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Geopolitica

Trump seriamente intenzionato ad acquisire la Groenlandia. L’Europa risponde

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Aumentano gli indizi che mostrano che il presidente eletto Donald Trump sta agendo sul serio riguardo al suo piano di acquisire la Groenlandia. Lo riporta Reuters, citando fonti a conoscenza del pensiero del presidente eletto degli Stati Uniti. Il piano farebbe parte degli sforzi di Trump per espandere l’influenza globale dell’America e garantire la sua eredità presidenziale, ha spiegato l’agenzia stampa.

 

Trump ha sostenuto che il controllo degli Stati Uniti sulla grande isola artica è un imperativo di sicurezza nazionale e non ha escluso di prendere il territorio con la forza, se necessario. L’ex promotore immobiliare ha lanciato per la prima volta la possibilità di acquisire la Groenlandia durante il suo precedente mandato, definendo la potenziale acquisizione «un grande affare immobiliare».

 

L’idea di Trump è stata finora respinta dall’attuale amministrazione del presidente statunitense Joe Biden, dall’UE, dalla Danimarca e dallo stesso governo della Groenlandia.

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Le rinnovate dichiarazioni di Trump, tuttavia, indicano che il suo desiderio è un’«ambizione radicata» piuttosto che «un capriccio passeggero», ha scritto Reuters giovedì.

 

Il presidente vede l’espansione territoriale come un mezzo per creare un’eredità duratura che verrà ricordata per generazioni, ha detto Reuters citando fonti. L’ultima espansione degli Stati Uniti risale al 1959, quando Alaska e Hawaii divennero il 49° e il 50° stato degli Stati Uniti sotto l’allora presidente Dwight Eisenhower.

 

Come noto, Trump ha parlato di recente anche della possibilità di impossessarsi del Canale di Panama e del Canada.

 

Una fonte ha detto all’agenzia che è improbabile che il futuro presidente utilizzi la forza militare per ottenere il controllo della Groenlandia. Tuttavia, è seriamente intenzionato a utilizzare altri mezzi, tra cui esercitare pressioni diplomatiche ed economiche sulla Danimarca.

 

La Groenlandia, l’isola più grande del mondo, si trova tra l’oceano Atlantico e quello Artico. Ospita una grande base militare statunitense e si trova sulla rotta più breve dal Nord America all’Europa. Il suo territorio è più grande del Messico, ma ospita meno di 57.000 residenti permanenti. L’isola ha ottenuto l’autogoverno da Copenaghen nel 1979.

 

L’importanza della Groenlandia è cresciuta grazie alle sue ricche risorse naturali, tra cui minerali di terre rare. Poiché il cambiamento climatico rende l’Artico più accessibile, il suo potenziale di sfruttamento delle risorse e le rotte di navigazione emergenti hanno attirato una maggiore attenzione da parte delle potenze globali, tra cui Cina e Russia.

 

Nelle ultime settimane, il presidente eletto degli Stati Uniti ha rinnovato il suo interesse per la Groenlandia, che in precedenza aveva offerto di acquistare dalla Danimarca. Il controllo sull’isola era una «necessità assoluta» per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha affermato martedì.

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Alla domanda posta durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago martedì se poteva «assicurare al mondo» che non avrebbe usato «coercizione militare o economica» nei suoi sforzi per acquisire la Groenlandia o il Canale di Panama, Trump ha detto che non lo avrebbe fatto.

 

«No, non posso assicurarti su nessuno dei due. Ma posso dire questo, ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica», ha detto.

 

«La gente non sa nemmeno se la Danimarca abbia un diritto legale su questo, ma se ce l’avesse, dovrebbe rinunciarvi perché ne abbiamo bisogno», ha aggiunto, riferendosi alla Groenlandia.

 

Mosca cerca di mantenere stabile l’Artico, ha affermato giovedì l’ambasciatore russo in Danimarca, Vladimir Barbin, riferisce la stampa russa. In un post su Telegram, il diplomatico ha scritto che «un tentativo di rafforzare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti a spese di altri paesi… sarà preso in considerazione dalla Russia nella sua pianificazione militare».

