirà esaurendosi». Il tweet era in risposta a un post del senatore statunitense Mike Lee, che metteva in guardia dal crollo della popolazione in Iscozia.

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In passato Musk ha parlato più volte dell’imminente catastrofe del crollo demografico e ha esortato gli europei ad avere «famiglie numerose». Lui stesso ha più di una dozzina di figli noti, la maggior parte dei quali prodotti con la provetta, come quelli portati in udienza da papa Francesco. Il primogenito di Musk, Dakota, è morto per SIDS, la morte in culla.

 

La maggior parte dei Paesi europei ha tassi di natalità inferiori a 1,5, mentre alcuni paesi (come la Spagna) hanno appena 1,1 figli per donna. Per mantenere la popolazione, è necessario la cosiddetta soglia di sostituzione, ossia tasso di natalità di circa 2,1 per ogni femmina.

 

In Italia Il tasso di fecondità ha toccato un minimo storico nel 2024, con 1,18 figli per donna, secondo i dati provvisori dell’ISTAT. Tale cifra rappresenta un calo rispetto agli anni precedenti già ben al di sotto della soglia di sostituzione, evidenziando il continuo trend di denatalità del Paese.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Crollo demografico in Francia

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«La storia è la demografia. È lei che lo dà alla luce. Ed è spietata quando ridistribuisce le carte. Perché è anche ciò che controlla tutte le dinamiche del potere e talvolta traccia una linea di demarcazione tra le persone che non vogliono più vivere, perché non hanno più la forza di perpetuarsi».   Inutile dire che queste poche righe scritte da Philippe de Villiers in Domani suoneranno ancora le campane? (Albin Michel, 2016) risuonano tristemente poiché l’INSEE ha appena pubblicato il suo ultimo rapporto sul tasso di natalità in Francia.   L’istituto di sondaggi stima la popolazione francese al 1° gennaio 2025 in 68,6 milioni di abitanti, di cui 2,3 milioni all’estero: una cifra gonfiata anche dalle naturalizzazioni che rappresentano ufficialmente più di 100.000 persone all’anno.

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Pertanto, nel 2024, il saldo naturale è appena positivo: è stimato a +17.000, il livello più basso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Diminuisce tra il 2023 e il 2024 sotto l’effetto combinato di un calo delle nascite e di un aumento dei decessi.   Il numero delle nascite in Francia è stimato a 663.000 nel 2024, in calo del 2,2% rispetto al 2023: siamo ancora lontani dal famoso «riarmo demografico» auspicato da Emmanuel Macron nella sua conferenza stampa del 17 gennaio 2024, anche se il calo osservato è di entità molto inferiore a quella registrata tra il 2022 e il 2023 e che all’epoca rappresentava il -6,6%.   Un risultato negativo a cui fa eco, come specchiata, l’indice di fecondità totale (TFR) che continua anch’esso a scendere attestandosi nel 2024 a 1,62 figli per donna mentre già stagnava a 1,66 nel 2023.   Pur sapendo che occorre attendere un indice di 2,1 figli per donna per poter contare su un ricambio generazionale: aritmeticamente parlando, la Francia è ben avviata verso un declino inesorabile. E il declassamento che l’accompagna.   Da notare che le donne francesi diventano madri sempre più tardi: nel 2024, l’età media al parto continua la sua tendenza al rialzo e ammonta a 31,1 anni, contro i 29,5 anni di vent’anni fa…   Cécilia Creuzet, specialista in questioni perinatali intervistata da Le Figaro, ritiene che questi dati catastrofici illustrano la «difficoltà che le famiglie, e soprattutto le donne, hanno nel conciliare vita professionale e vita personale». A ciò si aggiunge il problema della «mancanza di posti negli asili nido e di soluzioni per l’infanzia». E sottolineare «il crescente individualismo che vediamo nella nostra società, che è contraddittorio con l’idea di formare una famiglia».   Una spiegazione che dimentica di ricordare che questo individualismo è il frutto di una società secolarizzata, privata di ogni trascendenza, e dove l’antropologia ereditata da due millenni di cristianesimo è stata sistematicamente decostruita dai paladini del wokismo.

