Bizzarria
Rissa a Disneyland
Rissa massiva a Walt Disney World, parco di divertimenti del gruppo Disney vicino a Orlando, in Florida.
Secondo quanto riportato, intorno alle 19:30 di mercoledì i membri di due famiglie hanno avuto un’accesa disputa, degenerata in violenza fisica per le strade del regno di Topolino.
Almeno un uomo è stato ricoverato in ospedale con ferite facciali in seguito alla mischia
L’atroce rissa sarebbe scoppiata all’interno dell’area di Fantasyland.
Secondo Walt Disney World News Today (ebbene sì: mentre nel resto degli USA i quotidiani locali chiudono, Disney World ha un suo giornale!), «la famiglia che indossava magliette coordinate ha spinto un ospite dell’altra famiglia quando era in fila per lo spettacolo. Dopo essere uscita, la [famiglia] con le magliette coordinate ha aspettato fuori dal teatro per confrontarsi con l’altra famiglia».
E di lì, giubbotte.
Il filmato della battaglia di Topolinia è stato ripreso da più testimoni e ora impazza sui social media.
Massive brawl at Disney world In Orlando Florida ???? pic.twitter.com/vgKIRE0csq
— Shannon sharpes burner (@shannonsharpeee) July 21, 2022
Massive brawl at Disney world In Orlando Florida ???? pic.twitter.com/vgKIRE0csq
— Shannon sharpes burner (@shannonsharpeee) July 21, 2022
«La disputa si è trasformato in uno scontro di rula e alla fine in un combattimento fisico prima che la sicurezza di Walt Disney World intervenisse e scortasse fuori gli ospiti per le dichiarazioni. Un membro della famiglia che ci ha contattato è stato portato via in ambulanza a causa di un grosso taglio sul mento. Altri avevano tagli e lividi».
Due membri della famiglia che indossavano abiti coordinati sono stati arrestati, secondo un membro dell’altra famiglia coinvolta, che ha contattato WDWNT per condividere la loro versione della storia.
«Siamo stati banditi dalla Disney per sempre a meno che non contattiamo il capo», ha scritto la persona. «2 persone dell’altra parte sono state arrestate e il resto è andato via, nessuno della nostra famiglia è stato ancora arrestato e ci hanno ancora qui».
«Ci stanno facendo lasciare il nostro resort che è la riviera anche se siamo qui per altre 2 settimane. Dobbiamo lasciare la proprietà della Disney, inclusa la laguna del tifone e le sorgenti di Disney».
L’episodio allarmante è solo l’ultimo del suo genere in un parco a tema negli Stati Uniti, riporta Newswar.
La Knott’s Berry Farm, il parco a tema più antico della California, è stata costretta a chiudere anticipatamente sabato a causa della violenza diffusa da parte di «adolescenti».
«Sabato sera, è stata presa la decisione di chiudere il parco con 3 ore di anticipo a causa di comportamenti indisciplinati e alterchi che hanno coinvolto un certo numero di adolescenti», hanno spiegato i funzionari del parco in una nota.
«Questo comportamento non era in linea con i valori del nostro parco e non era l’esperienza che vogliamo che ogni ospite abbia durante la visita alla Knott’s Berry Farm».
La Disney è stata recentemente oggetto di polemiche vibranti quando è emerso un video privato di un incontro tra i vertici della società che dicevano che avrebbero aumentato il numero di personaggi non-binary (cioè, gay, trans, etc.) nelle loro storie.
Nell’incontro Zoom finito online, Karey Burke, che ha il ruolo di general entertainment president di Disney, aveva spiegato di essere personalmente impegnata nell’omosessualizzazione dei contenuti Disney.
«Sono qui come madre di due bambini queer, in realtà, un bambino transgender e uno pansessuale, e anche come leader», ha detto la Burke nel metting finito online grazie al giornalista Christopher Rufo.
Latoya Raveneau, produttore esecutivo di Disney Television Animation, aveva invece confessato che «la nostra leadership laggiù è stata così accogliente nei confronti della mia agenda gay non così segreta… Ovunque potevo aggiungevo queerness [non eterosessualità, ndr]. Nessuno mi avrebbe fermato e nessuno stava cercando di fermarmi», riporta il Daily Mail.
