Persecuzioni
Sacerdote cattolico: il nuovo regime siriano sta costringendo i cristiani a seguire la sharia
Nella nuova Siria gli alawiti vengono massacrati dagli islamisti e i cristiani sono costretti ad accettare l’Islam, vivendo nella paura di essere i prossimi ad essere uccisi: lo ha dichiarato il sacerdote cattolico tedesco padre Peter Fuchs in un’intervista rilasciata al sito pro-life nordamericano LifeSiteNews.
Don Fuchs, che ha visitato la Siria molte volte e ha buone conoscenze all’interno del Paese. Secondo il sacerdote, he dirige l’ala tedesca dell’organizzazione Christian Solidarity International (CSI), i cristiani sono «terrorizzati a causa (…) degli attacchi genocidi contro gli alawiti».
«Ciò tocca anche i cristiani nel profondo, e molti cristiani dicono naturalmente che ciò che stiamo vedendo ora con gli alawiti potrebbe accadere a noi; semplicemente non sappiamo quando», ha detto il religioso, aggiungendo che «tutti i cristiani in Siria ricordano il grido di battaglia del Fronte Al-Nusra, fondato da al-Jolani (che ora vuol farsi chiamare Al-Sharaa) nel 2012: “I cristiani a Beirut, gli alawiti nella tomba”».
Il 29 gennaio, al-Jolani/al-Sharaa – già ricercato come sanguinario terrorista dagli USA con una taglia da 10 milioni di dollari, ora ritirata – ha ufficialmente assunto la carica di presidente ad interim della Siria dopo che il governo del sovrano di lunga data Bashar al-Assad è stato rovesciato nel golpe dello scorso.
Il Jolani, ora ricevuto in pompa magna dai dignitari europei nonostante il suo rifiuto di dare la mano alle donne, ha fondato il Fronte jihadista Al-Nusra nel 2012 in opposizione al governo di Assad. Nel 2017, ha unito Al-Nusra ad altri gruppi per formare l’organizzazione paramilitare islamista Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) e ne è stato il leader fino al 29 gennaio 2025.
Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti e gli organismi internazionali elencavano ufficialmente l’attuale presidente siriano come terrorista.
Sebbene le vittime degli attacchi omicidi islamici da parte di HTS di Al-Sharaa e di altri gruppi jihadisti siano per lo più alawiti, anche i cristiani hanno subito crescenti minacce.
«Le famiglie cristiane hanno aperto le loro case agli alawiti», ha affermato padre Fuchs. «Ciò che è particolarmente drammatico, naturalmente, è che tutti lì sono poveri, compresi i cristiani, e non possono provvedere ai loro vicini alawiti come vorrebbero».
«Quindi dobbiamo immaginare che molte persone in Siria che vivono in povertà abbiano solo un pasto al giorno, se va bene».
Fuchs ha sottolineato che «al momento ci sono molti tipi di discriminazione contro i cristiani, soprattutto nelle zone rurali».
Mentre la Siria era un paese laico sotto Assad, il nuovo regime islamico sembra stia implementando la legge della aharia in tutta la nazione.
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Secondo don Fuchs «alle ragazze viene detto che devono indossare l’hijab islamico a scuola, e quando le ragazze dicono all’insegnante: “Non l’abbiamo mai fatto, siamo cristiane”, l’insegnante risponde: “Potete essere cristiane a casa, qui a scuola, indossate l’hijab”».
«Ciò che prima era impensabile in Siria, ora sta accadendo anche nelle scuole: i bambini devono recitare i versetti del Corano, compresi i bambini cristiani. E se i bambini cristiani dicono: “Non vogliamo farlo perché siamo cristiani”, allora il preside minaccia di espellere i bambini dalla scuola».
