Gender
Pugilatrice lascia il campionato dopo aver appreso che la sua avversaria è un uomo

Una pugilatrice si è ritirata da un incontro del campionato del Quebec dopo aver appreso che il suo avversario era un uomo che affermava di essere una donna. Lo riporta il sito canadese LifeSiteNews.
Il 15 novembre, la boxeuse Katia Bissonnette ha rivelato il motivo per cui si è dimessa dal Campionato provinciale del 2023 a Victoriaville, nella provincia canadese del Quebec, dopo aver scoperto che il suo avversario, «Mya» Walmsley, è un maschio biologico poche ore prima che lei fosse pronta a combatterlo. La Bissonnette lo avrebbe dovuto affrontare nelle gare del 27 e 29 ottobre.
«Sono scesa dalla mia camera d’albergo per dirigermi verso la stanza dove tutti le pugilatrici si stavano riscaldando», ha detto Bissonnette al sito Reduxx, che si occupa spesso di casi come il suo. «Il mio allenatore mi ha preso improvvisamente da parte e mi ha detto che aveva ricevuto un’informazione via SMS, che poi aveva validato, che la mia avversaria non era una donna di nascita. Non avevamo altre informazioni aggiuntive».
Sono state le preoccupazioni per la sicurezza a spingerla a ritirarsi dal match: la Bissonnette ha citato uno studio del 2020 dell’Università dello Utah che ha rivelato le differenze tra la forza negli uomini e nelle donne. La ricerca ha dimostrato che «un colpo maschile ha un impatto maggiore del 163% rispetto a quello di una donna, anche adeguato al peso».
«Nel gruppo studiato, l’uomo più debole rimane fisicamente superiore alla donna più forte», ha aggiunto Bissonnette. «Le donne non dovrebbero sopportare i rischi fisici e psicologici portati dalle decisioni di un uomo riguardo alla sua vita personale e alla sua identità. Dovrebbero esserci due categorie: maschile e femminile biologico».
Secondo la Bissonnette, le regole di Boxing Canada vietano alla Federazione di boxe del Quebec di informare i concorrenti se affronteranno uomini biologici che affermano di essere donne per evitare che gli uomini vengano «discriminati».
«Tuttavia, dopo la conferma, questa politica si applica solo quando è avvenuto un cambio di sesso prima della pubertà», ha spiegato.
Walmsley, un australiano, si è trasferito in Canada due anni fa per frequentare la Concordia University. Il suo incontro con Bissonnette sarebbe stato il suo primo incontro registrato in Canada contro una donna. Non è chiaro se abbia combattuto nella categoria femminile in Australia.
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La Federazione di Pugilato del Quebec ha giustificato la propria decisione affermando di aver scelto un arbitro appropriato per l’incontro. Dopo il ritiro di Bissonnette dalla competizione, Walmsley ha vinto a tavolino. Tuttavia, Walmsley non sembrava soddisfatto della sua vittoria, condannando invece Bissonnette per aver parlato alla stampa del fatto che Walmsley era un maschio e della decisione di Bissonnette di non combattere.
«Piuttosto che rivolgersi a me, al mio allenatore o alla Federazione Olimpica di Pugilato del Quebec per ulteriori informazioni, ha deciso di rivolgersi direttamente ai media per farmi fuori», si è lamentato Walmsley.
«Questo tipo di comportamento espone gli atleti al rischio di essere esclusi o di ricevere attacchi personali basati sul sentito dire… Temo che questo tipo di accuse possano eventualmente essere utilizzate per delegittimare gli atleti della categoria femminile e giustificare regolamentazioni arbitrarie e invasive», ha continuato, apparentemente scegliendo di non affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza di Bissonnette.
In effetti, le preoccupazioni di Bissonnette sono ben fondate sia nella ricerca scientifica che negli incidenti in cui le donne hanno affrontato uomini biologici che affermavano di essere donne negli sport da combattimento.
