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Terremoto nella massoneria italiana: 4 mila membri potrebbero essere espulsi. Scissione in vista?

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La massoneria italiana in subbuglio, con voci che parlano addirittura di una possibile scissione.

 

Il Grande Oriente d’Italia (GOI), la principale obbedienza massonica del Paese, ha interrotto i rapporti con il Rito Scozzese Antico e Accettato: è la prima volta che accade dal 1908. Questa frattura storica tra i grembiulini rappresenterebbe solo l’ultimo episodio di una feroce guerra interna, scoppiata dopo le elezioni del nuovo Gran Maestro, scrive Il Fatto Quotidiano.

 

Il Grande Oriente d’Italia e il Rito Scozzese non sono due obbedienze rivali, al contrario per molti il Rito Scozzese è visto come un gruppo d’élite all’interno della massoneria. In pratica, dopo aver raggiunto i primi tre gradi (apprendista, compagno e maestro), i membri del Grande Oriente possono scegliere un rito per continuare il loro percorso massonico.

 

Tra i riti più esclusivi con i quali continuare la carriera tra compassi e cappucci c’è proprio il Rito Scozzese, che conta un numero maggiore di iscritti a livello internazionale e permette di raggiungere il grado più alto della massoneria, il 33°.

 

In Italia, tra i 23 mila membri del Grande Oriente, circa 4 mila fanno parte del Rito Scozzese. Ora, secondo quanto è dato di capire, costoro dovranno prendere una decisione: continuare a partecipare ai lavori del Rito Scozzese comporta il rischio di espulsione dal Grande Oriente.

 

«L’adesione al predetto corpo rituale e/o la partecipazione a qualsivoglia attività del Rito Scozzese antico e accettato da parte dei Fratelli del Goi costituirà colpa massonica», si legge nel decreto, firmato dal Gran maestro Antonio Seminario il 13 giugno. «Un atto con cui il numero uno dei GOI “sfratta” gli “scozzesi” dalle logge e dagli organi del Grande Oriente», scrive Il Fatto.

 

La regolarità del voto non è ancora stata confermata dalla Commissione centrale, che dovrebbe esprimersi a giorni, ma i perdenti hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere alla giustizia ordinaria.

 

«Leader di una lista che aveva posto in cima al proprio programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge, Taroni in passato è stato alla guida del Rito Scozzese ed è ancora oggi un componente del Supremo consiglio» prosegue il quotidiano. «Lo stesso organo in cui figura pure Seminario: un altro elemento che racconta come quella in corso tra i massoni italiani sia una vera guerra fratricida»

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«Da dove deriva dunque la scelta del Gran maestro di rompere i rapporti con il gruppo d’élite di cui lui stesso fa parte? A sentire le voci provenienti dall’interno delle logge si tratterebbe di una ritorsione, dovuta al fatto che la maggior parte degli “scozzesi” ha sostenuto Taroni nella corsa al vertice del Vascello, la villa dove ha sede il GOI a Roma».

 

La faccenda pare in realtà ancora più complicata.

 

«Pochi giorni fa, tra l’altro, Giulio Nigro, Sovrano del Rito Scozzese, ha osato sospendere Stefano Bisi, per dieci anni al vertice del GOI e primo sostenitore della candidatura di Seminario. Un provvedimento motivato dal fatto che Bisi è iscritto anche a un altro Rito, quello di York, col grado di “Templare della Commenda”».

 

Insieme a Bisi, scrive il quotidiano, sarebbero «stati sospesi dal Rito Scozzese anche altri quattro massoni di vertice».

 

Cosa stia esattamente succedendo non è chiaro, e non che ci aspettavamo che lo fosse.

 

Come riportato da Renovatio 21, nei mesi scorsi si era parlato di un ritorno del GOI a Palazzo Giustiniani, la vecchia sede nel cuore di Roma, che era divenuta poi luogo di uffici, aule e residenze del Senato della Repubblica.

 

Rammentiamo pure che il GOI, rappresentato da Stefano Bisi ha partecipato ad un grande vertice – a porte chiuse – con cardinali della Chiesa cattolica (che in teoria è considerata acerrimo nemico nel corso della Storia) pochi mesi fa a Milano.

 

Le barriere tra Loggia e Chiesa sembravano già piuttosto abbassate quando nel 2022 si è assistito all’inaugurazione di un tempio massonico in Umbria alla presenza del Vescovo di Terni-Narni-Amelia.

 

Ai lettori di Renovatio 21 ricordiamo, en passant, che, come riportato dall’agenzia Adnkronos, sia il Grande Oriente d’Italia che la Gran Loggia d’Italia – che sono due anime scisse della massoneria nazionale – si sono espressi molto favorevolmente all’attuazione del passaporto vaccinale.

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Ostie trafugate anche a Perugia. Cosa sta succedendo?