«E poi, naturalmente, sentiamo anche cose ancora più drammatiche», ha continuato padre Fuchs. «Ci sono posti di blocco in tutto il paese e abbiamo sentito che quando i cristiani sono in macchina e arrivano a questi posti di blocco, viene detto loro che i combattenti jihadisti ai posti di blocco diranno loro che non possono passare finché non recitano il credo islamico».
Allo stesso modo, «i giovani cristiani di Homs vengono minacciati di essere picchiati se non recitano il credo islamico».
Secondo il religioso il numero dei cristiani in Siria è in calo da due decenni. «Vent’anni fa, probabilmente c’erano più di 2 milioni di cristiani che vivevano in Siria. Oggi, ci sono solo stime, ma si presume che tra 300.000 e 500.000 cristiani vivano in Siria».
«Tutti i cristiani che sono ancora in Siria vedono il loro futuro fuori dal Paese. Ciò è drammatico, e anche l’Europa dovrà affrontare una nuova ondata di rifugiati» ha dichiarato Don Fuchs a LifeSite.
La minoranza cristiana in Siria è composta principalmente da greco-ortodossi, siro-ortodossi, greco-cattolici melchiti e siro-cattolici.
Riflettendo, su quanto sia triste l’esodo dei cristiani da questa terra di enorme significato per la cristianità, Don Fuchs ha parlato della ricca storia cristiana del paese. In un certo senso, è stato il luogo di nascita della grande missione cristiana nel mondo, con la famosa conversione di San Paolo avvenuta prima di Damasco. «I cristiani del Medio Oriente, in particolare i cristiani in Siria, dove i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani per la prima volta, vale a dire ad Antiochia, che oggi è la Turchia ma che in realtà è sempre stata culturalmente siriana, preservano anche la nostra eredità».
Fuchs ha descritto in dettaglio gli attacchi contro la minoranza musulmana alawita nelle ultime settimane e mesi, osservando che «almeno dall’8 marzo, abbiamo assistito a questi atti di violenza genocida contro gli alawiti nelle regioni costiere di Tartus, Latakia, Baniyas e Jableh».
In molte moschee del Paese sarebbe stata dichiarata la jihad (guerra santa islamica) contro gli alawiti: «quindi non solo HTS, ma anche altri gruppi jihadisti sono arrivati in questa zona costiera e hanno ucciso indiscriminatamente alawiti, civili alawiti, donne e bambini».
«Ho sentito da amici sul campo che almeno 4.000 persone sono state uccise», ha detto il sacerdote. «Altri ora dicono che potrebbero esserci anche 10.000 vittime di questi attacchi».
Per nascondere i crimini, i gruppi islamici stanno «occulando i cadaveri, organizzando rapidamente le sepolture in fosse comuni, per nascondere alle organizzazioni delle Nazioni Unite e all’opinione pubblica mondiale la portata di questa pulizia etnica».
Da quando Al-Jolani ha preso il controllo della Siria, «abbiamo visto che gli alawiti in particolare sono stati sottoposti a ingiustizie incredibili e a un terrore incredibile», ha continuato Don Fuchs nell’intervista con LifeSiteNews.
Poiché Assad stesso è un alawita, il gruppo religioso è «incolpato di tutto ciò che è accaduto sotto il regime di Assad», comprese le atrocità «accadute negli ultimi anni di guerra». Fuchs ha sottolineato che gli attacchi genocidi contro gli alawiti sono incoraggiati dal nuovo governo.
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«Quindi quando Al-Jolani, o Al-Sharaa, come si fa chiamare ora, dice che questa situazione è fuori dal suo controllo, allora è una sciocchezza assoluta perché possiamo vedere abbastanza chiaramente che l’attuale governo jihadista della Siria ha dato il via libera a questa pulizia etnica, a questo genocidio contro gli alawiti».