La Disney aveva già pubblicamente fatto sapere di aver istituito una campagna chiamata Reimagine Tomorrow che ha il fine di inserire nei prodotti Disney entro il 2022 almeno il 50% di personaggi appartenenti a minoranze.
La società Disney mesi fa si era opposta ad una legge varata dal governatore della Florida Rick De Santis («Parental Rights in Education») per togliere l’insegnamento del gender nelle scuole, scatenando una guerra mediatica con lo Stato americano, che ha risposto ripristinando le tasse al suo enorme parco a tema su suolo della Florida, Disney World.
Il giornalista Chris Rufo lo scorso aprile aveva anche pubblicato una lista di dipendenti Disney arrestati per molestie a minori e pedopornografia.
Immagine da Twitter
Bizzarria
Trump trolla tutti con un video AI in cui bombarda di escrementi i manifestanti «No Kings»
Il presidente statunitense Donald Trump ha ridicolizzato le proteste «No Kings», diffondendo su Truth Social vari video generati dall’intelligenza artificiale, tra cui uno in cui rovescia sulla folla quella che appare come una massa di escrementi.
Sabato gli Stati Uniti sono stati teatro di un’ondata di dimostrazioni contro l’amministrazione Trump, con grandi raduni organizzati in oltre 2.500 luoghi in tutto il territorio nazionale.
I partecipanti accusano il presidente di abuso di potere e di erosione della democrazia, criticando inoltre la sua politica repressiva verso gli immigrati irregolari e l’impiego di truppe nelle città con la motivazione di contrastare la criminalità diffusa.
In risposta, Trump ha postato sui social media clip create con l’IA, inclusi filmati inizialmente caricati da Xerias, un account X pro-Trump noto per produrre meme digitali.
Una delle sequenze mostra Trump ai comandi di un jet da combattimento battezzato «King Trump», che scarica enormi masse di materia fecale su una folla di manifestanti – con in sottofondo la canzone di Kenny Loggins Danger Zone, irrimediabilmente associata alla celeberrima pellicola aeronautica Top Gun (1986), che la utilizza ben tre volte nella storia con protagonista il Tom Cruise.
Il video AI rilanciato dal presidente include anche un’immagine condivisa durante la protesta di New York dall’influencer progressista Harry Sisson, che nel video finisce sommerso, come tutta la serqua di manifestanti «No Kinghi» da una poderosa quantità di materia escrementizia.
President Trump just posted this on Truth Social today in response to the No Kings protests. 😅
He’s dropping crap on the protestors from a fighter jet. pic.twitter.com/7uBornAOBE
— Laura Loomer (@LauraLoomer) October 19, 2025
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Il Sisson, idolo tiktoker progressista, l’ha presa male. Domenica mattina, Sisson ha replicato su X al video che lo ritraeva: «un giornalista può domandare a Trump il motivo per cui ha postato un filmato generato dall’IA in cui mi fa cadere la cacca addosso da un caccia?».
Il ragazzo ha quindi proceduto ad insultare Trump dicendo che nella realtà l’aereo non sarebbe potuto decollare a causa del «fat ass» («culo grasso») del presidente. Per fare ciò, il Sissone rimanda in onda per intero l’irresistibile video, di fatto ampliandone la portata.
That plane wouldn’t have made it off the ground with your fatass in the pilot’s seat. https://t.co/9qPts2otJQ
— Harry Sisson (@harryjsisson) October 19, 2025
In un’altra clip, originariamente diffusa dal vicepresidente JD Vance e condivisa da Trump, il presidente indossa una corona e un mantello, estrae una spada e si erge trionfante sugli avversari democrat.
