Geopolitica
Trump vuole nuove elezioni in Ucraina: Zelens’kyj è «impopolare»

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che l’Ucraina potrebbe dover indire nuove elezioni e ha insistito sul fatto che il suo presidente, Volodymyr Zelensky, è impopolare.
Trump ha rilasciato queste dichiarazioni poche ore dopo che i negoziatori statunitensi e russi si sono incontrati a Riyad per discutere di come porre fine al conflitto in Ucraina. È stato il primo incontro del genere da quando il predecessore di Trump, l’ex presidente Joe Biden, ha sospeso la maggior parte dei contatti con Mosca nel 2022.
Il presidente russo Vladimiro Putin ha dichiarato che Mosca non considera più Zelens’kyj legittimo perché il suo mandato presidenziale quinquennale è scaduto nel maggio 2024 e non sono state indette nuove elezioni a causa della legge marziale.
Parlando ai giornalisti martedì, Trump ha detto che lo Zelens’kyj è ampiamente impopolare in patria. «Il leader in Ucraina – mi dispiace dirlo – ma è sceso al 4% di approvazione», ha detto Trump.
«Quando vogliono un posto al tavolo dei negoziati, potresti dire: non dovrebbe la gente dell’Ucraina dire, “È passato molto tempo dall’ultima elezione”», ha affermato il presidente USA. «Non è una “questione russa”. È qualcosa che viene da me, e che viene anche da molti altri Paesi».
I funzionari ucraini insistono sul fatto che è impossibile indire nuove elezioni mentre è in corso il conflitto con la Russia.
Il tasso di approvazione di Zelens’kyj è salito alle stelle al 90% durante i primi mesi del conflitto nel 2022, ma da allora è sceso a circa il 50%, in seguito alle perdite sul campo di battaglia e ai persistenti problemi economici. Il mese scorso, i media ucraini hanno citato un sondaggio di Socis che suggeriva che solo il 40% degli ucraini ha fiducia in Zelensky, mentre quasi il 72% ha detto lo stesso dell’ex generale di vertice Valery Zaluzhny, che ora è ambasciatore a Londra.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato martedì che Putin è disponibile a negoziare con Zelens’kyj, ma solo se verrà risolta la questione della «legittimità controversa» del leader ucraino.
Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa, dopo aver ottenuto il permesso dagli USA di Biden di lanciare missili a lunga gittata nell’entroterra russo, lo Zelens’kyj era tornato nuovamente ad escludere le elezioni.
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Immagine da Twitter
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Geopolitica
L’Arabia Saudita e il Pakistan firmano un patto di difesa reciproca

L’Arabia Saudita e il Pakistan, dotato di armi nucleari, hanno siglato un accordo formale di difesa reciproca, consolidando ulteriormente la loro partnership di sicurezza decennale tra le due nazioni musulmane.
La decisione giunge in seguito a una sessione congiunta straordinaria tra la Lega Araba e l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OCI), durante la quale gli stati membri hanno condannato l’attacco israeliano della settimana precedente alla capitale del Qatar, Doha, mirato a funzionari del gruppo armato palestinese Hamas. Secondo i media, l’episodio ha sollevato timori tra le nazioni del Golfo riguardo alla capacità degli Stati Uniti di garantire la loro sicurezza.
Mercoledì a Riad, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif hanno sottoscritto il patto di difesa tra i loro Paesi.
«Questo accordo, che riflette l’impegno comune di entrambe le nazioni a rafforzare la propria sicurezza e a promuovere pace e stabilità nella regione e nel mondo, mira a potenziare la cooperazione in materia di difesa tra i due paesi e a consolidare una deterrenza congiunta contro qualsiasi aggressione», si legge nella dichiarazione congiunta di Riad e Islamabad.
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Secondo l’accordo, qualsiasi attacco contro l’Arabia Saudita o il Pakistan «sarà considerato un’aggressione contro entrambi», si è sottolineato.
L’India, che a maggio ha affrontato un conflitto militare di quattro giorni con il Pakistan a seguito di un attacco terroristico contro turisti nel territorio dell’Unione di Jammu e Kashmir, ha dichiarato che «esaminerà le implicazioni di questo sviluppo per la nostra sicurezza nazionale e per la stabilità regionale e globale».
Nuova Delhi era al corrente dei legami di sicurezza tra Riad e Islamabad e sapeva che era in preparazione un patto di difesa tra le due parti, ha scritto su X il portavoce del Ministero degli Esteri indiano Randhir Jaiswal.
Un alto funzionario saudita ha dichiarato a Reuters che l’accordo con il Pakistan rappresenta «il culmine di anni di discussioni. Non è una risposta a Paesi o eventi specifici».
Le relazioni tra Arabia Saudita e India «sono più solide che mai. Continueremo a rafforzarle e a contribuire alla pace regionale in ogni modo possibile», ha aggiunto.
I legami militari tra Riad e Islamabad risalgono a oltre mezzo secolo fa, con migliaia di ufficiali sauditi addestrati in Pakistan, ai tempi della guerra in Afghanistan, quando con finanziamenti sauditi e comando americano si implementò quella che la CIA chiamava «Operazione Ciclone», con il reclutamento di jihadisti da tutto il mondo (all’epoca si chiamavano più pudicamente mujaheddin) allo scopo di combattere la presenza sovietica in Afghanistan.
Tra gli operativi sauditi che operavano nella zona vi era il rampollo di ricca famiglia Osama Bin Laden, che con altri gestiva quella che era il database dell’insieme delle forze islamiste convocate a combattere i soldati di Mosca, una lista poi chiamata al-Qaeda, che significa appunto «la base».
La partnership in ambito di difesa rimane attiva attraverso programmi di addestramento ed esercitazioni congiunte.
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