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Prof. Tritto: Il Covid-19 è stato creato nel laboratorio di Wuhan. Ora è in mano all’esercito cinese

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.

 

Esce oggi il libro Cina COVID 19. La Chimera che ha cambiato il Mondo (Edizioni Cantagalli, Siena, 2020, 272 pagg., 20 euro), dello scienziato Joseph Tritto.

 

Gli esperimenti di bio-ingegneria compiuti dalla Cina con l’aiuto finanziario e scientifico di Francia e Stati Uniti. Gli studi, nati per creare dei vaccini, si sono trasformati via via in una ricerca a scopo bellico. Il laboratorio di Wuhan è ora in mano all’Esercito di liberazione del popolo, guidato dal generale Chen Wei, un’esperta di armi biochimiche e di bioterrorismo. La lotta (commerciale) per i vaccini. Far firmare alla Cina la Convenzione sulle armi biologiche e tossiniche.

Il COVID-19, che sta mietendo vittime e contagi in tutto il mondo, non è un virus presente in natura, ma è stato creato da un laboratorio di Wuhan e precisamente nel laboratorio di biosicurezza 4

 

 

Il COVID-19, che sta mietendo vittime e contagi in tutto il mondo, non è un virus presente in natura, ma è stato creato da un laboratorio di Wuhan e precisamente nel laboratorio di biosicurezza 4.

 

Alla costruzione di questa «chimera» – come si chiama la creazione di un organismo in laboratorio – hanno contribuito non solo scienziati cinesi, ma anche francesi e statunitensi. Fino a pochi mesi fa questa tesi era definita «complottista» e veniva criticata con disprezzo da chi difendeva «l’innocenza» della Cina; essa era blandita come assurda da diversi studiosi che difendevano «l’innocenza» della scienza.

 

Fino a pochi mesi fa questa tesi era definita «complottista» e veniva criticata con disprezzo da chi difendeva «l’innocenza» della Cina; essa era blandita come assurda da diversi studiosi che difendevano «l’innocenza» della scienza

Da oggi, questa tesi viene presentata con ampissima documentazione, date, fatti, nomi da uno scienziato di fama internazionale, il prof. Joseph Tritto, presidente del WABT (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies) con sede a Parigi, un’istituzione non governativa fondata nel 1997 sotto l’egida dell’Unesco.

 

Il prof. Tritto, 68 anni, è l’autore del libro che esce oggi per i tipi dell’editore Cantagalli: Cina COVID-19. La Chimera che ha cambiato il Mondo.

 

Nelle 272 pagine del volume, che si leggono con passione, come fosse un libro giallo, il prof. Tritto spiega con precisione e fermezza scientifica le origini del virus, partendo dal tentativo cinese di studiare vaccini contro la SARS; inserendo negli organismi genomi tratti dall’HIV (che li rende più aggressivi); aggiungendo elementi di coronavirus scoperti in pipistrelli «a ferro di cavallo», con un metodo chiamato «reverse genetics system 2».

 

La prima responsabile di questi esperimenti di ingegneria genetica è la prof.ssa Shi Zheng Li, a capo del laboratorio di Wuhan. Ma questo centro ha avuto gli aiuti del governo francese e dell’istituto Pasteur, da cui i cinesi hanno imparato l’uso dei genomi dell’HIV.

 

Vi è poi l’aiuto di alcuni scienziati americani, fra cui il prof. Ralph S. Baric, dell’Università della Carolina del Nord, e i fondi provenienti dagli aiuti Usa per lo sviluppo (USAID). Gli scienziati USA erano interessati agli studi sui coronavirus, che però fino al 2017 erano proibiti nel loro Paese, a causa della loro pericolosità.

