Eutanasia
Transessuale canadese chiede l’eutanasia per il dolore causato dall’intervento chirurgico
Un transessuale canadese ha chiesto di essere eutanatizzato dal sistema sanitario tramite suicidio assistito (la celebre MAiD) per porre fine alla sofferenza e al dolore a lungo termine dovuti a un intervento volto a fabbricargli con la chirurgia plastica una «vagina». Lo riporta il sito americano Breitbart.
Lois Cardinal, un autodefinitosi «transessuale postoperatorio sterilizzato delle First Nations» (cioè dell’etnia dei nativi americani canadesi), ha espresso il suo immenso rammarico per un intervento chirurgico del 2009 per creare un’imitazione della vagina, che in pratica – per chi non lo sapesse – è un pene rovesciato, affermando che l’eutanasia sarebbe preferibile al dolore costante causato dalla nuova operazione.
Le conseguenze dell’intervento chirurgico spesso lasciano molti nel dolore, con la risultante «neo-vagina» che – per chi non lo sapesse – è effettivamente una ferita aperta che deve essere dilatata quotidianamente per evitare che si chiuda.
Parlando alla testata britannica Daily Mail, il Cardinal ha detto: «sono in costante disagio e dolore… Mi sta caricando questo peso psicologico. Se non sono in grado di accedere a cure mediche adeguate, non voglio continuare a farlo».
Lo sfortunato transessuale ha quindi presentato domanda per il programma canadese di eutanasia MAiD (l’assistenza medica in caso di morte, come chiamano l’eutanasia/suicidio assistito in Canada), tuttavia, nonostante il sistema sanitario del Paese di Trudeau sia uno dei più liberali nel fornire il suicidio assistito, il 35enne residente in Alberta è stato inizialmente respinto.
«Sulla base delle attuali informazioni cliniche e consultazioni [il paziente] non soddisfa gli attuali criteri MAiD», ha scritto il medico. Si ritiene dunque che il transgender non si qualifichi per il programma di eutanasia, che è aperto a coloro che soffrono di malattie o disabilità incurabili, in quanto esistono opzioni per mitigare il dolore derivante dall’operazione di cambio di sesso.
Il transessuale quindi si è lamentato della domanda respinta per la propria morte sui social media. (Sì, così: rileggete pure l’ultima frase un paio di volte, è il mondo in cui siete).
I requested my MAiD file.
A human rights concern? pic.twitter.com/nqEVU2yv49— Duchess Lois Of Alberta (@duchess_elle) July 26, 2023
Il Cardinal ha sostenuto che l’eutanasia è l’unica opzione rimasta, poiché la crema paralizzante prescritta non ha alleviato il dolore causato dalla «vagina» costruita chirurgicamente.
«Non sto migliorando e non sto ricevendo cure mediche migliori, o cure mediche», ha detto. «È così preso dalle ideologie di genere, che si preoccupano di più dei miei pronomi».
Il transessuale post-operatorio è diventato un critico attivo dell’ideologia radicale LGBT e ha avvertito che i bambini e altri canadesi vulnerabili, inclusa la comunità nativa di Cardinal, sono suscettibili di «cadere preda di una tendenza medicalizzata».
«Non sono d’accordo con l’attuale retorica della comunità trans», dichiara. «Gran parte del cosiddetto odio trans è alimentato dalla comunità trans perché non ci è permesso avere conversazioni oneste e dure».
Questo mese, i ricercatori dell’Università della Florida e della Brooks Rehabilitation hanno pubblicato uno studio in cui si afferma che quattro persone su cinque (81%) che hanno subito un intervento di chirurgia genitale per cambio di sesso negli ultimi cinque anni hanno sofferto di dolore di lunga data dopo l’intervento, scoprendo che il 57% ha riferito di aver trovato il rapporto sessuale un’esperienza dolorosa dopo l’intervento.
Un ulteriore dato misconosciuto, ma con oramai diverse prove e diversi studi a riguardo, è la particolare incidenza dello spettro autistico nei ragazzini che chiedono il cambio di genere.
La MAiD, cioè l’eutanasia canadese, ha raggiunto ormai cifre tanto importanti da rendere il Paese leader mondiale del settore, è richiedibile per persone depresse, povere, disabili, con l’ansia ecologica o anche dai carcerati – talvolta è proposta ai cittadini, come nel caso di una veterana dell’esercito rimasta disabile, a cui è stato chiesto se per caso non voleva essere terminata dallo Stato.
Il Paese si sta muovendo verso l’uccisione eutanatica dei bambini, con esclusione di una possibile obiezione di coscienza dei medici – e la pratica comincia ad essere svolta, con un accorciamento notevole della filiera, anche dalle pompe funebri.
La normalizzazione del suicidio assistito passa anche attraverso libri colorati per bambini e inquietanti e immaginifici spot prodotti con grandi risorse da aziende private locali che fanno tutt’altro.
