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Geopolitica

Rischio di scivolare nella Terza Guerra Mondiale: avvertimento dell’ex generale tedesco

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In un’intervista pubblicata il 12 gennaio con EMMA, la principale rivista politica femminista in Germania, l’ex consigliere tedesco per la sicurezza nazionale Brig. Gen. Erich Vad, ora in pensione, ha messo in guardia contro una continuazione delle forniture di armi all’Ucraina in assenza di diplomazia.

 

L’ex generale tedesco avverte che l’invio di più carri armati in Ucraina porterà solo a un maggior numero di vite umane da entrambe le parti, compresi i civili, ma non riporterà a Kiev i territori del Donbass e della Crimea. Invece, la guerra sarà un «bagno di sangue come Verdun nella prima guerra mondiale», profetizza tetramente il tedesco.

 

Le parole dell’ex generale tedesco riecheggiano quelle del presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti generale Mark Milley, che ha dichiarato che non c’è soluzione sul campo di battaglia.

 

Alla domanda su cosa avrebbe detto al cancelliere Olaf Scholz, se fosse stato consigliere per la sicurezza nazionale di Scholz lo scorso febbraio (Vad ha servito il cancelliere Angela Merkel nel periodo 2006-2013), Vad risponde che avrebbe esortato Scholz a convincere gli Stati Uniti ad avviare colloqui con la Russia.

 

Se la guerra si protrarrà, senza che emerga alcuno sforzo diplomatico, se – come alcuni ritengono possibile – le posizioni della Russia dovessero diventare insostenibili a causa dell’accumulo di armi occidentali in Ucraina, il pericolo di scivolare in un attacco nucleare, in una Terza Guerra Mondiale, diventerebbe imminente, avverte Vad.

 

Per quanto riguarda il Partito dei Verdi, che fa parte del governo, Vad si è detto scioccato dal fatto che un solo partito sia riuscito a trascinare tutta la Germania in una guerra.

 

EMMA è pubblicato da Alice Schwarzer, che ha avviato una lettera aperta per la diplomazia già nella primavera del 2022, che più di 500.000 tedeschi hanno già firmato 500.000 tedeschi, ma che il cancelliere Olaf Scholz ha respinto.

 

La Schwarzer è anche nella lista dei presunti «infoterroristi» del «Centro per contrastare la disinformazione» (CCD) del governo ucraino.

 

Come riportato da Renovatio 21, Sevim Dagdelen, una rappresentante del partito della sinistra tedesca Die Linke aveva dichiarato che la continuazione del conflitto ucraino avrebbe portato alla Terza Guerra Mondiale.

 

A inizio conflitto il ministro degli Esteri del Cremlino Sergej Lavrov aveva parlato di uno scenario di Terza Guerra Mondiale «nucleare» e «distruttiva».

 

Donald Trump ancora tre mesi fa stava chiedendo negoziati immediati per prevenire la Terza Guerra Mondiale, al termine della quale «non rimarrà niente del nostro pianeta».

 

Una pace negoziata pareva essere stata raggiunta ad aprile 2022, ma una repentina visita a Kiev dell’allora premier Boris Johnson cambiò tutto.

 

Più la guerra si protrae più aumenta il rischio di escalation ulteriore, soprattutto a causa di false flag che l’Ucraina e la NATO potrebbero inscenare. Un anticipo, assai pericoloso, lo abbiamo visto con i missili ucraini abbattutisi in Polonia, uccidendo pure cittadini innocenti.

 

Negli scorsi mesi Mosca ha più volte sostenuto che l’Ucraina potrebbe avere in serbo un attacco false-flag a base di «bomba sporca». Come riportato da Renovatio 21, tecnicamente l’Ucraina, grazie all’eredità sovietica, avrebbe in mezzi tecnici e le competenze per costruirla.

 

Due mesi fa le forze di Kiev hanno bombardato un sito di stoccaggio di scorie radioattive.

 

 

 

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Geopolitica

La Tunisia dice che la Flottilla è presa di mira in un «attacco deliberato»

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Mercoledì, il ministero dell’Interno tunisino ha affermato che l’attacco recente contro una nave umanitaria in rotta verso Gaza, ormeggiata nel porto di Sidi Bou Said, è stato pianificato in anticipo.