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Alla fine del mese di aprile, qualcuno è entrato di notte all’interno del Santuario di Ponte delle Pietra, a Perugia. È stato detto che l’effrazione aveva probabilmente l’intento di trafugare oggetti di arte sacra, tuttavia è lecito ipotizzare che l’obiettivo principale dei malviventi fosse quello di rubare le Ostie consacrate.   Il fenomeno delle chiese profanate, con Ostie e tabernacoli presi di mira, è sempre più diffuso, e non solo in Italia.   Come riportato da Renovatio21, all’inizio di maggio, in Francia, il tabernacolo della chiesa di Notre-Dame, a Livry-Gargan (Seine-Saint-Denis) è stato divelto e ritrovato a pochi metri dall’edificio. Il Santissimo Sacramento non è stato trafugato, a differenza di quanto accaduto nella chiesa Sainte-Trinité a Louvroil (Nord) dove sono scomparse le Ostie consacrate.   Un altro episodio sacrilego è avvenuto nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Portland, in Oregon, dove è stato invece rubato il tabernacolo.   Fonti autorevoli interne al mondo ecclesiastico, sostengono che ci sia un vero e proprio mercato di Ostie consacrate. Secondo quanto abbiamo appreso in conversazioni con persone appartenenti alla gerarchia cattolica a conoscenza della questione, vi sarebbero soggetti disposti a sborsare somme che si aggirano intorno ai 150 euro a particola – ma si tratta di supposizioni che altri smentiscono. 

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I furti all’interno delle chiese sono significativamente diffusi in Umbria per la presenza di molteplici siti religiosi in cui sono custodite opere d’arte importanti e anche perché in alcuni casi le modalità di controllo e protezione di questi luoghi sacri sembrano piuttosto lacunose.   Come riportato da Il Messaggero Umbria del 26 aprile 2024, «secondo uno degli ultimi report dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia, sotto questo profilo l’Umbria “rimane un obiettivo particolarmente sensibile, sia per la strategica posizione geografica che la capillare presenza di beni artistici diffusi sul territorio, prevalentemente esposti nelle chiese, nei conventi o nei piccoli, ma non per questo meno importanti, santuari, sovente ubicati in zone rurali o montane, poco frequentate e di difficile sorveglianza; luoghi dove è possibile imbattersi in opere d’arte ed oggetti di culto di pregiata fattura per loro natura molto ricercati dai collezionisti e di agevole asportazione da parte di malintenzionati”».   Sempre su le colonne del Messaggero leggiamo inoltre che «in Umbria è altissima l’attenzione per evitare che le Ostie finiscano in mani sbagliate».   Durante il normale svolgimento della funzione religiosa, quando i fedeli giungono al cospetto del sacerdote per ricevere il Corpo di Nostro Signore, i parroci – che, come consentito dalla riforma liturgica della Messa nuova, possono porre l’Ostia direttamente in mano ai fedeli – vigilano affinché si consumi l’Eucarestia davanti a loro.   Come ho avuto modo di scrivere qualche anno fa su Renovatio 21, tra i tanti diktat pandemici, vi era quello che imponeva di ricevere la Santa Comunione in mano per poi sfilarsi la mascherina d’ordinanza e mettere il Corpo di Cristo in bocca. Nell’articolo del luglio 2021, avevo sollevato dubbi sul fatto che qualcuno potesse approfittare di queste «protesi facciali a becco d’anatra» per nascondere il panis angelicus per poi portarlo altrove.   Oggi ci ritroviamo che i preti più guardinghi, a volte, sono costretti a correre dietro al fedele «disattento» che se ne torna a sedere con ancora l’Ostia in mano. In alcune chiese, dove vi è una nutrita folla di fedeli, vi sono dei volontari che osservano e controllano che non avvengano questi imbarazzanti e incresciosi fatti, invitando le persone «distratte» – che hanno occultato l’Ostia – a consumarla in presenza.   A causa della messa post-conciliare, se ne sono viste di ogni: come riportato recentemente sul nostro sito, un prete cattolico della Florida potrebbe essere arrestato per aver difeso la Santa Eucarestia da una donna lesbica irata che aveva schiacciato diverse Ostie e cercato di autoamministrarsi illecitamente la Santa Comunione, spingendo il consacrato a morderle il braccio nel tentativo di difendere la specie eucaristica.   Secondo quanto discusso da sempre, la particola consacrata è ambita da chi si appresta a celebrare riti di magia nera e occultismo; bisogna ricordare che l’Eucarestia ha per i cattolici un’importanza centrale, totale, assoluta – essendo essa stessa il corpo di Dio.    Non dimentichiamo che l’Eucarestia è il miracolo fondamentale della fede cattolica.   Insultare la Santa Comunione è offendere la Fede, e direttamente Dio in persona. Poi ci si indigna per quello spot blasfemo delle patatine, quando noi fedeli siamo i primi a non portare il giusto rispetto al Sacro Corpo di Nostro Signore. Quanto mostrato è gravissimo: perché la Santa Eucarestia è il centro della religione cristiana, o meglio è Cristo stesso, è Dio stesso.   E non si può certo rimanere indifferenti guardando le immagini che mostrano scatole di plastica grigia appoggiate sopra i tavoli all’interno di una tenda: all’interno delle scatole c’erano le Ostie consacrate riservate alla distribuzione durante le messe ufficiali della GMG tenutasi a Lisbona nell’agosto del 2023.

