Bioetica
Tessuti fetali per vaccini, la verità sulla loro raccolta
Renovatio 21 pubblica questo importantissimo articolo apparso sul sito Fetaltissue.org, e tradotto e ripubblicato per gentile concessione. Qui sono raccontate e documentate per filo e per segno le metodiche con cui viene raccolto il materiale fetale di bambini abortiti per lo sviluppo e la produzione dei numerosi vaccini ad oggi in commercio.
Davanti ad un simile abominio criminale, ci chiediamo come numerosi cattolici possano rimanere inermi, fischiettando e facendo finta di niente, in realtà collaborando alla macchina di Morte che alimenta l’industria farmaceutica e la ricerca eugenetica che la serve.
Crediamo che davanti ad un simile racconto — che consigliamo solo ai duri di stomaco — non serva essere credenti per comprenderne l’orrore.
Raccolta di tessuti da feti vivi
Gli esperimenti sui feti vivi e l’estrazione dei tessuti si sono verificati dagli anni ’50 fino ai giorni nostri ai fini di una ricerca generica sui tessuti fetali.
Gli esperimenti sui feti vivi e l’estrazione dei tessuti si sono verificati dagli anni ’50 fino ai giorni nostri ai fini di una ricerca generica sui tessuti fetali
È probabile che alcune delle centinaia di feti utilizzati per la ricerca e lo sviluppo di vaccini fossero tra questi e sottoposti a prelievo di tessuti mentre erano ancora vivi.
Quindi, i produttori dei vaccini con i tessuti fetali hanno causato un ulteriore danno a questi bambini, al di là del loro semplice omicidio: sono stati coinvolti nella tortura prima dell’omicidio.
La condanna in un processo penale con un adulto rifletterebbe questo.
Etica e background culturale
L’intero settore è pieno di eufemismi per nascondere la barbarie di ciò che accade; quindi riporto una parte della mentalità etica attuale e dei singoli operatori per informarvi che non considerano il bambino come una vita umana, e inevitabilmente ne segue un trattamento disumano…
È probabile che alcune delle centinaia di feti utilizzati per la ricerca e lo sviluppo di vaccini fossero tra questi e sottoposti a prelievo di tessuti mentre erano ancora vivi.
Background ed etica pro-vita
Prima del 1975, quando furono effettuati molti degli aborti legati ai vaccini, c’era una abbondanza di brutte situazioni, perché la cultura sulla sperimentazione umana era lontana:
«Il National Research Act del 1974 (Public Law 93-348) fu spinto principalmente da due rivelazioni inquietanti: il coinvolgimento decennale del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti nell’esperimento della sifilide di Tuskegee, grossolanamente immorale, nel quale i poveri uomini afroamericani sono stati deliberatamente lasciati senza alcun trattamento per osservare il progresso della malattia; e grotteschi esperimenti sui bambini destinati all’aborto dopo la sentenza Roe vs. Wade. La nuova legge aveva creato una moratoria sul finanziamento federale sulla ricerca fetale, fino a quando il consiglio della Commissione non avesse aiutato a emanare nuove normative». (1)
Nel 1975 il Dipartimento della Sanità, dell’Istruzione e dell’Assistenza Sociale degli Stati Uniti pubblicò un rapporto intitolato: Research on the Fetus.
«Nessuna ricerca dovrebbe essere consentita su un feto che deve essere abortito e al quale non sarebbe permesso di andare a termine»
Uno dei commissari, prevedendo problemi sia per gli avvenimenti passati che per le previsioni future, ha scritto questa opinione dissenziente:
«Nessuna ricerca dovrebbe essere consentita su un feto che deve essere abortito e al quale non sarebbe permesso di andare a termine. L’argomento secondo cui il feto, che deve essere abortito, “morirà comunque” è significativo. Tutti noi «moriremo comunque».
«La moralità di tale ricerca non poteva essere efficacemente separata dalla questione morale dell’aborto, specialmente quando i ricercatori devono collaborare strettamente con gli addetti agli aborti per ottenere i tessuti per la ricerca»
«La decisione di una donna di abortire, per quanto protetta da Roe and Doe nell’interesse della sua privacy o della libertà del proprio corpo, non cambia la natura o la qualità della vita fetale».
