Geopolitica
Putin: truppe di Stati NATO operano in Ucraina
Non è un segreto che in Ucraina siano presenti combattenti dei paesi della NATO, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, avvertimento che queste truppe si trovano di fronte a prospettive estremamente cupe.
Parlando ai suoi sostenitori e ai media domenica sera dopo la schiacciante vittoria alle elezioni presidenziali, Putin ha sottolineato che Mosca è ben consapevole delle richieste del blocco militare guidato dagli Stati Uniti di schierare potenzialmente truppe in Ucraina.
«Lì sentiamo parlare sia il francese che l’inglese. Non c’è niente di buono in questo, innanzitutto per loro, perché muoiono lì e in gran numero», ha detto.
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Putin ha anche valutato il potenziale di un conflitto su vasta scala tra NATO e Russia, avvertendo che non può essere escluso. «Tutto è possibile nel mondo moderno… Ma tutti sanno che questo sarebbe un passo avanti verso una terza guerra mondiale su vasta scala. Non credo che qualcuno sia interessato a questo».
Il presidente francese Emmanuel Macron ha suggerito il mese scorso che l’Occidente «non può escludere» la possibilità di inviare soldati in aiuto dell’Ucraina. In seguito ha descritto la Russia come un «avversario», insistendo, tuttavia, sul fatto che Parigi non sta «facendo la guerra» a Mosca.
Commentando le osservazioni di Macron, Putin ha osservato che mentre ci si aspetta che le truppe NATO in Ucraina agiscano come forza ausiliaria, aiutando Kiev ad addestrare i suoi militari, «questo non è molto diverso da quello che stanno facendo i mercenari lì adesso». La Russia, ha aggiunto, vuole che la Francia non inasprisca il conflitto ma aiuti a trovare una soluzione pacifica alle ostilità.
Come riportato da Renovatio 21, Macron, che in patria è in queste ore discusso in rete per questioni legate alla moglie, ha insistito sul concetto di soldati atlantici su suolo ucraino, per poi dichiarare che la Crimea deve tornare a Kiev.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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