Economia
Sri Lanka, 2,7 milioni di poveri per la crisi economica
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Da gennaio l’inflazione è schizzata alle stelle e i prezzi delle materie prime sono saliti a livelli senza precedenti. Avvisaglie già prima della pandemia e della crisi di governo: tra il 2019 e il 2020 il tasso di povertà è passato dall’11,3% al 12,7%. Migliaia i cittadini in attesa di ricevere i sussidi di assistenza.
Sono 2,7 milioni i cittadini srilankesi finiti in povertà a causa della crisi economica, un dato mai così alto nella storia del Paese.
Da gennaio l’inflazione è schizzata alle stelle e i prezzi delle materie prime sono saliti a livelli senza precedenti. Un rapporto della Banca Mondiale («Sri Lanka Development Update», pubblicato a cadenza semestrale) sottolinea che «il tasso di povertà nello Sri Lanka è raddoppiato dal 13,1% al 25,6% (3,65 dollari pro capite, parità di potere d’acquisto 2017) tra il 2021 e il 2022: nelle città è triplicata dal 5% al 15%». Il distretto di Mullaitivu è l’area più povera (57% di poveri nel 2022), seguito da quelli di Kilinochchi e Nuwara Eliya.
Questa settimana Shehan Semasinghe, ministro delle Finanze e appartenente allo Sri Lanka Podu Jana Peramuna (SLPP), ha chiesto a centinaia di migliaia di poveri di registrarsi presso il Welfare Benefits Board per ricevere assistenza.
Secondo i funzionari di governo 867.696 srilankesi (di cui 117.101 anziani) sono in attesa di ricevere prestazioni sociali: 21.459 aspettano un assegno di disabilità e 2.687 pazienti affetti da malattie croniche necessitano di assistenza sociale.
I commentatori sostengono però che il dicastero in questione e il suo personale politicizzato «sono noti per non spendere appieno i fondi stanziati».
«Questo indica che un numero maggiore di srilankesi è caduto nelle file degli indifesi e dei senza speranza», ha commentato un funzionario statale ad AsiaNews. I dati della Banca centrale (CBSL) evidenziano che le famiglie beneficiarie del programma Samurdhi (programma prosperità, attraverso cui anche la Banca mondiale ha fornito sussidi di emergenza) sono già 1,76 milioni: per il 2021 erano stati stanziati 55,4 miliardi di rupie (circa 156 milioni di euro).
Un alto funzionario della CBSL ha rivelato che «dopo aver accumulato debiti insostenibili e a causa di livelli di corruzione altissimi che hanno strangolato l’economia sotto il governo Rajapaksa, il tracollo economico dello Sri Lanka è stato avviato ben prima della pandemia da COVID-19: il tasso di povertà è passato dall’11,3% del 2019 al 12,7% del 2020», anno in cui i «nuovi poveri» erano 300mila.
Gli analisti economici ritengono che «lo Sri Lanka dovrà accrescere l’occupazione nell’industria e nei servizi e recuperare il valore reale dei redditi per mitigare l’impatto della crisi»: è necessario un approccio coordinato per sostenere i poveri e i vulnerabili.
Secondo le previsioni, il PIL nazionale diminuirà del 9,2% quest’anno e di un ulteriore 4,2% nel 2023, ma si presume che ci possa essere una «ripresa» l’anno prossimo.
Le riserve di valuta estera ammontano a circa 300 milioni di dollari (309 milioni di euro), mentre le attività estere nell’agosto di quest’anno erano in negativo per 2,03 miliardi di dollari (2,1 miliardi di euro).
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Immagine di Chris Blackhead via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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