Il Canada è attualmente il leader mondiale nella cosiddetta eutanasia per donazione di organi: ossia, lo Sanità dello Stato ti uccide per squartamento, e tutto va bene. Anzi, aumenta così il traffico degli organi da trapiantarsi legalmente – Il Quebec, che ha il primato degli espianti eutanatici, è per coincidenza il Paese con la mortalità eutanatica più alta al mondo. Non stupisce che i medici quebecchesi sostengano apertamente l’eutanasia per i neonati – che qualcuno chiamerebbe «aborto post-natale».
L’editorialista del New York Times Ross Douthat ha elaborato sul fatto che il suicidio assistito dallo Stato in Canada abbia oramai un’aura «sacra». Un Paese che «sacralizza» l’uccisione dei suoi cittadini innocenti, cosa è, in realtà?
Eutanasia
I canadesi disabili ora sono sottoposti alla proposta di essere eutanatizzati come parte delle visite mediche di routine
Continua la folle corsa del Canada verso l’abisso dello Stato assassino, che suggerisce ai suoi cittadini – malati, depressi, obesi, poveri che siano – di farsi uccidere.
Krista Carr, CEO di Inclusion Canada, ha denunciato che molti canadesi con disabilità vengono spinti a scegliere l’eutanasia durante visite mediche di routine.
In una sessione dell’8 ottobre della Commissione parlamentare per le finanze, Carr, sostenitrice dell’assistenza medica al suicidio (MAiD), ha spiegato che l’espansione della MAiD nel 2021 ai malati cronici non terminali ha portato a proporre l’eutanasia a persone con disabilità durante visite mediche non correlate. «Da quando è stata introdotta la legge sul Track 2 MAiD, le interazioni delle persone con il sistema sanitario sono cambiate radicalmente», ha affermato.
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La Carr ha aggiunto che le persone con disabilità temono di accedere al sistema sanitario per problemi ricorrenti, poiché la MAiD viene spesso suggerito come soluzione a una «sofferenza intollerabile».
Il deputato conservatore Garnett Genuis ha chiesto con quale frequenza ciò accada, e Carr ha risposto che è un evento «settimanale» per i canadesi con disabilità.
Carr ha sottolineato che l’espansione del MAiD colpisce sproporzionatamente le persone con disabilità, rese vulnerabili dalla mentalità eutanasica negli ospedali, notando anche che la «povertà» viene considerata una «sofferenza intollerabile», rendendo una persona idonea alla MAiD.
Le sue dichiarazioni trovano conferma nei documenti interni dei medici dell’Ontario del 2024, che indicano che molti canadesi scelgono l’eutanasia per povertà o solitudine, non per malattie terminali.
Ad esempio, un lavoratore di mezza età, disabile a causa di lesioni alla caviglia e alla schiena, ha ritenuto che il sostegno governativo insufficiente lo lasciasse senza alternative al MAiD.
In un altro caso, una donna obesa si è descritta come un «corpo inutile che occupa spazio», e un medico ha considerato la sua obesità una «condizione medica grave e irrimediabile» idonea per il MAiD.
Nel 2023, in Ontario, 116 dei 4.528 decessi per eutanasia riguardavano pazienti non terminali, spesso provenienti da comunità povere. I dati del medico legale capo dell’Ontario mostrano che oltre tre quarti di coloro che hanno scelto l’eutanasia senza essere in fin di vita necessitavano di assistenza per disabilità. Inoltre, circa il 29% di questi decessi riguardava persone delle aree più povere dell’Ontario, contro il 20% della popolazione generale della provincia.
Il governo liberale ha ampliato la MAiD di 13 volte dalla sua legalizzazione, rendendolo il programma di eutanasia in più rapida crescita al mondo. I tempi di attesa per l’assistenza sanitaria in Canada sono saliti a 27,7 settimane in media, spingendo alcuni alla disperazione e a scegliere l’eutanasia. Alcuni malati e anziani che hanno rifiutato la MAiD sono stati definiti «egoisti» dagli operatori sanitari.
Secondo i rapporti più recenti, la MAiD è la sesta causa di morte in Canada, ma non compare tra le prime 10 cause di morte di Statistics Canada dal 2019 al 2022. L’agenzia ha spiegato che registra le malattie che spingono all’eutanasia, non l’eutanasia stessa, come causa primaria di morte.
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Health Canada riporta che nel 2022 13.241 canadesi sono morti per iniezioni letali MAiD, pari al 4,1% dei decessi totali nel Paese, con un aumento del 31,2% rispetto al 2021.
Come riportato da Renovatio 21, Canada rimane capofila dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), dei malati mentali in genere, dei disabili, dei depressi da lockdown, degli angosciati, dei poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Nemmeno gli struzzi, in Canada, sono sicuri dalla siringa assassina eugenetica di Stato.