«Non sottoponiamo gli anziani, che comunque devono morire, a sperimentazioni inconsapevoli, e neanche noi giovani, che comunque dobbiamo morire. È la semplice giovinezza del feto che si pensa possa precludere la piena protezione delle norme stabilite per la sperimentazione umana? Un tale ragionamento implicherebbe la presunzione che un bambino meriti meno protezione di un adulto. Ma la ragione, la nostra tradizione e la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite dicono tutto il contrario». (2)
Riguardo alle tre opinioni dissenzienti del gruppo di ricerca sul trapianto di tessuto fetale umano del 1988:
«Hanno sostenuto che la moralità di tale ricerca non poteva essere efficacemente separata dalla questione morale dell’aborto, specialmente quando i ricercatori devono collaborare strettamente con gli addetti agli aborti per ottenere i tessuti per la ricerca; che una donna, che decide la morte del suo bambino non ancora nato, non può dare un consenso moralmente valido all’utilizzo dei suoi resti per la ricerca; e che l’uso esteso della ricerca e il potenziale uso clinico di tali tessuti aumenterebbero il numero e l’accettazione pubblica degli aborti» (3)
«Una donna, che decide la morte del suo bambino non ancora nato, non può dare un consenso moralmente valido all’utilizzo dei suoi resti per la ricerca»
«I nostri continui disaccordi sulla ricerca fetale, sull’aborto o sul mancato trattamento di neonati gravemente handicappati, non derivano dalla mancanza di fatti o dalla mancanza di principi condivisi, ma da visioni divergenti su ciò che significa essere umano, nonché della natura e dello scopo della vita umana». (4)
«La fonte del dilemma medico, che circonda la ricerca sui feti vivi, è lo stato del feto abortito ancora vivo e il principio del consenso informato. La situazione può essere vista come un confronto tra l’etica dell’utilitarismo e dell’umanitarismo». (5)
Etica alternativa e pratica alternativa
L’etica del dottor Gaull: «Piuttosto che essere immorale ciò che stiamo cercando di fare, è immorale (è una terribile perversione dell’etica) gettare questi feti nell’inceneritore, come si fa di solito, piuttosto che ottenere alcune informazioni utili». (6)
«L’uso esteso della ricerca e il potenziale uso clinico di tali tessuti aumenterebbero il numero e l’accettazione pubblica degli aborti»
Studio del dottor Gaull: «Si iniettano sostanze chimiche radioattive nei fragili cordoni ombelicali dei feti appena rimossi dal grembo materno durante gli aborti. Mentre il cuore batte ancora, si rimuovono i loro cervelli, i polmoni, i fegati e i reni per studiarli. (7) Poiché sappiamo che distruggeremo, smembreremo e scarteremo il feto con una procedura nota come aborto, esporlo al vaccino contro la rosolia, appena prima di tale fine, sembra una piccola indegnità. L’etica medica del “non nuocere” sarebbe, ovviamente, violata, ma abbiamo già violato quel principio quando abbiamo accettato il concetto di aborto. Il danno finale, di distruggere il feto, banalizza ciò che lo precede». (8)
«…con le prostaglandine, puoi organizzare l’intero aborto in modo che [il bambino] risulti “vitale”, nel senso che può sopravvivere per ore, o un giorno… Non è possibile trasformare questo feto in un bambino, quindi possiamo considerarlo come niente più che un pezzo di tessuto». (9)
«Una volta che la società ha dichiarato che il feto è morto, ed ha abrogato i suoi diritti, non vedo alcun problema etico… Quali diritti proteggeremo una volta deciso che il feto non vivrà?». (10)
«La fonte del dilemma medico, che circonda la ricerca sui feti vivi, è lo stato del feto abortito ancora vivo e il principio del consenso informato. La situazione può essere vista come un confronto tra l’etica dell’utilitarismo e dell’umanitarismo»
Il tessuto fetale deve essere prelevato entro pochi minuti
«Il tessuto fetale per il trapianto deve essere “prelevato” entro pochi minuti dal parto. I farmaci che riducono l’attività fisiologica fetale devono essere evitati. Il feto quindi deve essere in uno stato il più vivo e reattivo possibile quando viene smembrato». (11)
«Per mantenere in vita il 95% delle cellule, il tessuto vivo non dovrebbe essere conservato oltre i 5 minuti dall’aborto».
Entro un’ora le cellule continuerebbero a deteriorarsi, rendendo gli esemplari inutilizzabili, (12) come spiega il Dr. C. Ward Kischer, embriologo e professore emerito di anatomia; Specialista in Embriologia Umana, University of Arizona College of Medicine (Tucson, Arizona)
«Si iniettano sostanze chimiche radioattive nei fragili cordoni ombelicali dei feti appena rimossi dal grembo materno durante gli aborti. Mentre il cuore batte ancora, si rimuovono i loro cervelli, i polmoni, i fegati e i reni per studiarli»
«Il modo corretto consiste nel ricorrere al taglio cesareo o all’asportazione dell’utero. Solo in questo modo è possibile garantire la sterilità batteriologica. In entrambi i casi, quindi, per ottenere le cellule embrionali per la coltura, è necessario adottare un aborto programmato, scegliendo l’età dell’embrione e sezionandolo mentre è ancora in vita per rimuovere i tessuti da collocare nei terreni di coltura». (13)
I feti sono accuratamente selezionati
Ciò fornisce anche un ulteriore ragione per essere sicuri che il tessuto del feto non si degradi, è già stato speso molto tempo per selezionarli e il fatto che vengano «sprecati» uccidendoli, mentre sono ancora nel grembo materno, è un incentivo ulteriore per prelevarli vivi. In quale altro modo si può essere sicuri di far partorire i bambini in tempo per accedere e raccogliere tessuti vitali?
«Un feto è stato scelto dal Dr. Sven Gard, specificamente per questo scopo [purezza genetica]. Entrambi i genitori sono noti e, sfortunatamente per la storia, sono sposati e ancora vivi e vegeti, presumibilmente vivono a Stoccolma».
«Poiché sappiamo che distruggeremo, smembreremo e scarteremo il feto con una procedura nota come aborto, esporlo al vaccino contro la rosolia, appena prima di tale fine, sembra una piccola indegnità»
«L’aborto è stato fatto perché pensavano di avere troppi figli. Non c’erano malattie familiari nella storia di nessuno dei genitori e nessuna storia di cancro specifica nelle famiglie». (14)
La procedura dell’aborto è adattata per i requisiti dei tessuti
La creazione del ceppo cellulare Walvax-2 nel 2015 ha sollevato le seguenti preoccupazioni:
«Dubbia complicità tra i medici che hanno eseguito l’aborto e i ricercatori sui vaccini che hanno beneficiato dei tessuti di fibroblasti polmonari fetali appena abortiti».