 

Il tentativo cinese di studiare vaccini contro la SARS; inserendo negli organismi genomi tratti dall’HIV (che li rende più aggressivi); aggiungendo elementi di coronavirus scoperti in pipistrelli «a ferro di cavallo», con un metodo chiamato «reverse genetics system 2»

Il prof. Tritto ha un curriculum di tutto rispetto: egli è un medico specializzato in urologia, andrologia, microchirurgia dell’infertilità, professore di microtecnologie e nanotecnologia (Regno Unito e India). Visiting Professor e direttore di nano-medicina, presso la Amity University di New Delhi (India). E proprio per questo egli può scavare sul senso di queste ricerche fatte a Wuhan. Secondo il prof. Tritto, tali ricerche sono nate per combattere le malattie, ma a poco a poco si sono trasformate in studi di bio-ingegneria per costruire armi biologiche letali.

 

Non è un caso che negli ultimi 5 anni, il laboratorio di Wuhan abbia ricevuto per la ricerca virologica i fondi più consistenti di tutta la Cina, diventando un laboratorio di ricerca molto avanzata, che l’Accademia delle Scienze, e lo stesso governo cinese, hanno posto sotto il loro diretto controllo.

 

Secondo il prof. Tritto, la prof.ssa  Shi Zheng-Li «probabilmente non aveva alcun interesse a lavorare per scopi militari, o di altro tipo, a meno che non sia stata obbligata a farlo. Nessuno mette in dubbio la sua buona fede».

 

Ma è un fatto che dopo l’enorme pubblicità sul laboratorio, causata dalla pandemia, oggi a capo dell’Istituto di virologia di Wuhan è stato nominato il generale maggiore dell’Esercito popolare cinese, Chen Wei, alla quale è stata affiancata un’equipe ove spicca il nome di Zhong Nanshang, famoso pneumologo di lunga esperienza nelle malattie polmonari infettive. Il generale Chen Wei è anche un’esperta di armi biochimiche e di bioterrorismo.

 

Secondo il prof. Tritto, tali ricerche sono nate per combattere le malattie, ma a poco a poco si sono trasformate in studi di bio-ingegneria per costruire armi biologiche letali

L’Istituto di Virologia di Wuhan è stato dunque praticamente commissariato e messo sotto il controllo delle Forze armate. Della prof.ssa Shi Zheng-Li non si sa nulla: sembra scomparsa.

 

Nel libro, gli scienziati non ci fanno una bella figura: spinti dal desiderio di conoscenza, diventano poi desiderosi di potere, di arrivismo, carrierismo e di soldi. Una parte del libro è dedicata alla questione della ricerca dei vaccini, in cui ogni istituto e laboratorio si trova in concorrenza con l’altro, non per amore della medicina e per salvare i milioni di malati da coronavirus, ma solo per essere i primi a vendere i vaccini a tutto il mondo.

 

In questo la Cina è maestra: secondo il prof. Tritto, Pechino non ha messo a disposizione la struttura genetica originaria del coronavirus (virus madre), ma ha diffuso solo dati parziali. E perché? Perché solo con la struttura originale del virus si riesce a produrre un vaccino davvero universale, efficace su ogni punto del globo. Con l’andar del tempo, infatti, i virus mutano e un vaccino prodotto da un virus mutato ha efficacia solo in un certo periodo e in una certa zona.

 

L’Istituto di Virologia di Wuhan è stato dunque praticamente commissariato e messo sotto il controllo delle Forze armate. Della prof.ssa Shi Zheng-Li non si sa nulla: sembra scomparsa.

Insomma: al posto dell’amore per la scienza, vi è solo il gretto commercio.

 

Ma non bisogna dimenticare – e non lo fa neanche il prof. Tritto – i tanti eroi di questa pandemia.

