Geopolitica
Trump ha fatto sospendere il nuovo disegno di legge sulle sanzioni alla Russia
L’ultima iniziativa del Congresso degli Stati Uniti per imporre ulteriori sanzioni alla Russia, guidata dal controverso senatore Lindsay Graham, è ora bloccata a causa dell’opposizione del presidente Donald Trump, ha riferito Bloomberg nel fine settimana.
La legge che imporrebbe dazi del 500% sui Paesi che acquistano energia, uranio e altre materie prime dalla Russia ha più di 80 sostenitori al Senato, che Bloomberg ha descritto come «un sostegno a prova di veto». Ma i legislatori sono ancora esitanti a sfidare il presidente, ha affermato la testata.
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All’inizio di questa settimana, Trump ha dichiarato di non aver nemmeno esaminato il disegno di legge e di aver preso in considerazione le sanzioni solo «al momento opportuno». La sua posizione ha «frenato» un tentativo di far avanzare la misura già questo mese, secondo Bloomberg. Graham aveva precedentemente affermato di volerlo fare prima del vertice del G7 previsto per il 15-17 giugno in Canada, ma l’iniziativa è ora «sospesa», ha riportato Bloomberg.
Giovedì, il senatore repubblicano ha scritto su X di aver «collaborato strettamente con la Casa Bianca in questa iniziativa fin dal primo giorno», aggiungendo che il disegno di legge mirava solo a dare a Trump «più strumenti quando si tratta della Russia».
Richard Blumenthal, co-sponsor democratico del disegno di legge, ha dichiarato a Bloomberg che lui e Garaham stanno ancora lavorando per renderlo «più accettabile» alla Casa Bianca.
Giovedì, Trump ha detto ai giornalisti di avere una «scadenza» nella sua «mente» e che avrebbe deciso quando agire se fosse diventato chiaro che un accordo di pace tra Mosca e Kiev non potesse essere raggiunto. Ha anche dichiarato di essere disposto a imporre sanzioni sia alla Russia che all’Ucraina.
Il presidente ha affermato che il disegno di legge sulle sanzioni del Senato sarebbe stato «guidato da me», ma ha suggerito che sarebbe stato meglio lasciare che Russia e Ucraina continuassero a combattere «per un po’» prima di «separarle». Trump ha anche espresso preoccupazione per i recenti attacchi dei droni ucraini contro bombardieri russi a lungo raggio con capacità nucleare, affermando che hanno aumentato il rischio di escalation, dando a Mosca un motivo per reagire.
Mosca ha accusato Kiev di aver intensificato i suoi attacchi nel tentativo di indebolire i colloqui di pace sostenuti dagli Stati Uniti. La Russia ha anche affermato che Trump sta ricevendo informazioni «filtrate» sul conflitto da coloro che spingono Washington a sostenere l’Ucraina.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Senatore americano: «il Sudafrica è nostro nemico»
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Geopolitica
Putin sostiene Maduro nella situazione di stallo con gli Stati Uniti
Il presidente russo Vladimir Putin ha rinnovato il suo pieno appoggio al presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante l’intensificazione della presenza militare statunitense nei Caraibi.
I due leader hanno evidenziato l’eccezionale solidità dei rapporti tra Mosca e Caracas nel corso di una telefonata avvenuta giovedì. Secondo quanto riferito dal Cremlino, Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio sostegno alla ferma determinazione del governo guidato da Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne».
I presidenti hanno confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico firmato lo scorso maggio.
Dal canto suo, il governo venezuelano ha fatto sapere che Putin e Maduro hanno sottolineato «la natura strategica, solida e in costante crescita delle relazioni bilaterali» e che il leader russo ha manifestato il proprio sostegno agli sforzi di Maduro volti a «rafforzare la pace, la stabilità politica e lo sviluppo economico».
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La telefonata è arrivata pochi giorni dopo il sequestro, da parte degli Stati Uniti, di una petroliera salpata da un porto venezuelano all’inizio del mese. La procuratrice generale statunitense Pam Bondi ha dichiarato che la nave era già stata sanzionata in passato per aver presumibilmente trasportato petrolio iraniano.
Caracas ha definito l’operazione «un atto di pirateria» e ha accusato Washington di voler «saccheggiare» le risorse naturali venezuelane.
Da settembre gli Stati Uniti hanno dispiegato una flotta navale nei Caraibi e hanno fermato oltre venti imbarcazioni sospettate di traffico di droga in acque internazionali. Secondo quanto riportato da Reuters, l’amministrazione americana si starebbe preparando a intercettare ulteriori navi che trasportano greggio venezuelano nell’ambito della campagna di massima pressione contro Maduro, accusato dal presidente Donald Trump di collusione con i cartelli della droga.
Maduro ha respinto categoricamente ogni legame del suo governo con il narcotraffico, ha promesso di difendere il Paese da una eventuale invasione e ha bollato le azioni di Washington come «colonialiste», avvertendo che potrebbero scatenare «una guerra folle» nella regione.
Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa si era parlato di una telefonata segreta tra Trump e Maduro.
Gli Stati Uniti hanno offerto una taglia di 50 milioni di dollari per informazioni che conducano all’arresto o alla condanna di Maduro, ritenuto dagli americani a capo di una ghenga narcoterrorista.
Diverse notizie della scorsa settimana indicano che Washington stia pianificando operazioni in Venezuela e abbia identificato potenziali bersagli legati al presunto narcotraffico. Gli USA avrebbero schierato nella zona circa 16.000 soldati e otto navi da guerra della Marina.
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Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
L’Ungheria dice che il capo della NATO «pugnala alle spalle» e «alimenta la guerra»
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