«L’etica medica del “non nuocere” sarebbe, ovviamente, violata, ma abbiamo già violato quel principio quando abbiamo accettato il concetto di aborto. Il danno finale, di distruggere il feto, banalizza ciò che lo precede»
«Gli esperti di etica hanno universalmente insistito sul fatto che, nello sviluppo dei vaccini virali da tessuto fetale abortito, non dovrebbe esserci collusione tra la donna che ha deciso di abortire il suo bambino (e, per estensione, tra i medici che praticano l’aborto) e i ricercatori…»
«Per estensione, i medici coinvolti che eseguono l’aborto non dovrebbero deviare dal normale metodo di aborto del feto (nel caso di un feto di tre mesi, un D&C) solo per fornire del «tessuto fetale ottimale» i ricercatori del vaccino. Ma questo è ciò che hanno fatto i medici per fare abortire il feto femmina di 3 mesi il cui tessuto alla fine ha dimostrato di produrre il miglior ceppo di cellule diploidi dal lotto di 9 feti abortiti per il substrato cellulare Walvax-2. Hanno utilizzato uno speciale mezzo di induzione (il metodo della sacca d’acqua) in modo che loro, o qualcuno da loro delegato, potessero consegnare alla ricerca i cadaveri fetali intatti con organi freschi che avrebbero facilitato, a loro volta, il pronto raccolto del necessario tessuto polmonare fibroblastico fetale, da cui hanno poi sviluppato il ceppo di cellule diploidi umane favorevole alla crescita dei rispettivi virus (rabbia, epatite A e varicella)». (15)
«Una volta che la società ha dichiarato che il feto è morto, ed ha abrogato i suoi diritti, non vedo alcun problema etico… Quali diritti proteggeremo una volta deciso che il feto non vivrà?»
«Nel 2016 il dottor Goldstein ha affermato che la moralità dell’aborto stesso è una questione separata perché il tessuto disponibile in seguito «sarebbe altrimenti scartato». Ma questa ipotesi ora sembra ingenua alla luce dei video rilasciati da David Daleiden e dai suoi colleghi, in cui i funzionari di Planned Parenthood erano lieti di prendere accordi amichevoli con le società di recupero dei tessuti in anticipo, comprese le offerte per cambiare i loro metodi di aborto per ottenere tessuti e organi utilizzabili. La questione non sembra riguardare solamente la complicità dopo l’aborto». (16)
A volte i bambini nascono vivi e poi vengono sezionati
I primi anni di ricerca
«È stato ottenuto sotto precauzioni sterili al momento dell’isterotomia addominale per indicazioni terapeutiche. Sono stati utilizzati embrioni, di gestazione, compresi tra le 12 e le 18 settimane. Raramente i tessuti sono stati ottenuti da feti nati morti o da neonati prematuri all’autopsia. I tessuti embrionali sono stati preparati nel modo seguente. Quando possibile, l’embrione è stato rimosso dal sacco amniotico con le precauzioni di sterilità, trasferito su un asciugamano sterile e mantenuto a 5 °fino alla dissezione», 1952, ricercatori della polio premio Nobel, Drs Enders e Wells. (17)
«Per mantenere in vita il 95% delle cellule, il tessuto vivo non dovrebbe essere conservato oltre i 5 minuti dall’aborto»
«Gli embrioni umani, di gestazione da due mesi e mezzo a cinque mesi, sono stati ottenuti dal reparto ginecologico del Toronto General Hospital. Sono stati posti in un contenitore sterile e prontamente trasportati al laboratorio dei virus dell’adiacente Hospital for Sick Children. Non sono stati utilizzati campioni macerati e in molti embrioni il cuore batteva ancora al momento della ricezione nel laboratorio dei virus». (18)
«In Svezia hanno bucato il sacco di una donna incinta, fra la 14ª e la 16ª settimana di gestazione, poi hanno messo un morsetto sulla testa del bambino tirando la testa verso il basso nel collo dell’utero, hanno poi fatto un foro nella testa del bambino, quindi hanno inserito un dispositivo aspirante nel cervello e hanno aspirato le cellule cerebrali».
«Il modo corretto consiste nel ricorrere al taglio cesareo o all’asportazione dell’utero. Solo in questo modo è possibile garantire la sterilità batteriologica. In entrambi i casi, quindi, per ottenere le cellule embrionali per la coltura, è necessario adottare un aborto programmato, scegliendo l’età dell’embrione e sezionandolo mentre è ancora in vita per rimuovere i tessuti da collocare nei terreni di coltura»
«Sono stati utilizzati feti umani sani dalle 7 alle 21 settimane da aborti legali. L’età del concepimento è stata stimata con la lunghezza del feto dal vertice del cranio all’osso sacro. Il fegato e il rene del feto sono stati rapidamente rimossi e pesati».
«Ora a 21 settimane, quello che hanno fatto, o a 18 settimane, o a 16 settimane, è quello che viene chiamato aborto con prostaglandine. Si inietta una sostanza nell’utero. La donna quindi entra in mini-travaglio e partorisce il bambino».