 

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente, Demetrio Medvedev, ha descritto i piani di Trump come «esagerati ed eccentrici, e totalmente irrealizzabili».

 

«Non ci sarà una soluzione rapida al conflitto in Ucraina; l’economia statunitense procederà a passo lento… così, Trump ha deciso di ‘rimodellare’ il mondo… di ridisegnare la mappa politica nel suo stile. Un nuovo, vibrante e colorato globo per sostituire quello vecchio, opaco e grigio», ha detto Medvedev.

 

 

L’idea del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump di occupare la Groenlandia non è buona e non verrà mai realizzata, ha affermato il Segretario di Stato Antony Blinken.

 

«L’idea espressa sulla Groenlandia non è ovviamente buona», ha detto Blinken mercoledì, durante una conferenza stampa congiunta con il suo omologo francese Jean-Noel Barrot a Parigi. «Ma non accadrà, quindi non dovremmo perdere tempo a parlarne».

 

Blinken è impegnato in Corea del Sud, Giappone e Francia nel suo ultimo viaggio all’estero prima che il presidente Joe Biden lasci l’incarico e Trump presti giuramento il 20 gennaio. È stato a lungo consigliere di politica estera di Biden e ha trascorso gli ultimi quattro anni a guidare il Dipartimento di Stato nell’opposizione alle politiche promulgate da Trump tra il 2017 e il 2021.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, il figlio del presidente, Donald Trump Jr, è volato sull’isola martedì e ha trascorso diverse ore nella capitale del territorio, Nuuk. Era accompagnato da diversi assistenti e da una troupe di documentari.

 

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Anche presso l’Unione Europea, di cui la Groenlandia è tecnicamente parte, si sono registrate delle reazioni.

 

La Commissione Europea ha affermato che è improbabile che Trump dia seguito alla sua idea di inviare truppe americane a prendere il controllo della Groenlandia, un territorio autonomo affiliato alla Danimarca, una volta tornato alla Casa Bianca. Tuttavia, Bruxelles ha sottolineato che la sovranità degli stati membri dell’UE deve essere rispettata.

 

La portavoce capo della Commissione Europea Paula Pinho, ha descritto i commenti del presidente eletto degli Stati Uniti come «altamente speculativi». «Ci sono molte minacce che non si concretizzano e, in questa fase, non crediamo sia necessario andare oltre», ha affermato.

 

La Pinho ha confermato che un attacco alla Groenlandia attiverebbe la clausola di assistenza reciproca alla difesa dell’UE ai sensi dell’articolo 42(7) del trattato dell’Unione, ma ha sottolineato che «stiamo discutendo di una questione altamente teorica».

 

La portavoce per gli affari esteri della Commissione europea, Anitta Hipper, ha dichiarato martedì che «non entrerà nei dettagli» riguardo alla minaccia di Trump. «È chiaro che la sovranità degli Stati deve essere rispettata», ha osservato, aggiungendo che questo vale pienamente anche per la Danimarca.

 

La Hipper ha anche affermato che Bruxelles non vede l’ora di lavorare verso «un’agenda transatlantica più forte e obiettivi comuni e questioni di interesse strategico chiave» con la prossima amministrazione statunitense.

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Geopolitica

«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

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Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.   In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.   «Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.   L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.   Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.   Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.   L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».   Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.

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Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

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Israele ha condotto un «attacco di precisione» contro «i vertici di Hamas», hanno annunciato martedì le Forze di difesa israeliane (IDF), poco dopo che numerose esplosioni hanno scosso il quartier generale del gruppo militante palestinese a Doha, in Qatar.

 

Da parte delle forze dello Stato Ebraico, si tratta di una violazione territoriale inedita, perché – a differenza di casi analoghi in Libano e Iran – condotta in uno Stato «alleato» di Washington e dell’Occidente, cui fornisce capitale e gas. L’attacco pare essere stato diretto ai negoziatori di Hamas, i quali avevano ricevuto dal presidente americano Trump un invito al tavolo della pace poco prima.

 

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto l’operazione in coordinamento con l’agenzia di sicurezza Shin Bet (ISA). Le IDF non hanno indicato il luogo esatto preso di mira dall’attacco.

