Geopolitica
Putin: «il regime illegittimo di Kiev» si sta trasformando in un’organizzazione terroristica
Di fronte alle pesanti perdite sul campo di battaglia, il «regime illegittimo di Kiev» ha fatto ricorso all’organizzazione di attacchi terroristici nel tentativo di intimidire la Russia, ha affermato il presidente Vladimir Putin.
I recenti sabotaggi ferroviari nelle regioni russe di Bryansk e Kursk sono stati «indubbiamente un atto terroristico», ha dichiarato Putin, aggiungendo che «le decisioni di compiere tali crimini sono state, ovviamente, prese in Ucraina» dalla leadership politica.
«L’attacco alla popolazione civile è stato intenzionale», ha detto Putin. «E questo non fa che confermare la nostra preoccupazione che il regime di Kiev, già illegittimo e che una volta preso il potere, si stia gradualmente trasformando in un’organizzazione terroristica, e che i suoi sponsor stiano diventando complici dei terroristi».
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Il presidente ha accusato l’Ucraina e i suoi sostenitori occidentali di aver cercato di sconfiggere strategicamente la Russia sul campo di battaglia. Ora, ha detto, Kiev sta cambiando tattica, a fronte delle crescenti perdite e battute d’arresto lungo la linea del fronte.
«Oggi, tra pesanti perdite e ritirate lungo l’intera linea di contatto, la leadership di Kiev si è rivolta all’organizzazione di atti terroristici nel tentativo di intimidire la Russia», ha affermato Putin.
Nonostante ciò, ha aggiunto, i funzionari ucraini chiedono una pausa nei combattimenti e propongono incontri al massimo livello. «Ma come si possono tenere tali incontri in queste condizioni?», ha chiesto Putin. «Di cosa c’è da parlare? Chi conduce i negoziati con chi fa affidamento sul terrore, con i terroristi?».
Il presidente russo ha sottolineato che «per il regime il potere è apparentemente più importante della pace, più importante delle vite umane».
I due sabotaggi ferroviari si sono verificati sabato sera e domenica mattina. Nel primo, un ponte è crollato davanti a un treno passeggeri in movimento nella regione di Bryansk. Il secondo incidente è avvenuto nella regione di Kursk, quando un ponte ferroviario è crollato sotto un treno merci in movimento. In totale, sette persone sono morte e 113 sono rimaste ferite.
Entrambi gli attacchi sono avvenuti poco prima del secondo round di colloqui Russia-Ucraina a Istanbul e nel contesto di un’ondata di raid con droni da parte di Kiev in Russia, che Mosca afferma siano volti a far deragliare il processo di pace.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine tagliata.
Geopolitica
Orban insiste: il prestito dell’UE all’Ucraina spinge il blocco in guerra con la Russia
For the first time in the history of the European Union, 24 member states have jointly granted a war loan to a country outside the Union. This is not a technical detail but a qualitative shift. The logic of a loan is clear: whoever lends money wants it back. In this case,… pic.twitter.com/jeBi6A2e29
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) December 20, 2025
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Geopolitica
Gli USA sequestrano un’altra petroliera al largo del Venezuela
Gli Stati Uniti hanno intercettato e sequestrato un’altra petroliera al largo delle coste venezuelane, intensificando la pressione su Caracas a pochi giorni dall’annuncio del presidente Donald Trump di un blocco «totale e completo» sulle spedizioni di petrolio soggette a sanzioni unilaterali.
Il segretario per la Sicurezza interna degli Stati Uniti, Kristi Noem, ha confermato l’operazione sabato, spiegando che la Guardia costiera americana, con l’appoggio del Dipartimento della Difesa, ha fermato una petroliera che aveva recentemente fatto scalo in Venezuela.
La Noem ha condiviso su X un video dell’intervento, sostenendo che l’azione, condotta prima dell’alba, mirava a contrastare il «movimento illecito di petrolio sanzionato» presumibilmente destinato a finanziare il «narcoterrorismo» nella regione.
In a pre-dawn action early this morning on Dec. 20, the US Coast Guard with the support of the Department of War apprehended an oil tanker that was last docked in Venezuela.
The United States will continue to pursue the illicit movement of sanctioned oil that is used to fund… pic.twitter.com/nSZ4mi6axc
— Secretary Kristi Noem (@Sec_Noem) December 20, 2025
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L’iniziativa si inserisce nel potenziamento della presenza militare statunitense intorno al Venezuela e segue l’ordine impartito da Trump all’inizio della settimana di bloccare tutte le petroliere sanzionate in entrata o in uscita dal Paese. A differenza però della nave sequestrata all’inizio del mese, quella intercettata nel fine settimana non figurava tra quelle sanzionate dagli USA e trasportava greggio venezuelano destinato all’Asia, secondo quanto riportato dalla CNN. Il sequestro è avvenuto in acque internazionali e rappresenta la seconda operazione del genere nelle ultime settimane.
Dall’interdizione precedente, diverse imbarcazioni sarebbero rimaste ancorate in acque venezuelane per evitare rischi simili, causando un drastico calo delle esportazioni di petrolio greggio del Paese. All’inizio della settimana, Trump ha accusato il Venezuela di «rubare» beni e investimenti petroliferi americani, minacciando che Washington «li vuole indietro» e che, in caso contrario, Caracas affronterà la collera della «più grande armata mai assemblata nella storia del Sud America».
La campagna di pressione statunitense, avviata a settembre, ha compreso schieramenti navali, sequestri di navi e decine di operazioni contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga nei pressi del Venezuela, che secondo le autorità americane hanno provocato la morte di oltre 100 presunti membri di cartelli.
Caracas ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nel narcotraffico e ha condannato i sequestri e il blocco come atti illegali di pirateria, promettendo di difendere la propria sovranità. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha accusato Washington di perseguire un cambio di regime per appropriarsi delle ingenti riserve petrolifere del Paese.
Gli Stati Uniti non hanno escluso ulteriori misure: Trump ha recentemente ribadito che operazioni di terra contro il Venezuela restano un’opzione sul tavolo.
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Immagine da Twitter
Geopolitica
Macron: l’UE dovrebbe essere pronta a interagire con la Russia
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