«Il 50% delle volte il bambino sarebbe nato vivo, ma questo non li ha fermati. Avrebbero semplicemente aperto l’addome del bambino senza anestesia e avrebbero estratto il fegato e i reni, etc». (19)
«Sono stati eseguiti esperimenti sui bambini abortiti vivi a breve termine e a cui non è stata nemmeno offerta la misericordia di anestetici mentre si contorcevano e piangevano in agonia, e quando la loro utilità era finita, sono stati uccisi e scartati come spazzatura», Al Karolinska Institute, Svezia – dove è stato eseguito l’aborto WI-38 per il vaccino contro la rosolia. (20)
Ci sono troppi orrori da documentare, ma si può leggere online un capitolo del libro di Pietro Croce e piangere. Un estratto:
«Una mattina nacquero quattro di loro, uno dopo l’altro. Hanno pianto, ma non ho avuto il tempo di ucciderli subito perché avevo troppo da fare quella mattina. Non sono un uomo duro ma un realista. Si deve essere uomini di scienza e non emotivi se si vuole evitare che il giudizio sia offuscato dal sentimento» (21)
«In Svezia hanno bucato il sacco di una donna incinta, fra la 14ª e la 16ª settimana di gestazione, poi hanno messo un morsetto sulla testa del bambino tirando la testa verso il basso nel collo dell’utero, hanno poi fatto un foro nella testa del bambino, quindi hanno inserito un dispositivo aspirante nel cervello e hanno aspirato le cellule cerebrali»
Tempi recenti
La ricerca sui tessuti fetali è sempre in atto: nel 2014 il solo NIH degli Stati Uniti ha finanziato 164 progetti che utilizzano tessuti fetali umani. (22)
Planned Parenthood e testimonianza del tribunale
Vi è una chiara indicazione che i metodi di aborto vengono adattati per soddisfare le richieste dei tessuti e che i bambini vengono fatti nascere e sezionati vivi.
Guardate ciascuno di questi tre video del CMP, che riguardano alcune testimonianze in tribunale. Due estratti (tra i numerosi):
D: In una situazione normale hai detto che il chirurgo certifica la completezza della procedura e poi il tecnico va a procurarsi il tessuto. Nella situazione in cui il feto viene estratto, viene fatta la stessa cosa?
R: Certamente.
D: Quando il feto viene estratto, viene fatto qualcosa al feto dal chirurgo secondo te?
R: No.
«Sono stati eseguiti esperimenti sui bambini abortiti vivi a breve termine e a cui non è stata nemmeno offerta la misericordia di anestetici mentre si contorcevano e piangevano in agonia, e quando la loro utilità era finita, sono stati uccisi e scartati come spazzatura»
D: Quando il tecnico addetto all’approvvigionamento entra nel laboratorio l’intero feto è intatto?
R: Sì.
D: Come avviene un prelievo di tessuto in una di queste situazioni in cui l’intero feto è intatto in laboratorio?
R: Facciamo la dissezione per ottenere i tessuti che i ricercatori hanno richiesto.
D: E per essere chiari, fai la dissezione per ottenere i tessuti che sono sulla lista per la giornata?
R: Esatto.
D: Hanno un battito cardiaco, non è vero, nel momento dell’estrazione? (23)
«Una mattina nacquero quattro di loro, uno dopo l’altro. Hanno pianto, ma non ho avuto il tempo di ucciderli subito perché avevo troppo da fare quella mattina. Non sono un uomo duro ma un realista. Si deve essere uomini di scienza e non emotivi se si vuole evitare che il giudizio sia offuscato dal sentimento»
D: Con «non vivi» intendi che non si muovevano.
R: corretto.
D: E vuoi dire che non avevano un battito cardiaco.
R: Dipenderebbe.
D: E quando dici che dipenderà, cosa intendi?
A: Ci sono, posso vedere i cuori che sono dentro, non in un POC (24) intatto che battono indipendentemente. (25)
WALVAX-2 (2015)
Questo è un vaccino recente che è stato ottenuto immoralmente. Il bambino di 3 mesi è stato quasi certamente partorito e sezionato vivo, nascosto sotto un linguaggio eufemistico, come il «metodo della sacca d’acqua«. Dimostra anche la cura con cui vengono selezionati i feti adatti.
«Abbiamo ottenuto 9 feti attraverso uno screening rigoroso basato sui criteri di inclusione accuratamente specificati (vedere la sezione Metodi). Il ceppo di cellule Walvax-2 ha soddisfatto tutti questi criteri, e si è dimostrata come la migliore linea cellulare dopo un’attenta valutazione. Pertanto è utilizzata per consolidare un ceppo di cellule diploidi umane. Il Walvax-2 è stato derivato da un tessuto polmonare fetale, simile al WI-38 e al MRC-5, ed è stato ottenuto da un feto femmina di 3 mesi, abortito a causa della presenza di una cicatrice uterina causata da un precedente parto cesareo, da una donna sana di 27 anni».
«Il materiale fetale è stato fornito dal Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dello Yunnan Hospital, con accordi legali ed etici stabiliti con la donatrice. Prima dello studio, abbiamo stabilito i criteri di inclusione rigorosi e completi per garantire un ceppo cellulare di alta qualità: 1) età gestazionale da 2 a 4 mesi; 2) induzione del travaglio con il metodo della sacca d’acqua; 3) il lavoro dei genitori non dovrebbe comportare il contatto con sostanze chimiche e con radiazioni; 4) entrambi i genitori godono di buona salute senza malattie neoplastiche e genetiche, e senza storia di trapianti di tessuti o di organi umani nelle famiglie da 3 generazioni; e 5) nessuna malattia infettiva. I tessuti dei feti appena abortiti sono stati immediatamente inviati al laboratorio per la preparazione delle cellule». (26)
La ricerca sui tessuti fetali è sempre in atto: nel 2014 il solo NIH degli Stati Uniti ha finanziato 164 progetti che utilizzano tessuti fetali umani.
