Cina
Shanghai, rivolta contro il lockdown alla fabbrica Apple
Centinaia di dipendenti della fabbrica dei MacBook Apple a Shanghai si sono scontrati con le autorità e hanno scavalcato le barriere di isolamento dopo settimane di lockdown. Lo riporta RFA.
Un video circolato venerdì che mostra una rivolta di centinaia di lavoratori arrabbiati per la continua «produzione a ciclo chiuso» – cioè per il fatto che per il lockdown draconiano che attanaglia Shanghai, hanno dovuto vivere nella fabbrica di proprietà della taiwanese Quanta Computer che produce i prestigiosi PC Apple.
Si è trattato, secondo RFA, di una vera e propria rivolta.
«Come si vede nel video, centinaia di giovani dipendenti non hanno obbedito al comando, sono saltati oltre il cancello e sono scappati, e si sono precipitati fuori dal blocco per scontrarsi con le guardie. È stato riferito che i dipendenti sono insoddisfatti della prevenzione e del controllo dell’epidemia e voglio andare a comprare materiale civile», scrive RFA.
【疑不满「闭环生产」防疫太严】
【广达上海厂惊传员工「暴动」】
刚局部复工的上海广达子公司上海达丰电子周四(5日)晚发生员工「暴动」。影片所见,数百名年轻员工不听指挥,纷纷跳过门口闸门跑开,集体冲出封锁线与警卫发生冲突。据悉员工因不满疫情防控,欲外出购买民生物资。 pic.twitter.com/3GpeBjHqG3— 自由亚洲电台 (@RFA_Chinese) May 6, 2022
La testata taiwanese UDN ha affermato che le rivolte si sono verificate dopo che Quanta «ha impedito ai dipendenti che erano tornati al lavoro di tornare nell’area del dormitorio durante le ore fuori servizio, causando panico e preoccupazione ai dipendenti per il ritorno a un rigido stato di isolamento e controllo. Pertanto, il il gruppo si è precipitato nell’area del dormitorio per provocare rivolte, principalmente a causa dell’insoddisfazione per il rigoroso controllo dell’epidemia».
Quanta è la principale fabbrica di Macbook di Apple e trattenuto i lavoratori a vivere in fabbrica nell’ultimo mese per evitare che i lavoratori venissero infettati durante il lockdown zero-COVID della città cinese che ha di fatto imprigionato 26 milioni di persone.
Alcune aziende hanno optato per la produzione a circuito chiuso per mantenere aperte le fabbriche così da riavviare il 70% della produzione nel polo manifatturiero, mentre il 90% delle 660 principali aziende industriali ha ripreso la produzione, tuttavia «non è chiaro per quanto tempo possano essere mantenuti i circuiti chiusi, date le risorse necessarie per sfamare e ospitare migliaia di lavoratori alla volta. Il sistema richiede anche che i lavoratori evitino il contatto con chiunque sia al di fuori del circuito, compresi i familiari», ha spiegato la testata economica americana Bloomberg.
Bloomberg ha notato che il malcontento sarebbe stato risolto venerdì mattina e la fabbrica è tornata alle normali operazioni. Nel suo ultimo rapporto sugli utili, Apple ha avvertito che i vincoli di fornitura costerebbero all’azienda dai 4 agli 8 miliardi di dollari nel trimestre in corso.
Immagine screenshot da Twitter
Cina
La Casa Bianca annuncia l’incontro Trump-Xi
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping la prossima settimana durante un viaggio in Asia, ha dichiarato giovedì la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
Trump si recherà in Malesia e Corea del Sud, dove incontrerà Xi Jinping giovedì prossimo a margine del Vertice di Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC). Leavitt non ha fornito ulteriori dettagli sull’incontro.
L’annuncio giunge in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra i due Paesi. La settimana scorsa, Trump ha minacciato di introdurre un ulteriore dazio del 100% sui prodotti cinesi a partire da novembre.
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Questa escalation segue la decisione di Pechino di imporre restrizioni più severe sulle esportazioni di terre rare, nonostante avesse precedentemente definito «insostenibili» le tariffe elevate. La nuova politica cinese non colpisce direttamente gli Stati Uniti, ma le aziende tecnologiche americane dipendono fortemente dalle forniture cinesi di terre rare.
Sebbene Trump avesse annunciato settimane fa l’intenzione di incontrare Xi al vertice APEC, non aveva specificato la data. Tuttavia, aveva anche accennato alla possibilità di cancellare l’incontro, a causa del disappunto per le restrizioni cinesi sull’export di minerali di terre rare.
Mercoledì, il presidente statunitense ha dichiarato che i due leader avrebbero discusso di temi che spaziano dal commercio all’energia nucleare, aggiungendo che intende affrontare anche la questione degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina.
