Oligarcato
Vaccinazione globale, un incontro del 2013 tra Gates ed Epstein ha contribuito a creare progetti di sierizzazione a lungo termine?

Il pedofilo Jeffrey Epstein avrebbe partecipato a un incontro del 2013 con Bill Gates e potrebbe essere stato determinante per stabilire connessioni tra Gates e un think tank coinvolto nella produzione di vaccini, secondo un rapporto investigativo pubblicato a fine 2020 da DN Magasinet, il terzo quotidiano norvegese.
«Sono venuti nella mia Residenza con le rispettive delegazioni. Bill Gates ed Epstein sono arrivati insieme, seguiti dagli altri. Ho fatto un’introduzione sul sistema europeo per il controllo dei farmaci», ha detto al giornale via e-mail Thorbjørn Jagland, ex primo ministro norvegese ed ex presidente del comitato per il Nobel.
«Erano presenti anche rappresentanti del think tank International Peace Institute (IPI), che nello stesso anno ha collaborato con la fondazione di Gates nella lotta contro la poliomielite», riporta il quotidiano.
L’ex premier Jagland ha spiegato che «Bill Gates e l’IPI avevano avviato una collaborazione per fornire vaccini antipolio alle aree tribali vulnerabili in Pakistan e Afghanistan». Tuttavia il pezzo di DN rileva che «a quel tempo, l’IPI non aveva una relazione con Gates. La prima borsa di studio è arrivata pochi mesi dopo, nell’ottobre 2013».
Al momento dell’incontro Gates era considerato un potenziale destinatario di un premio Nobel per la pace a causa del suo lavoro con la Bill & Melinda Gates Foundation.
DN afferma di «aver parlato con una serie di fonti che hanno familiarità con l’incontro di Strasburgo e di aver esaminato la documentazione che lega Epstein all’incontro» e che, secondo le loro fonti, «Epstein, che conosceva Gates, era la persona che ha introdotto il miliardario all’IPI».
«L’incontro, durante il quale l’IPI ha presentato a Gates un progetto di eradicazione della polio, doveva avere molto successo. Nello stesso anno, la fondazione di Gates ha concesso all’IPI 2,5 milioni di dollari. Da allora, secondo la Fondazione Gates, sono seguiti altri 6 milioni di dollari. La sovvenzione più recente è stata all’inizio di quest’anno, con ulteriori 250.000 dollari», osserva l’articolo della testata norvegese.
Epstein è stato arrestato e ufficialmente accusato nel luglio 2019 di traffico sessuale di minori e di cospirazione nel traffico sessuale di minori in un caso di alto profilo che si credeva coinvolgesse molte figure di spicco in tutto il mondo.
Come noto, l’uomo è stato trovato impiccato nella sua cella al Metropolitan Correctional Center (MCC) di New York nell’agosto 2019. Per bizzarra coincidenza, le guardie che dovevano tenerlo sotto stretta sorveglianza dormivano e al contempo le telecamere avevano smesso di funzionare.
Epstein era stato precedentemente accusato di aver abusato sessualmente di dozzine di ragazze adolescenti in Florida nel 2007, ma aveva evitato la prigione federale stringendo un accordo con le autorità statali che lo hanno portato a essere condannato a 13 mesi in una prigione della contea e registrato come molestatore sessuale. Il procuratore era Alexander Acosta, poi segretario del Lavoro dell’amministrazione Trump, che in seguito avrebbe rivelato di lasciare stare Epstein poiché «era roba dell’Intelligence».
Curiosamente, fino a dicembre 2019, lo Jagland aveva affermato di non aver mai avuto contatti con Epstein.
L’anno scorso DN aveva scritto a Berit Reiss-Andersen, l’attuale presidente del comitato per il Nobel, chiedendo se qualcuno del comitato (di cui Jagland è ancora membro) avesse mai avuto contatti con Epstein.
«Ho passato le domande di DN a Jagland e lui ha risposto negativamente a qualsiasi contatto con Epstein», aveva detto Reiss-Andersen a DN.
Poi, la retromarcia.
«Ieri, Jagland ha spiegato che c’è stato un malinteso, che accetto. Naturalmente, è un peccato che io abbia dato una risposta che si è rivelata non corretta», ha continuato prima di aggiungere che «è ovviamente un peccato che DN sia stato male informato».
Jagland ha spiegato la sua affermazione originale di non aver mai incontrato Epstein dicendo: «avevo in mente la folle e assurda teoria del complotto di DN secondo cui avevo cenato con questa persona a Parigi a giugno. Potrebbe esserci stato un malinteso, di cui mi assumo la piena responsabilità e me ne scuso».
Nel settembre 2019 Gates ha dichiarato al Wall Street Journal che, sebbene avesse incontrato Epstein, «non aveva alcun rapporto d’affari o amicizia con lui».
