Persecuzioni
Prete dell’esercito irlandese pugnalato più volte dopo un’imboscata
Un prete cattolico, che presta servizio come cappellano nell’esercito irlandese, è stato teso in un’imboscata e accoltellato «più volte» in un «attacco frenetico» giovedì sera a Galway, Irlanda, che ha visto i soldati irlandesi aprire il fuoco in risposta. I primi resoconti hanno detto che un «adolescente maschio» sarebbe stato arrestato, e che avrebbe «pronunciato dichiarazioni sul coinvolgimento militare irlandese in Medio Oriente».
Padre Paul Murphy, cappellano dell’esercito irlandese di 52 anni, è stato accoltellato fuori dalla caserma Renmore Barracks, a Galway, nell’Irlanda occidentale, intorno alle 22:45 di ieri sera, mentre si recava in servizio in auto.
Padre Murphy è rimasto gravemente ferito, ma è sopravvissuto all’attacco: in attesa dell’intervento chirurgico, ha inviato un messaggio dall’ospedale universitario di Galway, ringraziando le persone in un post su Facebook per le loro «preghiere, amore e preoccupazione»: «sto bene: aspetto solo l’operazione. Andrà tutto bene».
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Secondo il quotidiano locale Irish Mirror, la polizia sta indagando per verificare se l’incidente sia di natura terroristica. Si è appreso che padre Murphy era seduto in macchina in attesa che i cancelli della caserma si aprissero quando l’aggressore si è avvicinato a lui. Secondo alcune fonti, il cappellano avrebbe abbassato il finestrino e l’aggressore lo avrebbe immediatamente pugnalato più volte.
Secondo il giornale, «A quel punto i cancelli della caserma si aprirono e si ritiene che padre Murphy si sia fatto avanti nel tentativo di allontanarsi dall’uomo che lo aveva accoltellato. L’aggressore, tuttavia, si è aggrappato al veicolo e ha continuato a tentare di aggredire padre Murphy».
I soldati irlandesi hanno quindi «sparato una serie di colpi di avvertimento», ha detto Healy, aggiungendo che una perquisizione dell’abitazione del sospettato ha portato alla luce prove che potrebbero spiegare il movente.
«Fonti affermano che il Gardaí [la polizia irlandese, ndr] ha da allora perquisito l’indirizzo del sospettato nella zona di Galway e sono stati recuperati numerosi oggetti di interesse, tra cui “letteratura” radicalizzata» scrive l’Irish Mirror. «Ora si teme che l’adolescente si sia radicalizzato online e che avesse un’azione specifica da ridire e un piano per colpire i membri delle Forze di difesa».
Il sospettato, descritto come «irlandese» e di 16 anni, «rimane in stato di detenzione e viene interrogato in una stazione del Gardaí nella regione nord-occidentale», secondo l’Irish Examiner, che scrive che «le sentinelle hanno sopraffatto il giovane e lo hanno trattenuto» fino all’arrivo della polizia, notando che «a padre Murphy è stato prestato il primo soccorso sulla scena prima di essere portato in ospedale dove ha ricevuto ulteriori cure».
Simon Harris, il Taoiseach – cioè il primo ministro irlandese – ha dichiarato che i suoi «pensieri sono con la vittima» e ha ringraziato le Forze di Difesa e il Gardaí per la loro azione e risposta in un post su X.
I have been briefed on the shocking incident outside Renmore Barracks last night & my thoughts are with the member of the defence forces in hospital. I want to thank defence forces personnel & Gardai for their action and response.
— Simon Harris TD (@SimonHarrisTD) August 16, 2024
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Gli utenti irlandesi della piattaforma di social media hanno reagito con rabbia e molti hanno ritenuto responsabili Harris e il governo.
Un utente ha risposto ad Harris dicendo: «hai riportato il terrore su quest’isola, dopo che abbiamo combattuto per 800 anni per vivere in pace».
Altri hanno sottolineato l’ateismo dello Stato irlandese moderno, sottolineando l’omissione deliberata del fatto che la vittima è un prete cattolico e che il leader della nazione cattolica non ha recitato alcuna preghiera.
«È molto significativo che tu non dica che un prete cattolico è stato aggredito e che non preghi per lui».
Gli attacchi ai cattolici e ai loro luoghi di culto sono in aumento in Irlanda. Un’ondata di crimini anti-cattolici nella contea di Donegal durante l’estate ha visto molte chiese svaligiate, con danni e tentativi di incendio doloso. Una chiesa a Lifford è stata presa di mira tre volte in sei settimane.
I tentativi di bruciare queste due chiese sono avvenuti poco dopo che un membro del Parlamento irlandese (TD) era stato «preso in giro per la sua fede cattolica» dai suoi colleghi durante un discorso tenuto nel Parlamento stesso, noto come Dáil.
A febbraio la casa di un prete era stata incendiata intenzionalmente a Kildare, distruggendo gli edifici annessi della cattedrale di Santa Brigida.
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Immagine screenshot da YouTube
Cina
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Persecuzioni
La Turchia espelle i cristiani perché minacciano la sicurezza nazionale
In Turchia i cristiani vengono espulsi dal Paese con l’accusa di rappresentare una «minaccia alla sicurezza nazionale». Lo riporta LifeSite.
