Geopolitica
Raid USA contro gli Houthi in Yemen. Trump: «l’inferno» se non smetteranno di interrompere la navigazione
Decine di persone sono state uccise o ferite dopo che gli Stati Uniti hanno lanciato una massiccia campagna di attacchi aerei contro i militanti Houthi dello Yemen, con il presidente Donald Trump che ha osservato personalmente lo svolgimento dell’operazione.
Gli attacchi hanno colpito lo Yemen poco dopo che Trump ha annunciato sabato un’«azione militare decisa e potente» contro gli Houthi, avvertendo che «l’inferno si abbatterà» su di loro se non smetteranno di attaccare gli interessi degli Stati Uniti e di interrompere la navigazione commerciale internazionale nella regione.
Almeno 13 civili sono stati uccisi nella capitale dello Yemen, Sanaa, mentre altri dieci, tra cui quattro bambini e una donna, hanno perso la vita in un attacco statunitense sulla provincia settentrionale di Saada, secondo il Ministero della Salute gestito dagli Houthi. Circa due dozzine di altre persone sono rimaste ferite.
«Il 15 marzo, il Comando Centrale degli Stati Uniti ha avviato una serie di operazioni consistenti in attacchi di precisione contro obiettivi Houthi sostenuti dall’Iran in tutto lo Yemen per difendere gli interessi americani, scoraggiare i nemici e ripristinare la libertà di navigazion», ha affermato il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) in una breve dichiarazione, senza specificare gli obiettivi degli attacchi.
Il CENTCOM ha condiviso video di attacchi aerei contro gli Houthi.
CENTCOM operations against Iran-backed Houthis continue… pic.twitter.com/DYvc3gREN8
— U.S. Central Command (@CENTCOM) March 15, 2025
CENTCOM Forces Launch Large Scale Operation Against Iran-Backed Houthis in Yemen
On March 15, U.S. Central Command initiated a series of operations consisting of precision strikes against Iran-backed Houthi targets across Yemen to defend American interests, deter enemies, and… pic.twitter.com/u5yx8WneoG
— U.S. Central Command (@CENTCOM) March 15, 2025
L’ufficio politico degli Houthi ha condannato l’attacco definendolo un «crimine di guerra», affermando che «le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte a rispondere all’escalation con un’escalation».
Secondo la TV yemenita Al Masirah, l’attacco a Saada ha preso di mira una centrale elettrica fondamentale, provocando un’interruzione di corrente.
Washington ha «informato» Mosca dei suoi attacchi nello Yemen, secondo il Dipartimento di Stato americano, che ha annunciato che il Segretario di Stato Marco Rubio ha parlato con il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in mattinata.
«Il Segretario ha informato la Russia delle operazioni di deterrenza militare degli Stati Uniti contro gli Houthi sostenuti dall’Iran e ha sottolineato che i continui attacchi degli Houthi contro le navi militari e commerciali statunitensi nel Mar Rosso non saranno tollerati», ha affermato il dipartimento in un comunicato .
Non è chiaro se la chiamata sia avvenuta prima o dopo che il presidente Trump avesse ordinato gli attacchi.
La Casa Bianca ha pubblicato foto del comandante in capo degli Stati Uniti mentre osserva gli attacchi in Yemen mentre indossa un cappello con la scritta «Make America Great Again».
Commander in Chief 🇺🇸 https://t.co/vKnV775JRI pic.twitter.com/U0ZFu2kOQg
— The White House (@WhiteHouse) March 15, 2025
President Trump is taking action against the Houthis to defend US shipping assets and deter terrorist threats.
For too long American economic & national threats have been under assault by the Houthis. Not under this presidency. pic.twitter.com/FLC0E8Xkly
— The White House (@WhiteHouse) March 15, 2025
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I raid angloamericani contro postazioni Houthi non sono una novità.
Come riportato da Renovatio 21, ancora tre mesi fa, sotto la precedente amministrazione forze aeree USA e britanniche avevano colpito obiettivi Houthi in Yemen.
Come riportato da Renovatio 21, gli Houthi hanno subito nelle scorse settimane anche bombardamenti da parte di Israele, obiettivo a sua volta di missili del gruppo sciita.
Come riportato da Renovatio 21, settimane fa gli Houthi hanno abbattuto l’ottavo drone statunitense MQ-9 Reaper. Avevano tirato giù un Reaper già tre mesi fa. Il mese scorso una petroliera battente bandiera greca che attraversava il Mar Rosso ha preso fuoco a seguito di attacchi nei pressi di un porto yemenita controllato dai ribelli sciiti.
A marzo gli Houthi avevano fatto circolare la voce secondo la quale la milizia sciita avrebbe effettuato con successo un volo di prova di un missile ipersonico e si stava preparando ad aggiungerlo al suo arsenale.
Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran (IRGC) – i cosiddetti pasdaran, considerati alleati degli Houthi – ha presentato un nuovo missile ipersonico durante una cerimonia tenutasi a Teheran alla presenza del leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei.
Spedizioni e commerci nel Mar Rosso hanno subito in questi mesi un crollo sino al -90%.
Vi è inoltre preoccupazione per la possibilità che gli Houthi trancino i cavi sottomarini di internet, con alcuni che sostengono che il blackout di rete mondiale di otto mesi fa fosse legato proprio ad un sabotaggio da parte del movimento yemenita.
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Immagine da Twitter
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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