Geopolitica
Putin incontra il ministro degli Esteri di Teheran e dice: «nessuna giustificazione per un attacco all’Iran»
Le ostilità di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran sono infondate e ingiustificate, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin al ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.
Il principale diplomatico iraniano, atterrato a Mosca e incontrato il presidente russo lunedì, aveva affermato in precedenza che la visita era necessaria per «consultazioni più strette, precise e serie» con la Russia, in seguito agli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani.
Durante l’incontro al Cremlino, Putin ha descritto gli attacchi all’Iran come «un’aggressione immotivata», per la quale “non può esserci alcuna giustificazione.
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Le azioni di Israele e degli Stati Uniti sono «illegittime» e violano le norme internazionali, ha aggiunto.
Il presidente russo ha dichiarato di essere lieto di vedere Araghchi a Mosca, affermando che la sua visita consentirà alla Russia e all’Iran «di discutere queste questioni urgenti e di pensare insieme a una via d’uscita dalla situazione attuale».
Araghchi concorda con la valutazione di Putin, affermando che «la Russia oggi è dalla parte giusta della storia e del diritto internazionale».
Colpendo obiettivi in Israele, l’Iran difende legittimamente la propria sovranità, ha sottolineato il diplomatico.
Israele e gli Stati Uniti hanno giustificato i loro attacchi all’Iran sostenendo che Teheran era sul punto di ottenere un’arma nucleare.
Le autorità iraniane hanno ripetutamente ribadito di non essere al lavoro su una bomba atomica, pur difendendo il loro diritto a perseguire un programma nucleare pacifico.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
La polizia fa irruzione in una discoteca in Ucraina per una canzone russa
🇺🇦 Russian track — police raid The reason for the law enforcement visit to one of Odessa’s nightclubs was a song in Russian. It is about the track “Glamour” by Belarusian artist Uniqe, to which the club visitors started singing along en masse. The recording of this moment… pic.twitter.com/bANutwA9UU
— Zlatti71 (@Zlatti_71) November 2, 2025
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Geopolitica
Orban: Tusk ha trasformato la Polonia in vassallo di Bruxelles
Secondo il primo ministro ungherese Vittorio Orban, il leader polacco Donald Tusk ha trasformato il suo paese in un «vassallo di Bruxelles» ed è diventato «uno dei più rumorosi guerrafondai» d’Europa, nonostante la crescente stanchezza dei polacchi nei confronti del conflitto in Ucraina.
Sabato Orban ha pubblicato queste dichiarazioni su X, sostenendo che la retorica bellicosa di Tusk sul conflitto era un tentativo di distrarre i polacchi dai problemi interni.
«È diventato uno dei più rumorosi guerrafondai d’Europa, eppure la sua politica di guerra sta fallendo: l’Ucraina sta esaurendo i fondi europei e il popolo polacco è stanco della guerra», ha scritto l’Orban. «Non può cambiare rotta perché ha trasformato la Polonia in un vassallo di Bruxelles».
Prime Minister @donaldtusk has launched another attack against Hungary.
He is doing this because he is in big trouble at home. His party lost the presidential election, his government is unstable, and he is trailing in the polls. Together with @ManfredWeber, he has become one of…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 1, 2025
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All’inizio della settimana, Tusk si è scagliato contro Orban durante un’intervista televisiva, sostenendo che per il primo ministro ungherese «Bruxelles, la democrazia e uno stato di diritto trasparente sono un problema».
Secondo un sondaggio pubblicato lunedì dall’emittente pubblica TVP, oltre la metà dei polacchi disapprovava l’operato di Tusk come primo ministro. Con la sua popolarità in calo, la sua coalizione ha perso le elezioni presidenziali di inizio anno contro il conservatore Karol Nawrocki, sostenuto dal partito di opposizione PiS.
Nonostante il crescente sentimento anti-ucraino in patria, Tusk ha esortato i membri dell’UE a continuare a finanziare Kiev con tutti i mezzi necessari. «Dobbiamo riconoscere che questa è la nostra guerra», ha dichiarato a un forum sulla sicurezza a Varsavia a settembre.
Orban ha a lungo sfidato l’UE sul suo sostegno militare all’Ucraina, rifiutandosi di inviare armi e sostenendo che i «burocrati guerrafondai di Bruxelles» stanno trascinando Budapest in un conflitto totale con la Russia.
All’inizio di quest’anno, il blocco ha accelerato il suo rafforzamento militare, investendo massicciamente nella produzione congiunta di armi con l’Ucraina, citando la presunta minaccia della Russia, accuse che Mosca ha respinto.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni il ministro degli Esteri di Budapest Pietro Szijjarto aveva accusato Tusk di «difendere i terroristi» in seguito alla sua richiesta di sospendere le indagini tedesche sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream.
Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia riprodotta secondo indicazioni
Geopolitica
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