Durante la conferenza sui diritti umani tenutasi a Varsavia il 13 ottobre, Lidia Rieder, esperta legale di Alliance Defending Freedom International, ha denunciato che i cristiani sono nel mirino del governo turco. «Classificare i pacifici residenti cristiani come “minacce alla sicurezza” è un evidente abuso del diritto e un attacco alla libertà religiosa», ha dichiarato le Rieder. «Quando i governi manipolano i sistemi amministrativi o di immigrazione per escludere le persone solo per la loro fede, ciò compromette lo stato di diritto e i principi di tolleranza e coesistenza pacifica che l’OSCE è stata creata per difendere».
La popolazione turca è composta per circa il 99% da musulmani, con meno dell’1% di cristiani. Sotto il governo autoritario di destra di Recep Erdogan, la Turchia riveste un ruolo geopolitico chiave grazie alla sua posizione strategica tra Europa e Medio Oriente. Sebbene membro della NATO, mantiene stretti legami con paesi musulmani come Qatar e Azerbaigian, che di recente, con il supporto di armi turche, hanno costretto oltre 100.000 cristiani a fuggire dal Nagorno-Karabakh verso l’Armenia.
Un comunicato di ADF ha riportato che dal 2020 «più di 200 lavoratori cristiani stranieri e le loro famiglie, circa 350 persone, sono stati espulsi dalla Turchia, molti dei quali residenti da decenni». Il ministero degli Interni ha assegnato a questi individui «codici di sicurezza» come N-82 e G-87, vietandone il rientro e classificandoli come minacce alla sicurezza nazionale.
Un rapporto del 2024 della Freedom of Belief Initiative ha confermato le conclusioni di ADF, indicando i cristiani come la minoranza religiosa più perseguitata in Turchia, con oltre 50 episodi di violenza contro di loro dal 2020.
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Interpellata da Fox News Digital, l’ambasciata turca a Washington ha rimandato a una dichiarazione del Centro per il Contrasto alla Disinformazione del Paese, che il 15 ottobre ha respinto le accuse di Rieder, definendole «infondate e parte di una campagna di disinformazione deliberata». «Il rispetto delle fedi e il pluralismo sono elementi essenziali dell’ordine democratico del nostro Paese», si legge. «La Turchia, come ogni Stato sovrano, può adottare decisioni amministrative sui cittadini stranieri per vari motivi, come violazioni dei visti, disturbi dell’ordine pubblico o mancanza di permessi legali».
Rieder ha citato il caso Wiest contro Turchia, che sarà esaminato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il caso riguarda Kenneth Wiest, un cristiano americano residente legalmente in Turchia per oltre trent’anni, a cui è stato negato il rientro nel 2019 senza prove di illeciti.
«I divieti di ingresso e le espulsioni sono sempre più usati per silenziare i lavoratori cristiani stranieri, mentre la formazione teologica rimane fortemente limitata», ha affermato ADF. «Ai seminari protestanti è negato lo status legale, l’educazione biblica è vietata, mentre i corsi di teologia islamica sono permessi sotto supervisione statale. Anche le proprietà ecclesiastiche subiscono restrizioni ingiuste, con comunità come quella protestante di Bursa costrette ad abbandonare luoghi di culto storici».
Come riportato da Renovatio 21, in questi anni la Turchia è stata teatro di attacchi contro chiese, come quello nel quartiere Sariyer di Costantinopoli, ascritto all’ISIS. Vi è inoltre il fenomeno di cristiani uccisi in storie su dispute su terreni. La persecuzione anticristiana è parimenti alimentata dall’islam e dal nazionalismo turco.
Bombe turche hanno distrutto una chiesa assira nel Nord-Est della Siria tre anni fa. Altri luoghi sacri cristiani, come Santa Sofia (convertita all’Islam alla presenza dell’Erdogano) e Chora (dove sono stati coperti affreschi e mosaici, e dove persino il museo diviene luogo di culto musulmano) a Costantinopoli e la cattedrale di Ani sono divenute moschee.
All’inizio di questa settimana, l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pubblicato il rapporto 2025 sulla persecuzione religiosa globale, evidenziando che 5,4 sugli 8 miliardi di persone del pianeta subiscono discriminazioni per le loro convinzioni religiose. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha espresso preoccupazione martedì, affermando che «uomini e donne meritano ovunque libertà da ogni forma di coercizione in materia di fede».
Come riportato da Renovatio 21, il Parolin ha negato che in Nigeria vi sia in atto una persecuzione di cristiani: quello nigeriano «non è un conflitto religioso, è più un conflitto di tipo sociale, per esempio tra gli allevatori e gli agricoltori», ha dichiarato il segretario di Stato Vaticano, suscitando gli strali di monsignor Carlo Maria Viganò.
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Immagine dalla chiesa di Santa Irene, Costantinopoli
Immagine di Carole Raddato via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Persecuzioni
Ultras rumeni espongono lo striscione «Difendiamo i cristiani nigeriani» durante le qualificazioni ai Mondiali
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse. Recentemente, attacchi nel Paese hanno incluso rapimenti e omicidi di sacerdoti e seminaristi cattolici. A luglio, la diocesi di Auchi, nello Stato di Edo, ha riferito che uomini armati hanno attaccato il Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, uccidendo una guardia e rapendo tre seminaristi.‘Defend Nigerian Christians’ Fans of the Romanian national football team unfurled a banner before their Worlld Cup Qualifier pic.twitter.com/asTnmvuV1l
— Catholic Arena (@CatholicArena) October 15, 2025
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