Storie coerenti con quanto sopra ma con riferimenti limitati
«Nel marzo del 1973, il procuratore generale del Connecticut ha testimoniato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, allo Yale-New Haven Hospital, un bambino abortito vivo e vitale era stato sezionato senza anestesia fino alla sua morte».
«Il dottor Kekomaki prendeva i bambini abortiti a termine e, mentre erano ancora vivi, li tagliava e saccheggiava gli organi senza nemmeno la somministrazione di un anestetico».
«Nel marzo del 1973, il procuratore generale del Connecticut ha testimoniato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, allo Yale-New Haven Hospital, un bambino abortito vivo e vitale era stato sezionato senza anestesia fino alla sua morte»
Un’infermiera ha osservato un caso e ha detto:
«Hanno preso il feto e gli hanno aperto la pancia. Hanno detto che volevano il suo fegato. Hanno portato il bambino fuori dall’incubatrice ed era ancora vivo. Era un maschio. Aveva il corpo completo, con le mani, i piedi, la bocca e le orecchie. Stava anche secernendo urina. Alla domanda di spiegare le ragioni di questo atroce “esperimento” Kekomaki ha risposto che “un bambino abortito è solo spazzatura”». (27)
«I feti di scimmia – a dire loro – erano persino più preziosi, poiché ce n’erano meno disponibili rispetto ai feti umani». (28)
Ulteriori letture
«Hanno preso il feto e gli hanno aperto la pancia. Hanno detto che volevano il suo fegato. Hanno portato il bambino fuori dall’incubatrice ed era ancora vivo. Era un maschio. Aveva il corpo completo, con le mani, i piedi, la bocca e le orecchie. Stava anche secernendo urina. Alla domanda di spiegare le ragioni di questo atroce “esperimento” Kekomaki ha risposto che “un bambino abortito è solo spazzatura”»
Per ulteriori informazioni con riferimenti eccezionali , vedere i seguenti estratti ripubblicati (con il gentile permesso degli autori) dal libro del 1987: Fetus as Transplant Donor, Scientific, social & ethical perspectives di Peter McCullagh .
Vedere anche Fetal Experimentation: Frankenstein Revisited e Experimentation on live preborns.
Conclusione
Se pensate che l’approvvigionamento dei tessuti fetali vivi non avvenga più oggi, avete diritto ad avere il vostro punto di vista, ma dato che tutto indica il contrario, è una posizione ragionevole da mantenere? Avete motivi a priori per sostenerlo?
Sembra che se siate a favore della vita, allora dovete anche essere contrari all’uso della sperimentazione sui tessuti fetali vivi dagli aborti. Una natimortalità naturale in cui la madre è addolorata, ma il bambino è già morto è una cosa. Ma se un bambino deve essere ucciso, quel corpo non appartiene alla madre o a coloro che traggono profitto dal suo utilizzo. Sembra una cosa da poco concedere al bambino un po’ di rispetto, e avendo deciso di ucciderlo o ucciderla, almeno non aggravare la situazione con l’ulteriore uso e abuso del loro corpo.
Inoltre sembra anche inevitabile che molte delle centinaia di feti, utilizzati per i tessuti fetali nei vaccini, siano stati soggetti a vere e proprie torture. Quindi, se siete pro-vita, dovete anche essere contro l’utilizzo dei tessuti fetali nei vaccini.
NOTE
1) 2020-10-05; Doerflinger, Richard; Charlotte Lozier Institute; «Federal Bioethics Commissions and Bias Against the Unborn»; https://lozierinstitute.org/federal-bioethics-commissions-and-bias-against-the-unborn/
2) 1974; Louisell, David; «Research on the Fetus: Dissenting Statement»; https://videocast.nih.gov/pdf/ohrp_research_on_fetus.pdf
3)2020-10-05; Doerflinger, Richard; Charlotte Lozier Institute; «Federal Bioethics Commissions and Bias Against the Unborn»; https://lozierinstitute.org/federal-bioethics-commissions-and-bias-against-the-unborn/
4) 1984-01; Tiefel, Hans; Bioethics Reporter; «Fetal Experimentation in Conflicting Perspectives».