«E noi diamo per scontato, come i nostri partner sul campo, che in un lasso di tempo molto breve, i jihadisti che combattono con e sotto Al-Sharaa si stabiliranno nelle case alawite lì sul Mediterraneo», ha spiegato Fuchs, aggiungendo che «ciò significa che gli uiguri, i ceceni che ora combattono a fianco del regime jihadista di Damasco, saranno ricompensati e si insedieranno in queste zone alawite».
«E naturalmente i cristiani temono anche questo, soprattutto nella valle dei cristiani tra Homs e il Mediterraneo, che prima o poi le loro comunità vengano forse cacciate anche lì, affinché possano insediarsi anche lì i combattenti jihadisti».
Come riportato da Renovatio 21, nel discorso sulla formazione del nuovo governo siriano al-Jolani ha parlato di un destino «luminoso e sostenibile» per il Paese. Tuttavia, un rapporto dell’Intelligence USA emerso nelle stesse ore informava che in Siria si preparano tempi di «violenza ed instabilità».
Come riportato da renovatio 21, la sharia è di fatto sancita dalla nuova Costituzione post-Assad installata nel Paese dal regime jihadista.
Dopo la caduta del governo dell’ex presidente siriano Bashar al-Assad, l’anno scorso, gli Stati Uniti hanno rapidamente rimosso la taglia di 10 milioni di dollari su Jolani, che in precedenza era un membro dello Stato islamico dell’Iraq (ISI), il gruppo che si è trasformato nell’ISIS.
I cristiani sono tra le vittime dei massacri della nuova Siria in mano ai takfiri, definiti ridicolmente da Israele come «jihadisti educati». Cristiani e alawati sono oggi oggetto di stragi che qualcuno ha chiamato «neo-ottomane», perpetrate da forze armate nelle cui posizioni di rilievo sono stati nominati jihadisti da tutto il mondo. – basti pensare che il nuovo capo dell’Intelligence damascena è un uomo designato come terrorista dall’ONU.
Tra le poche voci levatesi in loro difesa, quella di monsignor Viganò.
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Cina
Partita autunnale tra Santa Sede e Pechino
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Persecuzioni
La Turchia espelle i cristiani perché minacciano la sicurezza nazionale
In Turchia i cristiani vengono espulsi dal Paese con l’accusa di rappresentare una «minaccia alla sicurezza nazionale». Lo riporta LifeSite.
Durante la conferenza sui diritti umani tenutasi a Varsavia il 13 ottobre, Lidia Rieder, esperta legale di Alliance Defending Freedom International, ha denunciato che i cristiani sono nel mirino del governo turco. «Classificare i pacifici residenti cristiani come “minacce alla sicurezza” è un evidente abuso del diritto e un attacco alla libertà religiosa», ha dichiarato le Rieder. «Quando i governi manipolano i sistemi amministrativi o di immigrazione per escludere le persone solo per la loro fede, ciò compromette lo stato di diritto e i principi di tolleranza e coesistenza pacifica che l’OSCE è stata creata per difendere».
La popolazione turca è composta per circa il 99% da musulmani, con meno dell’1% di cristiani. Sotto il governo autoritario di destra di Recep Erdogan, la Turchia riveste un ruolo geopolitico chiave grazie alla sua posizione strategica tra Europa e Medio Oriente. Sebbene membro della NATO, mantiene stretti legami con paesi musulmani come Qatar e Azerbaigian, che di recente, con il supporto di armi turche, hanno costretto oltre 100.000 cristiani a fuggire dal Nagorno-Karabakh verso l’Armenia.
Un comunicato di ADF ha riportato che dal 2020 «più di 200 lavoratori cristiani stranieri e le loro famiglie, circa 350 persone, sono stati espulsi dalla Turchia, molti dei quali residenti da decenni». Il ministero degli Interni ha assegnato a questi individui «codici di sicurezza» come N-82 e G-87, vietandone il rientro e classificandoli come minacce alla sicurezza nazionale.
