Spirito
Terremoto in Turchia, distrutta la cattedrale di Iskenderun
Il Vicario dell’Anatolia e Presidente di Caritas Turchia annuncia la mobilitazione delle organizzazioni cristiane per portare soccorso alla popolazione colpita. Il responsabile di Caritas Anatolia parla di «danni gravi ed estesi».
«Un disastro totale». È con questa drammatica frase che il Vicario dell’Anatolia, mons.Paolo Bizzeti, descrive all’agenzia AsiaNews il terremoto che ha colpito la Turchia, provocando migliaia di morti, colpendo anche la vicina Siria. Il presule si trova in questi giorni in Italia e ha difficoltà a contattare fedeli e collaboratori della regione.
«La cattedrale del vicariato di Iskenderun [la chiesa dell’Annunciazione, edificio del XIX secolo] è crollata», aggiunge, «tutti gli edifici sono inabitabili» ma per ora nella comunità cristiana locale «non ci sono vittime».
Il prelato, che è anche presidente di Caritas Turchia, ha già annunciato «l’apertura di una sottoscrizione» per aiutare la popolazione locale. «Il terremoto è avvenuto nel cuore della notte, poco dopo le 4 del mattino» e ha colto di sorpresa la maggior parte delle persone che riposavano nelle loro case. «La paura è grande» per eventuali forti riprese.
John Farhad Sadredin, responsabile della Caritas Anatolia, anche lui in Italia, cerca un biglietto per tornare in Turchia. «Ho provato a contattare diverse persone della zona – racconta ad AsiaNews – ma fino ad ora intere zone erano isolate e non era possibile comunicare telefonicamente».
«Accogliamo una settantina di persone rimaste senza tetto, continua Farhad, in una chiesa e nel refettorio» della comunità, nella cittadina che un tempo si chiamava Alexandretta: «i danni sono gravi ed estesi».
«In tutta la regione il bilancio è molto pesante, diversi edifici sono crollati e in uno di essi risulta disperso un membro della nostra comunità di Antiochia. Ci sono almeno 200 edifici crollati, si sta cercando di recuperare le vittime. Sono caduti anche il muro e il tetto della chiesa siriaca».
Un bilancio sempre più pesante
Il terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la Turchia e la Siria ed è stato avvertito in altri Paesi tra cui Libano, Israele e Grecia da milioni di persone. In Turchia il bilancio continua a crescere: la mattina del 7 si contano 3.000 morti e 16.000 feriti. Questo terremoto potrebbe essere il peggiore nella storia recente del Paese, con almeno 40 scosse di assestamento già registrate.
A Gaziantep, vicino all’epicentro, è stato distrutto lo storico castello, uno dei simboli più famosi della città, ed è in vigore lo stato di emergenza in tutto il Paese. Nella vicina Siria, il numero delle vittime ammonterebbe a quasi 1.500 morti e più di 3.500 feriti.
«Abbiamo avvertito molto distintamente il terremoto», dice ad AsiaNews mons. Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo ed ex presidente di Caritas Siria. «Ci sono molti morti in Siria e danni ad Aleppo, Tartus, Idlib e in molte altre città, gli edifici sono crollati».
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine da AsiaNews
Spirito
Chiediamo preghiere per una fedele FSSPX di Tokyo
Abbiamo ricevuto dalla comunità dei fedeli del priorato di Tokyo della Fraternità San Pio X, con cui siamo in contatto tramite il corrispondente di Renovatio 21 in Giappone, una richiesta di preghiera.
«Lei si chiama Faith Kristy Velasco Clark» ci scrive il nostro corrispondente. «Nelle foto ci sono suo marito Jacob, loro figlia Veronica e Christopher, nato due giorni fa. Kristy e Jacob si sono conosciuti alla Messa della FSSPX a Tokyo. Dopo essersi sposati si sono trasferiti negli Stati Uniti. Le è stato diagnosticato un tumore maligno e inoperabile contestualmente alla nascita del bambino. Le preghiere di chiunque sono ben accette».
Non si chiedono soldi qui: si chiede di pregare per questa madre e per la sua famiglia. Abbiamo prova che gruppi di preghiera si stanno attivando ovunque, anche nel seminario della FSSPX a Ecône. Domandiamo ai nostri lettori, in Italia e nel mondo, di recitare una preghiera per questa drammatica situazione.
Chi volesse invece aiutare economicamente, è stata messa in piedi una pagina Gofundme.
Grazie a tutti. Possiamo, in momenti come questo, dimostrare una vera unità spirituale globale.
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Sinodo in Italia: silenzio, stiamo affondando
Il processo sinodale italiano, avviato nel 2021 su appello di Papa Francesco, ha appena compiuto una nuova tappa il 24 e 25 ottobre 2025, con l’approvazione a larga maggioranza di un testo che privilegia l’ideologia progressista.