Nell’ottobre 2019 il New York Times aveva riferito che «a partire dal 2011, il signor Gates ha incontrato il signor Epstein in numerose occasioni, comprese almeno tre volte nella sontuosa residenza cittadina del signor Epstein a Manhattan, e almeno una volta è rimasto fino a tardi nella notte, secondo interviste con più di una dozzina di persone che hanno familiarità con la relazione, nonché documenti esaminati dal New York Times».
Nel novembre 2019 Gates ha dichiarato alla conferenza DealBook del New York Times di aver «commesso un errore di giudizio» trascorrendo del tempo con Epstein e che «pensava che quelle discussioni avrebbero portato letteralmente a miliardi di dollari destinati alla salute globale».
«Si è scoperto che era un giudizio sbagliato, che era un miraggio, nessuno di quei soldi è mai apparso», aveva detto Gates.
L’articolo di DN afferma che la Bill & Melinda Gates Foundation ha risposto alle domande affermando che «la Fondazione non ha mai avuto rapporti finanziari con Epstein».
«Lavoriamo con l’International Peace Institute, un beneficiario che sostiene i nostri sforzi per migliorare la salute in Pakistan e Afghanistan», hanno dichiarato al quotidiano norvegese.
Tuttavia l’articolo di DN rilevava che «l’IPI ha diversi legami con Epstein, anche attraverso una donazione di 375.000 dollari da una delle sue fondazioni. Diversi comunicati stampa delle organizzazioni di Epstein riguardano la partnership con il think tank».
Come riportato da Renovatio 21, due anni e mezzo dopo lo scoop della testata norvegese, molti altri dettagli sono emersi sul rapporto tra Gates ed Epstein – dettagli che si sono aggiunti via via nonostante gli imbarazzi del fondatore di Microsoft.
La bizzarra amicizia emerse grazie ad un exposé del New York Times e riemerse con il divorzio dei Gates, ha suggerito la risposta alla domanda che nemmeno il giornalista più coraggioso ha provato a rivolgere al primo donatore mondiale dell’OMS: cosa univa in realtà, nel profondo, Epstein e Gates? Nessuno dei due aveva bisogno di danaro. Né di donne, riteniamo. E quindi?
La risposta che abbiamo provato a dare è: l’eugenetica.
Epstein era una sorta di transumanista apocalittico: aveva avuto l’idea di mettere il suo seme «superiore» e quello di geni accademici nel grembo delle ragazzine che sfruttava. Da lì si sarebbe potuto ripopolare il pianeta con una razza eletta di superuomini cervelloni. «È possibile che Gates vedesse in Epstein – con le sue isole, i suoi ranch, i suoi progetti di fanciulle ingravidate con il seme suo e di supergeni scienziati – qualcuno che comprendesse la sua visione del mondo e la sua rara capacità di renderla reale?» si chiedeva Renovatio 21 un anno fa.
L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.
Renovatio 21 ha altresì riportato di altre cene che in quegli anni Gates faceva con i Soros, i Rockefeller, i Buffet, etc. L’argomento, trapelò, era proprio quello: il controllo della popolazione mondiale, la sua riduzione.
Nell’ultima informata di documenti rivelatori su Epstein pubblicata dal Wall Street Journal vi sono ulteriori novità che parlano dei progetti eugenetici di Epstein, ad esempio il fatto che, in totale anticipo sui tempi, stava istituendo un programma pubblico con le Isole Vergini americane per cercare di bambini magari nello spettro autistico da utilizzare in una startup che doveva occuparsi di genetica e Intelligenza Artificiale per Big Pharma: e genetica, Intelligenza Artificiale e Big Pharma sono per coincidenza esattamente tre ambiti di interesse e di investimento plurimiliardario del Gates.
È emerso in questo periodo anche che Epstein potrebbe aver cercato di ricattare Gates parlando di un suo supposto rapporto con una giocatrice di bridge russa, Mila Antonova, presentagli nel 2010 da uno dei consiglieri di Gates all’epoca, Boris Nikolic, poi enigmaticamente reso esecutore testamentario di riserva di Epstein, rivelazione avuta solo dopo l’impiccagione del miliardario pedofilo.
Rima a futura la memoria la reazione che ebbe quando fu intervistato sul suo rapporto con Epstein due anni fa.
«Non c’è assolutamente nessuna novità» ribadisce all’interlocutore, per poi chiudere l’argomento in modo inquietante: «lui è morto».
«Lui è morto» ripete ancora Gates parlando del suo rimpianto per averlo incontrato, «in generale, sai, devi stare attento».
Oligarcato
«Surreale» cena alla Casa Bianca con Trump, Zuckerberg, Bill Gates

Il presidente Donald Trump ha organizzato una cena di alto profilo alla Casa Bianca, invitando i leader più influenti della Silicon Valley a discutere di intelligenza artificiale e investimenti negli Stati Uniti.
