Politica
Trump telefona a Zemmour

Il 45° presidente USA Donald Trump ha parlato al telefono con il candidato outsider alle presidenziali francesi Eric Zemmour.
Il team della campagna di Zemmour ha detto che i due hanno avuto una telefonata di 40 minuti lo scorso lunedì. Lo riporta l’agenzia Reuters.
«Mi ha detto di rimanere quello che sono, che i media mi avrebbero definito brutale ma che ciò che contava era rimanere fedele a me stesso», ha detto Zemmour ai giornali il giorno seguente.
Trump, tuttavia, non avrebe datto a Zemmour un appoggio ufficiale. Anzi, secondo un testimone della chiamata citato dal il quotidiano francese Le Parisien, l’americano avrebbe detto che «Macron è un bravo ragazzo».
Zemmour ha detto di aver detto a Trump che entrambi i loro paesi hanno affrontato una «battaglia di civiltà».
I due hanno discusso dell’immigrazione, della sicurezza e delle rispettive economie dei loro Paesi, ha affermato il team della campagna di Zemmour in una nota.
Come Trump, anche la piattaforma di Zemmour – che parimenti come Donald non è mai stato in politica – prevede un duro contrasto dell’immigrazione.
Come riportato da Renovatio 21, Zemmour ha dichiarato in questi giorni la sua opposizione totale all’ondata migratoria, anche qualora fosse costituita da donne in fuga dall’Afghanistan. «Non sono il Babbo Natale dell’umanità», ha detto il candidato presidente in una trasmissione TV.
La vittoriosa campagna presidenziale di Trump nel 2016 è spesso citata come il modello dell’attuale campagna di Zemmour.
Zemmour, proveniente da una famiglia dell’ebraismo maghrebino, ha iniziato la campagna elettorale con un viaggio in un monastero dell’Armenia cristiana, postando foto che lo ritraggono mentre rimira il confine turco e il monte Ararat.
Considerato anche a destra come personaggio molto divisivo, al suo primo comizio si è scatenata una rissa epocale con botte e lanci di sedie, più tentativi di menare anche lui mentre durante l’entrata trionfale stringeva le mani tra le ali della folla.
Come notato da Renovatio 21, il messaggio di candidatura ufficiale di Zemmour non conteneva alcun riferimento riguardo a pandemia e dintorni.
Secondo i sondaggi Zemmour starebbe raggiungendo i numeri delle concorrenti conservatrici Valerie Pecresse e Marine Le Pen. Sempre secondo i sondaggi, Macron che deve ancora dichiarare formalmente la sua candidatura, guiderebbe la corsa con un alto indice di gradimento.
Va ricordato che, ad oggi, Hillary Clinton è in ancora testa ai sondaggi 2016.
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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