«Il mostro, che crediamo essere l’eccezione, è la regola. Andate in fondo alla Storia: Nerone è un plurale». Questo pensiero di Victor Hugo è trasferibile sulle rive del Tevere, per chi è finalmente arrivato «in fondo al Sinodo»?
Avviato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il cammino sinodale transalpino ha avuto una fase preparatoria nel 2021-2023, seguita dalla redazione di un documento preparatorio – Instrumentum laboris – nel novembre 2024. Tra gennaio e febbraio 2025, tutte le diocesi e le istituzioni cattoliche hanno inviato i loro contributi, dando vita a un primo documento di sintesi.
Presentato nell’aprile 2025, questo testo è stato respinto per la sua palese eterodossia su temi delicati come l’inclusione delle persone LGBT, l’ordinazione delle donne e la gestione di alcuni abusi. I progressisti hanno denunciato la decisione, che l’arcivescovo Erio Castellucci, presidente del comitato sinodale nazionale, ha difeso sostenendo che i tempi stretti e i numerosi emendamenti avevano reso il testo «troppo conciso e inadeguato».
Il rinvio all’autunno 2025 ha consentito una revisione completa, volta a smussare le asperità scandalose del testo iniziale. A seguito di questa revisione, il 25 ottobre, nell’assemblea finale, oltre 800 partecipanti, tra laici, clero e religiosi, hanno adottato un documento. Un gruppo di vescovi è stato incaricato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) di elaborare e tradurre il testo in risoluzioni concrete per l’assemblea autunnale della Conferenza Episcopale nel novembre 2025.
L’impresa sembra impossibile, poiché il testo sinodale è ancora pieno di ambiguità e contraddizioni. Il documento è un miscuglio che, da un lato, sottolinea una Chiesa che è «lievito di pace e di speranza», attenta ai più vulnerabili: i poveri e le persone con disabilità.
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Queste nobili intenzioni, spesso distorte da una visione naturalistica, convivono con il progetto di riformare il governo delle parrocchie attraverso gruppi ministeriali misti – diaconi, laici, religiosi – e di «rinfrescare» il linguaggio liturgico per renderlo accessibile alle culture contemporanee…
Utilizzando il gergo progressista richiesto , il documento adottato sottolinea i processi sinodali per il clero e i laici, tra cui una riconfigurazione territoriale delle parrocchie in «comunità di comunità». I team interdiocesani, supportati da un organismo di coordinamento nazionale, dovrebbero promuovere l’educazione affettiva e sessuale dei giovani, in collaborazione con la pastorale familiare, i movimenti ecclesiali e le organizzazioni della società civile.
L’approvazione del 25 ottobre è stata approvata a larga maggioranza, ma con una notevole opposizione. Le mozioni riguardanti l’educazione emotiva e il genere hanno suscitato la maggiore resistenza da parte delle donne, mentre quelle sulla condivisione delle responsabilità tra laici e clero hanno offeso in larga misura gli uomini.
Sebbene sarebbe più corretto parlare di un naufragio totale con questo documento, il vescovo Castellucci ha presentato la fase sinodale appena conclusa nella Penisola come una «esperienza spirituale» in cui la Chiesa si lascia «turbare dallo Spirito»: a pochi giorni da Halloween, c’era effettivamente motivo di preoccupazione.
Il cardinale Matteo Zuppi, capo dei vescovi italiani, ha sottolineato che «l’essenziale è già stato compiuto: una Chiesa che discute e decide insieme è segno di uno Spirito che soffia dove vuole». L’affermazione potrebbe sembrare ironicamente irrilevante se non fosse in gioco la fede: il problema, infatti, non è tanto sapere che «la Chiesa sta discutendo», quanto capire di cosa sta discutendo e per quale scopo.
Ridurre il processo sinodale a un mero esercizio metodologico, a un rito partecipativo privo di contenuto teologico, ci limita a una mera allusione allo Spirito Santo, anziché a una vera e propria invocazione. E allora un altro Spirito, lo spirito del mondo, prende il suo posto, perché è vero che la natura aborrisce il vuoto.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
Immagine di Meeting Rimini via Flickr
pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 4.0
Spirito
«Siamo stati creati per la gloria»: omelia nella festa di Ognissanti di mons. Viganò
Vos, purpurati martyres, Vos candidati præmio Confessionis, exsules Vocate nos in patriam.
Rabano Mauro Inno Placare, Christe
Dopo la solenne celebrazione della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nell’ultima Domenica di Ottobre, il primo Novembre è dedicato a coloro che con Cristo hanno combattuto il bonum certamen, meritando di trionfare con Lui nella vittoria sfolgorante sul demonio. Il giorno seguente, 2 Novembre, viene ricordato un altro sterminato esercito di anime sante: quelle di coloro che il fuoco del Purgatorio purifica, come l’oro nel crogiuolo, per renderle degne di essere ammesse alla gloria della contemplazione della Maestà divina.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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