Stragi
Soldato israeliano racconta le uccisioni deliberate di civili

Un riservista israeliano che ha prestato servizio per tre volte a Gaza ha dichiarato all’emittente Sky News, in una rara intervista davanti alle telecamere, che alla sua unità veniva spesso ordinato di sparare a chiunque entrasse nelle aree definite dai soldati come no-go zone, indipendentemente dal fatto che rappresentasse una minaccia o meno, una pratica che, a suo dire, lasciava civili morti sul posto.
«Abbiamo un territorio in cui ci troviamo, e gli ordini sono: chiunque entri deve morire», ha detto. «Se sono dentro, sono pericolosi, bisogna ucciderli. Non importa chi sia».
Parlando in forma anonima, il soldato ha affermato che le truppe uccidevano i civili in modo arbitrario, raccontando che i criteri per aprire il fuoco sui civili variavano a seconda del comandante.
Il soldato è un riservista della 252ª Divisione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF). È stato assegnato due volte al corridoio di Netzarim, una stretta striscia di terra che attraversava la Striscia di Gaza centrale all’inizio della guerra, dal mare al confine con Israele. Era stata progettata per dividere il territorio e consentire alle forze israeliane di avere un maggiore controllo dall’interno della Striscia.
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Il militare ha spiegato che quando la sua unità era di stanza ai margini di un’area civile, i soldati dormivano in una casa di proprietà di palestinesi sfollati e tracciavano un confine invisibile attorno ad essa, definendo una zona vietata agli abitanti di Gaza.
«In una delle case in cui eravamo stati, avevamo un territorio molto vasto. Era il più vicino al quartiere dei cittadini, con gente dentro. E c’è una linea immaginaria che, ci dicono, tutti gli abitanti di Gaza conoscono, e che sanno di non poterla oltrepassare. Ma come fanno a saperlo?» si chiede.
Le persone che attraversavano questa zona venivano spesso colpite, ha detto. «Era come tutti coloro che arrivano nel territorio, un po’ come un adolescente che va in bicicletta».
Il soldato ha descritto la convinzione diffusa tra le truppe che tutti gli abitanti di Gaza fossero terroristi, anche quando si trattava di civili palesemente disarmati. Questa percezione, ha detto, non è stata messa in discussione ed è stata spesso avallata dai comandanti. «Non ti parlano molto dei civili che potrebbero venire a casa tua. Come quando ero sulla strada di Netzarim, e dicono che se qualcuno viene qui, significa che sa di non dover essere lì, e se continua a venire, significa che è un terrorista», ha detto il riservista dell’esercito dello Stato Ebraico.
«Questo è quello che ti dicono. Ma non credo che sia vero. Sono solo persone povere, civili che non hanno molta scelta». Ha affermato quindi che i criteri per aprire il fuoco sui civili cambiano a seconda del comandante. «Potrebbero essere fucilati, potrebbero essere catturati», ha dichiarato a Sky News. «Dipende molto dal giorno, dall’umore del comandante».
Il soldato ha rammentato un episodio in cui un uomo aveva oltrepassato il confine ed era stato colpito. Quando un altro uomo si era avvicinato al corpo, si era deciso che sarebbe stato catturato. Ore dopo, l’ordine cambiò nuovamente: sparare a vista a chiunque oltrepassi la «linea immaginaria».
In un’altra occasione, la sua unità era dislocata nei pressi della zona di Shujaiya, nella città di Gaza. Descrisse alcuni palestinesi che rovistavano tra rottami metallici e pannelli solari da un edificio all’interno della cosiddetta «no-go zone».
«Certo, non ci sono terroristi lì», ha detto. «Ogni comandante può scegliere da solo cosa fare. È un po’ come il Far West. Alcuni comandanti possono davvero decidere di commettere crimini di guerra e azioni malvagie senza subirne le conseguenze».