L’incontro in Corea del Sud sarà il primo faccia a faccia tra i due leader da quando Trump è tornato al potere a gennaio. I due si sono parlati almeno tre volte quest’anno, ma l’ultimo incontro di persona risale al 2019, durante il primo mandato di Trump.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico
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Cina
La Cina espelle 9 generali di alto rango, tra cui due dirigenti del Partito Comunista, in una purga radicale
In una delle più significative operazioni di epurazione degli ultimi decenni, il presidente cinese Xi Jinping ha avviato una nuova ondata di licenziamenti ai vertici delle forze armate. Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha infatti espulso nove generali di alto rango, in quella che gli analisti definiscono una mossa dettata non solo da motivazioni disciplinari, ma anche da logiche di lealtà politica.
Secondo una dichiarazione del ministero della Difesa pechinese, i nove ufficiali sarebbero sotto inchiesta per «grave illecito finanziario». A rendere il caso ancora più insolito è il fatto che la maggior parte di loro erano generali a tre stelle e membri del potente Comitato Centrale del Partito.
Non si è trattato di semplici retrocessioni: la maggior parte dei militari è stata completamente espulsa dalle forze armate. Nella nota ufficiale, il ministero ha accusato i generali di aver «gravemente violato la disciplina di partito» e di essere «sospettati di gravi reati connessi al servizio, che coinvolgevano una quantità di denaro estremamente elevata, di natura estremamente grave e con conseguenze estremamente dannose».
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Le autorità cinesi hanno sottolineato che gli ufficiali «saranno puniti legalmente e militarmente» a seguito dell’indagine, definita «un risultato significativo nella campagna anticorruzione del partito e dell’esercito».
La figura più illustre tra gli epurati è il generale He Weidong, fino a poco tempo fa vicepresidente della Commissione Militare Centrale (CMC) e membro del Politburo, l’élite di 24 dirigenti che guidano il Paese. He era considerato il secondo uomo più potente dell’apparato militare dopo Xi Jinping stesso, che presiede la CMC.
Negli ultimi mesi si erano diffuse voci secondo cui il generale He si fosse scontrato con Xi e con la leadership del Partito. Da marzo, infatti, non era più apparso in pubblico, circostanza che aveva alimentato le speculazioni su una possibile inchiesta interna.
Secondo il Wall Street Journal «il generale He è l’ufficiale militare in servizio attivo più anziano che Xi abbia mai epurato, e il primo vicepresidente in carica della Commissione Militare Centrale a essere estromesso in quasi quarant’anni». Il quotidiano statunitense ricorda inoltre che il 68enne He è «il primo membro in carica del Politburo a essere indagato dal 2017».
L’ultima volta che la Cina aveva assistito a un’epurazione di vertici militari di simile livello risale a circa un decennio fa, quando furono espulsi due vicepresidenti in pensione della CMC per corruzione, durante il primo mandato di Xi Jinping.
Segnali di una possibile purga erano già emersi a luglio, quando la Commissione Militare Centrale aveva emanato nuove linee guida che invitavano a eliminare «l’influenza tossica» nelle forze armate e a seguire «regole ferree» per gli ufficiali di alto grado.
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I nove ufficiali epurati sono He Weidong (vicepresidente della Commissione Militare Centrale, CMC); Miao Hua (direttore del dipartimento di Lavoro Politico del CMCM), He Hongjun (vicedirettore esecutivo del Dipartimento di Lavoro Politico del CMC); Wang Xiubin (vicedirettore esecutivo del Centro di Comando delle Operazioni Congiunte del CMC; Lin Xiangyang (comandante del Teatro Orientale); Qin Shutong (commissario politico dell’Esercito); Yuan Huazhi (commissario politico della Marina); Wang Houbin (Comandante delle Forze Missilistiche); Wang Chunning (comandante della Forza di Polizia Armata).
Secondo osservatori interni, potrebbero esserci ulteriori epurazioni nelle prossime settimane. I licenziamenti, infatti, sono stati annunciati alla vigilia del conclave annuale a porte chiuse del Comitato Centrale del Partito Comunista, in programma dal 20 al 23 ottobre a Pechino, durante il quale si discuterà il prossimo piano quinquennale.
Wen-Ti Sung, analista del Global China Hub dell’Atlantic Council, ha commentato la notizia ai media statunitensi affermando: «Xi sta sicuramente facendo pulizia. La rimozione formale di He e Miao significa che potrà nominare nuovi membri della Commissione Militare Centrale, che è rimasta praticamente mezza vuota da marzo, durante il Plenum».
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Immagine di China News Service via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
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