Misteri
Trovato un secondo neonato morto nel giardino della villetta: cosa sta accadendo?
Essendo che, come sa il lettore, Renovatio 21 si è occupata a lungo del tema dei neonati trovati morti in giro per il territorio, magari misteriosamente disposti in barattoli interrati, la notizia ci ha fatto sobbalzare dalla sedia.
Vi avevamo parlato del caso di Traversetolo, provincia di Parma: un neonato trovato morto nel giardino di una villetta, e nessuna idea di come il piccolo fosse finito lì.
Ora, colpo di scena, pare che nello stesso luogo sia stato trovato durante gli scavi ordinati dalle autorità anche un altro bambino morto, seppellito almeno un anno fa. Di lì, siamo piombati in un vortice di ipotesi agghiaccianti: due bimbi morti depositati nello stesso punto potevano far pensare a qualcosa di indicibile.
Ora la faccenda prende contorni più chiari. I giornali ora alludono al fatto che i due bambini (il secondo senza ancora certezze da parte degli inquirenti) avrebbero la stessa madre, una 22enne della zona.
Ribadiamo tuttavia che le domande restano: cosa che pare anche per i giornali mainstream, anche se non sappiamo per quanto ancora.
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La protagonista «insospettabile per l’impegno all’università, il lavoro da babysitter e il volontariato in parrocchia», scrive Il Corriere Adriatico «avrebbe tenuto segrete due gravidanze, uccidendo i figli e seppellendoli in giardino. Tutto senza che nessuno sapesse nulla: né la famiglia, né il fidanzato. Come è stato possibile?»
Si parla quindi di un «doppio infanticidio che pesa sulla ragazza» e di un «parto indotto il 7 agosto» dove «i primi esami hanno stabilito che il piccolo ha respirato, dunque è nato vivo».
«Era partita il giorno dopo il parto, quello in cui la nonna, attirata dal cane che stava scavando in giardino, aveva ritrovato il corpo del bimbo, di almeno 40 settimane, ormai senza vita, avvolto in un telo e nascosto in una buca» scrive il Corriere della Sera. La donna all’inizio lo aveva scambiato per un animale e aveva chiamato il vicino di casa che poi aveva dato l’allarme ai carabinieri.
«Sui resti del secondo corpicino, trovato successivamente ma risalente ad almeno un anno fa, sono in corso accertamenti, verosimilmente a partire dall’esame del DNA» per stabilire se anche il piccolo sia figlio della ragazza e del suo ragazzo, il padre del piccolo trovato il 9 agosto, continua il Corriere Adriatico.
«Si sta cercando di capire come sia stato possibile che gravidanza e dramma siano passati inosservati in una comunità così piccola, e “attenta”, addirittura per due volte secondo l’ipotesi peggiore. E infine il perché, le motivazioni di una ragazza all’apparenza ben inserita, “sana”, che non viveva emarginata o in una situazione di degrado» continua Il Corriere Adriatico.
Nel frattempo, siti e giornali hanno già sparato fin nel titolo nome e cognome della presunta protagonista, pubblicando anche immagini verosimilmente tratte dai social, talvolta con il pudore di pixellarle il volto, talvolta no.
Il giorno 16 settembre la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma è uscita con un comunicato, in cui innanzitutto interveniva sul dibattito in corso riguardo al caso, scrivendo del rispetto dovuto a quelle che dovrebbero essere due colonne portanti del nostro sistema giuridico, ossia il segreto di indagine e la presunzione di innocenza. Nel testo è infine comunicato che «vi è stata l’apertura di un fascicolo per possibile violazione del segreto di indagine in relazione alla propalazione della relativa notizia, che rischia di incidere sulle acquisizioni investigative in corso».
Tuttavia il procuratore della Repubblica Alfonso D’Avino mette nel comunicato anche qualche informazione in merito al caso stesso. Si tratta di un elenco di vari punti, a volte sorprendenti.
«In primo luogo, in ordine al neonato rinvenuto morto in data 9.8.2024, può ritenersi accertata, allo stato degli atti, l’estraneità dei genitori della ragazza, madre del neonato».
«In secondo luogo, in ordine allo stesso episodio, può ritenersi ugualmente accertata, sempre allo stato degli atti, l’estraneità del papà del neonato».
«In terzo luogo, nessuno – all’infuori della ragazza — era a conoscenza della gravidanza: né familiari, né padre del bambino, né amiche/amici».