Un caso noto è quello di Fallon Fox, un combattente MMA che afferma di essere una donna, che ha apertamente postato in cui gli piace ferire le donne nei suoi combattimenti. «Per la cronaca, ho messo fuori combattimento [due] donne», si è vantato, in risposta alle critiche per aver partecipato alla divisione femminile di questo sport violento. «Il cranio di una donna era fratturato, l’altra no. E giusto perché tu lo sappia, mi è piaciuto. Vedi, mi piace prendere a schiaffi i TE[R]F nella gabbia che dicono sciocchezze transfobiche. È una felicità. Non arrabbiarti».
TERF, che sta per «femminista radicale trans-esclusiva», è un insulto usato dagli attivisti transgender per descrivere qualsiasi donna che non dica che i maschi biologici sono, o possono diventare, donne.
This is MMA fighter Fallon Fox, who identifies as a "trans woman", fighting Tamikka Brents.
Brents suffered a concussion and a fractured skull and had to receive 7 staples!
This is a man attacking a woman for "entertainment purposes"! pic.twitter.com/M0W1qqQsqL— Sheldon Jackson (@SGJackson) February 6, 2021
Come riportato da Renovatio 21, dopo un caso avvenuto poche settimane fa ad un torneo nello Stato della Georgia, la Federazione statunitense di jiu-jitsu ha emanato una proibizione di competizione per i transessuali maschi negli eventi femminili.
La settimana scorsa una campionessa di biliardo portoghese si è rifiutata di giocare contro avversari transessuali.
Il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket…
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Gender
Migliaia di «cattolici LGBT» entrano nella Basilica di San Pietro per il pellegrinaggio dell’Anno Giubilare

Video of the LGBT Jubilee pilgrimage at the Vatican today, from @AP.
Bp Franceseco Savino (vp of Italian Bishops) said Mass for the group & reportedly with Pope Leo’s express approval The group carried a rainbow cross into the Vatican pic.twitter.com/W8pBPd4ehh — Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) September 6, 2025
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“F*ck the Rules” inside Saint Peter’s The LGBT group La Tenda di Gionata makes their entrance into St. Peter’s Basilica today, along with several other pilgrimage groups who were on the Jubilee Year calendar. But La Tenda… claws out and F*ck the Rules… this is the New… pic.twitter.com/dc49Mr6Y3t
— Michael J. Matt (@Michael_J_Matt) September 6, 2025
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Bizzarria
Chirurgo del servizio sanitario pubblico britannico si è fatto amputare le gambe per «gratificazione sessuale»

Le autorità britanniche hanno condannato il chirurgo Neil Hopper a 32 mesi di carcere dopo essersi amputato le gambe per gratificazione sessuale.
Il medico presso il Royal Cornwall Hospitals NHS Trust a Truro, in Cornovaglia, dove, secondo diverse fonti, ha effettuato centinaia di interventi di amputazione prima del 2019, anno in cui egli stesso ha subito l’amputazione di entrambe le gambe.
La Corte di Truro ha appreso che l’uomo ha mentito agli assicuratori sostenendo che le lesioni alle gambe erano dovute a sepsi e non autoinflitte. Si è appreso che nel maggio 2019 Hopper aveva subito amputazioni sotto il ginocchio a seguito di una «malattia misteriosa». In realtà, aveva usato ghiaccio e ghiaccio secco per congelarsi le gambe, quindi è stato necessario asportarle, ha affermato il procuratore Nicholas Lee.
I bizzarri dettagli del caso sono emersi durante il processo. Hopper era da tempo eccitato dall’idea di amputarsi le gambe, arrivando addirittura ad acquistare video pornografici di uomini che si facevano estrarre volontariamente i genitali. Secondo quanto appreso dalla corte, i reati di pornografia estrema erano collegati a video di mutilazioni corporee che lo Hopper aveva acquistato online e che non includevano bambini.
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Aveva inviato a un altro personaggio, Marius Gustavson precedentemente incarcerato per aver guidato un’organizzazione di body modification estreme come il sito EunuckMaker («produttore di eunuchi»), una foto del suo pene eretto prima di procedere con l’amputazione delle gambe.