5) 1974; Haley, Jacqueline; «Haunting shadows from the rubble of Roe’s right of privacy»; https://www.semanticscholar.org/paper/Haunting-shadows-from-the-rubble-of-Roe%27s-right-of-Haley/ae6e2946bd4dd5d03ac235a02b321c990e8b9575?p2df
6) 1973-04-19; Gaull, Jerald; San Francisco Chronicle, p.20; «Operations on Live Fetuses»; https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015077925645&view=1up&seq=78
7) 1973-04-15; Washington Post — anche nell’articolo del San Francisco Chronicle:
1973-04-19; Gaull, Jerald; San Francisco Chronicle, p20; Operations on Live Fetuses; https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015077925645&view=1up&seq=78
8) 1975-06; Gaylin, Willard & Lappé, Marc; Atlantic Monthly; https://www.researchgate.net/publication/11688031_Fetal_Politics_The_Debate_on_Experimenting_with_the_Unborn
9) 1973-04-21; Dr. Durt Hirshhorn of New York’s Sinai Hospital; National Observer
10)
11) 1988-03; Alderson, Priscilla; Journal of Medical Ethics; Review: «The Foetus as Transplant Donor: Scientific, Social and Ethical Perspectives»; https://www.researchgate.net/publication/25178659_The_Foetus_as_Transplant_Donor_Scientific_Social_and_Ethical_Perspectives
12) Intervista personale con Debi Vinnedge luglio 2002, ALL Conference
13) «Per ottenere cellule embrionali non si possono utilizzare embrioni da aborti spontanei, né possono essere utilizzati quelli ottenuti mediante aborti effettuati per via vaginale: in entrambi i casi l’embrione sarà contaminato da microrganismi. Il modo corretto consiste nel ricorrere al taglio cesareo o all’asportazione dell’utero. Solo in questo modo è possibile garantire la sterilità batteriologica. In entrambi i casi, quindi, per ottenere cellule embrionali per la coltura è necessario adottare un aborto programmato, scegliendo l’età dell’embrione e sezionandolo ancora in vita , al fine di rimuovere i tessuti da collocare nei terreni di coltura. Date queste premesse, ci troviamo di fronte al dilemma se la deliberata distruzione sistematica di una creatura umana per ottenere materiale cellulare possa essere giustificata, quando si riconosce che ciò è di grande interesse per la ricerca fondamentale e per la diagnosi di alcune malattie umane. La ricerca e la diagnosi hanno un valore così grande da giustificare la distruzione di esseri umani? Una dichiarazione del Comitato Permanente dei Medici della Comunità Europea e della World Medical Association, pubblicata nel 1985, afferma: “Un embrione umano non può essere considerato come materiale di laboratorio ma piuttosto come un potenziale essere umano. Il rispetto che le è dovuto implica, di conseguenza, che qualsiasi ricerca dovrebbe essere soggetta alle Dichiarazioni di Helsinki e Tokyo, adottate nel 1975 dalla World Medical Association ». Ecco un estratto di quelle dichiarazioni: «La preoccupazione per l’individuo deve sempre prevalere sull’interesse della scienza e della società … il medico ha il dovere di proteggere la vita e la salute delle persone che si sottopongono alla ricerca biomedica». Non mi sembra che questi principi siano compatibili con gli aborti programmati effettuati per ottenere colture cellulari. Non posso pensare diversamente, anche se le donne stesse vogliono una cessazione e nonostante il fatto che gli interessi scientifici, diagnostici e commerciali si siano combinati per creare un clima di opinione che lo fa sembrare desiderabile. La Dichiarazione di Ginevra afferma che il medico ha il dovere di prestare la massima cura per salvaguardare la vita di un essere umano dal suo concepimento e non utilizzerà, anche se minacciato, le sue conoscenze per violare le leggi umanitarie. Gli embrioni umani sono i membri più deboli della famiglia umana. Sono oggetto di ingiusta discriminazione in caso di aborto. Contrariamente a quanto accade ad altre minoranze discriminate, gli embrioni umani non hanno quasi nessuno che li difenda. La mia conclusione generale, quindi, è che poiché la sperimentazione animale è fallace e fuorviante ed è immorale usare feti ottenuti da aborto elettivo piuttosto che spontaneo, siamo obbligati a concludere che tutte le colture in vitro di tessuti di embrioni umani dovrebbero essere abbandonate, riconoscendo tuttavia che questo tipo di ricerca è scientificamente valido». 1986-04-26; Herranz, Gonzalo; Il Sabato, no.15; In risposta ad un precedente articolo sulla stessa rivista di Paolo Cucchiarelli e Marina Ricci Il
professor Herranz era, all’epoca, presidente del Comitato di etica medica dei medici spagnoli e vicepresidente del Comitato permanente di etica medica della Comunità europea.
14) G. Sven, S. Plotkin, K. McCarthy, «Gamma Globulin Prophylaxis; Inactivated Rubella Virus; Production and Biological Control of Live Attenuated Rubella Virus Vaccines»; Amer J Dis Child Vol 118 Aug 1969; https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/503195; https://cogforlife.org/AmJDisChildMcCarthyGard.pdf
15) 2016-08-01; Nebraska Coalition For Ethical Research; «The Ethics of teh WALXVAX-2 Cell Strain»; http://ethicalresearch.net/positions/the-ethics-of-the-walvax-2-cell-strain/
16) 2020-10-05; Doerflinger, Richard; Charlotte Lozier Institute; «Federal Bioethics Commissions and Bias Against the Unborn»; https://lozierinstitute.org/federal-bioethics-commissions-and-bias-against-the-unborn/
17) 1952-12-01; Weller, Thomas & Enders, John; Journal of Immunology 1952;69;645-671; «Studies on the Cultivation of Poliomyelitis Viruses in Tissue Culture : I. The Propagation of Poliomyelitis Viruses in Suspended Cell Cultures of Various Human Tissue»; https://www.jimmunol.org/content/69/6/645
18) 1952-06; Thicke et al; «Cultivation of Poliomyelitis Virus in Tissue Culture; Growth of the Lansing Strain in Human Embryonic Tissue», Canadian Journal of Medical Science, Vol. 30, pg 231-245; https://cdnsciencepub.com/doi/10.1139/cjms52-031
19) Dal libro del dottorPeter McCullagh, The Fetus As Transplant Donor the Scientific, Social, and Ethical Perspectives, come riportato dal dottor Bernard Nathanson in merito ai metodi usati per la raccolta di tessuto fetale in Svezia; Conference on Love, Life and the Family, Irvine, CA, April 6-10-1994; https://web.archive.org/web/20081013060750/http://www.vidahumana.org/english/family/harvesting.html
20) Il dottor Ian Donald ha descritto gli esperimenti che ha personalmente testimoniato al Karolinska – tutto in nome della scienza.