Il soldato ha affermato che molti dei suoi compagni credevano che non ci fossero innocenti a Gaza, citando l’attacco del 7 ottobre guidato da Hamas, che ha ucciso circa 1.200 persone e ne ha prese in ostaggio 250. Da allora, decine di ostaggi sono stati liberati o tratti in salvo dalle forze israeliane, mentre circa 50 rimangono prigionieri, tra cui circa 30 che Israele ritiene morti.
Ha ricordato che i soldati discutevano apertamente degli omicidi. «Direbbero: “sì, ma queste persone non hanno fatto nulla per impedire il 7 ottobre, e probabilmente si sono divertite quando è successo a noi. Quindi meritano di morire”».
«La gente non prova pietà per loro» ha dichiarato. «Penso che molti di loro sentissero davvero di fare qualcosa di buono. Credo che il nocciolo della questione sia che, nella loro mente, queste persone non sono innocenti».
In Israele, è raro che i soldati critichino pubblicamente le IDF, considerate un’istituzione unificante e un rito di passaggio per gli ebrei israeliani. Il servizio militare plasma l’identità e il prestigio sociale, e chi si esprime rischia di essere ostracizzato. Il soldato ha affermato di non voler essere identificato perché teme di essere etichettato come traditore o emarginato dalla sua comunità. Ciononostante si sente in dovere di parlare.
«Mi sento come se avessi preso parte a qualcosa di brutto e ho bisogno di contrastarlo con qualcosa di buono che faccio, parlandone, perché sono molto turbato per ciò a cui ho preso parte e a cui sto ancora prendendo parte, come soldato e cittadino di questo Paese», ha detto il militare intervistato. «Penso che la guerra sia… una cosa molto brutta che sta succedendo a noi e ai palestinesi, e penso che debba finire».
«Penso che nella comunità israeliana sia molto difficile criticare se stessa e il suo esercito. Molte persone non capiscono a cosa stanno acconsentendo. Pensano che la guerra debba scoppiare e che dobbiamo riportare indietro gli ostaggi, ma non ne capiscono le conseguenze».
«Penso che molte persone, se sapessero esattamente cosa sta succedendo, non la prenderebbero molto bene e non sarebbero d’accordo. Spero che, parlandone, si possa cambiare il modo in cui le cose vengono fatte».
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L’IDF ha risposta a Sky News con una dichiarazione dove si afferma che «operano nel rigoroso rispetto delle proprie regole di ingaggio e del diritto internazionale, adottando precauzioni praticabili per mitigare i danni ai civili».
«Le IDF operano contro obiettivi e traguardi militari e non prendono di mira civili o obiettivi civili», prosegue la dichiarazione.
L’esercito israeliano ha aggiunto che «i rapporti e le denunce riguardanti la violazione del diritto internazionale da parte delle IDF vengono trasferiti alle autorità competenti, responsabili dell’esame degli incidenti eccezionali verificatisi durante la guerra».
Nella dichiarazione sono menzionate anche le misure che l’esercito afferma di adottare per ridurre al minimo le vittime civili, tra cui l’emissione di avvisi di evacuazione e la raccomandazione alla popolazione di abbandonare temporaneamente le aree di intensi combattimenti. «Le aree designate per l’evacuazione nella Striscia di Gaza vengono aggiornate secondo necessità. Le IDF informano costantemente la popolazione civile di eventuali cambiamenti».
Come riportato da Renovatio 21, secondo un sondaggio dell’Università Ebraica di Gerusalemme una forte maggioranza degli ebrei israeliani esprime il suo sostegno ai crimini di guerra deliberati e in corso del loro governo, quali la pulizia etnica e il genocidio a Gaza, con circa il 75% degli ebrei israeliani concorda con l’affermazione secondo cui «non ci sono innocenti a Gaza».
L’esercito giudaico è stata accusato per innumero stragi, come quella di Rafah, con Israele a giustificare sempre, anche a fronte di video sconcertanti, che si trattava di «bersagli legittimi».
