Connettiti con Renovato 21

Politica

Steve Bannon spinge il ticket Trump/Kennedy per il 2024

Pubblicato

il

 

Steve Bannon ha ribadito la sua preferenza per un ticket elettorale Trump/Kennedy per la corsa presidenziale del 2024, dicendo che la combinazione dei due candidati come presidente e vicepresidente produrrebbe una «vittoria schiacciante», anche se la possibilità rimane quasi nulla.

 

L’ex capo stratega della Casa Bianca si aspetta che «la prossima primavera inizierà una tempesta giudiziaria» per l’ex presidente, ha detto Bannon durante un episodio domenicale del podcast «War Room», riferendosi alla persecuzione legale che sta affrontando in questo momento l’ex presidente USA Trump.

 

Se Trump può «attraversare quel fuoco», può ottenere «il 55% o più del Paese» ha detto Bannon. «Se in qualche modo potesse funzionare di avere Kennedy come candidato alla corsa – e non lo so, è tutt’altro che tecnicamente possibile a causa della struttura dei partiti democratico e repubblicano e dell’accesso al voto e tutto questo – potresti ottenere il 60% o più nel paese e vincere con una valanga di voti massiva».

 

 

Bannon aveva suggerito il ticket presidenziale Trump/Kennedy già ad aprile. Durante uno dei podcast, Bannon aveva affermato che l’ex candidato governatore dell’Arizona Kari Lake era la sua prima scelta per il vicepresidente del signor Trump. Tuttavia, se la Lake non fosse disponibile, «Kennedy sarebbe una scelta eccellente».

 

La Lake peraltro ha un’alta opinione di Kennedy. Il mese scorso, l’ex candidata alla carica di governatore dell’Arizona (elezione che è andata in modo assai sospetto) ha criticato coloro che definiscono Kennedy un «democratico MAGA», sottolineando che costoro «semplicemente non vogliono estranei nella macchina politica, non vogliono estranei entrando nella palude, prosciugando la palude».

 

«Vogliono solo persone pre-approvate, controllabili, facilmente ricattabili e facilmente corrotte come Biden e l’intero sistema paludoso di laggiù».

 

Oltre a Bannon, molti altri conservatori sono aperti all’idea di una sfida Trump/Kennedy per le elezioni del 2024, riporta Epoch Times.

 

In un post sui social media del 29 aprile, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn ha affermato che “stava davvero iniziando ad apprezzare l’atteggiamento di questo candidato presidenziale”, riferendosi a Kennedy.

 

Pure Roger Stone, indomito operativo repubblicano al centro di tante querelle, ha dato il suo supporto alla combo Trump/Kennedy.

 

Nonostante tali entusiasmi, il Kennedy ha respinto la possibilità di collaborare con il signor Trump.

 

«Solo per reprimere qualsiasi speculazione, IN NESSUN CASO mi unirò a Donald Trump per un ticket elettorale. Le nostre posizioni su alcune questioni fondamentali, i nostri approcci alla governance e le nostre filosofie di leadership non potrebbero essere più distanti», ha dichiarato Kennedy in un post del 10 maggio sui social media.

 

Le similitudini tra i due candidati, tuttavia, fanno discutere molto negli USA.

 

In un’intervista con Fox alla fine di luglio, Kennedy aveva affermato di essere stato «davvero criticato in un modo che ritengo senza precedenti, anche più di quanto il presidente Trump sia stato colpito dal mainstream, dai media aziendali».

 

A maggio, il Washington Post aveva pubblicato un editoriale intitolato «Si chiama Kennedy. La sua campagna è puro Trump».

 

«Come Trump, Kennedy è dedito a un’abile demagogia, fuorviando casualmente con la convinzione di colui che dice la verità» scriveva il WaPo. «Ciò che rende Kennedy più simile a Trump, tuttavia, è la sovrapposizione di cospirazione e disprezzo che tinge quasi tutto ciò che dice, la sfiducia distruttiva nel l’elettorato che cerca di incanalare».

 

Trump è stato a lungo vittima della censura, con l’esempio più famoso di Twitter (precedentemente) che censurava i suoi post sui social media e cancellava il suo account. Kennedy è stato vittima di simili tentativi di censura da parte dei vari social.