1988-06-01; Marx, Paul; Confessions of a Pro-Life Missionary; https://www.amazon.com/dp/155922021X
21) 1974; Lichtfield, Michel & Kentish, Susan; «Bebets au feu»; intervista con un ginecologo inglese mentre finge di essere un potenziale compratore.
22) 2015-12-09; Wadman, Meredith; Scientific American: «Nature; The Truth about Fetal Tissue Research»; https://www.scientificamerican.com/article/the-truth-about-fetal-tissue-research/
23) https://youtu.be/lHh5IFXao-4?t=249
24) POC = Proof of Conception = bambino
25) https://youtu.be/lHh5IFXao-4?t=359
26) 2015-04; Bo Ma et al; Human Vaccines & Immunotherapeutics; «Characteristics and viral propagation properties of a new human diploid cell line, walvax-2, and its suitability as a candidate cell substrate for vaccine production»; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4526020/
27) Our Sunday Visitor; «Cardinal Relates Horror Story About Human Fetuses»; 29 marzo 1987
28) 1988 luglio/agosto; Kahabka, Mark; Fidelity Magazine; «Eugenics Revisited», p.13
29) Un tale anno di pubblicazione, lungi dal renderlo obsoleto, lo avvicina al periodo durante il quale la maggior parte dei feti vaccinati sono stati uccisi, fornendo così un’eccellente copertura delle questioni rilevanti.
Articolo tradotto e pubblicato per gentile concessione di Fetal Tissue Vaccines: a Basis for Ethical assessment
Bioetica
Mons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha lodato il principe Alberto di Monaco che nel principato dove è regnante ha rifiutato di firmare la legge per legalizzare l’aborto.
«Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando» scrive Sua Eccellenza in un post sul social media X. «Nel 1990 fa il Re Baldovino del Belgio abdicò, piuttosto di dare la propria approvazione all’odiosa legge sull’aborto: anch’egli fu un Monarca veramente cattolico».
«Suscita sconcerto il silenzio del Vaticano dinanzi a questa testimonianza di Fede, che dovrebbe essere additata ad esempio: un silenzio che diventa assordante quando tace davanti all’uccisione di milioni di innocenti massacrati nel ventre materno. Un silenzio che è riecheggiato quando Joe Biden finanziava l’industria dell’aborto e lo autorizzava fino al momento del parto» continua monsignore.
«La “chiesa sinodale” presta ascolto al “grido della Terra”, mentre finge di non udire il gemito dei bambini sterminati. Essa è troppo impegnata a propagandare gli “obiettivi sostenibili” dell’Agenda 2030 (tra cui figura anche l’aborto, definito ipocritamente “salute riproduttiva”) per denunciare i sacrifici umani di questa società antiumana e anticristica. Troppo occupata a lucrare sul traffico di clandestini che dovrebbe invece denunciare come strumento di islamizzazione dell’Europa un tempo cristiana» tuona l’arcivescovo già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
Il Principe Alberto di Monaco, coerentemente con la Fede che egli professa e con l’autorità sacra che legittima la sua funzione di sovrano del Principato di Monaco, non ratifica la proposta di legge per la depenalizzazione dell’aborto, crimine esecrando. Nel 1990 fa il Re… https://t.co/6mGMkIamVd
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 24, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, in passato il prelato lombardo ha definito l’aborto come «il sacramento di Satana».
«Morte. Solo morte. Morte prima di nascere. Morte durante la vita. Morte prima di morire naturalmente. Significativamente, chi è favorevole alla morte degli innocenti – bambini, malati, anziani – è contrario alla pena di morte. Si può essere trovati indegni di vivere perché poveri, perché vecchi, perché non voluti da chi ci ha concepito; ma se si massacrano persone o si compiono delitti orrendi, la pena capitale è considerata una barbarie» aveva scritto monsignore in un testo di due anni fa.
«Dovremmo iniziare a comprendere che i teorizzatori di questa immane strage che si perpetua da decenni e ci ripiomba nella barbarie del peggior paganesimo non si considerano parte dello sterminio: nessuno di loro è stato abortito; nessuno di loro è stato lasciato morire senza cure; a nessuno di loro è stata imposta la morte per ordine di un tribunale. Siamo noi, siete voi e i vostri figli, i vostri genitori, i vostri nonni che dovete morire, e che vi dovete sentire in colpa perché siete vivi, perché esistete e producete CO2».
«L’aborto è un atto di culto a Satana. È un sacrificio umano offerto ai demoni, e questo lo affermano orgogliosamente gli stessi adepti della «chiesa di Satana», che negli Stati Americani in cui l’aborto è vietato rivendicano di poter usare i feti abortiti nei loro riti infernali. D’altra parte, in nome della laicità si abbattono le Croci e le statue della Madonna e dei Santi, ma al loro posto iniziano a comparire immagini raccapriccianti di Bafometto» ha detto monsignore.