Come riportato da Renovatio 21, secondo uno studio di un professore di Harvard quasi 400.000 abitanti di Gaza sarebbe ora dispersi dalla guerra intentata dallo Stato Ebraico contro la Striscia.
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Immagine screenshot da YouTube
Spirito
Strage transessuale in chiesa, «siamo contro i satanisti»

To save your family and your society, you must fight. We are up against Satanists. Atheists have no defenses against the Devil. As a matter of survival, you have no choice but to embrace Our Lord. Go to a Catholic Church this weekend, do what they say, and we might all make it.
— MILO (@Nero) August 28, 2025
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Pensiero
Massacro trans di bambini, ecco lo stragista ideale dei «conservatori». Per un futuro di sorveglianza totale

Erano passate poche ore dal massacro di Minneapolis che già fioccavano in rete teoria di tutti i tipi. Et pour cause: come è stato notato da molti, non era mai accaduto che emergessero così tante informazioni su uno stragista scolastico.
Ricordiamo il caso del Tennessee: ci sono voluti mesi e mesi prima che il famigerato «manifesto» dell’assassina transessuale Audrey Hale fosse pubblicato – e pubblicato perché trapelato in barba alle forze dell’ordine. E invece qui i diari del mostro sono subito fruibili, persino in formato video. C’è tutto, disegni, scritti, meme, confessioni… ogni cosa è subito in chiaro, in tutta la sua portata allucinante.
Alcuni notano ancora la differenza che vi è tra il caso di Robert Westman e di Thomas Matthew Crooks, il coetaneo che sparò al candidato presidente Donald Trump durante il comizio di Butler in Pennsylvania. Del Crooks non si sa ancora nulla: caso più unico che raro di ventenne che non ha una vera traccia su internet, né social media né altro. Curioso.
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Qualcuno specula di un nuovo caso MK-Ultra, dicendo che il programma di controllo mentale della CIA non è mai stato veramente fermato. Puntano il dito contro il padre del massacratore, James, che lavorerebbe per ESRI, produttore di un software di Intelligence geospaziale (cioè, satelliti) usato anche dalla CIA.
Il padre racconta che il ragazzo avrebbe avuto una delusione d’amore recente. La madre – che aveva lavorato proprio per la scuola della strage – invece ha rifiutato di collaborare con la polizia, e ora si sarebbe data alla macchia, rendendosi latitante. Secondo fonti del giornalista indipendente Andy Ngo, a spingere per la transessualizzazione di Robert sarebbe stato più il padre che la madre, definita come «cristiana devota», che sarebbe stata in qualche modo indotta a firmare per la «transizione» sessuale del figlio.
La realtà è che, al di là dei tantissimi dettagli contingenti che continuano ad affiorare, vi sono elementi che rendono il caso un vero e proprio ideale per i conservatori americani – o meglio, per i neocon.
Ci ha riflettutto sopra Kim Iversen, giornalista americana di origini scandinavo-vietnamite, un tempo considerabile come moderata, ora piuttosto lanciata su temi come quello di Israele e della sua totale influenza sugli USA – la bella Kim, per coincidenza, ha subito in questi ultimi giorni un furto di identità, con un’auto comprata a suo nome, nonché una misteriosa effrazione in casa sua mentre stava registrando una puntata del suo show YouTube.
Incurante di tutto, la Iversen mette in fila un po’ di spunte che fanno quasi pensare che si tratti di una figura desiderabile per la propaganda del vecchio conservatorismo USA: l’assassino è trans, e la demonizzazione della classe certo non dispiace ai conservatori vecchio stile; l’assassino scrive in cirillico, pare quindi avere simpatia per la Russia, nemico immortale dei neocon; l’assassino scrive su fucili e caricatori messaggi contro lo Stato Ebraico («Israele deve cadere», ad esempio) e la narrativa dell’«olocausto» («6 milioni non erano abbastanza»): ed ecco una leva interessante contro la nuova destra americana, i MAGA, che a differenza dei conservatori non sembra avere più riflessi pavloviani pro-Israele.