Tra i presenti figuravano Mark Zuckerberg, CEO di Meta Facebook, Tim Cook, CEO di Apple, Sam Altman, CEO di OpenAI, e Bill Gates, il fondatore di Microsoft con ampie attività filantrocapitaliste in corso. Molti di costoro in passato avevano pubblicamente criticato Trump. Elon Musk, tecnicamente il più ricco e di successo tra gli imprenditori tecnologici, un tempo stretto alleato di Trump, era assente, ufficialmente a causa di conflitti di agenda ma più probabilmente della rottura pubblica tra i due, non ancora sanata nonostante il ramoscello d’olivo mostrato da Trump negli scorsi giorni.
Il cosiddetto zar dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca David Sacks (già tra i fondatori di PayPal, poi divenuto investitore di Venture Capital e sostenitore MAGA) era presente alla cena con l’amico e compagno di podcast Chamath Palihapitiya, già dirigente di Facebook a cui è seguito un grande successo come investitore. I due hanno offerto un resoconto privilegiato dell’evento sul loro podcast «All-In».
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«Tutto è iniziato con un gruppo organizzato da Chamath nella Silicon Valley. Erano il nucleo centrale, e poi sempre più persone hanno voluto unirsi», ha detto Sacks. «Ben presto, il presidente ha invitato i massimi leader del settore tecnologico, e la sala si è trasformata nella sala che vedete. È davvero sorprendente la capacità del presidente Trump di convocare tutte queste persone. Direi che forse metà dell’industria tecnologica era presente in termini di capitalizzazione di mercato».
Il Palihapitiya, sposato con la stupenda ereditiera farmaceutica italiana Nathalie Dompè, nel video concorda col Sacks, spiegando che trovarsi in quella stanza «sembrava surreale».
«Vedi i leader delle aziende più importanti del mondo, tutti seduti insieme, con questo senso di allineamento e cooperazione. È stato davvero fantastico», ha detto il Palihapitiya. «Queste persone non devono presentarsi da nessuna parte, ma il fatto che il presidente abbia potuto convocarle la dice lunga su di lui e sul suo programma».
Palihapitiya ha affermato che i partecipanti hanno sostenuto «incredibilmente» le politiche di Trump, che ha contrapposto alle «difficoltà sotto Biden», osservando che «anche i liberali più convinti come Tim Cook e Bill Gates hanno ormai pienamente abbracciato il presidente Trump».
«Questo è una testimonianza del suo programma», ha affermato. Il Palihapitiya ha poi offerto un resoconto dettagliato di Trump che ospita i leader della tecnologia nella Roosevelt Room. «Vedevamo le persone più potenti che hanno costruito queste incredibili aziende: circa 30 persone, ma il tavolo ne può ospitare solo 15. Quindi c’erano Tim Cook, Sam Altman e Satya Nadella seduti su un divano, con Dylan Field e Alan Wag lì vicino, che si rilassavano», ha raccontato Palihapitiya. «Nel loro mondo, sono dei re, ma alla Casa Bianca sono cittadini americani lì per incontrare il presidente. L’ego di tutti è stato messo a dura prova».
«Poi ci hanno fatto mettere in fila indiana – Sundar [Pichai, CEO di Google, ndr], Satya [Nadella, CEO di Microsoft, ndr], Bill Gates – come se fossimo nel backstage di un concerto degli Zeppelin», ha aggiunto il finanziere cingalo-canadese, raccontando che il momento si è arricchito di un visita allo Studio Ovale, con partecipanti come Safra Catz di Oracle e suo marito che si sono intrattenuti per le foto al Resolute Desk.
Si è trattato momento improvvisato si è verificato quando il marito di Catz ha chiesto una penna, spingendo Trump a distribuire monete e penne. Sergey Brin di Google ha innescato una discussione politica che si è protratta fino alla cena, mentre la richiesta di un partecipante di avere la playlist di Trump ha portato alla musica dei Fleetwood Mac nel giardino delle rose della Casa Bianca, immortalata da Lisa Su del produttore di microchippi AMD.
«Il cameratismo, tuttavia, non è riuscito a mascherare la tensione di fondo: questi leader, un tempo critici accesi, ora sembravano dare priorità all’accesso e all’influenza rispetto ai loro principi passati, mettendo in dubbio se la loro precedente opposizione fosse autentica o semplicemente una posa per ottenere il favore del pubblico», scrive Zerohedge.
L’evento ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dei leader del settore tecnologico che un tempo si opponevano a Trump. Zuckerberg, che aveva bandito Trump dalle piattaforme di Meta nel 2021 dopo la rivolta al Campidoglio del 6 gennaio, aveva giustificato la mossa come una presa di posizione contro l’incitamento, attirandosi accuse di censura da parte dei sostenitori di Trump.