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Ho conversato della questione con l’amico parroco di San Filippo Neri a Perugia, padre Giuseppe Ave. Il sacerdote mi ha posto l’attenzione su alcuni scritti che narrano di miracoli eucaristici estremamente importanti, che possono servirci a comprendere, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, la potenza Divina della Santa Comunione.   A Trani, intorno all’anno 1000, «una donna di religione non cristiana, incredula circa la verità del Dogma Cattolico della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, aiutata da una sua amica cristiana, durante la celebrazione di una Santa Messa, riuscì a rubare un’Ostia consacrata. La donna, quasi sfidando Dio, pose poi la Particola consacrata dentro una padella di olio sopra il fuoco. Improvvisamente dall’Ostia stillò una grande quantità di sangue che si riversò sul pavimento fino a fuoriuscire dall’uscio della porta di casa».   Ad Alatri, presso la Cattedrale di San Paolo Apostolo, si conserva la Reliquia del Miracolo Eucaristico avvenuto nel 1228: un frammento di Particola convertita in carne. «Una giovane donna, per riconquistare l’amore del suo fidanzato, si rivolse ad una fattucchiera che le ordinò di rubare un’Ostia consacrata per farne un filtro d’amore» mi ha detto Don Ave. «Durante la Messa la ragazza riuscì a prelevare un’Ostia che nascose in un panno, ma arrivata a casa si accorse che l’Ostia si era trasformata in carne sanguinante».   «Il 25 aprile del 1356, a Macerata, un sacerdote di cui non si conosce il nome, stava celebrando la Messa nella cappellina della chiesa di Santa Caterina, di proprietà delle monache benedettine» ha continuato il sacerdote. «Durante la frazione del pane, prima della Comunione, il prete cominciò a dubitare circa la reale presenza di Gesù nell’Ostia consacrata. Fu proprio nel momento in cui La spezzava che, con suo grande spavento, vide sgorgare da questa un abbondante fiotto di sangue che macchiò parte del lino e del calice posti sull’altare».    Sempre rimanendo in tema di trafugamento e furto, un altro episodio è degno di essere narrato. «Nel 1969, a San Mauro la Bruca [provincia di Salerno, ndr] ignoti ladri, penetrati di nascosto nella chiesa parrocchiale, si impossessarono di alcuni oggetti sacri, tra cui la pisside contenente delle Particole consacrate. Le Ostie furono ritrovate la mattina seguente e ancora oggi si mantengono intatte» dice Don Giuseppe. «Solo nel 1994, dopo 25 anni di approfondite analisi, Monsignor Biagio D’Agostino, Vescovo di Vallo della Lucania, ha riconosciuto la conservazione miracolosa delle Particole e ne ha autorizzato il culto».   Un’iscrizione marmorea del XVII secolo ci descrive invece il Miracolo Eucaristico avvenuto a Lanciano nel 750 d.C. «Un monaco sacerdote dubitò se nell’Ostia consacrata ci fosse veramente il Corpo di Nostro Signore. Celebrò Messa e, dette le parole della consacrazione, vide divenire Carne l’Ostia e Sangue il Vino. Fu mostrata ogni cosa agli astanti. La Carne è ancora intera e il Sangue diviso in cinque parti disuguali che tanto pesano tutte unite quanto ciascuna separata».   Nel 1970, l’Arcivescovo di Lanciano e il ministro provinciale dei frati Conventuali di Abruzzo, con l’autorizzazione di Roma, richiesero al Dottor Edoardo Linoli, dirigente dell’ospedale d’Arezzo e professore di anatomia, istologia, chimica e microscopia clinica, un approfondito esame scientifico sulle Reliquie del Prodigio avvenuto dodici secoli prima. Le conclusioni furono le seguenti: 1. La Carne miracolosa è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio. 2. II Sangue miracoloso è vero sangue: l’analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile. 3. Lo studio immunologico manifesta che la Carne e il Sangue sono certamente di natura umana».   Riguardo alle sparizioni delle Ostie nel territorio umbro e non solo Renovatio 21 ha contattato un parroco dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, Don Antonio Sorci.   Don Sorci ci ha raccontato in dettaglio aspetti e macabre finalità di questi furti sacrilegi.   Il furto di Ostie consacrate è un fenomeno diffuso e sottaciuto. La cosa non mi meraviglia. C’è stato un periodo di pausa, anche molto lunga, ma ci sono sempre stati questi furti e non sono mai stati bloccati del tutto. Questa pare essere la cosa interessante, se uno la analizzasse dal punto di vista sociologico, perché è come se avessero detto: «Stiamo un attimo tranquilli, così nessuno ci fa più caso, facciamo le cose con calma e poi riprendiamo al momento più opportuno». Più o meno potremmo sintetizzare così, anche se sono illazioni. Per loro è importantissimo rubare le Ostie consacrate.   Crede che vengano pagate dal committente del furto? Si. Non so esattamente le cifre, ma a volte si tratta di qualche centinaio di euro a particola.    A volte, seguendo la messa, mi è capitato di vedere il parroco rincorrere un fedele che non aveva consumato la particola davanti al sacerdote. Questo è capitato anche a me. Io quasi urlo ai fedeli di consumarla subito. Spesso lo fanno con ingenuità, e non credo lo facciano con malizia di tornare al posto con ancora l’Ostia in mano. Questo succede perché non abbiamo più educato la gente a prendere al comunione e si è persa l’educazione di stare in chiesa.   Queste Ostie rubate poi che fine fanno? La narrativa corrente, magari un po’ superficialmente, tende a dire che vengono usate per qualche messa nera senza mai approfondire e dare il giusto peso a questa macabra pratica. Ci sono le sette sataniche, che sono quelle più evidenti che fanno queste cose e commissionano i furti per poi sacrilegare nostro Signore. La messa nera è un ribaltare la Messa cattolica. Tutto quello che la Chiesa grida da duemila anni, il divin sacrificio, lì viene ribaltato. Basta leggere i testi degli esorcisti più famosi, come padre Gabriele Amorth, il quale è stato il primo a mettere per iscritto queste problematiche, ma poi anche tanti altri.   Mi conferma che teoricamente tutti i preti sono esorcisti, ma poi sono pochissimi coloro che effettivamente li praticano? Sono i vescovi che hanno la pienezza del sacerdozio, sono loro gli unici sacerdoti, perché sono gli apostoli e hanno la pienezza del sacerdozio [sic]. Quindi loro sono sacerdoti ed esorcisti. Poi chiaramente, nella tradizione della Chiesa, nella storia della Chiesa che Nostro Signore ha creato, ci sono i sacerdoti che sono i collaboratori del vescovo, tra i quali viene scelto l’esorcista, o più esorcisti, che collaborano con questo ministero. Tutto parte del vescovo. È lui che ha la pienezza di ogni cosa. Concettualmente ogni sacerdote è un esorcista. Una volta, prima del Concilio Vaticano II, esisteva l’esorcistato tra gli ordini minori, prima di arrivare al sacerdozio. Poi magari non era esercitato, perché c’era sempre il mandato da parte del vescovo, però comunque vi era un ordine per dire che il sacerdote aveva la capacità di discernere e di intervenire in casi particolari.    Oggi il «fedele tiepido», o giocoforza chi non crede, pare si sia dimenticato della presenza del demonio. Già Chesterton lo diceva nei primi del Novecento: «Il demonio vince in due modalità» – la metaforizzo ovviamente – «o credendoci troppo o non credendoci affatto. In tutti i due casi vince». Se lo vedi dappertutto sbagli e fai il suo gioco e se invece non ci credi per niente, fai il suo gioco comunque. Si è persa un po’ anche la Scrittura, perché lo dice San Giovanni Apostolo nella prima lettera: «Cristo è venuto per distruggere le opere del diavolo». È nelle scritture. Noi parliamo troppo vacuamente delle scritture e non crediamo a quello che vi è scritto.

