Connettiti con Renovato 21

Politica

Tirano giù la statua di un massone satanista. E non sanno nemmeno perché

Pubblicato

il

 

 

 

19 giugno, Washington D.C. In apparente totale ignoranza sul cosa stessero facendo, una torma di rivoltosi americani ha demolito e bruciato la statua del generale confederato Albert Pike.

 

Un personaggio certamente interessante, anche e soprattutto per gli italiani, ai quali senza distinzione ai tempi della scuola è stato fatto un lavaggio del cervello chiamato «Risorgimento», del cui terrorista massone numero uno – tale Giuseppe Mazzini – Pike era generoso pen-friend.

 

In apparente totale ignoranza sul cosa stessero facendo, una torma di rivoltosi americani ha demolito e bruciato la statua del generale confederato Albert Pike, il «papa della massoneria»

Albert Pike (1809-1891) fu stato un generale, avvocato, scrittore, massone statunitense, una figura che molte voci hanno chiamato il «papa della massoneria».

 

Pubblicò numerosi opuscoli in cui chiedeva una guerra contro il cattolicesimo romano ed il papato, in nome dello spirito della rivoluzione francese, che doveva continuare a riversarsi in Europa e sul pianeta intero.

 

La famosa enciclopedia online mette subito le mani avanti: Pike «è considerato da alcuni teorici del complotto, specialmente coloro influenzati dagli evangelici americani, uno dei principali ideatori del Nuovo Ordine Mondiale». Caro lettore, sei avvisato: se crederai anche ad una sola parola di questo articolo, puoi essere bollato come puro complottista.

 

Pike era l’unico militare confederato ad essere commemorato con una statua

Ma intanto noi ti scriviamo lo stesso chi era il personaggio dietro questa sfortunata statua abbattuta in settimana. Bisogna considerare che il Pike era l’unico militare confederato ad essere commemorato con una statua, che era appunto quella distrutta a Washington dai manifestanti di Black Lives Matter

 

Pike era un magistrato e soprattuto – cosa che non siamo sicuri i rivoltosi sapessero – è sospettato di essere tra i fondatori del Ku Klux Klan.

Pike è sospettato di essere tra i fondatori del Ku Klux Klan

 

Il povero monumento a Pike fu finanziato dalla Giurisdizione Meridionale del Rito scozzese della massoneria, e fu mantenuto su Territorio federale dal U.S. Park Service, l’agenzia federale statunitense incaricata della gestione dei parchi nazionali, dei Monumenti nazionali e di altri luoghi protetti. Niente male per un fondatore del KKK, la setta in apparenza più disprezzata dalla storia americana.

«Era un satanista consapevole alleato di Giuseppe Mazzini  e dei suoi movimenti giovanili della “Giovane Europa”, il cui obiettivo era la distruzione degli Stati Uniti».

 

Lo storico Anthony Chaitkin ha asserito che la descrizione di  Pike sulla statua, come autore, poeta e filantropo, «è stata una delle più grandi menzogne ​​della storia» scrive EIR.

 

«Era un satanista consapevole alleato di Giuseppe Mazzini  e dei suoi movimenti giovanili della “Giovane Europa”, il cui obiettivo era la distruzione degli Stati Uniti».

 

«Pike, come Mazzini, era un satanista; e come Mazzini, era uno strumento di una cerchia a Londra diretta o associata in modo prominente con Lord Palmerston, l’autore delle guerre dell’oppio contro la Cina»

 

Nel 1993, il politico americano recentemente scomparso Lyndon Larouche chiese a gran voce la rimozione del monumento:

 

«Come le lettere di Albert Pike a Giuseppe Mazzini illustrano, Pike, come Mazzini, era un satanista; e come Mazzini, era uno strumento di una cerchia a Londra diretta o associata in modo prominente con Lord Palmerston, l’autore delle guerre dell’oppio contro la Cina».

 

Larouche sostiene che Palmerston e Mazzini con Pike mirassero ad una balcanizzazione degli USA scatenando una vera guerra massonica.

 

Palmerston e Mazzini con Pike miravano ad una balcanizzazione degli USA scatenando una vera guerra massonica

«L’oggetto dello sforzo di Pike e quello di Palmerston e anche di Mazzini, era quello di distruggere gli Stati Uniti – un impegno continuo, dopo la guerra di indipendenza; questa volta fomentando una divisione della nazione tra una parte della nazione controllata dalla giurisdizione meridionale del rito scozzese e altre parti della nazione».

 

«Questa era una cospirazione di traditori ed erano tutti traditori consapevoli della leadership degli Stati Uniti; essi, cioè, agivano come agenti della Gran Bretagna che li usò in uno sforzo chiamato Guerra Civile o Guerra di Secessione, il cui fine era distruggere gli Stati Uniti smembrandoli e rendendo così l’intero emisfero occidentale praticamente una colonia dell’Impero britannico».

