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Trump dice a Zelensky che porrà fine alla guerra

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto direttamente al presidente ucraino Volodymyr Zelens’ky che, se dovesse tornare alla Casa Bianca, porrà fine al conflitto tra Mosca e Kiev, durante una telefonata tra i due avvenuta venerdì.
Il candidato repubblicano alle elezioni presidenziali di novembre ha scritto in un post su Truth Social di aver «avuto una bella telefonata» con Zelens’ky, che si è congratulato con lui per la Convention nazionale repubblicana «di grande successo» e ha condannato «l’atroce tentativo di assassinio» dello scorso fine settimana .
Trump ha continuato dicendo di apprezzare Zelens’kyj «per essersi fatto avanti perché io, come prossimo Presidente degli Stati Uniti, porterò la pace nel mondo e porrò fine alla guerra che è costata così tante vite e devastato innumerevoli famiglie innocenti».
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«Entrambe le parti saranno in grado di unirsi e negoziare un accordo che ponga fine alla violenza e apra la strada alla prosperità».
Zelens’kyj ha affermato di aver «concordato con il presidente Trump di discutere in un incontro personale quali misure possano rendere la pace equa e veramente duratura».
«Ho notato il vitale sostegno americano bipartisan e bicamerale per proteggere la libertà e l’indipendenza della nostra nazione. L’Ucraina sarà sempre grata agli Stati Uniti per il loro aiuto nel rafforzare la nostra capacità di resistere al terrore russo», ha scritto in un post su X venerdì sera.
Trump non ha detto nulla in merito all’accordo per un incontro con Zelensky, e né lui né Kiev hanno rilasciato ulteriori dettagli della conversazione. Nel 2019, Trump è stato messo sotto accusa per una telefonata con Zelens’kyj, in cui i democratici hanno affermato che aveva cercato di ottenere informazioni compromettenti sul suo rivale, Joe Biden, in cambio di aiuti militari.
Come noto, la famiglia Biden era coinvolta in affari importanti in Ucraina, e lo stesso Biden ha ostentato pubblicamente la minaccia con cui ha fatto rimuovere l’allora procuratore generale di Kiev Viktor Shokin (che peraltro indagava su una società che pagava il figlio Hunter Biden) dicendo a premier e presidente ucraini che avrebbe trattenuto un miliardo di aiuti se non avessero licenziato l’uomo nel giro di poche ore.
Parlando alla BBC durante un viaggio nel Regno Unito questa settimana, Zelens’kyj ha ribadito che il suo governo cerca la vittoria totale nel conflitto con la Russia. «Dobbiamo finirla con lui», ha detto, riferendosi al presidente russo Vladimir Putin.
Se Trump verrà rieletto presidente a novembre, Zelens’kyj si aspetta che faccia pressione su Kiev per porre fine al conflitto «in 24 ore», come ha promesso durante la campagna elettorale. Zelens’kyj ha descritto uno scenario peggiore in cui le sanzioni statunitensi vengono revocate dalla Russia sotto Trump e Putin celebra la vittoria: «Non lo faremo mai, mai. E non c’è nessuno al mondo che possa spingerci a farlo», ha detto.
Il mandato presidenziale quinquennale di Zelens’kyj, vinto a valanga nel 2019, è scaduto a fine maggio. Si è rifiutato di indire nuove elezioni, citando la legge marziale, e ha ribadito alla BBC la sua intenzione di mantenere il potere almeno fino alla fine delle ostilità.
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Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa Zelens’kyj aveva definito Trump «presidente perdente».
Zelens’kyj aveva attaccato Trump anche l’anno scorso, dicendo che se sapeva come far finire il conflitto poteva pure provare. In un’altra occasione il presidente ucraino aveva attaccato Trump perché aveva parlato di pace.
A giudicare da quanto scrive sui social – come nel caso della morte nelle carceri ucraine del giornalista americano Gonzalo Lira – Zelens’kyj non sta simpaticissimo all’amato primogenito di Donald, Don junior, che due anni fa sbottò dicendo che il capo di Stato ucraino stava «mettendo al bando la Chiesa ortodossa ucraina». «Mandiamogli altri 100 miliardi senza responsabilità» tuonava il Don junior.
Come riportato da Renovatio 21, il candidato vicepresidente scelto da Trump, JD Vance, è assai critico degli aiuti all’Ucraina e non solo: ha vergato una lettera al segretario di Stato per chiedere ragguagli sul transessuale americano divenuto portavoce dell’esercito ucraino, spuntato ad un certo punto fuori mesi fa con minacce a destra e manca.
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Immagine del 2019 di pubblico dominio CC0 via Flickr
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La rete elettrica di Berlino sabotata dagli estremisti di sinistra

Nel sud-est di Berlino, due tralicci della corrente elettrica sono stati incendiati, provocando interruzioni di corrente in circa 50.000 abitazioni. Lo riporta l’European Conservative.
Un gruppo estremista di sinistra di matrice anarchica ha rivendicato l’attacco, affermando di aver preso di mira un parco tecnologico legato all’industria delle armi.
Le forze dell’ordine germaniche indagando sull’accaduto, ipotizzando che si tratti di un attacco a sfondo politico, che ha causato gravi disagi a Berlino. Sono state colpite case di cura e alcuni pazienti hanno dovuto essere trasferiti. Treni fermati, semafori fuori uso e numeri di telefono di emergenza non funzionanti.
La Polizei ha invitato le persone a recarsi direttamente alle stazioni di polizia in caso di necessità e ha fornito consigli di sicurezza, come l’uso di torce elettriche e il risparmio delle batterie dei telefoni.
Il direttore della rete elettrica berlinese Stromnetz ha affermato che la corrente elettrica potrebbe non essere ripristinata completamente lo stesso giorno e che i gruppi umanitari si stanno preparando a giorni di interruzione.
Gli estremisti di sinistra hanno definito il danno «accettabile», accusando le aziende locali di danneggiare le persone e la natura, scrive l’EC.
L’attacco avviene quasi esattamente due anni dopo che gli anarchici di sinistra hanno sabotato con un incendio doloso i servizi ferroviari nazionali di Amburgo, tra cui il collegamento principale della città con Berlino.
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In Camerun la Chiesa è preoccupata per il nuovo mandato di Paul Biya

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