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Torno ai furti delle Ostie… È vero che qualcuno usa una pellicola trasparente sulla lingua per mantenere la particola più integra possibile? Vi è una sorta di pellicola posta sulla lingua, in maniera tale che non ci possa essere la salivazione, o comunque qualsiasi altra cosa che impedisca la salivazione e il conseguente scioglimento del Pane Consacrato. Vent’anni fa fu scoperta questa modalità di furto. Tutt’oggi viene usata. Chi le ruba sa come fare.   Più è integra e più ha valore? I rituali satanici vanno fatti con l’Ostia integra. Anche se, tuttavia, un pezzetto di Ostia può andare bene, perché persino nel pezzetto più piccolo vi è tutta la presenza di Nostro Signore in tutta la sua umanità e divinità. Se è più perfetta e integra è chiaro che è meglio.   Una volta era consuetudine e prassi ricevere il Corpo di Cristo in bocca. Oggi si tende sempre di più a porgere l’Ostia in mano al fedele e il parroco deve essere ancora più attento affinché sia consumata in presenza. Si tratta di buon senso da parte del parroco, dei suoi collaboratori e dei suoi ministri per controllare bene. Io personalmente prediligerei darla esclusivamente in bocca. La Chiesa ha stabilito che si può dare in mano e va benissimo. Nel porgere l’Ostia in bocca c’è maggiore sicurezza e non fosse altro per dignità dell’Ostia. Quando La si riceve in mano vi è più facilità nel poterla trafugare, mi pare ovvio. E quando vi è una grande folla è ancora più difficile sorvegliare al meglio.    A volte vedo troppa superficialità da parte di noi fedeli, nel ricevere il Corpo Santo. La Fede va ricostruita. La Fede non c’è più. I cristiani sono pochi e i cattolici sono ancora di meno. La Fede va ricostruita ex novo. Bisogna ripartire dall’ABC.    I furti nelle chiese avvengo un po’ ovunque nel mondo. È un fenomeno, ahimè, universale. Penso che molte effrazioni, molti furti vengono sottaciuti e moltissimi di questi episodi non salgono alle cronache. Questa è una mia supposizione.   È possibile che anche sette non apparentemente sataniche, nei propri rituali, possano usare Ostie consacrate? Qui si apre un argomento complesso e bisogna parlarne con grande pazienza e cautela… C’è una grande regia alle spalle, non è soltanto una setta di qualche sbandato o drogato che si crede di fare il satanista o qualche satanista vero e proprio. Sono sette molto ben organizzate, molto potenti che hanno potere, che hanno economia, che hanno soldi. Tutto ciò non è una baggianata, se consideriamo che l’Umbria è piena di sette…   Ai non credenti dico sempre: osservate i nemici del cristianesimo, loro ci credono molto più di noi a Cristo, perché lo combattono. Loro ci credono seriamente e pare abbiano più «fede» loro che noi cattolici. Sembra un paradosso e mi viene da sorridere, ma è così.   Francesco Rondolini  

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Le gang narcos sono sataniste e sacrificano i bambini: le rivelazioni del presidente del Salvador che parla della crisi della democrazia e del ritorno di Dio in politica

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In una recente intervista concessa a Tucker Carlson appena dopo il suo giuramento come presidente ri-eletto del Salvador, Nayib Bukele ha fatto alcune dichiarazioni che a molti sono sembrate scioccanti.

 

Come noto, il Bukele è riconosciuto per aver totalmente fermato il crimine nel suo Paese, che era statisticamente il più violente del mondo, mentre ora, con più di un anno senza omicidi, risulta essere il più sicuro dell’emisfero occidentale – più tranquillo, quindi, perfino del Canada.