 

Prima di un’udienza del 20 luglio della sottocommissione ristretta della Camera sull’armamento del governo federale, i Democratici hanno fatto circolare una lettera al presidente della commissione giudiziaria della Camer, il senatore repubblicano Jim Jordan, chiedendo che Kennedy fosse rimosso da una testimonianza programmata.

 

Jordan e il presidente della Camera Kevin McCarthy hanno respinto tali tentativi di censura. «L’udienza che abbiamo questa settimana riguarda la censura», ha detto lo speaker McCarthy ai giornalisti nel momento in cui gli è stato chiesto della lettera. «Non credo che censurare qualcuno sia in realtà la risposta qui».

 

Anche il governatore della Florida Ron DeSantis, candidato alla presidenza per i repubblicani e principale avversario di Trump alle primarie, ha un’opinione favorevole di Kennedy, suggerendo che considererebbe il democratico per una posizione sanitaria nella sua amministrazione se vincesse la corsa del 2024.

 

Tuttavia, sempre DeSantis ha liquidato Kennedy come una scelta per il vicepresidente, citando l’opposizione del democratico all’annullamento da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti delle politiche di azione affermativa nelle università americane e le sue attività a favore del cambiamento climatico.

 

Nel frattempo, sondaggi danno la popolarità di Kennedy in grande crescita.

 

«Un nuovo sondaggio Harvard-Harris mette il mio indice di favore al 47 percento, superiore a Trump (45%), DeSantis (40%), Biden (39%) e a tutti i personaggi pubblici nel sondaggio», ha detto Kennedy in un post sui social lo scorso 23 luglio. «E sapete cos’è ancora più straordinario? La mia valutazione sfavorevole era la più bassa tra tutti i candidati, solo il 26%. Ciò dimostra che gli implacabili attacchi dei media non funzionano. La gente non crede più ai media, a ragione».

 

Come riporta Epoch Times, secondo i sondaggi, il signor Biden ha un enorme vantaggio su Kennedy. Una media dei risultati di più sondaggi ha mostrato che Biden aveva più del 64% di sostegno nei sondaggi primari democratici, molto più avanti del 15% di Kennedy.

 

Sia Trump che Kennedy hanno espresso grande stima l’uno per l’altro. In un’intervista con Newsmax a giugno, Trump si è detto impressionato dal modo in cui Kennedy ha aumentato la sua popolarità nei sondaggi.

 

«Lo rispetto, molte persone lo rispettano. Ha alcuni punti molto importanti da sottolineare», ha detto l’ex presidente, riferendosi a RFK jr.

 

Durante una tribuna elettorale ospitata da NewsNation alla fine di giugno, il Kennedy ha detto di essere «orgoglioso che io piaccia al presidente Trump, anche se non sono d’accordo con lui sulla maggior parte dei suoi problemi».

 

Come riportato da Renovatio 21, la piattaforma di Kennedy e di assoluta opposizione alla guerra con la Russia – nonostante uno dei sette figli sia stato un foreign fighter di Kiev. Kennedy ha apertamente attaccato Biden accusandolo di aver sabotato la pace a Kiev portando il mondo sull’orlo della guerra atomica.

 

Quando ha parlato di bioarmi etniche il mese scorso, è stato accusato di antisemitismo. Kennedy ha ripetuto che la CIA, oltre che essere coinvolta nell’assassinio di suo padre e di suo zio, è anche dietro ai finanziamenti del  laboratorio di Wuhano.

 

 

 

 

 

Immagine di NASA HQ PHOTO via Flickr Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

 

 

 

Continua a leggere

Politica

Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»

Pubblicato

il

Da

La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».

 

All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.

 

La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.

 

Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».

 

Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.

Iscriviti al canale Telegram

Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.

 

La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.

 

Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.

 

Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.

 

Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Continua a leggere

Politica

Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni

Pubblicato

il

Da

Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.   Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.   Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.   Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».   Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».   Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Continua a leggere

Politica

Tentativo di colpo di Stato in Benin

Pubblicato

il

Da

Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.

 

I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.

 

Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.

 

Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.

 

Aiuta Renovatio 21

«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».

 

«La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».

 

A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.

 

«Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.

 

Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.

 

Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.

 

Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.

 

Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine da Twitter

Continua a leggere

Più popolari