Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Scholz chiama Putin: due anni che non si sentivano

Pubblicato

il

Il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno tenuto la loro prima telefonata in quasi due anni.

 

I due leader ieri hanno discusso del conflitto in Ucraina e dei potenziali colloqui di pace tra Mosca e Kiev, secondo quanto riportato dai media tedeschi, citando un portavoce del governo.

 

I piani per i colloqui diretti erano stati inizialmente riportati dai media tedeschi venerdì mattina, mentre il Cremlino aveva solo confermato che Putin avrebbe tenuto una telefonata internazionale nel corso della giornata, senza fornire dettagli.

Acquista la t-shirt DONALD KRAKEN

Tuttavia, il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit ha confermato ai giornalisti che la conversazione ha effettivamente avuto luogo ed è durata quasi un’ora.

 

Secondo Hebestreit, il cancelliere tedesco «ha insistito sulla disponibilità della Russia a negoziare con l’Ucraina per raggiungere una pace giusta e duratura». Scholz ha anche parlato della «incrollabile determinazione» di Berlino a sostenere Kiev «finché sarà necessario».

 

Secondo il funzionario, Scholz ha anche esortato Putin a porre fine al conflitto e a «ritirare le sue truppe».

 

Secondo il riassunto della chiamata del governo tedesco, Scholz ha invitato Putin a porre fine alla guerra, sostenendo che la Russia non aveva raggiunto i suoi obiettivi dopo quasi tre anni. Lo Scholz ha condannato gli attacchi russi alle infrastrutture civili e ha assicurato a Putin che la Germania avrebbe continuato ad assistere l’Ucraina, scrive il New York Times.

 

Sempre secondo il governo tedesco, Scholz ha anche detto al signor Putin che, a suo avviso, l’invio di truppe nordcoreane per assistere la Russia in Ucraina equivale a una grave escalation del conflitto.

 

Funzionari tedeschi hanno detto all’agenzia di stampa TASS che i due leader hanno concordato di rimanere in contatto. Prima della telefonata, il cancelliere tedesco ha anche contattato l’ucraino Volodymyr Zelens’kyj e intende parlargli di nuovo dopo la sua conversazione con Putin, ha detto Hebestreit.

 

La chiamata di venerdì è stata la prima comunicazione diretta tra i due leader in quasi due anni. Secondo il Cremlino, l’ultima volta che Putin e Scholz si sono parlati al telefono è stato il 2 dicembre 2022.

 

Il Cremlino, che ha confermato l’esistenza della telefonata, non ha ancora rilasciato dichiarazioni sui colloqui. Tuttavia, il NYT scrive che «secondo il Cremlino, Putin ha detto alla sua controparte tedesca che qualsiasi accordo di pace in Ucraina deve basarsi su “nuove realtà territoriali e, cosa più importante, affrontare le cause profonde del conflitto». Il giornale eboraceno scrive che Putin ha detto allo Scholz di essere disponibile a riprendere i colloqui di pace con Kiev a queste condizioni, ha affermato il Cremlino.

 

Secondo analisi circolanti, l’atto di «rottura del ghiaccio» lanciato da Scholz – il cui governo è in bilico – è una reazione derivante dai timori europei secondo cui Trump potrebbe negoziare la fine del conflitto senza coinvolgere minimamente i «partner» europei.

Aiuta Renovatio 21

Il cancelliere tedesco aveva parlato con il presidente ucraino Zelens’kyj prima della chiamata con Putin, e ha pianificato di chiamare di nuovo il Zelensky per aggiornarlo. Il portavoce dello Scholz ha affermato che l’attività di sensibilizzazione è stata strettamente coordinata con i partner del G7.

 

Nel suo discorso serale a Kiev, Zelens’kyj ha definito la decisione dello Scholz di parlare con Putin «un vaso di Pandora». «Ora potrebbero esserci altre conversazioni, altre chiamate», ha detto. «Solo un sacco di parole. Ed è esattamente ciò che Putin desidera da molto tempo: è estremamente importante per lui indebolire il suo isolamento, l’isolamento della Russia, e condurre normali negoziati che non finiranno in nulla».

