Politica
Putin trolla gli USA: endorsement a Kamala Harris. Trump reagisce: «non so se mi ha fatto un favore»

Mosca sosterrà la vicepresidente statunitense Kamala Harris nelle prossime elezioni presidenziali di novembre, ha affermato giovedì il presidente russo Vladimir Putin durante un discorso al Forum economico orientale di Vladivostok.
Putin ha detto al pubblico di ammirare la «risata contagiosa» della candidata del Partito Democratico e di rispettare la scelta dell’attuale presidente Joe Biden di sostenerla come suo successore.
Durante una sessione plenaria del forum, a Putin è stato chiesto se avesse un candidato preferito alle elezioni ora che Joe Biden, che in precedenza aveva sostenuto, si è ritirato. Gli è stato anche chiesto se avrebbe chiamato o meno per congratularsi con l’eventuale vincitore a novembre.
Putin ha risposto dicendo che era da molto tempo che non aveva contatti diretti con i leader dell’Europa occidentale o degli Stati Uniti, e ha osservato che non spettava alla Russia scegliere un «favorito» per le elezioni presidenziali statunitensi, compito che spetta agli elettori americani.
Ciononostante, ha ricordato di aver precedentemente espresso sostegno al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che nel frattempo era stato «rimosso» dalla corsa. Tuttavia, il presidente russo ha osservato che Biden aveva detto ai suoi sostenitori di sostenere Kamala Harris nella corsa, e quindi Mosca avrebbe fatto lo stesso e avrebbe fatto il tifo per il vicepresidente a novembre, ha detto Putin.
Putin ha aggiunto che Harris «ride in modo così contagioso» che suggerisce che «tutto sta andando bene per lei».
Vladimir Putin endorses Kamala Harris with a smirking grin, barely able to hide his glee at the prospect. pic.twitter.com/sXm8dNiebh
— James Woods (@RealJamesWoods) September 5, 2024
In platea è possibile vedere ridersela anche la portavoce degli Esteri del Cremlino Maria Zakharova.
Putin trolls Harris: “She has such an infectious laugh.” Putin didn’t rule out that Harris might be better for Russia than Trump. https://t.co/w1T7R2rWa9 pic.twitter.com/YuuS59ilTs
— Russian Market (@runews) September 5, 2024
Il presidente russo ha quindi suggerito che l’atteggiamento positivo di Harris potrebbe significare che si asterrà dall’imporre alla Russia sanzioni così tante come ha fatto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che secondo Putin ha introdotto più restrizioni a Mosca di qualsiasi altro presidente nella storia americana.
«Alla fine, la scelta spetta al popolo americano e tratteremo la sua decisione finale con rispetto», ha affermato.
Poche ore dopo, è arrivata la reazione del candidato presidente Donald Trump, che ha dichiarato giovedì di non sapere cosa pensare dell’endorsement di Putin nei confronti della rivale.
Putin «ha sostenuto Kamala, e io non sapevo se avrei dovuto chiamarlo e dirgli “Grazie mille”… Non so esattamente cosa dire al riguardo. Non so se mi sento insultato o se mi ha fatto un favore», ha affermato Trump durante un evento all’Economic Club di New York.
MIXED EMOTIONS: “I don’t know if I’m insulted or he did me a favor.” Former President Trump gives raw reaction to Vladimir Putin’s apparent endorsement of Vice President Harris. https://t.co/YIvZV1ugh3 pic.twitter.com/dlmcipl1in
— Fox News (@FoxNews) September 6, 2024
Il trollaggio di Putin nei confronti di Washington è arrivato a far reagire anche l’amministrazione stessa.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, ha reagito affermando che il presidente russo dovrebbe astenersi dal discutere delle elezioni presidenziali statunitensi.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il primo ministro giapponese ha annunciato ieri le dimissioni dopo settimane di tensioni con i membri del Partito Liberaldemocratico, in difficoltà di fronte alla perdita di consenso tra gli elettori conservatori. Diversi candidati si sono già fatti avanti segnalando la volontà di succedere a Ishiba nella presidenza del partito, ma resta il nodo della guida del governo senza la maggioranza in parlamento.
A meno di un anno dal suo insediamento, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato ieri le dimissioni, aprendo una nuova fase di incertezza politica. La decisione è una conseguenza delle crescenti pressioni all’interno del suo stesso partito, il Partito Liberaldemocratico (LDP), che alle ultime elezioni ha subito significative sconfitte, arrivando a perdere la maggioranza in entrambe le Camere.