 

Oltre a dottori e infermieri che hanno dato la vita per curare i pazienti che giungevano a valanghe nei pronto-soccorso, si ricordano i primi medici che hanno denunciato la presenza di un’epidemia a Wuhan, condannati poi al silenzio dalla polizia e minacciati di licenziamento. Parliamo della prof.ssa Ai Fen (foto 2), la prima a parlare già in novembre di una «strana influenza», silenziata dalle stesse autorità ospedaliere; del prof. Li Wenliang, oculista, anch’egli silenziato e poi morto di Covid-19, infettato da un suo pazienteAnche della prof.ssa Ai Fen non si sa più nulla e sembra non rintracciabile.

 

Il libro del prof. Tritto compie anche una disanima sull’Organizzazione Mondiale della Sanità, divenuta – a detta di molti – «un burattino» nella mani della leadership di Pechino, avendo assecondato i suoi silenzi sull’epidemia.

 

Il volume non guarda però solo al passato: il prof. Tritto spinge perché a livello mondiale si raggiungano regole per la ricerca sulle chimere, sul funzionamento dei laboratori a sicurezza P4, sui rapporti tra laboratori militari e civili, obbligando la Cina ed altri Paesi a sottoscrivere la Convenzione sulle armi biologiche e tossiniche.

 

 

Bernardo Cervellera

Direttore di Asianews

 

 

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Armi biologiche

I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Lo studio, condotto da 11 esperti scientifici e legali, ha rilevato che le caratteristiche artificiali del virus SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 sono probabilmente il risultato di una controversa ricerca sul gain-of-function. L’articolo è stato pubblicato sul Journal of American Physicians and Surgeons.

 

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria suggerisce che il virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 mostra segni di «ingegneria deliberata» e che queste caratteristiche, tra cui la proteina spike presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19, sono responsabili di danni alla salute diffusi a livello globale.

 

Lo studio, redatto da 11 esperti scientifici e legali, è stato pubblicato nell’edizione autunnale del Journal of American Physicians and Surgeons.

 

Gli autori sostengono che le caratteristiche artificiali del SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 siano probabilmente il risultato di una controversa ricerca sull’acquisizione di funzione, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche.

 

La ricerca sul guadagno di funzione, che aumenta la trasmissibilità o la virulenza dei virus, è spesso utilizzata nello sviluppo dei vaccini.

 

Secondo il documento, la diffusione del COVID-19, seguita dalla distribuzione dei vaccini a mRNA, ha provocato danni alla salute senza precedenti, che vanno da «malattie autoimmuni e catastrofi cardiovascolari a complicazioni della gravidanza e tumori aggressivi».

 

«Lungi dall’essere benigni, questi vaccini hanno provocato danni profondi, sconvolgendo quasi tutti gli apparati del corpo umano e contribuendo a livelli di morbilità e mortalità senza precedenti», afferma il documento.

 

Il dottor Andrew Zywiec, primario presso Zywiec & Porter, è l’autore principale dello studio. Ha affermato che lo studio rivela un «modello di danno troppo costante e pervasivo per essere liquidato come casuale».

 

«La tossicità sistemica scatenata da questi interventi, che si manifesta sotto forma di malattie autoimmuni, devastazioni cardiovascolari, tumori aggressivi e danni riproduttivi catastrofici, rappresenta non solo un fallimento della salute pubblica, ma un profondo tradimento della fiducia» ha aggiunto.

 

Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che ha intentato una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida, ha affermato che l’articolo è «estremamente significativo» in quanto è «il primo articolo di una rivista peer-reviewed che afferma che sia il COVID che le iniezioni di COVID violano la Convenzione sulle armi biologiche e che sia il COVID-19 che le iniezioni di COVID sono armi biologiche».

 

Il virus SARS-CoV-2 è «indicativo di manipolazione di laboratorio»

Secondo l’articolo, il virus SARS-CoV-2 «presenta molteplici caratteristiche genomiche indicative di manipolazione di laboratorio», tra cui il sito di scissione della furina, che «aumenta l’infettività» e che è «assente nei virus simili alla SARS presenti in natura».