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«L’aborto è un crimine orrendo perché oltre alla vita terrena priva il bambino della visione beatifica, destinandolo al limbo perché sprovvisto della Grazia battesimale. L’aborto è un crimine orrendo perché cerca di strappare a Dio delle anime che Egli ha voluto, ha creato, ha amato e per le quali ha offerto la propria vita sulla Croce. L’aborto è un crimine orrendo perché fa credere alla madre che sia lecito uccidere la creatura che più di tutte, e a costo della sua stessa vita, ella dovrebbe difendere. E con tale crimine quella madre si rende assassina e se non si pente si condanna alla dannazione eterna, vivendo molto spesso anche nella vita quotidiana il rimorso più lancinante. L’aborto è un crimine orrendo perché si accanisce sull’innocente proprio a causa della sua innocenza, rievocando gli omicidi rituali dei bambini commessi nelle sette di ieri e di oggi. Sappiamo bene che la cabala globalista è legata dal pactum sceleris della pedofilia e di altri crimini orrendi, e che a quel patto sono vincolati esponenti del potere, dell’alta finanza, dello spettacolo e dell’informazione».
«Rifiutiamo l’aborto e avremo milioni di anime che potranno amare ed essere amate, compiere grandi cose, diventare sante, combattere al nostro fianco, meritare il Cielo».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Bioetica
Nuovo libro per bambini insegna ai bambini di 5 anni che l’aborto è un «superpotere»
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Bioetica
«Estrema irrazionalità bioetica al servizio della biopolitica»: vescovo spagnolo denuncia la «tragedia dei 73 milioni di aborti» all’anno
Il presidente della Conferenza episcopale spagnola ha denunciato la «tragedia dei 73 milioni di aborti» praticati ogni anno in tutto il mondo. Lo riporta LifeSite.
Nel suo discorso alla 128ª Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli a Madrid, Luis Javier Argüello García, arcivescovo di Valladolid, ha parlato di come l’aborto venga messo a tacere dalla società secolarizzata e i sostenitori della vita vengano emarginati.
«Chiunque dichiari pubblicamente che l’aborto è oggettivamente immorale perché pone fine alla vita di un essere umano diverso dai genitori rischia una dura condanna personale, sociale e politica: “Mettere in discussione questa conquista? Dubitare di questo diritto? Questo è il culmine del pensiero fascista e autoritario e merita di essere immediatamente etichettato come estremismo di destra”», ha affermato monsignor Argüello.
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«Fornire informazioni alle donne incinte è considerato un abuso, e pregare fuori da una clinica per l’aborto è considerato una minaccia». «Perché questo rifiuto di pensare razionalmente e di lasciare che la scienza – DNA, genomica, ultrasuoni, ecc. – parli, informi e ci permetta di riconoscere la verità?» ha chiesto.
L’arcivescovo ha affermato che l’essere umano è «un organismo vivente della specie Homo Sapiens».
«Secondo questa definizione, il fatto che un feto o un embrione sia un essere umano è semplicemente un fatto biologico», ha osservato. «Basta dare un’occhiata a qualsiasi libro di testo di embriologia medica per vedere che gli scienziati confermano all’unanimità che, dal momento della fecondazione, nel corpo della madre si crea un organismo umano vivente e indipendente, con un proprio patrimonio genetico».
«Per questo non c’è bisogno di consultare la Bibbia, anche se essa ci insegna che la sua dignità è sacra e che è dotata di un’anima immortale», ha aggiunto il presule.
«La società occidentale ha completamente soppresso la questione dell’aborto», ha affermato Argüello. «La tragedia di 73 milioni di aborti in tutto il mondo ogni anno, di cui 100.000 in Spagna, è diventata la normalità. Siamo arrivati a un punto di estrema irrazionalità nella bioetica, che è al servizio della biopolitica».
«Nello stesso ospedale, un gruppo di medici può essere determinato a salvare un feto di cinque mesi e mezzo, mentre un altro gruppo nella stanza accanto uccide deliberatamente un bambino della stessa età», ha affermato, sottolineando l’ipocrisia e l’incoerenza della posizione pro-aborto.
«Questo è del tutto legale. Allo stesso modo, la legge può punire la distruzione di un nido d’aquila con una multa di 15.000 euro e fino a due anni di carcere, ma garantisce il diritto di uccidere un bambino con sindrome di Down fino al termine della gravidanza».
«Tuttavia, una prospettiva cattolica non può limitarsi ad affermare la protezione della vita nascente e a lottare contro l’aborto», ha sottolineato l’arcivescovo. «Deve tenere conto della madre, del padre e delle circostanze ambientali, sociali ed economiche che accompagnano la gravidanza, il parto e i primi anni di vita».
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Monsignor Argüello ha sottolineato l’importanza di sostenere le madri in situazioni difficili prima e dopo il parto, un compito che molte organizzazioni e individui pro-life intraprendono regolarmente.
«Vorrei esprimere la mia solidarietà a tutte le donne incinte e incoraggiarle a non esitare a chiedere aiuto quando si trovano ad affrontare lo stress di una gravidanza potenzialmente indesiderata», ha affermato. «La soluzione a una situazione così spesso difficile da sopportare da soli non dovrebbe essere l’interruzione della vita non ancora nata. Ribadisco l’impegno della Chiesa e di tante donne e uomini ragionevoli di buona volontà ad aiutare in questa situazione».
«La presunta soluzione ai problemi che richiedono politiche a favore della famiglia e della vita è un sintomo dell’indebolimento morale della nostra democrazia», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, monsignor Arguello ha rilanciato lo scorso anno la causa di beatificazione della monarca spagnuola Isabella di Castiglia detta Isabella la Cattolica (1451-1504), tuttavia il Dicastero per le Cause dei Santi ha appena annunciato che, dato il contesto attuale, è «quasi impossibile» portare a termine il processo.
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Immagine di Iglesia en Valladolid via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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