 

«L’IDF e l’ISA hanno condotto un attacco mirato contro i vertici dell’organizzazione terroristica Hamas», ha dichiarato l’IDF in una nota. «Prima dell’attacco, sono state adottate misure per mitigare i danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione e di intelligence aggiuntiva».

 

L’annuncio è arrivato dopo che almeno dieci esplosioni avrebbero scosso il quartier generale di Hamas a Doha. I filmati che circolano online mostrano che l’edificio è stato gravemente danneggiato. Secondo diversi resoconti dei media che citano fonti di Hamas, l’attacco ha preso di mira il team negoziale del gruppo, che stava discutendo l’ultima proposta statunitense sulla cessazione delle ostilità con Israele.

 

Il Qatar ha condannato il «vile attacco israeliano», descrivendo il luogo interessato dall’attacco come «edifici residenziali che ospitano diversi membri dell’ufficio politico del movimento Hamas».

 

 

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L’attacco israeliano a Doha è stato un «momento cruciale» per l’intera regione, ha affermato il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, condannando l’attacco come «terrorismo di Stato».

 

L’attacco a sorpresa non sarà «ignorato» e il Qatar «si riserva il diritto di rispondere a questo attacco palese», ha dichiarato il primo ministro in una conferenza stampa. «Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta affinché l’intera regione dia una risposta a una condotta così barbara».

 

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Al-Thani ha attaccato duramente il suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di compromettere la stabilità regionale in nome di «deliri narcisistici» e interessi personali. Il Qatar continuerà il suo impegno di mediazione per risolvere le persistenti ostilità con Hamas, ha affermato.

 

Il primo ministro quatarino ha ammesso che lo spazio per la diplomazia è ormai diventato molto ristretto e che l’attacco ha probabilmente fatto deragliare il ciclo di negoziati dedicato all’ultima proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

 

«Per quanto riguarda i colloqui in corso, non credo che ci sia nulla di valido dopo aver assistito a un attacco del genere», ha affermato.

 

L’attacco israeliano è avvenuto due giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva lanciato un altro «ultimo avvertimento» ad Hamas, sostenendo che Israele aveva già accettato termini non specificati di un accordo da lui proposto e chiedendo al gruppo di rilasciare gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. Poco dopo, anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dato al gruppo un “ultimo avvertimento”, minacciando Hamas di annientamento e intimando ai militanti di deporre le armi. In seguito alle minacce, Hamas aveva dichiarato di essere pronta a «sedersi immediatamente al tavolo delle trattative» dopo aver ascoltato quelle che ha descritto come «alcune idee da parte americana volte a raggiungere un accordo di cessate il fuoco».

 

Tuttavia nelle ultime ore è emersa la condanna del presidente statunitense contro l’attacco israeliano. In una dichiarazione pubblicata martedì su Truth Social, Trump ha criticato l’attacco aereo di Israele contro un complesso di Hamas a Doha, sottolineando che la decisione di portare a termine l’operazione all’interno del Qatar è stata presa unilateralmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu e non da Washington.

 

Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America».

 

«Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me».

 

Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE».

 

Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio».

 

La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».

 

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Nell’operazione circa 15 aerei da guerra israeliani hanno sparato almeno dieci munizioni durante l’operazione di martedì, uccidendo diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya. Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti all’attacco, descritto come un tentativo di assassinare i negoziatori impegnati a raggiungere un possibile accordo.

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito sul fatto che l’attacco ad Hamas in Qatar è stato un’azione unilaterale e che nessun altro paese è stato coinvolto nell’operazione.

 

«L’azione odierna contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione israeliana del tutto indipendente. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele si assume la piena responsabilità», si legge in una nota.

 

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l’attacco israeliano definendolo una «flagrante violazione della sovranità e dell’integrità territoriale del Qatar». «Tutte le parti devono impegnarsi per raggiungere un cessate il fuoco permanente, non per distruggerlo», ha detto ai giornalisti.

 

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Geopolitica

Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

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La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.   Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».   «Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.   Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.

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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.   «Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.   Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.   Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.

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