 

Diverse altre caratteristiche del virus SARS-CoV-2 «migliorano l’evasione immunologica e la trasmissibilità tramite aerosol», rendendo il virus «insolitamente resistente… e cinque volte più stabile nell’aria» rispetto ad altri virus respiratori.

 

«Queste caratteristiche combinate, insieme ai modelli di mutazione del virus, sono una forte prova che il SARS-CoV-2 non avrebbe potuto evolversi naturalmente», afferma il documento.

 

L’articolo cita due articoli di riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria, redatti da scienziati militari, che affermano che il SARS-CoV-2 contiene «prove di manipolazione» che rendono il virus un «patogeno attraente» per le sue caratteristiche, che ricordano quelle di un’arma biologica.

 

Queste manipolazioni «rappresentano una violazione della Convenzione sulle armi biologiche», sostiene il documento.

 

Promulgata nel 1975, la convenzione «proibisce di fatto lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, il trasferimento, lo stoccaggio e l’uso di armi biologiche e tossiche». È stata firmata da quasi 200 Paesi.

 

Un articolo accusa Fauci di aver deliberatamente nascosto le origini del SARS-CoV-2

Secondo il documento, la ricerca sull’acquisizione di funzione implica «tecniche di manipolazione virale» che possono portare allo sviluppo di agenti patogeni vietati dalla convenzione.

 

Tuttavia, il governo degli Stati Uniti, in particolare il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato dal dottor Anthony Fauci fino al 2022, è da tempo coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione, «inclusa una collaborazione di lunga data tra istituzioni finanziate dagli Stati Uniti e il Wuhan Institute of Virology» in Cina.

 

I sostenitori della «teoria della fuga dal laboratorio» sulle origini del SARS-CoV-2 sostengono che la ricerca sul guadagno di funzione nel laboratorio di Wuhan e una successiva fuga di notizie abbiano portato allo scoppio dell’epidemia globale di COVID-19, che è stata insabbiata.

 

Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIAl’FBIil Dipartimento dell’Energia degli Stati Unitiil Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.

 

Il documento fa riferimento al Progetto DEFUSE, una proposta presentata dall’EcoHealth Alliance e dagli scienziati di Wuhan alla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti nel 2018. Sebbene la proposta sia stata respinta, descriveva la creazione di coronavirus con caratteristiche che ne aumentavano l’infettività, tra cui il sito di scissione della furina.

 

EcoHealth Alliance e il suo ex presidente, il dottor Peter Daszak, hanno collaborato con i ricercatori di Wuhan. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha sospeso tutti i finanziamenti per EcoHealth Alliance dopo aver scoperto che l’organizzazione non aveva monitorato adeguatamente gli esperimenti rischiosi sul coronavirus.

 

Il documento afferma che Fauci e l’intelligence statunitense non hanno mai rivelato l’esistenza della ricerca. Al contrario, «hanno oscurato quella che è, di fatto, la prova dell’intenzione di produrre un virus molto simile a quello che ha causato la pandemia di COVID-19».

 

L’articolo cita una teleconferenza del 1° febbraio 2020 con Fauci e importanti virologi, tra cui diversi coautori dell’ormai famigerato articolo «The proximal origin of SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020.

 

Sebbene diversi coautori di «Proximal Origin» abbiano espresso dubbi sul fatto che il SARS-CoV-2 si sia sviluppato naturalmente, Fauci «ha cercato di sopprimere» tali preoccupazioni durante la chiamata del 1° febbraio 2020.

 

«Proximal Origin» è diventato uno degli articoli più citati del 2020, con oltre 6 milioni di accessi. Nel 2023, The Nation ha riportato che oltre 2.000 testate giornalistiche hanno citato l’articolo.

 

Successivamente, il governo degli Stati Uniti, la comunità scientifica e i media hanno utilizzato il termine «origine prossimale» per promuovere la teoria «zoonotica» – o dell’origine naturale – dell’origine del SARS-CoV-2 e per screditare i sostenitori della «teoria della fuga di laboratorio».