 

La nave Alma, con bandiera britannica e parte della Global Sumud Flotilla (GSF), è stata bersagliata martedì da un drone mentre si trovava ancorata nelle acque territoriali tunisine.

 

La flottiglia civile, formata da circa 20 imbarcazioni, ha lasciato il porto spagnolo di Barcellona il 1° settembre con forniture umanitarie per Gaza. La Tunisia figurava tra le fermate previste della spedizione, prima di proseguire per recapitare gli aiuti tramite un corridoio umanitario ipotizzato.

 


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In un comunicato ufficiale, il dicastero ha qualificato l’episodio come «un attacco preparato».

 

«Gli uffici del Ministero dell’Interno si faranno carico di condurre tutte le indagini e le perquisizioni necessarie per chiarire ogni dettaglio, affinché l’opinione pubblica, non solo in Tunisia ma a livello globale, conosca i responsabili della pianificazione di questo assalto, i complici e coloro che ne hanno diretto l’esecuzione», recita il testo.

 

Le telecamere di videosorveglianza sul luogo, a quanto consta, hanno immortalato alcune persone che puntavano al cielo esclamando «fuoco» pochi secondi prima che l’ordigno incendiario impattasse sull’imbarcazione.

 

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Questo episodio segue un analogo di martedì precedente, riguardante la Family, un’altra unità della stessa flottiglia con bandiera portoghese.

 

L’accaduto, verificatosi nella tarda serata di lunedì vicino allo stesso scalo, era stato in un primo momento archiviato dalle autorità tunisine come un rogo fortuito, con i funzionari che attribuivano l’incendio a un innesco casuale e negavano ogni coinvolgimento esterno.

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Immagine screenshot da Twitter

 

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Geopolitica

La Von der Leyen vole che l’UE rimuova il diritto di veto dei singoli Paesi sulla politica estera

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha richiesto l’eliminazione dell’unanimità nel processo decisionale di politica estera dell’UE, sottolineando la necessità per l’Unione di agire più rapidamente su sanzioni, aiuti militari e altre misure.   Nel suo discorso annuale sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo di mercoledì, von der Leyen ha dichiarato che è arrivato il momento di «liberarsi dalle catene dell’unanimità» e di adottare il voto a maggioranza qualificata in alcuni settori della politica estera.   Con l’attuale sistema, tutti i 27 Stati membri devono essere d’accordo per approvare le decisioni. La Von der Leyen ha sostenuto che questo meccanismo ha rallentato la risposta dell’UE alle crisi e ha affermato che il voto a maggioranza eviterebbe che singoli governi possano bloccare azioni sostenute dalla maggioranza.

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Le sue parole hanno immediatamente suscitato l’opposizione di Slovacchia e Ungheria, che hanno entrambe minacciato di utilizzare il diritto di veto per bloccare politiche considerate dannose per i loro interessi nazionali. Il premier slovacco Robert Fico ha avvertito che l’abolizione del diritto di veto «segnerebbe la fine del blocco» e potrebbe persino essere «il precursore di un enorme conflitto militare».   Il premier ungherese Viktor Orbán ha definito la proposta di Bruxelles come un’iniziativa di «burocrati» e ha sostenuto che abbandonare il consenso minerebbe la sovranità, rischiando di trascinare gli Stati membri in guerre contro la loro volontà. Ha previsto che l’UE non sopravvivrà un altro decennio senza riforme strutturali e senza un disimpegno dalla guerra in Ucraina.   La settimana scorsa Ursula aveva accusato la Russia di aver disturbato il GPS del suo aereo, vicenda poi smentita da parte bulgara e dal sito Flightradar24.

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Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni prima la Von der Leyen aveva definito Putin «un predatore».   Come riportato da Renovatio 21, la Von der Leyen due mesi fa aveva accusato la combo costituita da Putin e no-vax come mandanti del voto di sfiducia che l’ha interessata nella vicenda dei messaggini al capo di Pfizer Albert Bourla per le forniture di sieri mRNA (peraltro specialità del marito) cancellati e spariti per sempre.   La Von der Leyen chiede un ingresso accelerato di Kiev in Europa, a cui si oppone il premier ungherese Vittorio Orban sostenendo che ciò trascinerebbe in guerra l’intero blocco.

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Immagine di European Commission via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International  
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Geopolitica

Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

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L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.

 

Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.

 

Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.

 

Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».

 

 


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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.

 

«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».

 

La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.

 

Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 

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