«In quarto luogo, la gravidanza non è stata seguita da alcuna figura professionale (ginecologo, medico di famiglia, etc.)».
«In quinto luogo, il parto è avvenuto nella casa familiare, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari in generale».
«In sesto luogo, il parto è avvenuto in solitudine, senza la collaborazione né la presenza di nessuno, al di fuori della ragazza».
«In settimo luogo, per quanto riguarda la notizia di un secondo rinvenimento, essa va ritenuta veritiera ma, sul punto, vanno svolti tutti gli accertamenti del caso (soprattutto di natura tecnica medico-legale) per delineare gli esatti contorni della vicenda stessa, anche di carattere temporale».
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Vi è quindi da rilevare che, nonostante l’incredulità di alcuni (come la madre del fidanzato), la ragazza avrebbe agito completamente sola, all’insaputa di chiunque nella sua cerchia più stretta, senza la minima assistenza.
Inoltre, la nota dice che l’autorità non aveva ancora stabilito se il secondo cadavere di neonato ritrovato è da ricollegarsi alla ragazza. Tuttavia, poche ore fa i giornali hanno battuto la notizia che la giovane avrebbe confessato il duplice infanticidio.
«La ragazza di 22 anni già indagata per aver assassinato il bambino partorito il 7 agosto, è stata nuovamente interrogata e a quel punto avrebbe ammesso di aver ucciso anche il suo primo figlio, partorito circa un anno fa» scrive Il Resto del Carlino.
Apprendiamo dunque che la «la 22enne resta ancora a piede libero: sembra infatti che, nelle scorse settimane, il Gip abbia respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti della ragazza da parte della Procura di Parma, non ravvisando in quella fase, esigenze cautelari».
«Infatti, secondo il GIP – continua il quotidiano – la ragazza non poteva reiterare il reato, non è socialmente pericolosa, né può inquinare le prove. Non si ravvede nemmeno il pericolo di fuga: dopo aver partorito il 7 agosto ed ucciso il bimbo, è partita con la famiglia per gli Stati Uniti in vacanza ed è ritornata regolarmente in Italia nonostante l’inchiesta fosse già stata avviata».
La ragazza sarebbe «quindi attualmente indagata a piede libero per omicidio premeditato e occultamento di cadavere».
Si pongono ora le domande sul contesto di questa storia indicibile.
La questione più sorprendente rimane quella per cui la giovane avrebbe potuto dissimulare fisicamente il pancione. Cosa che a molti pare impossibile. Non risulta, da quello che si è potuto vedere, che si tratti di una persona obesa, cioè un caso dove, sappiamo dalle cronache, è possibile di occultamento di gravidanza.
Vi sarebbero inoltre testimonianze, come quella della madre del padre del bambino, che sostiene di averla vista con la pancia scoperta, classico look estivo delle sue coetanee. «Com’è possibile non essersi resi conto che lei era incinta? Le assicuro che non era possibile, ha girato tutta l’estate con la pancia scoperta» ha detto la donna all’ANSA.
Sulla stampa scrivono che avrebbe digiunato, ma ci si chiede quanto il digiuno possa ridurre la pancia. Soprattutto, un digiuno così significativo, è difficile non farlo notare: i famigliari, gli amici, vedono che la persona non mangia, si preoccupano, cominciano a paventare l’anoressia… Anche questo è un punto da chiarire.
Così come la ragazza possa aver partorito in casa totalmente sola. Caso effettivamente possibile, ma rarissimo.
A queste domande, si spera, verranno trovate delle risposte dalle indagini.
Poi vi sono mille altre domande che sorgono a chiunque ponga la mente per qualche minuto su questa vicenda terrificante.
Perché la ragazza non ha abortito, visto che in Italia il feticidio è libero e gratuito (pagato dal contribuente)? Da maggiorenne, sia questa vola che l’altra, non aveva la possibilità di farlo anche subito, senza dover dire niente a nessuno? Poco fa Repubblica scrive che il consultorio del paesino dichiara che la donna «non ha fatto accesso nelle nostre strutture». In pratica, non aveva nemmeno iniziato a pensarci concretamente – anche se è riportato che avrebbe cercato su Google «come abortire il secondo figlio».
Vedremo adesso se l’opinione pubblica finirà ad affrontare il paradosso: se il bambino lo uccideva prima, con l’aiuto dello Stato, la ragazza non sarebbe stata accusata di omicidio. Se il feto abortito finiva, invece che nel giardino di casa, tra i rifiuti ospedalieri, non ci sarebbe stata l’accusa di occultamento di cadavere. Il bambino è lo stesso, ricordiamo. Tuttavia, poche settimane, per lo Stato moderno, fanno la differenza, tra la vita e la morte, tra il «diritto» e la galera.