 

«L’occultamento deliberato di caratteristiche genomiche critiche ha ritardato la consapevolezza pubblica e gli sforzi di mitigazione della pandemia, consentendo potenzialmente una diffusione più ampia e un maggior numero di decessi», afferma il documento.

 

A maggio, il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha sospeso la ricerca sul guadagno di funzione negli Stati Uniti per 120 giorni, in attesa dello sviluppo di un nuovo quadro normativo. Ha inoltre interrotto i finanziamenti statunitensi per tale ricerca in alcuni Paesi.

 

La proteina Spike potrebbe causare danni irreversibili

Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo del SARS-CoV-2 e delle caratteristiche del COVID-19 che presentano proprietà di acquisizione di funzione simili hanno causato danni significativi alla salute pubblica globale.

 

Il documento fa riferimento alle statistiche del Defense Medical Epidemiology Database che mostrano un aumento significativo dell’incidenza di miocardite (151,4%), embolia polmonare (43,6%), disfunzione ovarica (34,9%), malattia ipertensiva (22,9%), sindrome di Guillain-Barré (14,9%), cancro esofageo (12,5%) e cancro al seno (7%) nel 2021, l’anno in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati distribuiti a livello globale.

 

Ulteriori dati militari statunitensi citati nel documento mostrano «aumenti persistenti» di miocardite, cancro agli organi digestivi, cancro al cervello e altre lesioni tra il 2022 e il 2025.

 

Anche i danni riproduttivi sono aumentati significativamente in seguito alla distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, sostiene il documento. Cita dati provenienti da fonti quali il Vaccine Adverse Event Reporting System ( VAERS ), gestito dal governo statunitense, il rapporto di sorveglianza post-marketing di Pfizer del 2021 e i dati degli studi clinici di fase 2/3 per il suo vaccino contro il COVID-19, che mostrano un aumento di aborti spontanei, nati morti e decessi neonatali.

 

Lo studio cita la proteina spike nei vaccini mRNA contro il COVID-19 come uno dei probabili fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tumori e altre patologie negli ultimi anni.

 

«L’espressione proteica prolungata, esemplificata dal rilevamento della proteina spike S1 oltre 700 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID, sottolinea il potenziale di danni irreversibili», afferma il documento.

 

Il documento sostiene che la soppressione di «trattamenti comprovati o promettenti» come l’idrossiclorochina a favore dell’obbligo vaccinale universale contro il COVID-19 – e la decisione politica di implementare la vaccinazione di massa durante la pandemia – hanno ulteriormente aggravato la salute pubblica globale e hanno avuto «effetti dannosi sulla fiducia del pubblico».

 

Il documento è stato pubblicato proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense, all’inizio di questa settimana, ha interrotto l’ampia autorizzazione dei vaccini contro il COVID-19, limitando le iniezioni alle persone ad alto rischio di contrarre la malattia grave.

 

All’inizio di questo mese, l’HHS ha annunciato di aver cancellato quasi 500 milioni di dollari in contratti e sovvenzioni per lo sviluppo di vaccini a mRNA.

 

Un numero crescente di scienziati ha chiesto la sospensione o il ritiro dei vaccini a mRNA. Gli autori dello studio hanno affermato che i loro risultati rafforzano queste richieste.

 

«L’aumento delle malattie autoimmuni, dei tumori aggressivi, delle interruzioni di gravidanza, dei decessi cardiovascolari, della frammentazione sociale e dei rischi incombenti delle piattaforme avanzate di mRNA richiedono un’immediata sospensione dell’uso di vaccini a mRNA e di prodotti biologici, indagini approfondite sui motivi alla base di questa violazione senza precedenti della fiducia pubblica e misure robuste per ripristinare terapie sicure e pratiche etiche di salute pubblica» hanno affermato.