 

Sul ruolo degli inglesi nel Risorgimento italiano (la nostra «guerra civile») è stato scritto molto, e noi in particolare raccomandiamo la lettura del libro Strana unità. Risorgimento: buono, inutile o dannoso? del compianto Gilberto Oneto.

 

Mazzini, che ancora spopola nella nostra toponomastica, morì da latitante, come un Bin Laden qualsiasi.

Mazzini, ricordiamo, fu con Garibaldi lungamente a Londra (1837-1868), e godeva di un comodo passaporto inglese che gli consentiva di sparire quando la situazione dei moti rivoluzionari italiani divenne calda, come nel 1848. Mazzini, che ancora spopola nella nostra toponomastica, morì da latitante, come un Bin Laden qualsiasi.

 

Molti tendono a smentire l’affiliazione massonica di Mazzini, ma di essa era certo Indro Montanelli (un altro che ha avuto la statua deturpata), e gli storici della massoneria ricordano che fu ««iniziato nel 1834 a Genova , (…) Ricevette dal Fr. Passano il 32° grado del R.S.A.A., necessario per corrispondere in Carboneria al livello di Vendita Suprema, nelle carceri di Savona (…) il 18 giugno 1866 ricevette l’aumento di luce al 33° grado  (…) Fu membro onorario delle LL. Lincoln di Lodi e Stella d’Italia di Genova (…) usò sempre i segni massonici (…) Nessun contemporaneo mise mai in dubbio l’appartenenza di Mazzini alla Massoneria».

«Nessun contemporaneo mise mai in dubbio l’appartenenza di Mazzini alla Massoneria»

 

Riguardo all’accusa di satanismo, vi sono alcune testimonianze che sosterrebbero che Pike portò la massoneria americana verso un «cammino luciferiano». Al di là di queste, è degno di nota ciò che Pike scrive nel libro Morale e Dogma: «Lucifero, il figlio del mattino! È lui che porta la Luce e con i suoi splendori ciechi intollerabili deboli, sensuali o anime egoiste? Non ne dubito!» (Albert Pike, Morals and Dogma, p. 321).

 

«Lucifero, il figlio del mattino! È lui che porta la Luce e con i suoi splendori ciechi intollerabili deboli, sensuali o anime egoiste? Non ne dubito!» (Albert Pike, Morals and Dogma, p. 321)

Tuttavia indizi più consistenti del satanismo di Pike e Mazzini si troverebbero nel loro carteggio, che sarebbe secretato nella Temple House (sede del Rito Scozzese di Washington) ma che nel 1945 sarebbe stato fortuitamente visto a Londra dal commodoro della marina canadese William Guy Carr che lo riassunse nel libro Pawns in the Game.

 

«La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli “Illuminati” di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo».

«Dobbiamo creare un Rito superiore che rimarrà ignoto – scrive Mazzini a Pike il 22 gennaio 1870 – al quale apparterranno quei massoni di alto Grado che sceglieremo»

«Le divergenze suscitate dagli agenti degli “Illuminati” fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni» scrive Carr.

 

«Dobbiamo creare un Rito superiore che rimarrà ignoto – scrive Mazzini a Pike il 22 gennaio 1870 – al quale apparterranno quei massoni di alto Grado che sceglieremo. Nei confronti dei nostri Fratelli in Massoneria, questi uomini dovranno impegnarsi alla segretezza più severa».

 

«Attraverso questo Rito supremo governeremo ogni Massoneria, ed esso diverrà l’unico centro internazionale, il più potente perché la sua direzione sarà sconosciuta».

«Allora ovunque i cittadini (…) e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l’adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!»

 

Il 15 agosto 1871 Pike risponde a Mazzini: «Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l’effetto dell’ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria».

 

«Allora ovunque i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l’adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!»

 

In pratica, Mazzini e Pike sognano di creare un Ordine Mondiale in cui la religione cristiana è rimpiazzata dal satanismo.

 

Questo «Rito supremo» attraverso cui irradiare la «pura dottrina di Lucifero» e provvedere alla «distruzione della Cristianità e dell’ateismo» (!) secondo alcuni prende il nome di «Palladismo», considerabile come culto esoterico anticristiano interno alla massoneria ottocentesca, un circolo satanico che raccoglieva i gradi più alti delle logge mondiali

 

Il Palladio sarebbe stato una sorta di oggetto magico, un’icona del Bafometto, il demone caprino alato adorato dai Templari. Esso sarebbe stato il vertice del satanismo mondiale, il vero centro dell’adorazione di Lucifero.

 

In pratica, Mazzini e Pike sognano di creare un Ordine Mondiale in cui la religione cristiana è rimpiazzata dal satanismo.

