Droga
Una nuova droga invade l’Africa
Le autorità della Sierra Leone hanno lanciato un’operazione intitolata «Kush Must Go» («Il Kush deve sparire») per combattere l’abuso di sostanze tra i giovani del Paese. Lo riporta RT.
La campagna antidroga arriva in risposta alle proteste nella capitale Freetown all’inizio di questa settimana per il dilagante uso di droghe e problemi di dipendenza.
Secondo psichiatri ed esperti, a mettere in pericolo la salute mentale dei giovani africani vi sarebbe una nuova droga, pure molto economica, chiamata Kush.
Il sito russo nel suo articolo intervista diversi testimoni. Una madre di un utilizzatore di Kush, dice che la sostanza allucinogena «ha distrutto» i cittadini della Sierra Leone, compresa la sua famiglia: «sono in difficoltà a causa del Kush. La casa del mio matrimonio è distrutta a causa del Kush. Non dormo come mio figlio non dorme a casa. Soffro a causa di questo Kush».
Il capo del dipartimento di psichiatria presso l’ospedale psichiatrico della Sierra Leone, ha sottolineato la letalità del farmaco: «colpisce quasi ogni parte del tuo corpo, ogni sistema del tuo corpo. Può influenzare il modo in cui pensi, il tuo cervello, il modo in cui ti comporti nella società. Può anche colpire i tuoi reni».
Lo psichiatra africano aggiunge che coloro che fumano Kush entrano in uno stato di trance.
La parola «Kush» si riferisce generalmente a una varietà di cannabis indica pura o ibrida. Il nome verrebbe dalla catena montuosa dell’Hindu Kush.
Secondo quanto riportato, il Kush africano sarebbe invece una sostanza psicoattiva sintetica costituita da una miscela di sostanze chimiche e piante che imitano il principio attivo cannabinoide (THC) presente nella marijuana.
Secondo la testata governativa tedesca Deutsche Welle, avrebbero problemi con il Kush, anche chiamato K2, anche le gioventù di Liberia e Guinea.
Guinea e Sierra Leone condividono un confine poroso. Molti guineani incolpano i trafficanti di droga della Sierra Leone per il contrabbando di Kush nel Paese.
«Il Kush è una droga prodotta localmente. Quello che le autorità guineane non riescono a capire è che può essere prodotto in Sierra Leone, e può essere prodotto anche in Guinea» ha detto a DW un membro anziano della comunità della Sierra Leone in Guinea.
Un anno fa la BBC ha riportato che il 90% dei casi che finiscono all’ospedale psichiatrico di Freetown, Liberia, erano dovuti all’uso di Kush.
Il problema della droga in Africa sta montando di anno in anno, sconvolgendo non solo gli equilibri sociali, ma anche politici e geopolitici.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa fu tentato un golpe in Guinea-Bissau che fece pensare che vi si stesse installando un narco-Stato.
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Droga
La «guerra alla droga» di Trump potrebbe inondare l’UE di stupefacenti: parla un funzionario tedesco
L’Unione Europea potrebbe registrare un aumento del traffico di stupefacenti a causa della «guerra alla droga» del presidente statunitense Donald Trump, mirata a colpire i presunti trafficanti nei Caraibi e nel Pacifico, secondo l’avvertimento di un funzionario tedesco. Lo riporta il tabloide Bild.
Il commissario tedesco per le droghe Hendrik Streeck ha dichiarato giovedì alla Bild che un’azione più severa degli Stati Uniti contro i cartelli in Colombia e Venezuela potrebbe aggravare il problema degli stupefacenti in Europa.
Lo Streeck ha messo in guardia sul rischio che i trafficanti modifichino le rotte marittime e terrestri, espandendosi anche online. «La criminalità organizzata è già molto dinamica, soprattutto nel digitale», ha affermato, segnalando una «crisi imminente» in Germania, citando il calo dei prezzi della cocaina, l’abbassamento dell’età dei consumatori e l’aumento dei decessi legati alla droga tra gli under 30.
Venerdì, presentando il rapporto annuale sulla criminalità legata agli stupefacenti, lo Streeck ha descritto un incremento «allarmante» nel consumo di droghe pesanti. Il ministro degli Interni Alexander Dobrindt ha sottolineato che la Germania sta affrontando un «grave problema di droga».