 

La dottoressa Irene Mavrakakis, una delle coautrici dell’articolo e professoressa associata presso il dipartimento di Chirurgia del Philadelphia College of Osteopathic Medicine, ha affermato che l’articolo sostiene le richieste di «ritiro completo di tutti i vaccini e farmaci biologici contro il COVID-19 e di una moratoria su tutti i farmaci biologici a mRNA».

 

La Mavrakakis ha anche chiesto che vengano «perseguiti penalmente i decisori che sono stati penalmente negligenti e hanno mancato ai loro doveri». Ha affermato che i produttori di vaccini dovrebbero essere privati ​​dell’immunità di cui godono ai sensi del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 e del Public Readiness and Emergency Preparedness Act ( PREP Act ) del 2005.

 

Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, concorda. Ha affermato che la ricerca sul guadagno di funzione «avrà sempre i suoi sostenitori», ma l’umanità si trova ad affrontare «rischi estremi e inevitabilmente paga un prezzo elevato per tale ricerca».

 

«I laboratori possono avere perdite, e lo fanno», ha affermato. «Un singolo evento al Wuhan Institute of Virology alla fine del 2019 ha causato innumerevoli sofferenze e morti. Finché non saremo in grado di costruire un laboratorio a prova di perdite, non dovremmo assemblare virus che potrebbero devastare il mondo al suo interno».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 29 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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SAN GIACOMO BIANCA

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Armi biologiche

Mosca: Kiev prepara il terreno per il disastro chimico

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Tornano le accuse sulle armi chimiche tra Mosca e Kiev. Ieri il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato che l’esercito ucraino sta cercando di provocare un grave disastro ecologico vicino alla linea del fronte e di attribuirne la colpa alla Russia.   L’accusa è stata mossa dal maggior generale Aleksej Rtishchev, comandante delle truppe russe per la protezione nucleare, biologica e chimica, che ha informato l’opinione pubblica sulle presunte violazioni ucraine di un trattato internazionale che proibisce l’uso di armi chimiche.   Rtishchev ha divulgato un documento ottenuto dall’esercito russo, in cui il vicedirettore della società statale ucraina Ukrkhimtransammiak informava un funzionario regionale nominato da Kiev che a fine giugno le truppe ucraine avevano avuto accesso illegalmente a un sito gestito dalla stessa società. Il dirigente dell’Ukrkhimtransammiak sottolineava la sua preoccupazione per il fatto che il sito potrebbe essere danneggiato a causa del coinvolgimento dell’esercito, causando potenzialmente il rilascio di fino a 566 tonnellate di ammoniaca liquefatta altamente tossica.

