Oligarcato
Rito pagano celebrato dinanzi all’élite del World Economic Forum di Davos
Una sciamana dell’Amazzonia ha eseguito un rituale pagano dopo che i membri hanno discusso di «Clima e natura» all’incontro 2024 del World Economic Forum (WEF) in corso a Davos.
Dopo un dibattito incentrato su come «rendere possibile un futuro a impatto zero e positivo per la natura», una donna presentata come «capo Putanny» (sic) della tribù Yawanawá dell’Amazzonia ha tenuto un breve discorso chiedendo aiuto per «guarire il pianeta». La donna si è presentata ai potenti che l’hanno invitata come rappresentante della «voce della natura» e della «voce della foresta».
«Quando saremo tutti uniti nei nostri cuori e nei nostri pensieri, la nostra Madre Terra ci ascolterà» ha dichiarato la sciamana.
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— The Post Millennial (@TPostMillennial) January 17, 2024
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La donna ha quindi performato quella che sembrava essere una «benedizione» rituale pagana, sfregandosi le mani e recitando una «preghiera» prima di soffiare sulla testa di ciascun relatore.
I relatori e la capa Putanny si sono poi presi per mano tra gli applausi del pubblico, ricevendo una standing ovation dal pubblico in sala, in particolare dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti e allarmista climatico professionista Al Gore.
Come riporta LifeSite, solo in tempi relativamente recenti, nel 2005, alle donne è stato permesso di sottoporsi all’iniziazione come leader spirituale, o sciamano, degli Yawanawá.
Secondo il sito brasiliano Vivejar, la tribù crede che «gli sciamani sono custodi della conoscenza della tribù, dalla medicina alle arti, e apprendono i segreti magici con gli spiriti». Tuttavia un’ulteriore pagina web dedicata agli Yawanawá ammette che «il potere sciamanico è ambivalente poiché consente contemporaneamente la capacità di curare e di provocare malattie», e che «accuse di stregoneria e avvelenamento tra gli Yawanawá si verificano sia tra i gruppi che all’interno dei gruppi, provocando periodiche tensioni sociali che possono dar luogo a scissioni».
Le informazioni disponibili al pubblico sulla spiritualità degli Yawanawá sono relativamente limitate e tendono a descrivere i loro rituali religiosi piuttosto che le credenze spirituali alla base di tali rituali. Ad esempio, diverse fonti sottolineano che durante alcune cerimonie di guarigione, gli sciamani Yawanawá ingeriscono Ayahuasca, una miscela psicoattiva spesso utilizzata nella regione amazzonica durante le pratiche spirituali.
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In un lavoro del 2004 intitolato In Darkness and Secrecy: The Anthropology of Assault Sorcery and Witchcraft in Amazonia («Nell’oscurità e nella segretezza: l’antropologia della stregoneria d’assalto e della stregoneria in Amazzonia»), Neil L. Whitehead e Robin Wright sottolineano che «date le motivazioni di auto-miglioramento che hanno portato così tante persone ad una comprensione popolare dello sciamanesimo, due aspetti definitivi dello sciamanesimo in Amazzonia – il sangue (cioè la violenza) e il tabacco – sono stati semplicemente cancellati da tali rappresentazioni».
Gli autori confermano con molti aneddoti che lo sciamanesimo è stato tradizionalmente utilizzato per infliggere morte e sofferenza ai nemici oltre che per guarire, e si spingono fino ad affermare che «le pratiche rituali dei guaritori sono intimamente legate agli assalti degli assassini sciamanici e non possono essere comprese separatamente da esse».
La presenza del culto amazzonico a Davos non deve stupire: che il paganesimo sudamericano e mesoamericano abbia un ruolo nell’incedere del Nuovo Ordine era diventato a molti chiaro già con l’intronazione della Pachamama in Vaticano, un gesto di demoniaca apostasia che in futuro verrà guardato come uno dei vertici della perdizione cattolica nei nostri anni.
Dalla Pachamama, come sa il lettore di Renovatio 21, si è passati presto alla «messa maya», rituale che incorpora in quella che dovrebbe essere una messa cattolica elementi del folclore degli antichi popoli mesoamericani, che come noto praticavano il sacrificio umano – cioè il contrario di quanto previsto dal cristianesimo, dove non è l’uomo che si sacrifica per la divinità, ma Dio che si sacrifica per l’umanità.