JD Vance melted the blue sky servers today with a King Trump meme 😆 absolute banger🔥 pic.twitter.com/eG4EP3wNh7
— Dirty Civilian WV (@Dirty_Civilian) October 18, 2025
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Il montaggio condiviso dal Vance termina con figure di spicco del Partito Democratico, come l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dell’opposizione al Senato Chuck Schumer, in ginocchio ai suoi piedi. Si tratta qui di un’allusione esplicita a una sessione fotografica del 2020 in onore di George Floyd.
I contenuti di Trump hanno suscitato risposte polarizzate: i suoi sostenitori li hanno rilanciati con entusiasmo, mentre detrattori come il senatore democratico Brian Schatz li hanno aspramente censurati. «Perché il Presidente dovrebbe diffondere online un’immagine in cui scarica feci sulle città americane?», ha twittato Schatz su X.
I progressisti americani non hanno ancora capito veramente che per la prima volta alla Casa Bianca c’è un presidente troll, e di capacità di trollaggio eccelse, o meglio quello che l’antropologia dell’internetto oggi definisce uno shitposter. Parola assai adeguata anche al caso presente.
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Immagine screenshot da Twitter
Bizzarria
Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»
The living Israeli hostages held in Gaza have been freed under the first phase of Donald Trump’s peace plan, alongside a Palestinian prisoner release. The deal may become a signature achievement of Trump’s second term, and it could mark a strategic turning point for the Middle… pic.twitter.com/0bZDABIDGj
— TIME (@TIME) October 13, 2025
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Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio. È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.Mika Brzezinski from MSNBC’s “Morning Joe” was once visibly fond of Donald Trump, even playfully running her fingers through his hair. Later on she compared him to Hitler. And now, after seven years of estrangement, apparently he’s no longer Hitler… pic.twitter.com/b9tepBUuSy
— MAGA Resource (@MAGAResource) November 18, 2024
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Bizzarria
Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»
La Corea del Nord ha lanciato una severa campagna contro le donne sospettate di aver utilizzato protesi mammarie considerate «capitaliste», classificando tali interventi estetici come «antisocialisti» e «borghesi». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.
Le forze di sicurezza del regime starebbero effettuando ispezioni invasive, con i responsabili dei comitati di quartiere incaricati di individuare donne che mostrano evidenti modifiche fisiche e di segnalarle per ulteriori accertamenti.
Nel regime guidato da Kim Jong-un, interventi come l’aumento del seno e la chirurgia delle palpebre sono ritenuti «atti non socialisti» e sono vietati. Chi viola queste norme rischia gravi conseguenze.
La notizia è emersa in concomitanza con un processo pubblico tenutosi nella sala culturale di Sariwon, dove un medico e due giovani donne sono stati processati per aver praticato e subito interventi al seno non autorizzati. Il medico, con scarsa esperienza, aveva abbandonato gli studi di medicina prima di completare la formazione chirurgica.
«A metà settembre, un processo pubblico si è svolto in un centro culturale nel cuore di Sariwon contro un medico che ha eseguito un’operazione illegale di mastoplastica additiva e due donne che si sono sottoposte all’intervento», ha riferito una fonte della provincia di North Hwanghae al quotidiano sudcoreano Daily NK.
I pubblici ministeri hanno accusato le donne di essere state «contaminate dalle usanze borghesi» e di aver adottato un «comportamento capitalista corrotto». Le imputate hanno dichiarato di voler «migliorare il loro aspetto», ma sono state definite una minaccia per il sistema socialista.
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Il giudice ha promesso «punizioni severe», mostrando come prove strumenti medici, silicone di contrabbando e denaro contante. Secondo quanto riferito, il giudice ha dichiarato che una delle imputate «non aveva alcuna intenzione di essere leale all’organizzazione e al collettivo, ma era ossessionata dalla vanità, diventando un’erba velenosa che minava il sistema socialista».
Una fonte ha inoltre riferito al Daily NK «che tra i residenti presenti al processo, si sono sentite critiche come “i medici fanno di tutto per denaro”, ma anche commenti di solidarietà, come “Non lo fa forse perché non ha altri mezzi per vivere?”»
Molte donne di Sariwon vivono nel timore di essere sottoposte a controlli se sospettate di aver effettuato interventi di chirurgia estetica.
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