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Nel 2024, invece, la speranza di vita si stabilizza su un livello storicamente elevato: è pari a 85,6 anni per le donne e esattamente a 80 anni per gli uomini. Un dato superiore alla media europea e che evidenzia ulteriormente l’invecchiamento della società francese: in Francia, una persona su cinque ha attualmente almeno 65 anni.   Il numero dei matrimoni è di nuovo in leggero aumento rispetto al 2023, ma in totale il numero dei matrimoni celebrati nel 2024 – 247.000 – è superiore del 10% rispetto al livello del 2019. Tale incremento va comunque ponderato precisando che il dato fornito dall’INSEE comprende i 7.000 «matrimoni» conclusi tra persone dello stesso sesso…   Una Francia che invecchia, in cerca di identità, priva di valori da trasmettere e stanca di esistere: questa la triste conclusione che emerge dalla lettura del rapporto INSEE. Tuttavia, la primogenita della Figlia della Chiesa non è ancora arrivata alla fine della sua storia: i bambini non cadono certo dal Cielo, ma se i francesi guardano un po’ di più verso di esso, non c’è dubbio che arriverà la primavera demografica.   Articolo previamente pubblicato su FSSPX.News

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Bioetica

Feticidi femminili in uno Stato indiano: 910 bambine ogni mille maschi nati, cresce di nuovo l’aborto selettivo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Nel 2024 lo Stato dell’India settentrionale ha fatto registrare il peggiore rapporto alla nascita dal 2016. Pascoal Carvalho: «Feticidi femminili praticati clandestinamente». Una campagna promossa da Modi nel 2015 ha frenato solo temporaneamente la tendenza.

 

«Il radicato pregiudizio di genere dell’India nei confronti delle bambine permane». Lo afferma ad AsiaNews il dott. Pascoal Carvalho, già membro della Pontificia Accademia per la Vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, a commento di nuovi allarmanti dati che giungono dallo Stato settentrionale dell’Haryana, uno tra quelli economicamente più avanzati in India, sul numero di femmine per mille maschi alla nascita. Nel 2024 lo stato dell’Haryana ha registrato il più basso rapporto in otto anni, con 910 bambine ogni 1000 bambini nati (nel 2023 erano state 916).

 

Il rapporto tra i sessi biologici alla nascita rappresenta un indicatore fondamentale dell’uguaglianza di genere ed è ricavato dai dati raccolti dai Servizi di registrazione civile (CRS), che monitorano l’andamento statistico delle morti e delle nascite. Secondo i dati provvisori preparati dalle autorità sanitarie statali per il 2024, lo scorso anno sono nati 516.402 bambini, di cui 270.354 (52,35% del totale) erano maschi e 246.048 (47,64%) femmine. Ciò indica che il numero di bambine è stato inferiore di 24.306 rispetto a quello dei bambini nei dodici mesi in questione.

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«La diminuzione del rapporto tra i sessi potrebbe indicare che le bambine vengono uccise nel grembo materno. La pratica del feticidio femminile, in contrasto con la legislazione che vieta i test di determinazione del sesso e gli aborti selettivi, viene praticata clandestinamente», ha sottolineato Carvalho, commentando i dati. «La Chiesa cattolica in India sottolinea instancabilmente il valore e la dignità della vita umana», ha aggiunto. La stessa Pontificia accademia per la vita ha come fine del suo servizio la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona, ma «i pregiudizi della società nei confronti delle bambine continuano, nonostante i progressi».

 

Secondo i dati, il numero massimo di nascite (57.961) in Haryana nel 2024 è avvenuto nel distretto di Nuh, uno dei più arretrati del Paese. Tuttavia, il rapporto alla nascita a Nuh, pari a 928, è tra i migliori nei 22 distretti dello Stato, dietro solo a Yamunanagar (936) e Sirsa (936). Gurgaon ha registrato 45.344 nascite nel 2024, ma con un rapporto di soli 899. Gurgaon è uno dei distretti con un rapporto tra i sessi biologici inferiore a 900. Con un rapporto simile (899) è anche Faridabad, con 48.777 nascite nel 2024.

 

Per arginare il calo del rapporto tra i sessi biologici in Haryana, il primo ministro Narendra Modi ha avviato nel 2015 la campagna Beti Bachao, Beti Padhao («Salva le figlie, educa le figlie»), per affrontare tutte le questioni correlate all’emancipazione delle donne nell’arco dell’intero ciclo di vita. L’indice dello Stato era migliorato dopo la campagna e aveva toccato quota 923 nel 2019. Ma dal 2020 ha ricominciato a diminuire, tendenza che è continuata fino ad oggi.

 

«La Chiesa è stata molto attiva nel dare potere alle donne attraverso l’istruzione, l’assistenza legale, l’assistenza sanitaria, lo sviluppo sostenibile per educare la madre a proteggere la vita della bambina», conclude Carvalho.

 

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