Bioetica
Morte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità
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Eutanasia
L’Uruguay sulla strada dell’eutanasia express
La Camera bassa del Parlamento uruguaiano ha appena approvato, in prima lettura, un disegno di legge che legalizza l’eutanasia nel Paese. Se il Senato approverà il disegno di legge – il che è più che probabile, dato che è nelle mani dei progressisti – sarà possibile ricevere l’iniezione letale cinque giorni dopo la richiesta. In alcuni casi, anche meno.
Finora si credeva che il Far West fosse la patria dei tiratori più veloci del mondo, con nomi leggendari come Billy the Kid e Calamity Jane. Ma potrebbero essere sul punto di essere superati dai legislatori uruguaiani, che stanno attualmente discutendo una proposta di legge che consentirebbe di eliminare un paziente in pochi giorni.
Utilizzando elementi cari ai progressisti, il testo «Muerte Digna» – Morte con Dignità – mira a legalizzare e regolamentare l’eutanasia attiva e il suicidio assistito a condizioni presentate come rigorose, ma che notoriamente si rivelano sempre un escamotage in questo tipo di casi. Il progetto è stato già approvato dalla Camera dei Rappresentanti nella notte tra il 12 e il 13 agosto 2025, dopo una maratona di 14 ore, con 64 voti a favore su 93 elettori.
Ha ricevuto il sostegno quasi unanime del Frente Amplio – la sinistra al governo – e di settori dell’opposizione, come il Partido Colorado e parte del Partido Nacional . Il testo deve ora passare al Senato, dove si prevede che sarà esaminato in commissione, con un’approvazione probabile entro la fine del 2025, data la maggioranza progressista in quell’aula.
Partiti di destra come Cabildo Abierto e Identidad Soberana hanno denunciato il «diritto di uccidere» piuttosto che di morire, citando rischi di abusi e paragonando Muerte Digna al programma del partito nazista degli anni Trenta. La Conferenza episcopale uruguaiana (CEU), in una dichiarazione del 29 agosto 2025, ha fermamente respinto il progetto, affermando che «causare attivamente la morte è contrario all’etica medica», e sostenendo il rafforzamento delle cure palliative.
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Cosa dice il testo? Un paziente che desidera porre fine alla propria vita consulta il proprio medico, che può dare immediatamente un parere favorevole o attendere fino a tre giorni. Successivamente, inoltra la richiesta a un altro medico, che visita il paziente ed esamina la sua cartella clinica: ha un massimo di cinque giorni per rispondere. Se i due pareri concordano, l’esecuzione viene programmata: può avvenire cinque giorni dopo l’inizio della procedura. O anche meno, se il medico ha motivo di ritenere che la coscienza del paziente possa essere gravemente compromessa nelle ore successive.
Al di là della legge naturale che viola e dell’insegnamento della Chiesa che contraddice, Muerte Digna solleva molti interrogativi: in primo luogo, il diritto all’eutanasia potrebbe entrare in conflitto con il diritto all’obiezione di coscienza di chi presta assistenza che si rifiuta di partecipare a tale pratica. Questa tensione rischia di limitare gradualmente la libertà degli operatori sanitari, costringendoli ad agire contro le proprie convinzioni. Questo vale in Uruguay come altrove.
Inoltre, il disegno di legge non subordina l’accesso all’eutanasia a una soglia minima di gravità o sofferenza per i malati terminali, il che apre la strada a interpretazioni ampie. Ancora una volta, la nozione di «sofferenza insopportabile» rimane vaga e soggettiva, rendendo la sua valutazione soggetta ad arbitrarietà.
Un punto particolarmente delicato riguarda l’accesso all’eutanasia per i pazienti affetti da disturbi psichiatrici, senza ulteriori criteri specifici. Questa scelta solleva preoccupazioni circa la tutela delle persone vulnerabili: un periodo di attesa di giorni è ridicolo in tali casi. Inoltre, il disegno di legge non richiede competenze specifiche ai medici consultati per una richiesta di eutanasia, il che indebolisce ulteriormente il rigore del processo.
Se l’argomento non fosse così serio, alcune disposizioni del testo votato dai deputati uruguaiani farebbero quasi sorridere, tanto sono deplorevolmente stupide: in particolare la menzione che l’eutanasia sarà considerata dalla legge come una «morte naturale». Per non parlare della definizione di morte «dignitosa» come diritto a morire «senza dolore»: i cambogiani, assassinati con un colpo in testa dai Khmer Rossi con il pretesto che sapevano leggere, probabilmente apprezzeranno…
«Bisogna sempre dire ciò che vediamo: soprattutto, bisogna sempre, il che è più difficile, vedere ciò che vediamo»: Péguy non è mai stato così attuale.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di GameOfLight via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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