Insomma: lo Westman parrebbe quasi un babau concepito per la propaganda neocon, sempre più disperata per il fatto di aver perduto completamente il favore verso Israele del popolo di sinistra in America e di buona parte di quello della destra. Forse per questo, dicono alcuni, a Gaza accelerano: sanno di avere poco tempo, quando la generazione dei boomer morirà, non resterà in Occidente più nessun appoggio per lo Stato Giudaico…
Sono annotazioni, analisi, speculazioni. Tuttavia altri rilievi usciti dopo il massacro sono invece certezze.
La strage dei bambini cattolici di Minneapolis avrebbe potuto essere evitata se fosse stato installato uno strumento di rilevamento delle minacce basato sull’intelligenza artificiale, ha dichiarato mercoledì a Fox News – la TV dei conservatori americani, il canale tramite il quale necon portarono gli USA alla guerra in Iraq – proprio un ex agente delle forze speciali israeliane.
Parlando della sua piattaforma GIDEON, il fondatore Aaron Cohen ha affermato che l’attacco alla scuola cattolica dell’Annunciazione, in cui sono morti due bambini, non sarebbe mai avvenuto se le forze dell’ordine avessero utilizzato il suo software di polizia predittiva.
‼️🇺🇸 NEW: And there it is;
“I’m about to launch GIDEON, America’s first-ever Ai threat detection platform built for law enforcement.”
“It scrapes the internet 24/7 using Israeli-grade ontology…”
Pre-crime policing starts NEXT WEEK. 👀 pic.twitter.com/pTQUsMnONx
— Diligent Denizen 🇺🇸 (@DiligentDenizen) August 28, 2025
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«Sto per lanciare la prima piattaforma di rilevamento delle minacce tramite intelligenza artificiale di GIDEON America, creata appositamente per le forze dell’ordine», ha affermato Cohen, aggiungendo: «Esamina Internet 24 ore su 24, 7 giorni su 7, utilizzando un’ontologia di livello israeliano per estrarre un linguaggio di minaccia specifico e poi lo indirizza alle forze dell’ordine locali».
«È un detective attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non dorme mai e ci aiuterà a fronteggiare questi attacchi», ha aggiunto Cohen.
Cohen ha descritto GIDEON come «il primo sistema di intelligenza artificiale in tempo reale progettato per rilevare le minacce online prima che si trasformino in attacchi. Reti anonime che segnalano il comportamento e prevedono il pericolo».
Su YouTube è caricato un video che ne spiega funzionamento e potenzialità.
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Secondo quanto è dato di capire, il sistema analizza l’intera rete Internet aperta, inclusi Reddit, Discord, chat dei videogame e blog marginali, alla ricerca di segnali d’allarme chiave come «accumulo di lamentele, linguaggio da martire, pianificazione tattica, scouting scolastico e indottrinamento estremista».
È stata notata la simiglianza di tale piattaforma di polizia predittiva con il rilevamento delle minacce pre-crimine in stile Minority Report, film che partiva dagli incubi distopici del romanziere Philip K. Dick per descrivere una società dove i reati sono puniti prima ancora che avvengano.
Il fatto è che questo GIDEON non è l’unico software di questo tipo: più grande, ed esperto, è Palantir, programma di cui recentemente si parla moltissimo per descrivere l’influenza che il Venture Capitalist Peter Thiel (creatore con Elon Musk di PayPal) eserciterebbe occultamente sul governo Trump, a partire dal vicepresidente JD Vance, che aveva lavorato in un fondo dello stesso Thiel e la cui carriera politica sarebbe stata da questi promossa.