L’operazione ha seguito un iter specifico. Sotto la guida del Gustavson, Hopper aveva immerso i piedi nel ghiaccio secco mentre moglie e figli erano fuori casa. Quando i paramedici sono arrivati, hanno creduto che soffrisse di sepsi.
Lo Hopper ha ricevuto 466.000 sterline dagli assicuratori dopo aver accettato quella richiesta di risarcimento. «Sarà fantastico essere un doppio amputato», ha scritto Hopper in un messaggio di testo prima di commettere il suo crimine.
Prima che emergesse lo scandalo e la frode, il medico della Cornovaglia era stato definito «il più coraggioso di Bretagna» e aveva partecipato a programmi TV in cui raccontava la sua esperienza di amputato. Particolare degno di nota è quello per il quale, secondo quanto si apprende, il chirurgo vascolare prima di programmare la propria auto-amputazione aveva eseguito come medico statale centinaia di amputazioni.
La questione richiama alla mente la possibilità che molti dottori, e infermieri, le cui storie talvolta finiscono nelle cronache, esprimano durante la loro pratica medica impulsi sadici e perversi, arrivando persino a totalizzare, secondo calcoli, centinaia di vittime.
Il medico era stato arrestato nel marzo 2023 ed è sospeso dall’albo dei medici dal dicembre 2023. Lo Hopper soffriva di «disforia corporea» fin dall’infanzia e i suoi piedi rappresentavano per lui un «indesiderato inconveniente» e un «disagio persistente e senza fine», ha un dottore sentito dalla BBC.
Secondo quanto sentito in tribunale, lo Hopper aveva acquistato tre video dal sito web EunuchMaker, rispettivamente per 10 e 35 sterline, che mostravano uomini che si facevano rimuovere volontariamente i genitali, scambiando circa 1.500 messaggi con Gustavson sulle sue amputazioni degli arti inferiori e su come le aveva eseguite, chiedendogli anche quanto ghiaccio secco avesse usato. Gustavson è stato condannato all’ergastolo con una pena minima di 22 anni all’Old Bailey nel 2024 per aver guidato un’organizzazione di body modification estreme, come la castrazione.
Come riportato da Renovatio 21, il Gustavson era stato condannato all’ergastolo con una pena minima di 22 anni nel carcere dell’Old Bailey nel 2024 per aver guidato un’organizzazione che praticava modifiche corporee estreme.
Il sito Eunuch Maker contava circa 23.000 abbonati in tutto il mondo. Secondo la BBC, il sito gli aveva fruttato circa 375.000 dollari. Il Gustavsone e i suoi assistenti filmavano le procedure e le pubblicavano sul sito web dove erano disponibili in pay-per-view.
La presunta «disforia dell’integrità corporea» è un fenomeno in crescita in tutto il mondo. L’anno passato i medici hanno amputato il quarto e il quinto dito sani della mano sinistra di un ventenne del Quebecco perché credeva che non facessero parte del suo corpo.
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Le connessioni di tali pratiche di perversa «cura» amputante di una presunta «disforia» con la questione del transessualismo – promosse dallo Stato moderno e pagate dal contribuente – dovrebbe saltare agli occhi di tutti.
I casi di amputazioni inflitte, anche più prosaicamente, alle truffe di assicurazioni non sono infrequenti. Nel 2001 si parlò di un signore della provincia autonoma di Bolzano che si sarebbe fatto amputare una gamba dal cugino ottenere un risarcimento dalle assicurazioni, con le quali sarebbero state stipulati contratti da oltre un miliardo di lire in caso di invalidità permanente. Contrariamente all’ingegnoso programma, l’uomo perì sul posto, mentre il cugino fu arrestato e messo in carcere.
La vicenda ispirò, dal Trentino al Veronese ed oltre, diverse conversazioni, battute e probabilmente pure la canzone del gruppo rock di estrema destra scaligero «Truffa all’assicurazione» (2003).
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
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