Digiuno
Cina: torturata in carcere, si aggrava la salute della blogger Zhang Zhan. Aveva raccontato il lockdown di Wuhan

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.
La denuncia viene dal suo avvocato, che ne chiede l’immediato rilascio. In sciopero della fame per protesta, la reporter è alimentata con la forza attraverso un sondino. Si rifiuta di interrompere il digiuno e trova conforto nella preghiera. Finita nel mirino delle autorità per aver raccontato il lockdown a Wuhan, epicentro della pandemia.
Le torture subite in carcere hanno danneggiato la salute della blogger Zhang Zhan. Lo ha rivelato il suo avvocato Zhang Keke in un post su ChinaAid.
Zhang Zhan rischia cinque anni di carcere: è accusata di aver «fabbricato» notizie, turbando la stabilità sociale e creando problemi di ordine pubblico
Il legale ha incontrato la 37enne giornalista indipendente nel carcere di Pudong lo scorso 8 dicembre. Zhang Zhan rischia cinque anni di carcere: è accusata di aver «fabbricato» notizie, turbando la stabilità sociale e creando problemi di ordine pubblico.
Da febbraio a metà maggio, la reporter ha raccontato l’emergenza COVID-19 a Wuhan (Hubei), epicentro della pandemia. La polizia l’aveva fermata il 15 maggio, trasferendola poi nella prigione di Pudong a Shanghai, dove risiede. L’annuncio ufficiale dell’arresto è arrivato il 19 giugno.
Zhang Keke spiega di aver notato dei vistosi segni sulla bocca e sul naso della sua assistita. Sono la conferma che le autorità carcerarie le hanno inserito un sondino alimentare.
Le autorità carcerarie le hanno inserito un sondino alimentare
Zhang Zhang ha respinto ogni accusa nei suoi confronti e in settembre ha iniziato uno sciopero della fame. Per evitare che si strappi i tubi per l’alimentazione, ella racconta di venire incatenata e legata al letto, anche 24 ore al giorno.
A causa del trattamento subito, la giornalista soffre ora di diversi problemi fisici: emicrania, giramenti di testa, dolori allo stomaco, infiammazioni alla gola e alla bocca.
A causa del trattamento subito, la giornalista soffre ora di diversi problemi fisici: emicrania, giramenti di testa, dolori allo stomaco, infiammazioni alla gola e alla bocca.
Malgrado ciò, ella si rifiuta di interrompere il suo «digiuno di preghiera», come chiesto dalla famiglia, da amici e altri attivisti. Essi temono che la sua fede cristiana la spinga al martirio.
La notizia del rinvio della sua udienza in tribunale l’ha gettata nello sconforto, dice Zhang Keke. La reporter ha confidato però al suo legale che continuerà a pregare e meditare: «La parola di Dio mi conforterà».
Nella sua ultima diretta streaming su YouTube, postata il 13 maggio, Zhang ha parlato della perdita di posti di lavoro a Wuhan, delle difficoltà dei tassisti locali in assenza di clienti e delle intimidazioni che la popolazione subiva dalla polizia urbana (Chengguan).
Si rifiuta di interrompere il suo «digiuno di preghiera», come chiesto dalla famiglia, da amici e altri attivisti. Essi temono che la sua fede cristiana la spinga al martirio
Nei suoi post, la blogger è stata spesso critica con il governo per la gestione della crisi sanitaria.
Per gli inquirenti, Zhang è colpevole di aver diffuso false informazioni sul coronavirus attraverso piattaforme web come WeChat, Twitter and YouTube, oltre ad aver accettato di essere intervistata sull’argomento da media stranieri.
Zhang ha raccontato anche le storie di altri giornalisti indipendenti arrestati a Wuhan. Tre di loro erano spariti nella capitale dell’Hubei in febbraio.
Nei suoi post, la blogger è stata spesso critica con il governo per la gestione della crisi sanitaria
Li Zehua, che aveva parlato dei forni crematori cittadini aperti 19 ore al giorno, è riapparso il 22 aprile dopo un periodo agli arresti. Chen Qiushi si trova sotto la «supervisione» delle autorità. Di Fang Bin non si hanno invece ancora notizie.