Un rapporto del 2024 della Freedom of Belief Initiative ha confermato le conclusioni di ADF, indicando i cristiani come la minoranza religiosa più perseguitata in Turchia, con oltre 50 episodi di violenza contro di loro dal 2020.
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Interpellata da Fox News Digital, l’ambasciata turca a Washington ha rimandato a una dichiarazione del Centro per il Contrasto alla Disinformazione del Paese, che il 15 ottobre ha respinto le accuse di Rieder, definendole «infondate e parte di una campagna di disinformazione deliberata». «Il rispetto delle fedi e il pluralismo sono elementi essenziali dell’ordine democratico del nostro Paese», si legge. «La Turchia, come ogni Stato sovrano, può adottare decisioni amministrative sui cittadini stranieri per vari motivi, come violazioni dei visti, disturbi dell’ordine pubblico o mancanza di permessi legali».
Rieder ha citato il caso Wiest contro Turchia, che sarà esaminato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il caso riguarda Kenneth Wiest, un cristiano americano residente legalmente in Turchia per oltre trent’anni, a cui è stato negato il rientro nel 2019 senza prove di illeciti.
«I divieti di ingresso e le espulsioni sono sempre più usati per silenziare i lavoratori cristiani stranieri, mentre la formazione teologica rimane fortemente limitata», ha affermato ADF. «Ai seminari protestanti è negato lo status legale, l’educazione biblica è vietata, mentre i corsi di teologia islamica sono permessi sotto supervisione statale. Anche le proprietà ecclesiastiche subiscono restrizioni ingiuste, con comunità come quella protestante di Bursa costrette ad abbandonare luoghi di culto storici».
Come riportato da Renovatio 21, in questi anni la Turchia è stata teatro di attacchi contro chiese, come quello nel quartiere Sariyer di Costantinopoli, ascritto all’ISIS. Vi è inoltre il fenomeno di cristiani uccisi in storie su dispute su terreni. La persecuzione anticristiana è parimenti alimentata dall’islam e dal nazionalismo turco.
Bombe turche hanno distrutto una chiesa assira nel Nord-Est della Siria tre anni fa. Altri luoghi sacri cristiani, come Santa Sofia (convertita all’Islam alla presenza dell’Erdogano) e Chora (dove sono stati coperti affreschi e mosaici, e dove persino il museo diviene luogo di culto musulmano) a Costantinopoli e la cattedrale di Ani sono divenute moschee.
All’inizio di questa settimana, l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pubblicato il rapporto 2025 sulla persecuzione religiosa globale, evidenziando che 5,4 sugli 8 miliardi di persone del pianeta subiscono discriminazioni per le loro convinzioni religiose. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha espresso preoccupazione martedì, affermando che «uomini e donne meritano ovunque libertà da ogni forma di coercizione in materia di fede».
Come riportato da Renovatio 21, il Parolin ha negato che in Nigeria vi sia in atto una persecuzione di cristiani: quello nigeriano «non è un conflitto religioso, è più un conflitto di tipo sociale, per esempio tra gli allevatori e gli agricoltori», ha dichiarato il segretario di Stato Vaticano, suscitando gli strali di monsignor Carlo Maria Viganò.
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Immagine dalla chiesa di Santa Irene, Costantinopoli
Immagine di Carole Raddato via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Persecuzioni
Ultras rumeni espongono lo striscione «Difendiamo i cristiani nigeriani» durante le qualificazioni ai Mondiali
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse. Recentemente, attacchi nel Paese hanno incluso rapimenti e omicidi di sacerdoti e seminaristi cattolici. A luglio, la diocesi di Auchi, nello Stato di Edo, ha riferito che uomini armati hanno attaccato il Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, uccidendo una guardia e rapendo tre seminaristi.‘Defend Nigerian Christians’ Fans of the Romanian national football team unfurled a banner before their Worlld Cup Qualifier pic.twitter.com/asTnmvuV1l
— Catholic Arena (@CatholicArena) October 15, 2025
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