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Il sito, una parte fuori terra di un oleodotto sotterraneo per l’ammoniaca costruito dai sovietici e gestito da Ukrkhimtransammiak, si trova a circa 2,5 km a nord del villaggio di Novotroitskoye, nella parte controllata da Kiev della Repubblica Popolare di Donetsk in Russia.   Rtishchev ha affermato che l’esercito ucraino aveva posizionato apparecchiature di comunicazione in quel luogo come parte di «tattiche barbariche utilizzate dal regime di Kiev» che prevedono «il posizionamento di sostanze chimiche tossiche nelle aree in cui operano le truppe russe e la loro successiva detonazione».   «L’intenzione è quella di accusare la nostra nazione di aver causato intenzionalmente un disastro tecnologico e di danneggiarne la reputazione», ha dichiarato il generale. «L’uso di oggetti pericolosi per scopi militari viola il diritto internazionale umanitario».   Rtishchev ha anche ribadito le accuse russe contro l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW). Mosca afferma che l’organismo di controllo internazionale ignora i rapporti russi sulle violazioni ucraine della Convenzione sulle armi chimiche (CWC), mentre prende per buone le accuse di Kiev contro la Russia.   Come riportato da Renovatio 21, le accuse da parte di Mosca riguardo l’uso di armi chimiche, con possibilità di stragi false flag, sono state ripetute durante l’intera durata del conflitto, durante il quale la Russia ha accusato Kiev di un uso sistematico di armi chimiche perpetrato con il consenso di Washington.   Punto saliente della questione è stato di cereto l’assassinio lo scorso dicembre del tenente generale Igor Kirillov, capo delle Forze di difesa radiologica, chimica e biologica (RChBZ) della Federazione Russa, ucciso in un’esplosione insieme al suo aiutante. Secondo gli inquirenti, un ordigno esplosivo innescato a distanza nascosto in uno monopattino è stato fatto esplodere martedì mattina vicino all’ingresso di un edificio residenziale nel sud-est di Mosca.   Kirillov è stato ucciso nell’esplosione un giorno dopo che il Servizio di sicurezza ucraino (SBU) lo aveva formalmente dichiarato sospettato del presunto uso di armi chimiche contro l’esercito di Kiev. Il generale ha respinto le affermazioni secondo cui la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina con armi chimiche, ricordando che l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW) aveva confermato la completa distruzione di tutte le scorte di armi chimiche russe nel 2017.   Come riportato da Renovatio 21, a marzo Vladimir Tarabrin, rappresentante permanente di Mosca presso l’OPCW e ambasciatore nei Paesi Bassi, posto pubblicamente il tema dell’uso di armi chimiche come una flagrante violazione del diritto internazionale.   Il militare russo ha anche affrontato le preoccupazioni russe sul fatto che Kiev potrebbe costruire una cosiddetta «bomba sporca», un ordigno esplosivo chimico con un guscio di materiale radioattivo, progettato per contaminare una vasta area. «Credo che ne abbiano una», ha detto.   Come riportato da Renovatio 21, a febbraio 2023 il giornale russo Komsomolskaya Pravda aveva parlato dell’uso da parte delle forze ucraine nei pressi di Zaporiggia di armi chimiche che hanno causato la perdita di coscienza dopo l’inalazione.

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Alla fine di febbraio dello scorso anno, l’esercito russo ha avvertito che le forze ucraine a Kramatorsk avevano ricevuto 16 container con sostanze antisommossa CS (clorobenzilidenemalononitrile) e CR (dibenzoxazepina), nonché – fatto interessante – l’agente inabilitante BZ (3-Quinuclidinil benzilato), insieme a «cittadini di Paesi stranieri». Mosca ha quindi suggerito che gli Stati Uniti potrebbero pianificare un attacco «false flag» nel Donbass.   Il 3-Quinuclidinil benzilato (QNB), chiamato BZ in codice NATO e sostanza 78 nel codice militare URSS, è un potente allucinogeno che induce disfunzioni cognitive e delirio. Il BZ è stato inventato dalla società farmaceutica svizzera Hoffman-LaRoche nel 1951 durante studi su agenti antispasmodici, simili alla tropina, per il trattamento di disturbi gastrointestinali quando è stata scoperta la sostanza chimica. È stato quindi studiato per un possibile utilizzo nel trattamento dell’ulcera, ma è stato ritenuto inadatto.   A quel tempo l’esercito degli Stati Uniti e la CIA del progetto MK Ultra cominciarono ad interessarsene insieme a un’ampia gamma di possibili agenti inabilitanti non letali, psicoattivi e psicotomimetici tra cui droghe psichedeliche come LSD e THC, droghe dissociative come ketamina e fenciclidina, potenti oppioidi come il fentanil, etc. Nel 1959, l’esercito degli Stati Uniti mostrò un interesse significativo nel dispiegarlo come agente di guerra chimica.  

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Armi biologiche

«Agroterrorismo»: cittadini cinesi sorpresi a introdurre illegalmente un fungo nocivo per il grano americano

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Due cittadini della Repubblica Popolare Cinese, sono stati accusati di cospirazione e di aver introdotto illegalmente negli Stati Uniti un fungo classificato come arma biologica. Lo riporta la testata Daily Caller.