 

A ottobre Scholz aveva dichiarato di essere disponibile a riprendere i contatti diretti con Putin, ma Demetrio Peskov, portavoce del Cremlino, ha respinto più volte l’idea, affermando che non c’era motivo di una telefonata, secondo quanto riportato dai media russi.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).

 

Continua a leggere

Geopolitica

La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendoo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».   In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.   Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».   «Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».  

Iscriviti al canale Telegram

Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.   Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.   Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Continua a leggere

Geopolitica

Orban come John Snow

Pubblicato

il

Da

Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.

 

In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».

 

Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.

 

In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.

 

Iscriviti al canale Telegram

Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».

 

Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Geopolitica

Orban: i funzionari dell’UE «violano la legge»

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha accusato i funzionari dell’UE di «violazione sistematica della legge» per il loro piano di privare gli Stati membri del diritto di veto sul congelamento degli asset russi.   Venerdì pomeriggio la Commissione Europea ha votato una proposta per attivare l’articolo 122 dei trattati UE, una clausola di emergenza che permette di adottare decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità. Tale misura consentirebbe all’Unione di mantenere indefinitamente il blocco dei beni sovrani russi e di destinare i profitti o gli interessi generati a sostegno dell’Ucraina, anche in presenza di opposizioni da parte di singoli Stati membri.   «Con la procedura di oggi, i burocrati di Bruxelles aboliscono con un solo tratto di penna l’obbligo di unanimità, un atto palesemente illegale», ha scritto Orban su X venerdì. «Lo stato di diritto nell’Unione Europea sta giungendo al termine e i leader europei si pongono al di sopra delle regole. Anziché garantire il rispetto dei trattati UE, la Commissione Europea viola sistematicamente il diritto europeo».   Orban ha denunciato che i «burocrati» e i guerrafondai dell’UE stanno spingendo per «protrarre la guerra in Ucraina, un conflitto che è chiaramente impossibile vincere».  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Con questo passo, lo stato di diritto nell’UE viene sostituito dal governo dei burocrati. In altre parole, si è instaurata una dittatura di Bruxelles», ha aggiunto. «L’Ungheria protesta contro questa decisione e farà tutto il possibile per ripristinare un ordine legittimo».   Dopo l’escalation del conflitto ucraino nel 2022, i partner occidentali di Kiev hanno congelato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, la maggior parte dei quali depositati presso Euroclear a Bruxelles. Nelle ultime settimane è scoppiata una forte controversia tra i Paesi europei favorevoli all’utilizzo di tali fondi come garanzia per un «prestito di riparazione» a Kiev e quelli contrari, che invocano rischi legali e finanziari.   L’attivazione della clausola di emergenza per un congelamento a tempo indeterminato toglierebbe a Stati oppositori come l’Ungheria la possibilità di veto sul rinnovo semestrale. Secondo il piano, il blocco rimarrebbe in vigore fino al pagamento da parte della Russia delle riparazioni post-conflitto all’Ucraina e fino a quando l’UE non riterrà cessata «una minaccia immediata» ai propri interessi economici derivante da possibili ritorsioni legali.   Mosca ha condannato come illegittimo qualsiasi tentativo di appropriazione dei suoi beni. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato questa settimana che la Russia reagirà a ogni espropriazione, aggiungendo che «derubare» il Paese rappresenta l’ultima carta rimasta ai sostenitori europei dell’Ucraina per continuare a finanziare Kiev nel conflitto con Mosca.   L’Ungheria si oppone da tempo a ulteriori aiuti a Kiev: Orban li ha paragonati al «mandare un’altra cassa di vodka a un alcolizzato». Budapest non è tuttavia isolata: anche il Belgio, che custodisce la maggior parte dei fondi, ha criticato duramente il piano, con il primo ministro Bart De Wever che lo ha definito «equivalente a rubare» denaro russo.   I capi di Stato e di governo dell’UE voteranno la proposta al vertice della prossima settimana.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Manfred Weber via Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0
Continua a leggere

Più popolari