 

L’operazione di pacificazione del Paese – incredibile se paragonata con altre realtà come l’Ecuador e altri Paesi che paiono sul punto di divenire dei cosiddetti Narco-Stati – è stata portata avanti da Bukele con uno scontro diretto con le gang di narcotrafficanti che infestavano il Paese, ora finite in larga parte in nuove carceri di massima sicurezza costruite dal suo governo.

 

Quando Carlson ha chiesto della banda Mara Salvatrucha, conosciuta come MS-13, Bukele ha dichiarato che «sono satanici».

 

«Non hanno iniziato come un’organizzazione satanica» ha spiegato il presidente sudamericano. «L’MS-13 è iniziato a Los Angeles negli Stati Uniti perché ai salvadoregni non era permesso vendere droga da parte delle bande messicane. Così crearono una banda chiamata 18th Street Gang perché fondamentalmente volevano vendere droga in una strada che era la 18th Street».

 

I membri della gang in seguito tuttavia «hanno cominciato a dividersi e a lotte intestine. Quindi hanno creatol’MS-13, e poi l’MS-13 iniziò a diventare troppo grande per le altre bande, e iniziarono ad esportare l’organizzazione in altre parti degli Stati Uniti».

 

«Quando Bill Clinton decise di deportare quei ragazzi, non lo disse al governo in quel momento, “sto deportando questi criminali”. Li ha mandati semplicemente qui. E sono arrivati, in pochi, ma allo stesso tempo in cui erano state approvate incontrollate alcune leggi per proteggere i minorenni dalla carcerazione. E, naturalmente, le bande lo usano per reclutare ragazzi di 15, 16 e 17 anni» prosegue il racconto del Bukele.

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«Quindi all’inizio c’erano dei giovani che causavano danni, aggredendo, cercando di controllare il loro territorio, vendendo droga, cose brutte, ma probabilmente non critiche». Poi hanno continuato «a crescere, a controllare i territori, e qualche anno dopo, erano in realtà un’enorme organizzazione criminale internazionale con basi in Italia [in Lombardia in particolare, dove è noto il caso del 2015 di un capotreno il cui braccio fu praticamente mozzato a colpi di machete, ndr], Guatemala Honduras, El Salvador, negli Stati Uniti, fondamentalmente, in molte delle principali città USA avevano delle roccaforti», come fuori dalla capitale Washington e Long Island, Nuova York, e Los Angeles.

 

«È un’enorme organizzazione criminale internazionale. Quindi sono cresciuti e hanno iniziato a uccidere più persone, solo per conquistare territorio o combattere contro bande rivali o riscuotere debiti o soldi o altro. Ma man mano che l’organizzazione cresceva, sono diventati satanici. Hanno iniziato a fare rituali satanici» afferma il presidente Bukele. «Non so esattamente quando sia iniziato, ma era ben documentato. SÌ. E ora che abbiamo arrestato abbiamo trovato anche alter ego e cose del genere».

 

«Sono diventati un’organizzazione satanica» sottolinea il capo di Stato latinoamericano. «Ricordo il giornale che lo ha raccontato, è un giornale molto noto che ha fatto questa intervista con un membro di una gang in persona. Abbiamo permesso loro di entrare nelle carceri e fare interviste. E il ragazzo a cui gli hanno chiesto quante persone aveva ucciso, aveva risposto “non ricordo. Non ricordano quanti. Probabilmente 10, 20”. Non se lo ricordava».

 

«Poi gli hanno chiesto e tu, qual è la tua posizione nella banda? Ha spiegato come è salito di posizione. “Ma ho lasciato la banda”, ha detto. Perché ha lasciato la banda? “beh, perché ero abituato a uccidere, ero abituato a uccidere le persone. Ma ho ucciso per il territorio. Ho ucciso per raccogliere soldi. Ho ucciso per estorsione. Ma poi sono arrivato in questa casa, e stavano per uccidere un bambino».

 

«Lui, l’assassino che aveva ucciso decine di persone, ha detto “vabbè aspetta, cosa stavamo facendo? Aspetta, aspetta, perché uccideremo quel bambino?” E gli hanno detto “perché la bestia ha chiesto un bambino, quindi dobbiamo dargli un bambino”. Quindi ha detto che non poteva aiutarli, e ha lasciato la banda. È in prigione perché è un assassino. Ma ha lasciato la banda perché non poteva tollerare ciò che vedeva».

 

Carlson chiede a questo punto se il sacrificio umano sia una parte fondamentale di questo tipo di organizzazioni criminali.

 

«Beh, negli Stati Uniti un paio di settimane fa o un paio di giorni fa, non ricordo esattamente, ho visto la notizia che stavano per uccidere una ragazza, o che hanno ucciso una ragazza, perché era un rituale satanico. È successo negli Stati Uniti un paio di settimane fa» dice ancora Bukele.

«Sì, certo, c’è una guerra spirituale e c’è una guerra fisica, e la guerra fisica potrebbe essere quella non ufficiale, cioè la versione non ufficiale. Se vinci la guerra spirituale, ciò si rifletterà nella guerra fisica. Quindi la nostra vittoria impressionante è dovuta al fatto che abbiamo vinto la guerra spirituale molto, molto velocemente».

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Bukele si riferisce alla schiacciante vittoria elettorale appena conseguita, dove ha intercettato – stando al di fuori di un sistema bipartitico che sembra programmato persino nella Costituzione del Paese – oltre l’80% dei voti.

 

«Non avevo concorrenza. Voglio dire, erano satanisti. Penso che questo abbia reso tutto più semplice».