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Ishiba si è assunto la responsabilità per i pessimi risultati dell’LDP alle elezioni della Camera dei Consiglieri a luglio e ha sottolineato che le sue dimissioni servono a prevenire un’ulteriore spaccatura all’interno del partito. Già a luglio, il quotidiano giapponese Mainichi aveva per primo riportato che Ishiba si sarebbe dimesso, basandosi su informazioni raccolte tra il premier e i suoi più stretti collaboratori.
Le prime indiscrezioni indicavano che i preparativi per la corsa alla presidenza dell’LDP sarebbero iniziati entro agosto. Ishiba, tuttavia, aveva pubblicamente smentito queste notizie e nelle sue affermazioni aveva sottolineato l’importanza di portare a termine le trattative sui dazi con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva imposto il primo agosto come scadenza ultima.
Nel suo discorso di ieri, Ishiba ha spiegato che l’annuncio delle dimissioni a luglio avrebbe indebolito la posizione del Giappone: «chi negozierebbe seriamente con un governo che dice “ci dimettiamo”?», ha detto.
Ishiba ha poi cercato di placare le pressioni interne all’LDP minacciando di sciogliere la Camera dei Rappresentanti e indire elezioni anticipate, una mossa che ha esacerbato le divisioni e spinto il principale partner di coalizione, il partito Komeito, a ritenere inaccettabile la decisione. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, l’ex primo ministro Yoshihide Suga e il ministro dell’Agricoltura Shinjiro Koizumi entrambi tenuto colloqui con il premier sabato, evitando una scissione all’interno del partito e aprendo la strada all’annuncio delle dimissioni di ieri.
Ora l’attenzione si sposta sulla scelta del prossimo leader dell’LDP, che potrebbe assumere anche la carica di primo ministro se ci fosse una qualche forma di sostegno o di accordo anche con le opposizioni. Tra i principali contendenti ci sono membri del partito che avevano già sfidato Ishiba in passato, tra cui Sanae Takaichi, ex ministra per la sicurezza economica, che ha ricevuto il 23% dei consensi in un recente sondaggio di Nikkei. Takaichi fa parte dell’ala conservatrice e ha una forte base di sostegno tra i fedelissimi dell’ex primo ministro Shinzo Abe, di cui è considerata l’erede, soprattutto per quanto riguarda le politiche economiche, che potrebbero favorire una ripresa dei mercati azionari. Takaichi ha inoltre la reputazione di andare d’accordo con il presidente Donald Trump.
Anche Shinjiro Koizumi, attuale ministro dell’Agricoltura e figlio dell’ex leader Junichiro Koizumi, è un altro papabile candidato, dopo essere riuscito ad abbassare i prezzi del riso appena entrato in carica. Il sondaggio di Nikkei ha registrato un 22% dei consensi nei suoi confronti.
Altri membri del partito hanno segnalato la volontà di candidarsi, tra cui Yoshimasa Hayashi, attuale segretario capo del Gabinetto e portavoce principale del governo Ishiba, che si è classificato quarto nella corsa per la leadership del partito del 2024. Tra gli altri contendenti figurano Takayuki Kobayashi, un altro ex ministro per la sicurezza economica che gode di un maggiore sostegno all’interno dell’ala centrista, e Toshimitsu Motegi, ex segretario generale dell’LDP e il più anziano tra i candidati con i suoi 69 anni.
L’LDP oggi si trova in una posizione di forte debolezza. Molti elettori conservatori alle ultime elezioni hanno preferito il partito di estrema destra Sanseito anche a causa dell’allontanamento di Ishiba dall’ala conservatrice.
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Secondo un sondaggio di Kyodo, condotto prima che fossero riportate le dimissioni di Ishiba, l’83% degli intervistati ha dichiarato che un chiarimento pubblico del partito sulle ultime sconfitte non avrebbe comunque aumentato la fiducia degli elettori. È chiaro, quindi, che il compito del prossimo presidente di partito sarà quello di ripristinare la credibilità del centrodestra.
Chiunque verrà scelto si troverà davanti a un’importante decisione: se indire elezioni anticipate per cercare di riconquistare la maggioranza alla Camera bassa o rischiare di perdere il potere del tutto. Quest’ultima scelta rischierebbe di aprire una nuova fase di instabilità politica senza precedenti, che richiederebbe la ricerca di sostegno anche tra i partiti dell’opposizione per approvare le leggi e i bilanci.
Secondo diversi commentatori, il prossimo leader dovrà prima di tutto godere di una genuina popolarità sia all’interno che all’esterno del partito per affrontare sfide come l’invecchiamento della società, la forza lavoro in calo, l’inflazione e i timori che gli Stati Uniti possano abbandonare il loro ruolo di garanti della sicurezza nella regione asiatica.
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