Geopolitica
Trump contro Zelens’kyj: è il più grande venditore della storia, l’America deve uscire dall’Ucraina
Donald Trump attacca frontalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Zelens’kyj vuole tanto che Kamala Harris vinca le elezioni, ha detto martedì l’ex presidente degli Stati Uniti durante un comizio elettorale in Pennsylvania.
Il commento è stato fatto dopo che il leader ucraino ha espresso nuovamente dubbi sulle affermazioni del candidato repubblicano secondo cui sarebbe in grado di porre rapidamente fine al conflitto Russia-Ucraina.
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Trump ha insistito sul fatto che avrebbe chiesto al presidente russo Vladimir Putin e a Zelens’kyj di «fare un accordo» per porre fine alle ostilità.
«Penso che Zelens’kyj sia il più grande venditore della storia. Ogni volta che entra nel Paese, se ne va con 60 miliardi di dollari», ha detto Trump ai suoi sostenitori.
Trump: “I think Zelenskyy is the greatest salesman in history. Every time he comes into the country he walks away with $60 billion dollars. He wants them to win this election so badly. But I will do it differently. I will work out peace.” pic.twitter.com/FCERTTAMen
— TheBlaze (@theblaze) September 24, 2024
«Lui vuole tanto che [la Harris] vinca queste elezioni, ma io farei diversamente: lavorerò per la pace», ha aggiunto Trump.
Lo Zelens’kyj ha messo in discussione le affermazioni di Trump in un’intervista pubblicata domenica sulla rivista The New Yorker «la mia sensazione è che Trump non sappia davvero come fermare la guerra, anche se potrebbe pensare di saperlo. Con questa guerra, spesso, più la guardi in profondità, meno la capisci», ha detto il presidente ucraino, suscitando le ire del primogenito di Donald, Don jr, che lo ha definito «vergognoso».
Durante un altro comizio elettorale Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno bisogno di una chiara strategia di uscita dal conflitto in Ucraina, sottolineando che né l’attuale leader statunitense Joe Biden né la sua rivale democratica Kamala Harris hanno un piano del genere.
«Biden e Kamala ci hanno fatto entrare in questa guerra in Ucraina, e ora non riescono a tirarci fuori. Non riescono a tirarci fuori», ha detto Trump alla folla a Savannah, Georgia, martedì, ribadendo la sua promessa di porre fine al conflitto non appena sarà rieletto.
«Penso che siamo bloccati in quella guerra a meno che io non sia presidente. Lo farò. Negozierò; ci farò uscire. Dobbiamo uscire. Biden dice, “Non ce ne andremo finché non vinceremo”», ha sostenuto Trump.
«Cosa succede se vincono i russi? È quello che fanno: combattono le guerre. Come qualcuno mi ha detto l’altro giorno, hanno sconfitto Hitler; hanno sconfitto Napoleone. È quello che fanno. Combattono. E non è piacevole», ha detto Trump.
Trump says US involvement in Ukraine war needs to end.
“Biden and Kamala got us into this war in Ukraine and now they can’t get us out.
I’ll negotiate, I’ll leave. We need to get out of there. Biden says we’re not leaving until we win. What happens if they win?” pic.twitter.com/9zSANXLx2V
— Clash Report (@clashreport) September 25, 2024
Il discorso è continuato con un’accusa alla UE, che pur avendo un’economia comparabile a quella USA, ha donato solo una piccola frazione della cifra americana.
Il leader ucraino si trova attualmente negli Stati Uniti, dove dovrebbe incontrare il presidente Joe Biden, i membri del Congresso, Kamala Harris e Donald Trump, per presentare loro il suo «piano per la vittoria».
Sebbene i dettagli non siano chiari, Zelensky ha detto ad ABC News che il suo piano è finalizzato al «rafforzamento dell’Ucraina» e del suo esercito per «spingere Putin a fermare la guerra».
Secondo le parole dell’ex attore divenuto presidente ucraino, la fine del conflitto tra Mosca e Kiev potrebbe essere più vicina di quanto si possa pensare. «Ecco perché chiediamo ai nostri amici, ai nostri alleati, di rafforzarci. È molto importante», ha aggiunto.
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Alcuni funzionari ucraini hanno affermato che il presidente ucraino aveva pianificato di incontrare Trump; tuttavia, un funzionario della campagna elettorale di Trump ha dichiarato all’agenzia AP che non è stato ancora programmato alcun incontro del genere. Donald ha affermato che «probabilmente» incontrerà lo Zelens’kyj durante la sua visita, ma non è stata ancora fissata una data.
Durante la visita dello Zelens’kyj, gli Stati Uniti intendono annunciare un altro lotto di aiuti militari da 375 milioni di dollari all’Ucraina, ha riferito AP martedì sera citando fonti anonime a Washington. Il pacchetto includerebbe missili per i lanciatori HIMARS, bombe a grappolo per i jet da combattimento ucraini e altre munizioni, che usciranno dalle scorte militari statunitensi.
Secondo il Pentagono, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina oltre 56 miliardi di dollari in aiuti militari diretti da febbraio 2022.
Ad aprile, gli Stati Uniti hanno approvato un pacchetto di aiuti militari da 61 miliardi di dollari per Kiev dopo mesi di opposizione da parte di alcuni repubblicani. I funzionari ucraini sono preoccupati che Trump possa tagliare il flusso costante di aiuti militari statunitensi.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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