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La disponibilità di cocaina continua a crescere nell’UE: nel 2023, gli Stati membri hanno registrato sequestri record per il settimo anno consecutivo, secondo i dati dell’Agenzia per le droghe dell’Unione.
Washington ha intensificato le operazioni contro il traffico di droga, presentandole come parte di una strategia per bloccare le rotte di contrabbando e le reti di produzione legate alla crisi degli oppioidi negli Stati Uniti. Le forze americane hanno colpito presunte imbarcazioni dedite al traffico nei Caraibi e nel Pacifico, alcune delle quali, secondo Washington, legate al Venezuela, causando decine di morti. Caracas smentisce ogni coinvolgimento e accusa gli Stati Uniti di perseguire un «cambio di regime».
Le tensioni sono aumentate dopo che Trump ha dichiarato di aver autorizzato operazioni segrete della CIA in Venezuela, suggerendo che le azioni militari potrebbero estendersi dalle operazioni marittime a quelle terrestri. Il presidente Nicolas Maduro ha definito la dichiarazione «senza precedenti» e «disperata», mettendo in allerta le forze armate.
Martedì, le forze statunitensi hanno attaccato una presunta nave di contrabbando al largo della costa occidentale della Colombia, uccidendo due persone. Bogotà ha condannato gli attacchi, avvertendo che potrebbero alimentare tensioni e compromettere la cooperazione regionale. Altri attacchi avrebbero esteso il teatro dell’operazione USA anche al Pacifico.
Il presidente Gustavo Petro ha descritto la campagna come «un’aggressione contro l’intera America Latina e i Caraibi», accusando Washington di voler controllare le riserve petrolifere della regione e di aver ucciso un innocente pescatore. Trump, che ha dichiarato che gli attacchi alle barche della droga costituiscono «un atto di gentilezza», ha risposto che «Petro è uno spacciatore».
Come riportato da Renovatio 21, nelle ultime ore è emerso che Trump starebbe puntando ad un attacco alle «strutture della cocaina» in Venezuela.
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Droga
Altri sei morti in un attacco USA su una barca della droga nei Caraibi
Sei persone sono morte in un raid statunitense su un’imbarcazione nel Mar dei Caraibi, descritto dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth come un’operazione antidroga.
L’attacco è l’ultimo di una serie di interventi militari americani nei Caraibi e nel Pacifico, parte di quella che il presidente Donald Trump presenta come una campagna per debellare il traffico di stupefacenti proveniente da Venezuela e Colombia. Entrambi i Paesi hanno categoricamente smentito le accuse.
Il Dipartimento della Difesa ha condotto un «attacco cinetico letale» contro una nave legata al Tren de Aragua (TdA), un’organizzazione criminale transnazionale venezuelana, in acque internazionali nella notte di giovedì, ha annunciato Hegseth su X venerdì.
Overnight, at the direction of President Trump, the Department of War carried out a lethal kinetic strike on a vessel operated by Tren de Aragua (TdA), a Designated Terrorist Organization (DTO), trafficking narcotics in the Caribbean Sea.
The vessel was known by our… pic.twitter.com/lVlw0FLBv4
— Secretary of War Pete Hegseth (@SecWar) October 24, 2025
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«Se sei un narcoterrorista che traffica droga nel nostro emisfero, ti tratteremo come trattiamo Al-Qaeda», ha dichiarato, promettendo di continuare a «dare la caccia» e «neutralizzare» altri presunti trafficanti.
Solo il giorno prima, Trump aveva elogiato quello che ha definito un grande successo delle forze armate statunitensi contro le presunte «imbarcazioni della droga» venezuelane, sostenendo che il flusso di narcotici via mare si è ridotto a «circa il 5% rispetto a un anno fa». Aveva poi aggiunto che «la terra sarà il prossimo obiettivo», senza specificare ulteriori dettagli su tempi e luoghi di eventuali attacchi americani.
Sia Caracas che Bogotà hanno sostenuto che le operazioni degli Stati Uniti nella regione rappresentino l’inizio di un tentativo di appropriazione delle risorse, piuttosto che una lotta al traffico di droga.
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