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E ancora, interrogativo abissale che qualcuno si pone: visto che se ne è trovato un secondo, di cui sempre non si sospettava nulla, è possibile che bambini siano di più?
Poi, c’è la questione psicologica: come è fatto davvero l’animo di una persona che partorisce suoi figli, lo seppellisce e poi parte per le ferie? È un caso particolare? Oppure, pensano le persone più agé, dobbiamo pensare che si tratta di una moralità nuova delle nuove generazioni?
Qualcosa, da qualche parte, non torna ancora del tutto.
I giornali, che a parte la rivelazione di nome e fotografia («sbatti il mostro in prima pagina», si dice), sono stati per lo più «delicati», ora hanno iniziato con gli articoli dello stupore: «Poche ore dopo il delitto la madre è andata all’aperitivo. Lo sgomento dei vicini: «Era la baby sitter più referenziata» scrive La Stampa. «Studentessa di giurisprudenza, attiva nel volontariato, sportiva e baby-sitter stimata»
È un quadro che conosciamo bene, quello dell’insospettabile, quello del virgolettato della porta accanto stile «salutava sempre». È parte di un processo di mostrificazione che abbiamo visto mille volte. La serie è quella della «doppia vita», e la conosciamo tutti: immediatamente, l’incongruo viene rubricato dal cervello in un cassetto sicuro.
La narrazione, insomma, ora vira completamente verso un’unica colpevole, sola, e il mistero della sua anima.
Ma siamo completamente sicuri che non ci sia dell’altro?
Nella quantità di storie di neonati morti trovati in giro per l’Italia – nei cassonetti, per strada, nei porti, negli stagni, nelle università, oppure misteriosamente imbarattolati e sepolti, o ancora finiti di bidoni da smaltire – manche sempre l’inizio: come è venuto al mondo quel bambino? Chi è la madre? Perché?
Visto il numero immenso, è impossibile per noi pensare che in tutti quei casi ci sia dietro una storia come questa, eppure ci stanno dicendo che invece, sì, è possibile, magari le cose vanno semplicemente così – c’è una ragazza capace di nascondere al mondo la gravidanza per nove mesi, che poi si libera del bambino prima di andare in vacanza.
Riconosciamo che si tratta, rispetto ad altre idee oscure che vengono in mente sull’origine della montagna di bimbi morti, di una spiegazione tranquillizzante.
E forse il punto è proprio questo: la dissonanza cognitiva dei feti morti trovati ovunque sta per finire? Chi lo vuole?
Ancora domande, al momento non abbiamo altro. Le più tremende, comunque, al momento ce le teniamo per noi.
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Immagine screenshot da YouTube
Misteri
La NASA attiva l’Earth Defense Group per le preoccupazioni alla cometa con possibile tecnologia aliena
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Misteri
3I/Atlas potrebbe non essere un asteroide: parla l’astronomo harvardiano
Alcuni mesi fa, degli astronomi hanno individuato un oggetto interstellare – solo il terzo del suo genere mai osservato – che sfreccia verso il centro del sistema solare su una traiettoria estremamente insolita e a una velocità non del tutto trascurabile.
L’oggetto, chiamato dalla comunità astronomica 3I / ATLAS, è in fase di studio e la scoperta ha portato a speculazioni diffuse. Come riportato da Renovatio 21, alcuni scienziati che suggeriscono che potrebbe essere vecchio quasi quanto la stessa galassia della Via Lattea, e miliardi di anni più vecchio del nostro Sole.
Non sorprende che l’astronomo di Harvard Avi Loeb – che ha ampiamente scritto su ‘Oumuamua, il secondo oggetto interstellare mai scoperto, in particolare ipotizzando che potrebbe essere stata una reliquia di una civiltà extraterrestre – ha ora sia entrato nella discussione con la sua teoria.
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In un post sul blog su Medium, il Loeb ha sostenuto che ci vorranno più osservazioni per concludere la natura di 3I / ATLAS, che è probabilmente una cometa o un asteroide. Tuttavia, il professore harvardiano non ha escluso la «probabilità allettante» che è stato «inviato verso il sistema solare interno da un progetto», una conclusione nello stile delle sue teorie sulle sonde extraterrestri che visitano il nostro sistema solare rimangono più controverse che mai.