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Comunicati
Aderiamo al digiuno per la pace mondiale indetto da Leone XIV

Papa Leone XIV ha invitato i cattolici a unirsi in preghiera e digiuno il 22 agosto, festa della Madonna, per l’intenzione di pace.
Concludendo oggi la sua udienza generale in Vaticano, Leone XIV ha esortato tutti i fedeli cattolici a unirsi questo venerdì a una campagna spirituale per la pace nel mondo. Il 22 agosto è la festa di Maria Regina, secondo il calendario liturgico del Novus Ordo, e del Cuore Immacolato di Maria nel calendario tradizionale del Rito Romano della Chiesa cattolica.
«Venerdì prossimo, 22 agosto, celebreremo la memoria della Beata Vergine Maria Regina. Maria è Madre dei credenti qui sulla terra ed è invocata anche come Regina della pace» ha detto il romano pontefice. «Mentre la nostra terra continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni del mondo, invito tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e in preghiera, supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti armati in corso».
«Maria, Regina della pace, interceda perché i popoli trovino la via della pace».
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Renovatio 21 aderisce alla richiesta papale.
Il digiuno è un’arma potente di purificazione biologica dell’essere umano: sulla sua dinamica abbiamo pubblicato vari articoli, e ne pubblicheremo ancora in futuro.
Sulla potenza spirituale del digiuno, tuttavia, ancora troppo poco è stato detto, nonostante la Scrittura nomini la pratica almeno 30 volte, e Nostro Signore stesso abbia avuto parole incontrovertibili riguardo ad esso: «Cotesta specie di demoni non può essere altrimenti scacciata se non per mezzo della preghiera e del digiuno» dice il Signore (Mc 9,28 e Mt 17, 20) ai discepoli che gli domandano dell’esorcismo che avevano appena testimoniato, l’episodio della «guarigione del lunatico».
Nell’ora di questa geopolitica infernale, crediamo che anche il mondo stesso abbia bisogno di un vero atto di esorcismo – e quindi abbia bisogno di digiuno.
Invitiamo i lettori a provare questo piccolo sacrificio, assicurando che sì, il bisogno di zuccheri si farà sentire, potrebbe sperimentare nervosismo, fastidio, persino ira. È naturale.
Dominare le proprie emozioni, dominare il proprio corpo, è quanto ci è chiesto per essere persone migliori. Non sempre ci è possibile, siamo umani, siamo peccatori. Ma si può provare, specie per un fine così alto: la liberazione della Terra dal Male.
Grazie a tutti coloro che digiuneranno con noi. Grazie a tutti coloro che contribuiranno allo sforzo metafisico per la pace di cui abbiamo estremo bisogno.