Riti sciamanici del tutto simili, sia pure nella loro versione nordamericana, sono stati fatti in presenza del pontefice durante la sua nefasta visita apostolica in Canada, dove di fatto prese parte ad un rituale di negromanzia in mondovisione: è quello che Renovatio 21 ha definito come il «paganesimo papale».
Ma quale «ritardo cattolico»: la chiesa con il Concilio ha di fatto anticipato il ’68; ora sta precedendo perfino i soloni di Davos nel processo di ripaganizzazione della società umana.
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Papa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
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Il principe Andrea rinuncia ai titoli a causa dello scandalo Epstein
Il principe britannico Andrea ha rinunciato ai suoi ultimi titoli reali in seguito alle nuove rivelazioni contenute nelle memorie postume di Virginia Giuffre, la donna che lo accusò di abusi sessuali legati al defunto finanziere statunitense Jeffrey Epstein. La decisione, annunciata venerdì, rappresenta l’ultima ripercussione di uno scandalo che da anni getta un’ombra sulla monarchia britannica. Oltre al titolo di duca eboraceno, Andrea perde vari titoli, escluso quello di principe.
Epstein fu arrestato nel 2019 con l’accusa di traffico sessuale di minori, imputato di gestire una rete che coinvolgeva potenti personalità e sfruttava ragazze minorenni. Morì in carcere nello stesso anno, in un caso ufficialmente classificato come suicidio.
Nel 2021, Virginia Giuffre, sopravvissuta alla rete di traffico di Epstein, denunciò il principe Andrea per abusi sessuali, sostenendo di essere stata costretta a rapporti sessuali con i suoi associati, incluso il principe, quando aveva 17 anni.
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Sebbene Andrea abbia sempre negato le accuse – e nel 2022 abbia raggiunto con Giuffre un accordo extragiudiziale confidenziale – questa settimana la stampa britannica hanno pubblicato estratti delle memorie postume di Giuffre, Nobody’s Girl, riaccendendo la controversia. Giuffre, deceduta ufficialmente per suicidio ad aprile, aveva scritto che il principe riteneva di avere «il diritto» di avere rapporti con lei, considerandolo «un privilegio di nascita».
La ragazza era stata denunciata dal principe del foro Alan Dershowitz ritirando le accuse nei confronti del popolare avvocato ebreo harvardiano che fu vicino ad Epstein. Alcuni famigliari della Giuffre non credono si sia suicidata.
Andrea aveva cercato di difendersi anni fa con un’intervista alla BBC che si rivelò disastrosa, dove negò il racconto della ragazza dicendo, nonostante le fotografie che li ritraggono assieme, di non ricordare di averla mai vista e che le sue parole sono inverosimili in quanto lui non suda più dopo un’overdose di adrenalina avuta durante uno scontro militare nel conflitto delle Falklands.
In una dichiarazione rilasciata venerdì da Buckingham Palace, il principe Andrea ha spiegato che la sua decisione è stata motivata dalle rinnovate pressioni legate allo scandalo, che «distoglie l’attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della famiglia reale».
«Ho deciso, come sempre, di mettere al primo posto il mio dovere verso la mia famiglia e il mio Paese», ha dichiarato Andrea. «Pertanto, non utilizzerò più il mio titolo né gli onori conferitimi». Ha ribadito di negare «con forza» le accuse.
Andrea si era già ritirato dai suoi doveri reali dopo che sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, lo aveva privato dei suoi titoli militari e patronati allo scoppio dello scandalo. Ora rinuncerà al titolo di Duca di York, al cavalierato e al ruolo di Cavaliere Reale Compagno dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, conserverà il titolo di principe come figlio di Elisabetta II (della quale si dice fosse il preferito), e le sue figlie, le principesse Beatrice ed Eugenia, manterranno i loro titoli.
Intervistato da BBC Newsnight dopo l’annuncio, Sky Roberts, fratello di Giuffre, ha dichiarato che la notizia ha suscitato emozioni contrastanti, ma che sua sorella defunta «sarebbe molto orgogliosa», poiché la decisione «la giustifica» e porta i suoi sforzi per denunciare i crimini di Epstein e Andrea «a una forma di giustizia».
Sul caso di Andrea ed Epstein la TV britannica ha già prodotto due serie, uno forse leggermente più simpatetica dell’altra.
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Immagine di Thorne1983 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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