Come riportato da Renovatio 21, Oumuamua (in hawaiano «messaggero che arriva per primo da lontano» o «messaggero da un lontano passato») fu ritenuto dal Loeb come una potenziale prova di una civiltà aliena che ci avrebbe inviato un pezzo della sua tecnologia con intenti di visita galattica.
L’ipotesi loebiana su ‘Oumuamua, osservato per la prima volta nel 2017, raccolse un’enorme attenzione nei media. Vi sarebbe poi stata una cerca di pezzi di quella che sostiene possa essere una navicella aliena, basata su rilevazioni di un incidente di meteore interstellare vicino alla Papua Nuova Guinea all’inizio del 2014, dragando il fondo dell’oceano, scrive Futurism.
Nel suo post sul blog su 3I/ATLAS, l’astronomo harvardiano ha annunciato di aver scritto un nuovo documento sulle dimensioni insolite di questo oggetto inerstellare. Sulla base della sua natura «luminosa in maniera anomala», l’astronomo ha concluso che l’oggetto aveva circa venti chilometri di diametro.
Questi calcoli e queste teorie sollevano più domande che risposte. La «stima delle dimensioni dell’oggetto interstellare ha poco senso per un asteroide interstellare perché l’oggetto interstellare 1I/’Oumuamua era 200 volte più piccolo, e sulla base delle statistiche degli asteroidi nel sistema solare, avremmo dovuto scoprire un milione di oggetti della scala di 1I/’Oumuamua prima di individuare un oggetto interstellare che è [circa venti chilometri] di diametro», ha scritto il Loeb.
«Sappiamo che gli asteroidi» di venti chilometri «sono rari, perché i dinosauri non aviari sono stati uccisi da un asteroide della metà di 66 milioni di tonnellate, mentre gli asteroidi su scala di metri hanno un impatto sulla Terra ogni anno», ha aggiunto.
Tuttavia, le successive osservazioni hanno costretto lo scienziato a tornare al tavolo da disegno. Data la mancanza di «impronte digitali spettrali di gas atomico o molecolare», 3I/ATLAS probabilmente non è una cometa, come aveva inizialmente sostenuto.
«Se 3I/ATLAS non è un asteroide – basato sull’argomento del serbatoio interstellare nel mio documento, né una cometa – basato sulla mancanza delle impronte spettrali delle molecole a base di carbonio intorno ad esso, allora di cosa si tratta?» ha chiesto retoricamente il Loeb.
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«L’anomalia delle dimensioni di 3I/ATLAS sarà facilmente chiarita dai dati imminenti», ha aggiunto il Loebbo. Mentre «si avvicina al Sole, diventerà più luminoso. Se si tratta di un oggetto solido senza un pennacchio cometario di gas o polvere intorno ad esso, allora la sua luminosità aumenterà inversamente con il quadrato della distanza decrescente dal Sole volte il quadrato della distanza dalla Terra».
«L’ipotesi più semplice è che 3I/ATLAS sia una cometa e ci mancano le caratteristiche spettrali del suo coma gassoso a causa della sua grande distanza dalla Terra», ha poi sottolineato.
Ma senza alcuna coda cometaria osservata, il Loeb suggerisce che c’è la possibilità che potremmo esaminare le prove di un visitatore extraterrestre.
«Manteniamo invece la nostra curiosità infantile e cerchiamo prove piuttosto che fingere di essere gli adulti nella stanza che conoscono le risposte in anticipo», ha concluso. «La scienza non ha bisogno di sentirsi come una lezione in una classe, riassumendo la conoscenza passata. Potrebbe essere molto più eccitante se gli insegnanti fossero disposti a imparare qualcosa di nuovo!».
Il lavoro extraterrestre del Loeb è oramai un filone ricco assai.
Come riportato da Renovatio 21, il professore,, di fatto un «cacciatore di alieni» con cattedra ad Harvard e quindi bollino accademico di alto prestigio, ha inoltre dichiarato che ci potrebbero essere fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare.
Lo scienziato ha ovviamente molti detrattori, tuttavia, ha dichiarato a Fox News, essi soffrono solo di «gelosia accademica». Che il Loeb non si curi molto di quel che dicono di lui lo si capisce anche da altre dichiarazioni degli ultimi mesi, come quella per cui potrebbe essere possibile che ci siano quattro quintilioni di astronavi aliene in agguato nel nostro sistema solare.
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Misteri
La verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
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