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Immagine di Ary Scheffer (1795–1858), La tentazione di Cristo (1854), Walker Art Gallery, Liverpool.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Digiuno
Il cardinale neoeboraceno annuncia: il Ramadan è come il Mercoledì delle Ceneri

Non è la prima volta che il cardinale Dolan intreccia i calendari cristiano e islamico, scrive LifeSite. Nel marzo 2024, l’arcivescovo aveva dichiarato che «la primavera è il momento del trionfo della luce e della vita, OK, e questo è ovviamente ciò di cui parlano il Venerdì Santo e la domenica di Pasqua. Questo è ciò di cui parla la Pasqua. Questo è ciò di cui parla il Ramadan». «Il rinnovamento della vita di Dio dentro di noi, che in realtà condividiamo nel potere costantemente rinvigorente di Dio nel mondo, come vediamo nella natura durante la primavera. Quindi Ramadan, Pasqua, Settimana Santa di Pasqua, è tutto una specie di primavera soprannaturale» ha aggiunto il porporato neoeboraceno. Le pratiche di digiuno cristiano, che sono state minimizzate nella Chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965), sono antecedenti all’astinenza del Ramadan, lunga un mese, dall’alba al tramonto, iniziata nel 662 d.C. I cristiani digiunano fin dai tempi apostolici e l’osservanza di un periodo di digiuno quaresimale è anch’essa molto antica, sebbene la sua durata sia cambiata da luogo a luogo e si sia sviluppata nei primi tre secoli d.C. Il digiuno quaresimale di 40 giorni è stato, tuttavia, fissato nel 400 d.C. e non ha mai incluso, come fa il Ramadan, banchetti notturni e un pasto prima dell’alba.Ramadan starts tomorrow! Ramadan is the season of penance for our Islamic brothers and sisters. Do they ever take it seriously! I tell you that because Ash Wednesday is coming up – that’s kind of like our Ramadan. @thegnewsroom pic.twitter.com/qBiFTGhpoN
— Cardinal Dolan (@CardinalDolan) February 28, 2025
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Leader degli agricoltori indiani da oltre 40 giorni in sciopero della fame

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Jagjit Singh Dallewal, 70 anni, ha iniziato la sua protesta a fine novembre e, nonostante le condizioni critiche, ieri ha rifiutato le cure mediche. I contadini indiani del Punjab e dell’Haryana chiedono interventi da quasi due anni senza finora aver trovato risposte da parte del governo centrale.
La salute di Jagjit Singh Dallewal, 70enne leader del movimento contadino indiano, continua a peggiorare a causa di uno sciopero della fame iniziato più di 40 giorni fa. Ma è da febbraio 2023 che gli agricoltori indiani chiedono al governo centrale garanzie legali riguardo i prezzi minimi di sostegno e altre riforme a favore del settore, manifestando nelle aree al confine tra gli Stati del Punjab e dell’Haryana. Nonostante numerosi appelli da parte di diversi attori, ieri Dallewal ha rifiutato le cure mediche.
Le proteste degli agricoltori, guidate dai sindacati Samyukta Kisan Morcha e Kisan Mazdoor Morcha, si basano su vecchie rivendicazioni irrisolte e finora ignorate: le pensioni per i lavoratori agricoli, l’azzeramento dei debiti, l’attuazione di una serie di raccomandazioni da parte di commissioni governative. Ma soprattutto la garanzia di un prezzo minimo di sostegno, che è il prezzo a cui il governo compra i raccolti dagli agricoltori. I contadini sostengono di essere vulnerabili allo sfruttamento e a grosse perdite economiche in mancanza di riforme strutturali.
Dallewal ha iniziato il suo sciopero della fame il 26 novembre. L’8 gennaio ha incontrato il comitato istituito dalla Corte Suprema, ma senza risultati concreti. Dallewal ha espresso delusione sia nei confronti della magistratura che dell’esecutivo, accusandoli di trascurare la crisi.
Il governo del Punjab, messo sotto pressione dalla Corte suprema e dall’opinione pubblica, ha inviato squadre mediche d’emergenza. «La sua condizione è critica stiamo gestendo la situazione nel miglior modo possibile», ha dichiarato ieri il dottor Avtar Singh, che sta monitorando Dallewal.
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Nei giorni scorsi i sindacati hanno avvertito che potrebbero tenersi manifestazioni a livello nazionale. «Queste azioni si intensificheranno se il governo centrale continuerà a ignorare le nostre richieste», ha affermato il leader contadino Abhimanyu Kohar, sottolineando che un’eventuale morte di Dallewal rappresenterebbe una macchia indelebile sul mandato dell’attuale governo.
Il Samyukta Kisan Morcha ha chiesto l’intervento della presidente Droupadi Murmu, sollecitandola a incontrare una delegazione di contadini. L’ufficio presidenziale, citando impegni di agenda, ha respinto la richiesta, alimentando ulteriore malcontento tra i manifestanti.
Anche il governo del Punjab è stato criticato per la sua risposta tardiva: la Corte Suprema ha chiarito che non ha ordinato la fine dello sciopero della fame, ma ha insistito sulla necessità di ospedalizzare Dallawel per garantirne la sopravvivenza.
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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