 

La questione del narcosatanismo non è nuova per gli addetti ai lavori. Chi legge Renovatio 21 ha sentito parlare della portata che il fenomeno ha attualmente in Messico. È riportato come molti elementi del narcotraffico messicano pratichino culti para-satanici che prevedono sacrifici umani e l’utilizzo di parti delle vittime durante riti per propiziare il favore delle entità demoniache durante le attività criminali. La mente torna ai sanguinosi sacrifici umani siano stati per secoli al centro della vita politica e sociale delle popolazioni del Messico precolombiano che in alcuni casi scatenavano guerre per catturare nuove vittime da offrire agli idoli.

 

Il narcosatanismo ha dato luogo a vari cascami nella cultura popolare, come il gruppo di genere grind death metal chiamato Brujeria («stregoneria»), composto anche da musicisti americani ispirati dalle atrocità dei narcotrafficanti: il booklet del loro CD – che era liberamente venduto nei negozi di dischi anche in Italia – conteneva fotografie di squartamenti e quant’altro. Le canzoni trattano principalmente di argomenti come il traffico di droga, rituali satanici, l’anti-cristianesimo, la sessualità, l’immigrazione, attraversamento illegale delle frontiere e anti-americanismo; nell’album Matando Güeros («Uccidendo biondi») si possono trovare canzoni come Molestando Niños Muertos («abusando di bambini morti»), Verga del Brujo («Verga dello Stregone»), Leyes Narcos, («Leggi Narco») e la pleonastica e tautologica Narcos Satánicos.

 

Oltre al culto della Santa Muerte – che ha avuto molta pubblicità nel mainstream occidentale anche grazie a serie come Breaking Bead e Too Old to Die Young – spicca il cosiddetto Palo Mayombe un tipo di stregoneria di origine afro-caraibica collegata alla santeria cubana, che sembra essersi diffuso in Messico a partire dagli anni ’80.

 

Casi di narcosatanismo si erano registrati anche oltre il confine, negli USA. È il noto caso Adolfo de Jesús Constanzo (1962-1989) serial killer americano, trafficante e padrino della banda passata alla storia come Los Narcosatánicos. Si trattava di un vero e proprio culto coinvolto in molteplici omicidi rituali in Messico (Matamoros, Tamaulipas) e nell’assassinio di Mark Kilroy, uno studente americano rapito durante lo Spring Break e ucciso nel 1989, il cui cervello fu ritrovato dalla polizia, aprendo uno scenario allucinante fatto di diecine di sacrifici umani, omicidi rituali di sadismo indicibile.

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La violenza narcosatanica, quindi, si stava manifestando anche El Salvador.

 

Bukele ha spiegato di aver sconfitto la violenza delle gang, trasformando radicalmente il Paese, in pochissimo tempo – qualcosa come due settimane – potenziando grandemente la polizia e nientemeno che raddoppiando l’esercito, usato quindi contro le bande criminali.

 

Si è trattato di un processo a «fasi, compresa la costituzione delle forze di polizia, dell’esercito, abbiamo raddoppiato l’esercito. Abbiamo letteralmente raddoppiato l’esercito per combattere il crimine, usato l’esercito per combattere il crimine. E li abbiamo equipaggiati, prima i soldati che non avevano, come armi utili o veicoli, droni, cose basilari di cui un’operazione di quella portata avrebbe bisogno».

 

Qui è partito un racconto imprevisto: il presidente, lanciata l’operazione, temeva in una reazione sanguinaria delle narco-mafie, che avrebbero potuto attaccare, con impeto terrorista, qualsiasi punto del Paese, rendendo di fatto ostaggio l’intera popolazione. Chiunque, nella furia criminale, poteva essere colpito, indebolendo il governo, che invece doveva concentrarsi su un numero esiguo di banditi. Un vero esempio di cosa significa, in ultima analisi, un conflitto asimmetrico.

 

Bukele racconta che, nella riunione definitiva con i suoi ministri che si inoltrò nella notte, pregò con loro diverse volte per la riuscita dell’operazione in corso.

 

Tucker rimane stupito, ma il salvadoregno gli risponde che tutto il suo gabinetto è composto da credenti.

 

Per cui, dice, la vera risposta riguardo alla vittoria sui malvagi è che si tratta di «un miracolo», dice il giovane presidente. E sembra crederci.

 

«Sì. È un miracolo. Quando, quando le bande hanno iniziato ad attaccarci, in sostanza hanno ucciso 87 persone in tre giorni, il che per un Paese di 6 milioni di abitanti è una follia. Sarebbe l’equivalente di avere 5.000 morti, 5.000 omicidi negli Stati Uniti in tre giorni. Quindi (…) eravamo in riunione nel mio ufficio, dalle 3:00 alle 4:00 di notte, semplicemente osservavamo cosa stava succedendo e cercavamo di capire cosa fare, perché il problema con le bande è che non attaccano i loro obiettivi solo quando vogliono creare terrore, possono attaccare chiunque. Quindi possono davvero uccidere la loro nonna».

 

«Perché non gli importa della nonna. Ti preoccupi della loro nonna. Quindi è la tua vittima. Come se uccidessero la loro nonna. Tu hai una morte e loro hanno raggiunto il terrore che vogliono creare in modo da poter uccidere chiunque. Una donna che cammina accanto a un ragazzo e lavora per strada, un tassista, possono uccidere chiunque. E se lo stato li insegue, lo stato non ha intenzione di uccidere o danneggiare nessuno tranne i membri della banda. Quindi hai 70.000 obiettivi, che erano i 70.000 membri della banda, ma hanno 6 milioni di possibili bersagli. Quindi era quasi un compito impossibile».