Secondo i critici, il Thiel da anni agirebbe in fusione con spezzoni dello Stato profondo, in ispecie militare, americano. Alcuni quindi si spingono a dire che vi sarebbe una sorta di golpe di Palantir in atto in USA, con una società di sorveglianza AI ad occupare sempre più largamente le stanze dei bottoni. Con questa idea un ragazzo si era dato fuoco a Nuova York fuori dal tribunale che stava processando l’allora candidato presidente Trump.
Al di là degli allarmi, la meccanica dietro alle grandi stragi – lo abbiamo imparato con amarezza dall’11 settembre 2001, e poi ancor di più con la pandemia – pare la medesima: ad un evento pauroso lo Stato risponde con maggior controllo sul cittadino, che a questo punto è pienamente giustificato dal pericolo, al punto da passare sopra alle Costituzioni dei Paesi sedicenti democratici.
Qualcuno ha cominciato a chiamarlo «liberalismo emergenziale», in realtà sarebbe più giusto definirlo più semplicemente biototalitarismo, perché abbiamo appreso che esso intende estendersi in ogni dimensione dell’esistenza umana, persino – pensate a vaccino e green pass – a livello biomolecolare, subcellulare, genetico, cioè al controllo della base stessa della vita
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Ancora nel 2020 Renovatio 21 ricordava come il leader del World Economic Forum di Davos Klaus Schwab avesse pubblicato un libro di 195 pagine, COVID-19: The Great Reset, nel quale, sulla scorta di una frase attribuita a Winston Churchill, incoraggiava gli industriali e chi ricopre ruoli decisionali a «fare buon uso della pandemia, non lasciando che questa crisi vada sprecata».
Diviene chiaro, quindi, che – sempre all’interno della triade tesi-antitesi-sintesi dell’idealismo di Hegel, sempre caro alle élite – chi produce crisi produce anche opportunità.
Chi produce massacri, crea la possibilità di manipolazione sociale – specie verso il controllo capillare dell’essere umano.
In fondo, non è così difficile da capire. Certo, realizzarlo, ad un certo punto, è angosciante e mostruoso. Ma questo è il tempo che ci è stato dato da vivere. E tirarsi indietro non solo non è possibile, ma è proprio quello che vogliono i commendatori del sacrificio umano.
Roberto Dal Bosco
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Immagine da Twitter; modificata
Gender
Transessuale fa strage in chiesa in una scuola cattolica: nichilismo, psicofarmaci o possessione demoniaca?

Almeno 20 persone sono state colpite dai proiettili sparati contro la chiesa prima che le autorità dichiarassero la situazione «sotto controllo», tra cui due bambini preadolescenti, dichiarati morti. Secondo quanto riportato dal New York Post, l’autore della strage è stato identificato come Robin Westman, poco più che ventenne, che si è poi suicidato sul posto, come peraltro annunciato nei documenti lasciati dal ragazzo. Il nome Robin fu cambiato all’anagrafe pochi anni fa in virtù della sua identificazione come transessuale; in realtà, fino al 2020, si chiamava «Robert», ma già da minorenne cambiò il nome per la ragione dichiarata che «si identifica come donna e vuole che il suo nome rifletta tale identificazione», ha scritto il Washington Free Beacon. I media mondiali, dalla BBC in giù, stanno riportando l’accaduto usando per l’assassino transessuale nato maschio pronomi femminili.The gunman, Robin Westman, formally known as Robert Westman reportedly approached the church from the outside, fired through windows with a semi-automatic weapon and other firearms, and died by suicide in the parking lot.