Nel 2016, Zuckerberg aveva criticato la retorica di Trump sull’immigrazione definendola divisiva durante la conferenza F8 di Meta. Cook, un acceso sostenitore della giustizia sociale, si era opposto al divieto di viaggio imposto da Trump nel 2017, definendolo «un approccio non corretto», mentre Altman aveva paragonato Trump a demagoghi «odiosi».
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Lo Zuckerbergo è stato filmato durante la serata mentre, interrogato dal presidente Trump sulla quantità di investimenti negli USA dei prossimi anni fa parte di Facebook, dice di volere impegnare circa 600 miliardi al 2028. Alcuni in rete accusano lo Zuck di essersi inventato al momento una cifra a caso che potesse compiacere il Trump, che, come noto, l’anno scorso in un libro fotografico aveva minacciato di dare l’ergastolo allo Zuckerbergo qualora fosse intervenuto come nel 2020 nelle elezioni 2024.
Mark Zuckerberg gets caught on a hot mic admitting he is totally making up Meta’s U.S. investment numbers based on whatever Trump wants to hear:
— Spencer Hakimian (@SpencerHakimian) September 5, 2025
Molti hanno reagito malamente alle immagini di Bill Gates che pontifica a fianco di un’occhiuta Melania, paventando un cedimento del presidente.
Il Gates ha ostentato con vanto la sua carriera di filantrocapitalista riguardo alla sanità globale, che significa, ovviamente, vaccini.
It’s infuriating to see Bill Gates at the White House in a position of honor. I want a future where we stop giving power to evil people like Gates. He’s a globalist who hates the America First ideology. His God complex deserves nothing but contempt. pic.twitter.com/IpfuXbRekI
— Robby Starbuck (@robbystarbuck) September 5, 2025
Tuttavia, a poche ore dalla cena, Trump ha pubblicato su Truth Social un segmento di un vecchio documentario sui vaccini che mostra la loro assoluta pericolosità.
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Immagine screenshot da YouTube
Misteri
Il Congresso USA pubblica il filmato mancante della prigione di Epstein

The missing minute from Jeffrey Epstein’s surveillance footage has finally been released.
The original tape jumped from 11:58 p.m. straight to midnight—but the recovered clip reveals guards walking toward Epstein’s cell at 11:59:39, just seconds before midnight. pic.twitter.com/fi4yXML24X — Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) September 2, 2025
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Intelligence
Il Congresso USA pubblica la prima serie di file su Epstein

La Commissione per la vigilanza e la riforma del governo della Camera USA ha pubblicato più di 33.000 pagine di documenti relativi al finanziere caduto in disgrazia e condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein.
Martedì sera la commissione del Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato sul suo sito web un link alle 33.295 pagine.
Il presidente James Comer ha citato in giudizio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il mese scorso, dopo che un’indagine del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI aveva concluso che Epstein non aveva tenuto alcuna «lista dei clienti». La rivelazione ha spinto i Democratici e alcuni Repubblicani ad accusare il Presidente Donald Trump di insabbiamento.
Parlando ai giornalisti martedì, Comer ha promesso la massima trasparenza e si è impegnato a pubblicare il resto dei documenti il prima possibile. «Continueremo a seguire i fatti e a chiedere giustizia per questi sopravvissuti», ha dichiarato il Comitato di Vigilanza.
There must be maximum transparency about the horrific crimes committed by Epstein and Maxwell.
We will continue to follow the facts and seek justice for these survivors. pic.twitter.com/qNYXYMgl3p
— Oversight Committee (@GOPoversight) September 2, 2025
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Il giornalista Nick Sortor, tuttavia, ha sottolineato che ogni file è formattato come un’immagine individuale, il che rende «molto difficile la consultazione da parte del pubblico». La scelta potrebbe essere dettata o da incompetenza o dalla volontà di rendere difficile la ricerca.
Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Trump sembra aver tentato di sviare l’attenzione dal caso, con il presidente a dire che «solo gli stupidi si interessano dei file di Epstein». Il presidente aveva pure detto che l’amministrazione mai pubblicherà i video. In seguito alla rivolta dei suoi sostenitori, Trump, che nega l’insabbiamento, aveva ordinato la pubblicazione delle trascrizioni riguardante Epstein.
Si tratta di una grande giravolta – un tradimento – rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Si ritiene che, nel frattempo, sia successo qualcosa: forse qualcuno ha disegnato un particolare al presidente.
Secondo Tucker Carlson l’Intelligence starebbe proteggendo, più che Trump, il network di potere attorno a Epstein. Alcuni speculano sul fatto che la verità sul caso del magnate pedofilo potrebbe in realtà compromettere per sempre i rapporti con lo Stato di Israele, di cui Epstein è accusato di essere una spia.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; modificata
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