 

«Era un compito impossibile perché devi inseguirli. Erano intrecciati con la popolazione. Erano ovunque e uccidevano a caso. Quindi come fermarlo? Quindi proviamo davvero a capire cosa fare e io, in pratica, hanno detto, beh, qui stiamo davanti una missione impossibile. Quindi preghiamo. E abbiamo pregato, e pregato».

 

«Avete pregato… in riunione?» chiede il Carlson.

 

«Sì, certo. Molte volte. Sì» risponde il presidente.

 

«E per cosa avete pregato?» chiede Tucker.

 

«Per la saggezza. Per vincere la guerra. All’epoca pensavo che avremmo avuto vittime civili. Quindi abbiamo detto: preghiamo affinché le vittime siano il più basse possibile. E non abbiamo avuto vittime civili».

 

«E tutti i partecipanti alla riunione si sentivano a proprio agio?» chiede ancora il giornalista statunitense.

 

«Sì, sì, tutti i membri del mio gabinetto di sicurezza sono credenti. Credono tutti in Dio. Siamo un Paese laico, ovviamente, ma tutti crediamo in Dio» replica il presidente.

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Bukele non ha specificato esattamente la sua religione. La madre è cattolica, ma il padre è un uomo di affari di origine palestinese che avrebbe anche il titolo di imam: lo stesso presidente pare sia stato fotografato mentre pregava in una Moschea. Lui parla spesso di Dio, ma ha detto che il suo rapporto va al di là delle categorie.

 

Potrebbe pure andare bene così, riflettiamo. Ad un certo punto, pensiamo, potrebbe pure andare bene se fosse un cripto-musulmano. Perché quello che ci sembra, guardando la densa intervista tuckerriana, è che con Bukele si potrebbe essere dinanzi ad un vero ritorno del concetto del divino in politica.

 

La cosa parrebbe non essere buttata lì: ad inizio della conversazione, vengono fatti discorsi sul declino dell’Occidente sul destino della democrazia, che «funziona fino a che non lo fa più», così come lo era la monarchia quando la religione non era separata dal potere.

 

«La cosa divertente di qualsiasi concetto come la democrazia è che funziona finché non funziona più. Giusto» dichiara Bukele. «È successo con le monarchie. È successo con qualsiasi cosa. Giusto. Dicono cose come, oh, sai, dobbiamo separare la religione dallo stato. Ha funzionato. Ha funzionato davvero. Ma all’epoca funzionava anche con la religione con lo Stato.

 

«Voglio dire, la democrazia è fantastica, giusto. Noi, gli Stati Uniti, abbiamo dimostrato che la democrazia può funzionare. Ma il problema con la democrazia è che tutto ha, si sa, pro e contro. Il problema con la democrazia è che i politici hanno un grande incentivo per dar via il tesoro».

 

«Voglio dire, è stato dimostrato che la democrazia funziona. George Washington potrebbe essere il re se lo volesse. Avrebbe potuto essere re Giorgio I, giusto? Ma è stato lui a decidere, beh, non lui, ma, si sa, i padri fondatori hanno deciso che gli Stati Uniti sarebbero stati una democrazia. Giusto. E ha funzionato. Nessuno può dire di no, ha funzionato. Ma lo stesso vale per il fatto che la democrazia ora sembra non funzionare».

 

«È solo che le cose funzionano finché non funzionano più. Quindi il problema, a mio avviso, non è il concetto di democrazia in sé, ma lo stato della democrazia delle democrazie nel mondo in questo momento».

 

Sentire il presidente di uno Stato moderno fare un discorso del genere – cioè, evitare il dogma progressista delle forme precedenti di governo come male da cui l’evoluzione sociale ha guarito il mondo tramite la nascita della «democrazia» – è raro fino al bizzarro, al contraddittorio, specie osservando bene l’inquadratura: dietro Bukele, la bandiera del Salvador, dove al centro è ben visibile, come in vari altri drappi sudamericani, una bella piramidona che non può non avere origini massoniche.

 

Il ritorno di Dio in politica è, addirittura, il programma economico specifico del suo nuovo mandato presidenziale.

 

Tucker chiede conferma delle parole sentite durante il discorso di insediamento di Bukele, a cui ha assistito. La sua presidenza, risolto il problema della sicurezza, sarà ora incentrata sulla crescita economica. Il primo punto del piano è «cercare la saggezza di Dio».

 

«Perché questo dovrebbe essere il primo punto di un piano economico?» chiede Carlson.

 

«Perché non sarebbe quella che dovrebbe essere la prima parte?» risponde Bukele. «La maggior parte delle persone lo penserebbe».

 

«È solo che non ho mai sentito nessun leader di nessun paese dire una cosa del genere» dice Carlson.

 

«Perché probabilmente si sono dimenticati di rappresentare il popolo che li elegge» replica il presidente. «È una cosa di buon senso cercare la saggezza di Dio».

 

C’è molto da riflettere, specie per chi pensa ad una rifondazione dello Stato moderno – il quale è oramai dimostratamente fallito: non si base sul mandato divino, ma su Costituzioni ovunque tradite, come pienamente visibile nella biennio pandemico.