Minnesota court records confirm that Robin Westman,… pic.twitter.com/2Afw1hrjVb — Boston Brandi (@BostonBrandi100) August 27, 2025
Robin Westman legally changed name from Robert Westman as a minor in 2020. Application said the then-teen “identifies as a female and wants her [sic] name to reflect that identification.” pic.twitter.com/AZhLVYy2yb
— Peter J. Hasson (@peterjhasson) August 27, 2025
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Renovatio 21 rileva che le scritte russe riportano più volte la scritta «Ненависть» (nenavist’), cioè «odio», nonché suka («сука»), che non è l’imprecazione orogenitale sicula ma un’espressione russa che significa «scrofa» ma che viene usata come rafforzativo volgare nei discorsi – scappò, come noto, a Zelens’kyj durante l’incontro teso di mesi fa alla Casa Bianca Con Trump e JD Vance. Altre scritte in russo dicono «Ucciditi», «Io sono un terrorista», «Io sono una mietitrebbia». Vi sono poi ancora scritte che inneggiano ad altri stragisti, tra cui Timothy McVeigh (giustiziato come autore della bomba di Oklahoma City, episodio ora in realtà molto discusso), così come l’inquietante «There is no message», «non c’è messaggio», un riferimento fine agli appunti di un altro stragista, il massacratore del cinema di Aurora in Colorado (2012) James Holmes, che aveva scritto «The message is, there is no message», il messaggio è che non c’è messaggio.The Minneapolis Catholic school shooter was Robin Westman.
He was a biological male who identified as a transgender “woman.” Written on his guns and magazines were things like “kill Trump now,” “6 million was not enough” (referring to the Holocaust), “for the children,” “I’m… pic.twitter.com/KGEauspsTQ — Leftism (@LeftismForU) August 27, 2025
Tali parole fanno pensare ad una strage gratuita, un atto cruento dietro al quale c’è un nichilismo mortifero inarrestabile. Un’altra scritta visibile è «l’umanità è sopravvalutata», e anche qui possiamo notare un misantropismo oramai divenuto pattern, come nel caso dello strano bombardamento della clinica di bambini in provetta in California di mesi fa, dove il perpetratore, morto nell’attentato, dichiarava il suo odio generico per l’intera umanità. Ecco il primo rilievo da fare: questo nichilismo assassino, antiumano – cioè anticristiano – sino ad una oscena giocosità, non è un qualcosa di nuovo, lo si vede anche nelle recenti rivelazioni sui circoli dei pedosatanisti in rete, persone che odiano l’umanità e sembrano votate al male più concreto e totale, specie nei riguardi dei bambini, adescati e manipolati in rete fino a spingerli al suicidio. Anche in quegli ambiti, i dispositivi degli arrestati erano pieni di immagini agghiaccianti di violenza sui bambini e sugli animali e inni a stragisti di massa come Dylann Roof. Ci chiediamo, quindi: anche Westman ha avuto un «curatore» che lo ha incitato a commettere il massacro? Era per caso attivo su server specifici o sul dark web? Esiste un network occulto dove si trovano, e si preparano, e vengono forse perfino creati, gli stragisti? Lo domandiamo consci del fatto che, visti i recenti casi, a spingerlo potrebbe persino essere stata un’Intelligenza Artificiale.Robin ( Robert ) Westman wasn’t just a transgender individual who hated Trump and Christians, he was also openly racist, making offensive comments about Black and Hispanic Americans in this video 👀 pic.twitter.com/9jPZc6vTmI
— TREND JUNKIE (@TRENDJUNKIE__) August 27, 2025
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Così come chiarissimo è il video in cui si vede che aveva messo un ritratto di Gesù con la corona di spine in cima a quello che sembra un bersaglio per esercitarsi nel tiro a segno.Murder, Transgenderism, and the Objective Standard of Satanic Evil
Ladies and gentlemen, let us strip away the smokescreens and evasions. We are not dealing here with a matter of opinion, preference, or private taste. We are dealing with evil—real, objective, and knowable. The… pic.twitter.com/0sYDS7bZsl — Joseph D. McBride, Esq. (@McBrideLawNYC) August 28, 2025
BREAKING: The Minneapolis shooting suspect has been identified as Robin Westman.