Gli storici ritengono che il Lucifero dei risorgimentali (cioè dei massoni che fecero l’Italia) fosse una specie di concetto che doveva rappresentare il laicismo. In molte antologie di letteratura della scuola italiana – quella del lavaggio del cervello di cui parlavamo sopra – è ancora presene l’Inno a Satana di Carducci, letterato massone premiato col Nobel.

 

Altri storici ritengono tutte le rivelazioni sul carteggio «un falso» (uno storico della massoneria USA ha però detto allo scrivente che si tratterebbe di uno di quei falsi che non dicono niente che non sia vero), altri ancora ritengono che la militanza di Pike nel primo KKK sia solo una chiacchiera e nulla più.

 

Per aver buttato giù la statua di Pike, noi ringraziamo Black Lives Matter dal profondo del cuore

Difficile che la folla di Black Lives Matter avesse anche solo lontanamente idea di questa storia che vi abbiamo raccontato.

 

Tuttavia, per aver buttato giù la statua di Pike, noi li ringraziamo dal profondo del cuore.

 

Ribattezzate pure viale Mazzini viale George Floyd. Meglio un drogato pluripregiudicato famoso per essere morto che un massone che ha trascinato l’Italia – e il mondo – nel suo piano infernale

Ciò detto, avremmo anche una modesta proposta per gli epigoni wannabe -vandali goscisti italoidi: ragazzi, che ne dite a questo punto di questo Mazzini, colpevole di razzismo in concorso esterno?

 

A noi andrebbe benissimo togliere dalla toponomastica delle nostre città i viale Mazzini, piazza Mazzini etc. Ribattezzate pure viale George Floyd, piazza George Flood.

 

Meglio un drogato pluripregiudicato famoso per essere morto che un massone che ha trascinato l’Italia – e il mondo – nel suo piano infernale.

 

 

 

 

Immagine di David via Wikimedia pubblicata su licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0). Modifica effettuata con filtro colore.

 

PER APPROFONDIRE

Consigliamo in affiliazione Amazon questi libri di cui abbiamo parlato

Continua a leggere

Politica

Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni

Pubblicato

il

Da

Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.

 

Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.

 

Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.

 

Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».

 

Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

Continua a leggere

Politica

Tentativo di colpo di Stato in Benin

Pubblicato

il

Da

Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.   I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.   Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.   Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.  

Aiuta Renovatio 21

«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».   «La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».   A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.   «Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.   Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.   Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.   Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.   Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine da Twitter
Continua a leggere

Politica

Studenti polacchi pestano i compagni di classe ucraini

Pubblicato

il

Da

Alcuni studenti polacchi di un istituto tecnico di Słupsk, nel nord della Polonia, hanno aggredito e picchiato diversi compagni ucraini dopo che un docente li aveva apostrofati come «feccia», ha riferito martedì il portale Onet.

 

L’episodio si è verificato in una scuola professionale dove sono iscritti numerosi adolescenti ucraini in corsi di formazione. L’avvocato Dawid Dehnert, contattato dai familiari delle vittime, ha citato una registrazione in cui l’insegnante avrebbe definito gli ucraini «feccia» e li avrebbe minacciati di farli bocciare «perché vi farò vedere cosa significa essere polacchi».

 

I genitori dei ragazzi aggrediti hanno raccontato ai media che uno studente polacco era solito riprodurre in aula il rumore di bombe e razzi, rivolgendosi ai compagni ucraini con frasi come «è ora di nascondervi», senza che il docente intervenisse. «L’atteggiamento del professore ha non solo danneggiato gli studenti ucraini, ma ha anche incoraggiato e tollerato atteggiamenti xenofobi negli altri», ha commentato Dehnert.

 


Aiuta Renovatio 21

La situazione è precipitata al termine delle lezioni, quando i giovani ucraini sono stati assaliti fuori dall’edificio da coetanei polacchi più grandi. «Uno degli aggressori ha prima sputato in faccia a un ragazzo ucraino gridando “in testa, puttana ucraina” e poi lo ha colpito con pugni», ha riferito l’avvocato.

 

A seguito del pestaggio, un sedicenne ucraino ha riportato la frattura della clavicola e un altro una sospetta commozione cerebrale. Un video circolato sui social riprende parzialmente la rissa, mostrando tre studenti che infieriscono su uno di loro fino a scaraventarlo a terra.

 

L’aggressione si è interrotta solo quando una passante ha minacciato di chiamare la polizia. Una madre ha dichiarato a Onet di essersi recata immediatamente alla stazione più vicina per denunciare i fatti, ma di essere stata respinta perché «non c’era nessun agente disponibile» e di aver potuto formalizzare la querela solo il giorno successivo.

 

L’episodio si colloca in un contesto in cui la Polonia resta una delle principali mete UE per gli ucraini in fuga dal conflitto: secondo Statista, quasi un milione di cittadini ucraini risultano registrati nel Paese sotto regime di protezione temporanea.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da Twitter

Continua a leggere

Più popolari