 

La letteratura scientifica identifica il fungo Fusarium graminearum come una potenziale arma di agroterrorismo – cioè terrorismo con obbiettivolo le coltivazioni – perché provoca la «carie della testa» (detta anche anche detta «carie del legno» o «mal dell’esca»), una malattia distruttiva delle piante, secondo un annuncio diffuso martedì dall’ufficio del procuratore degli Stati Uniti (USAO) nel distretto orientale del Michigan.

 

La dichiarazione aggiunge che la malattia colpisce «grano, orzo, mais e riso, ed è responsabile di miliardi di dollari di perdite economiche in tutto il mondo ogni anno». Inoltre, il fungo nocivo produce tossine che «causano vomito, danni al fegato e difetti riproduttivi negli esseri umani e nel bestiame».

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Secondo l’USAO, l’FBI (Federal Bureau of Investigation) ha arrestato Jian in relazione alle accuse relative alle sue attività di contrabbando e a quelle di Liu.

 

Le presunte azioni dei due cinesi, tra cui un membro fedele del Partito Comunista Cinese (PCC), rappresentano una delle più gravi preoccupazioni per la sicurezza nazionale.

 

«I due cittadini cinesi sono stati accusati di aver introdotto clandestinamente un fungo, descritto come una «potenziale arma agroterroristica», nel cuore degli Stati Uniti, dove apparentemente intendevano utilizzare un laboratorio dell’Università del Michigan per portare avanti il ​​loro piano», ha dichiarato Jerome F. Gorgon, Jr., Procuratore degli Stati Uniti.

 

Secondo la denuncia, Jian avrebbe ricevuto finanziamenti dal governo cinese per condurre ricerche su questo agente patogeno in Cina, si legge nel comunicato stampa.

 

Secondo la denuncia ottenuta dall’USAO, i suoi dispositivi elettronici conterrebbero prove della sua affiliazione e lealtà al PCC.

 

La denuncia sostiene inoltre che il fidanzato della signora del duo sia un ricercatore presso un’università cinese che studia lo stesso patogeno. Nella denuncia si sostiene che inizialmente l’uomo abbia negato e poi ammesso di aver introdotto clandestinamente il fungo negli Stati Uniti attraverso l’aeroporto metropolitano di Detroit per condurre ricerche presso il laboratorio dell’Università del Michigan, dove lavorava Jian, si legge nel comunicato stampa.

 

«Le accuse penali mosse oggi a Yunqing Jian e Zunyong Liu sono indicative del ruolo cruciale della CBP nel proteggere il popolo americano dalle minacce biologiche che potrebbero devastare la nostra economia agricola e causare danni agli esseri umani; soprattutto quando si tratta di un ricercatore di una grande università che tenta di introdurre clandestinamente materiali biologici potenzialmente dannosi negli Stati Uniti», ha affermato Marty C. Raybon, direttore delle operazioni sul campo per la US Customs and Border Protection (CBP).

 

«Si è trattato di un’indagine complessa che ha coinvolto gli uffici del CBP di tutto il paese, insieme ai nostri partner federali. Sono grato per il loro instancabile impegno, che ha garantito la sicurezza dei nostri confini da ogni tipo di minaccia, tutelando al contempo gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti», ha aggiunto Raybon.

 

Secondo l’USAO, Jian comparirà martedì davanti al tribunale federale di Detroit per la sua prima udienza sulla denuncia. Il caso è oggetto di indagine da parte dell’FBI e della CBP.

 

La vicenda insegna che la guerra biologica del XXI secolo potrebbe seguire vie che non interessano solo i patogeni diretti al corpo umano come il SARS-nCov-2, comunemente noto come COVID, creato in un laboratorio biologico di Wuhano con collegamenti militari, e finanziato da programmi dello Stato profondo statunitense.

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Immagine di International Maize and Wheat Improvement Center via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0

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