The alleged shooter released multiple videos on social media, which showed that he clearly hated Christians. They have since been taken down. “Where is your God?” read one mag. Evil monster. pic.twitter.com/oyiCkqNwkw — Collin Rugg (@CollinRugg) August 27, 2025
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La violenza transgender, specie verso le scuole e i loro bambini, è oramai un fenomeno non più negabile. Sei mesi fa Trinity Shockley, una ragazza transgender di 18 anni è stata accusata di aver pianificato una strage a scuola il giorno di San Valentino. Era probabilmente legato al transessualismo Colt Gray, il quattordicenne che ha ucciso due insegnanti e due compagni di scuola nella sua scuola superiore in Georgia la scorsa estate. Anche lui aveva utilizzato la piattaforma Discord per esprimere il suo desiderio di commettere una sparatoria a scuola, citando le problematiche delle persone transgender. Anche il Gray aveva il culto degli stragisti scolastici: «l’account faceva riferimento ad Adam Lanza, l’assassino stragista della scuola elementare Sandy Hook, e in post separati condivideva il desiderio di prendere di mira una scuola elementare ed esprimeva frustrazione per l’accettazione delle persone transgender», si leggeva nel servizio della CNN. Qualche commentatore americano, ai tempi della strage di Nashville ad opera della transessuale Audrey Hale (che ha ucciso in una scuola elementari due bambini piccoli e due adulti), aveva lanciato, confortato da qualche numero, la provocazione sui social media: c’è un nuovo gruppo demografico da identificare come ceto in rapida crescita di tiratori di massa pro capite: la comunità transgender. «La demografia pro capite di sparatori di massa in più rapida crescita nella storia umana è la comunità trans» aveva scritto un utente su Twitter. I numeri dei casi recenti non mentono: il tiratore di Colorado Springs si identificava come «non binario». Il tiratore di Denver si identificava come trans. Il tiratore di Aberdeen si identificava come trans. L’assassino di Nashville si identificava come trans. «Una cosa è MOLTO chiara: il moderno movimento trans sta trasformando gli attivisti in terroristi» aveva scritto su Twitter il giornalista conservatore Benny Johnson.In what appears to be the suspect’s manifesto, the individual says that they wrote multiple journals and they warn people not to read them because apparently there is really bad stuff in them
They must be released pic.twitter.com/vda7REgZoy — Ryan Saavedra (@RealSaavedra) August 27, 2025
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«Alla NIH (l’Istituto di Sanità pubblica USA) stiamo lanciando studi sul possibile contributo di alcuni farmaci SSRI e di alcune altre droghe psichiatriche che possono contribuire alla violenza. Molte di loro, sapete, hanno il black box warning che avvertono di ideazione suicidaria e di ideazione omicida, quindi non possiamo escludere queste come colpevoli. Questo è il tipo di studi che stiamo facendo». Qualcuno in queste ore, tuttavia, qualcuno fa ipotesi ancora più radicali: un inquietante disegno dello stragista lo mostra mentre si guarda allo specchio e vede, dall’altra parte, un demonio.In the wake of yesterday’s horrific mass shooting at Annunciation Catholic Church in Minneapolis, Minnesota, the facts are beginning to come in, and once again, the shooter was transgender.
It’s a data point on a disturbing and increasingly visible trend. Transgender Americans… pic.twitter.com/7rgSA9l9ec — The Vigilant Fox 🦊 (@VigilantFox) August 28, 2025
In russo, sulla pagina con lo sconvolgente disegno, pare esserci scritto un dialogo: «Chi sono io?» «Quando finirà?» «Aiutami!» «Non voglio» «Aiuto» «Ucciditi, ucciditi». Un caso di possessione demoniaca? Non sappiamo dirlo: ma quale transizione transessuale può dirsi al riparo dalle forze oscure?Self portrait by the demon-possessed Robin Westman, alleged to have been the shooter who killed Catholic children during Mass today at Annunciation Church in Minnesota. When he looks in the mirror, he sees the devil. pic.twitter.com/xlJwuxF4ze
— Michael Hoffman (@HoffmanMichaelA) August 27, 2025
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