 

Nel frattempo, vediamo come Bukele, che tra le altre cose ha rimosso l’ideologia gender dall’istruzione pubblica, stia ricevendo il crescente odio del progressismo internazionale. Bukele stesso parla dell’attività delle ONG (sempre loro…) per i «diritti umani», che prima ignoravano bellamente il diritto dei cittadini salvadoriani di camminare per strada e non essere uccisi. È facile vedere che la campagna contro Bukele è partita: andate sulla sua pagina Wikipedia, notate come venga insinuato che la pacificazione sarebbe stata ottenuta non con una guerra alle narcomafie, ma con un accordo con esse e pure con manipolazioni statistiche, vedete come egli è ritenuto «autoritario», osservate gli scandaletti di cui hanno riempito la sua pagina, dove il suo progetto di fare una città basata sul Bitcoin – sul quale il Paese ha investito ottenendo il 31% di profitto in un anno – viene descritta quasi fosse una Las Vegas delle criptovalute.

 

Seguiremo con attenzione il caso di Bukele, che deve sperare nel ritorno di Trump, che ha sostenuto abbastanza apertamente.

 

Perché non c’è da escludere che vi sia un ritorno di fiamma non indifferente dei padroni del mondo, che – statene certi – tirano i fili anche dei narcos satanici.

 

Una preghiera per El Salvador: distruggere il crimine, sconfiggere il male, cambiare la società, forse è davvero possibile – con l’aiuto di Dio.

 

Quanto può valere un esempio del genere?

 

Roberto Dal Bosco

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Occulto

Ecco il ritratto del malvagio re britannico

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Il re britannico Carlo III lo scorso martedì ha mostrato al mondo, con cerimonia dedicata a favore di flash e fotografi, il suo primo ritratto ufficiale da sovrano.   La scena ha scioccato il mondo: il dipinto è a dir poco inquietante, con il reale in divisa uniforme coperto da colore rosso su tutta la tela. Un’immagine che ad alcuni ha ricordato l’inferno, ad altri un mare di sangue.  

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L’opera di colore rosso vivo, che misura circa 2 metri e mezzo per 1 e ottanta, è del pittore Jonathan Yeo, che ha anche dipinto Tony Blair, George Bush, David Attenborough e l’attivista pakistana Malala Yousafzai nonché il controverso attore Kevin Spacey.   Lo Yeo è noto, oltre che per i ritratti, per una serie di collage fatti utilizzando ritagli di riviste pornografiche hardcore. Con questa tecnica l’artista pare aver ritratto, oltre che il presidente statunitense George W. Bush e il pittore britannico Lucian Freud, anche lo statista italiano Silvio Berlusconi.   La reazione del pubblico al nuovo dipinto in rete è stata immediata, con alcuni che hanno ricordato che negli Windsor (cioè nei Sassonia Coburgo-Gotha) scorrerebbe anche sangue transilvano, fatto vantato dallo stesso Carlo in un’intervista di anni fa.     La questione di Dracula è peraltro stata ricordata da alcuni pubblicando la locandina del kolossal di Francis Ford Coppola del 1992.    

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«Re Carlo ha appena svelato un nuovo ritratto di se stesso che assomiglia a Satana che brucia all’inferno» scrive un utente di Twitter. «Amo senza ironia il nuovo ritratto di re Carlo per quanto malvagio sembri. Arcidemone dell’inferno» dice un altro utente. E ancora: «Niente grida “Sono un orgoglioso assassino malvagio” come il nuovo dipinto di Carlo». Un altro: «Onestamente, pensavo fosse uno scherzo, ma apparentemente hanno svelato un dipinto di Carlo coperto di Sangue. È surreale. Diamine. È satanico. Di chi potrà essere il sangue».   Anche le prese per i fondelli si sono sprecate. In una il dipinto è stato sostituito con una caricatura del Carlo che sulle pudenda ha la faccia di Jimmy Savile, potente presentatore BBC che fu suo amico, scoperto, poco dopo la sua morte, essere uno stupratore pedofilo seriale.   Anche quello in cui il quadro è in realtà una foto della regina con il cartello «Trump ha vinto» non è male.    

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Ha trovato spazio anche il meme del momento, assai popolare nell’anglosfera, con la ripresa del signore che ad un distributore di benzina nel ferrarese ha pensato bene di rendersi immortale con un atto a cui nessuno aveva mai pensato prima.     Parimenti, molti hanno voluto vedere nelle macchi del quadro, à la Rorscharch, demòni e altri segni diabolici.   La storia di Carlo, lo sappiamo, non è stata limpidissima, dalla morte Diana ai milioni presi dalla famiglia Bin Laden in buste di plastica.   Tuttavia non sono i dettagli di cronaca, pur speciosi, ad essere rilevanti: a preoccupare è l’appartenenza della stirpe alla Cultura della Morte, quella che sostiene – passandosi il compito geneticamente, da Filippo a Carlo a Guglielmo ed Enrico – la riduzione della popolazione e quindi l’astio verso l’essere umano.   Dietro alla facciata ecologista, senza neanche tanto grattare, gli Windsor (che in realtà non sono britannici e non si chiamano Coburgo Gotha: Windsor è il nome di un paesino inglese che suonava bene per il rebranding del loro casato tedesco) si rivelano arconti della Necrocultura – sono una famiglia della morteChiedete ad Alfie Evans, a Charlie Gard, a tantissimi di cui non conosceremo mai il nome.   «You can Stick your Royal Family Up Your Arse», «puoi ficcarti la famiglia reale su per il…» cantavano alcune curve calcistiche britanniche nel periodo dell’incoronazione del Carlo.   Ora aggiungeranno, alla lista prottologica, anche questo bel ritrattone infernale?

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